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mercoledì 31 dicembre 2008

URBANFILE - Hanno detto di noi...

On line i progetti della città: "Sfida a chi butta giù i grattacieli"

di Chiara Campo



Hanno scelto una data simbolica, il primo maggio. Sette anni esatti all’inaugurazione dell’Expo, quel 2015 che segnerà la rivoluzione - in primis architettonica - della città. Per allora - salvo sorprese - svetteranno già i grattacieli di Citylife sulle ceneri della vecchia Fiera e il Pirellone bis a Garibaldi-Repubblica; il Vigorelli sarà il nuovo palazzetto dello sport, l’ex Manifattura Tabacchi la Cinecittà milanese e, seguendo la «via dell’acqua» si potrà arrivare in barca dai Navigli a Rho-Pero, quartier generale dell’Esposizione universale. Oltre che dai cantieri che ridisegneranno lo skyline, il tempo da qui al 2015 sarà scandito dalle proteste, il fronte anti-grattacieli ad esempio è già nutrito. Quello che si era creato nel 2005 contro l’abbattimento del Bosco di Gioia ha fatto storia: presidi e 16mila firme, ma non sono servite. «Chiedevano alla gente “Ti piacciono gli alberi?”. Chi poteva dire di no?», puntualizza Claudio Nelli, giovane appassionato di architettura. Mentre il Comitato faceva campagne per difendere il Bosco e «abbattere» il progetto del nuovo Pirellone, lui lanciava su skyscrapercity.com (il forum internazionale che nasce dal motto «noi crediamo nello sviluppo urbano»), una contro-campagna. Sì al progetto, anche a costo di tagliare gli alberi. Hanno iniziato a iscriversi una decina di persone, oggi sono diventate oltre 200 e da tutta Italia: si scambiano informazioni e pareri sugli sviluppi urbanistici in corso, non solo a Milano ma in tutto il Paese.
Da tanto interesse è nata l’idea di lanciare un sito ad hoc: il primo maggio è sbarcato su internet www.urbanfile.it, composto per ora da circa 200 schede («ma ne abbiamo pronte almeno 600», racconta Nelli, 36 anni, fondatore del progetto con Marco Montella di 32 anni, Roberto Arsuffi di 43 e il giovane Filippo di 23, tutti milanesi) su «tutti i progetti architettonici che stanno cambiando il volto delle nostre città». Stato dei lavori, tempistica, breve descrizione dei progetti, immagini e rendering, non solo di Milano, ma anche Roma, Bologna, Torino, Palermo, Napoli. Un lavoro da maestri (e il sito del Comune lo ha «adottato» con un link) anche se, riferisce, «nessuno di noi è architetto di professione». L’obiettivo, racconta, è «dare risposte a chiunque cerchi informazioni sulle trasformazioni in atto. Vuole essere uno strumento contro la disinformazione costruita “ad arte” dai comitati, che contano sulla scarsa conoscenza, fanno firmare appelli e quella di poche decine di persone passa come un’opinione largamente diffusa».
Urbanlife, spiega Nelli, è un progetto aperto. Significa che «chiunque può iscriversi, inserire nuove schede o arricchire quelle esistenti. Ovviamente, ogni informazione viene vagliata dallo staff prima di essere pubblicata on line». In un paio di settimane gli «abitanti» dell’Italia che verrà sono già diventati tantissimi e di ogni età («da studenti di 14-15 anni a cinquantenni»), inviano segnalazioni da tutte le regioni. «C’è una signora milanese - racconta - che quasi ogni giorno spedisce foto per tenerci aggiornati sui progressi che fa il cantiere del nuovo Pirellone». Un altro grattacielo. Proteste? Almeno su internet, gli hanno costruito una buona difesa intorno.

domenica 26 ottobre 2008

MILANO - EXPO SOCIETA' DA 14 MILIARDI



Milano parte: società da 14 miliardi
Berlusconi firma il decreto dopo oltre duecento giorni di polemiche Glisenti probabile ad. Lite sulle quote tra Provincia e Comune




Uno dei progetti Expo: il Museo di Leonardo (Iome)



MILANO — Ci sono voluti duecentocinque giorni, una marea di polemiche, un decreto stracciato alle spalle, un richiamo ufficiale da parte del Bureau International des Exposition, ma alla fine l'Expo 2015 parte. L'altra sera il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, prima di partire per la Cina, ha apposto la sua firma in calce al decreto che disegna la governance di Expo. «Sono felice per la fine della lunga attesa»» è stato il commento a caldo del sindaco di Milano, Letizia Moratti. Meno di sette anni per arrivare pronti al mega-appuntamento del 2015. Investimenti per 14 e rotti miliardi di euro. Un volano economico di 40 miliardi, 29 milioni di visitatori. È chiaro che di fronte a uno scenario del genere la lotta sulla governance della società che gestirà l'evento è stata feroce.
Alla fine, il decreto preparato da Roberto Calderoli, approvato da Giulio Tremonti, limato da Gianni Letta e firmato da Silvio Berlusconi, ha accontentato tutti. Non ci sarà un amministratore unico come voleva all'inizio la Moratti ma un cda a 5. Tre posti, rispettivamente per il Comune, la Regione Lombardia e la Provincia di Milano, gli altri due destinati al ministero dell'Economia. Che determinerà le quote societarie. Al Tesoro la maggioranza relativa con il 40-50 per cento. Segue il Comune con il 20. Regione, Provincia e Camera di commercio con il 10. Anche se ieri c'è stato l'ennesimo battibecco tra Provincia e Comune sulla ripartizione dei fondi.
La Moratti sarà commissario. Roberto Formigoni presiederà il tavolo per le infrastrutture. Sparisce il Comitato di indirizzo e di programmazione stracolmo di ministri e nasce la Commissione di coordinamento, sempre ampia ma più flessibile. Il puzzle dei nomi è stato particolarmente complicato, con una guerra preventiva da parte di Roma nei confronti del braccio destro della Moratti, Paolo Glisenti. Adesso si parla di una rosa. Il totonomine dà Glisenti ad. Per il Tesoro circolano due nomi: Diana Bracco, numero uno di Assolombarda alla presidenza e Angelo Provasoli, rettore uscente della Bocconi. La rosa si complica e si allarga se si deve trovare un posto anche alla Lega e ad An: Leonardo Carioni, Benito Benedini e Marco Spadacini.
Per la Regione un binomio: o Alberto Sciumè vicepresidente del Consiglio di sorveglianza di A2A, o Paolo Alli, direttore del Pirellone. Per la Provincia ancora nessun nome. Ma per un giorno le polemiche sono messe da parte. «Finalmente si parte! — attacca il ministro Calderoli —. La firma significa un altro passo concreto verso la realizzazione di questo evento». «Sono soddisfatto — attacca il governatore Formigoni —. Noi, d'altra parte, in Lombardia da tempo stiamo lavorando con grande concretezza e piena sintonia. Ora il decreto ci permetterà di far funzionare la macchina operativa a pieno regime ». Anche Filippo Penati, presidente democratico della Provincia di Milano, in passato molto duro, è più conciliante: «Finalmente la vicenda si è conclusa. Ora siamo rientrati nella normalità e si è conclusa una vicenda di incertezza».
Maurizio Giannattasio

mercoledì 27 agosto 2008

URBANFILE...PERCHE' UN BLOG

Buongiorno a tutti!

A pochi mesi dalla nascita di Urbanfile, abbiamo sentito l'esigenza di integrare questo sito, che nel frattempo è cresciuto, ma che ancora ha tanta strada di fronte a se, con questo Blog, allo scopo di permettere un comunicazione più diretta con tutti i nostri amici o comunque con chiunque voglia avere informazioni...fornirne...dibatterle!