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sabato 30 maggio 2009

MILANO - Corso Como, cantieri per i box in ritardo


Lavori prolungati fino al 2011
Cantieri per i box in ritardo
I negozianti: ostaggi dei ladri 

Corso Como, via al restyling di piazza XXV Aprile, record di furti. Svaligiato Artioli. «Così chiudiamo»

L’Ottica Artioli si vede appe­na, isolata com’è dal cantiere: il negozio è stato svaligiato l’altra sera, vetrine sfondate ed esposi­tori ripuliti. Il custode di un bel palazzo vicino ha trovato il ve­tro del portone spaccato e divel­to, una bustina vuota e tracce di sangue nell’ingresso, «i risul­tati di una rissa tra cliente e spacciatore...». È cominciata e continua male, la partita di piaz­za XXV Aprile. Il cantiere del parcheggio sotterraneo paraliz­za da tre anni attività e vite nel quartiere Garibaldi: i negozian­ti sono «stremati, indebitati per colpa dei lavori» e i residen­ti «assediati» dai cavallini della cocaina. Nessuno, però, s’è ras­segnato, anzi. Commercianti e abitanti hanno scritto di nuovo al Comune facendo la conta dei rischi e dei danni: «Stiamo valu­tando le iniziative da assumere sia da un punto di vista legale, con la richiesta di risarcimento, sia da un punto di vista dimo­­strativo, con azioni di lotta».

In sintesi: querele e cortei per de­nunciare le «responsabilità poli­tiche dell’amministrazione». Il piano parcheggi di Palazzo Marino ricava in piazza XXV Aprile 322 box per gli abitanti e 346 posti a rotazione. Il cantie­re apre nell’estate 2006 e a que­st’ora dovrebbe essere chiuso, completato, ma i lavori saran­no finiti solo nella primavera 2011, perché i rilievi archeologi­ci hanno «rallentato» le opera­zioni. Negli ultimi venti giorni gli scavi per le fognature si so­no allargati di venti metri, «schiacciando» le vetrine dei negozi. «Le condizioni di lavo­ro si sono aggravate», attacca tra gli altri Mauro Bacchini, tito­lare della srl High Tech: «I ritar­di del cantiere sono gravissimi e ingiustificati. E gli effetti eco­nomici sono tali da costringer­ci a prendere in seria considera­zione la sospensione dell’attivi­tà, con la perdita di 50 posti di lavoro».

I commercianti chiedo­no al Comune un «incontro d’emergenza» e più polizia. Si è allargato di venti metri il cantiere dei box in XXV Aprile, e i lavori extra dureranno altri quindici giorni, dopodiché sa­ranno montate le paratie del­l’autosilo (a giugno, per 4­5 giorni, il cantiere sopra il me­trò sarà aperto anche di notte). Stamattina, invece, il progetti­sta Giampiero Villoresi conse­gnerà al Comune la perizia ag­giornata su tempi e costi. E i di­sagi per cittadini e negozianti? «Tra venti giorni saranno mon­tate le nuove strade a sbalzo in acciaio». Ultima incognita: una delle due imprese che opera nel cantiere è in «serie difficoltà economiche». Potrebbe cedere, aggiungendo ritardi a ritardi. Intanto, da ieri, è ufficialmen­te partito il progetto di riqualifi­cazione di corso Como. Gianro­berto Costa e Rudy Citterio, del­l’Unione del commercio, hanno incontrato l’architetto Paolo Ca­puto e scelto di presentare a Pa­lazzo Marino il suo masterplan (cofirmato dal collega Vaglie­ri).

Sono state così «unificate» le proposte iniziali avanzate dal­le due associazioni di zona: il re­styling prevede nuove pietre per la pavimentazione, il recu­pero attivo delle fontane, fiori e déhors trasparenti (vetro e cri­stallo) al centro della strada, ve­ri spazi polifunzionali per eser­centi ed eventi, dai mercatini al­le mostre d’arte. «Vogliamo eliminare degra­do e spaccio, rilanciando corso Como come centro di movida, cultura e turismo», spiega Citte­rio, presidente di Silb-Unione del commercio. «È un progetto ambizioso, che raccoglie le idee dei cittadini e migliora notevol­mente il paesaggio del quartie­re », aggiunge l’assessore al De­coro urbano, Maurizio Cadeo: «Ora valuteremo i costi. Poi, certo, l’ultima decisione spetta a noi, c’è sempre un’ammini­strazione che decide...». Caputo ridisegnerà corso Como «in ar­monia » con l’isola pedonale in costruzione tra piazza XXV Apri­le e Milano Porta Nuova.

Armando Stella

Dal Corriere della Sera

venerdì 29 maggio 2009

GENOVA - Un’inciviltà da 600 mila euro di danni


Maleducati, imbrattatori e incivili che abitano o frequentano il Centro storico costano, alla collettività, 600 mila euro l’anno. È questo, il conto che Amiu stila considerando esclusivamente i servizi straordinari che ogni notte vengono compiuti al fine di riportare la situazione a un decoro accettabile. La routine in un contesto come questo non basta, serve un impegno extra delle risorse umane e dei mezzi a disposizione. E chi porta a spillare tanti soldi dal portafogli comune non sono di certo i delinquenti, che pure non mancano nella Città vecchia. Sono più spesso stimabilissimi impiegati e avvocati della city, frequentatori occasionali che una o due sere la settimana si riversano nei vicoli. Senza nazionalità, la maleducazione. E a produrre materiale per gli operatori ecologici di Amiu sono spesso anche alcuni residenti, specie quelli che possiedono un cane. Il primo problema è il fenomeno che porta moltissime persone, e qui i maggiori indiziati sono i residenti, ad abbandonare rifiuti ingombranti per strada. Materassi, reti, lavatrici, mobili d’ogni tipo, sedie in quantità, si parano giornalmente davanti a chiunque si trovi a passare tra Fossatello, Prè, Canneto e San Bernardo. Il costo di questo servizio è pari a 250 mila euro. I cani che sporcano, ma soprattutto i padroni che non ne raccolgono gli escrementi, costano a tutti i genovesi come un monolocale: 120 mila euro per il solo Centro storico, denaro necessario per far muovere le cosiddette “Caninet”, gli scooter dotati di aspiratore dedicati a questo servizio. Tra i servizi straordinari anche la raccolta siringhe, che seppure non si possa direttamente ascrivere alla voce maleducazione rappresenta comunque un problema insormontabile: ad Amiu costa 50 mila euro l’anno. Vomito, urina sui muri, lavaggi straordinari estivi (in inverno la pioggia aiuta almeno un po’) e pulizia straordinaria degli “eco-punti”, i locali chiusi per i cassonetti (scambiati spesso da balordi per vespasiani o toilette pubbliche) portano a strappare un altro assegno, ogni anno, da 180 mila euro. Totale 600 mila euro, un conto realizzato sommando le sole spese straordinarie, senza contare il lavoro quotidiano di pulizia e la raccolta dei rifiuti. Le ordinanze anti-degrado e pro-decoro non hanno evidentemente dato i frutti sperati, l’unico deterrente che sembra aver funzionato è quello dei provvedimenti che vietano latta e vetro per strada, che hanno effettivamente prodotto una riduzione dei rifiuti abbandonati.

Dal Secolo XIX

VENEZIA - Padiglione Italia diventa biblioteca dell'Asac


Accordo Biennale-Comune: il palazzo espositivo accoglierà l'archivio storico delle arti liberali, che riapre dopo dieci anni

Il Padiglione Italia ai giardini della Biennale cambia nome e destinazione d’uso, diventando sede della biblioteca dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (Asac) e di attività permanenti dell’istituzione. L’operazione, ha spiegato oggi il presidente della Biennale, Paolo Baratta, accompagnando la stampa negli spazi rinnovati di quello che sul frontone porterà la sola scritta Biennale, è stata possibile da un accordo stipulato nell’autunno scorso con il Comune di Venezia, che prevede la concessione all’istituzione dell’edificio e di parte del giardino circostante in via continuativa. I

l primo risultato è la riapertura dopo 10 anni dell’Asac, che verrà trasferito dal palazzo Cà Corner della Regina negli oltre 1.600 metri quadrati dell’ala Pastor del padiglione e arricchito con i libri attinenti gli artisti che espongono alla Biennale, cataloghi, periodici consultabili in sale di lettura dotate di monitor per la lettura digitale. L’edificio, inoltre, ospiterà un bookstore, un’area educational e un bar-ristorante di 250 metri quadrati interni e 180 esterni, tutto progettato dai designer Massimo Bartolini, Tobias Rehberger e Rirkrit Tiravanija. Il costo dell’intera operazione, alla quale hanno partecipato alcuni sponsor, ammonta a due milioni 400 mila euro.

Dal Corriere del Veneto

FIRENZE - Sotto il tribunale, trovato un tempio di Iside



Una colonna tortile, un trapezofolo, ovvero un sostegno di tavolo, un'incisione, centinaia di frammenti dei quali molti policromi.Sono i resti risalenti al II secolo d.C. ritrovati in uno scavo nel tribunale di Firenze e che probabilmente facevano parte del tempio di Iside. Sono emersi da un'area di appena 5 metri per 3, aperta per realizzare una cisterna di acqua.''Questi reperti sono di straordinaria rilevanza - ha spiegato l'archeologo Alessandro Palchetti.

Da Ansa

BARI -Kursaal, meno posti per rimanere aperto


LA PROPOSTA PER IL CINEMA-TEATRO

L'assessore Sannicandro: nei palchi 20 poltrone in menoIl tribunale decide sulla rimozione della scala antincendio

Scongiurata la chiusura per il Kursaal Santa lucia. Il teatro può continuare la sua attività, anche senza la scala antincendio. A dirlo Elio Sannicandro, assessore comu nale alla sicurezza sui cantie ri, incaricato dal sindaco Mi chele Emiliano di esaminare la situazione del teatro sul lun gomare barese. In base ad un progetto che Sannicandro e al tri tecnici del Comune presen teranno a giorni in una confe renza di servizi, cinema e tea­tro non perderanno la loro de stinazione d’uso, anche se og gi il tribunale collegiale e il giudice dell’esecuzione doves sero decidere per la demolizio ne della scala.

«L’agibilità può essere ripristinata con una minima riduzione della capienza del teatro - annun cia Sannicandro - abbiamo ve rificato che basta cambiare la configurazione dei palchi per mantenere in piedi la struttu ra ». Questo vuol dire che il Kursaal, con il nuovo piano di interventi, sarà privato di cir ca venti posti, sui 520 attuali, nell’area dei palchi di sinistra, senza però chiudere i batten ti. Potrà quindi fare a meno della scala, oggetto da un an no di un contenzioso tra i ge stori dell’immobile, le sorelle Cinzia e Antonella Buonpasto re, e i condomini di via Co gnetti, che condividono lo stesso cortile. «Una volta smantellata la scala antincen dio - prosegue l’assessore alla Pianificazione strategica - bi sognerà organizzare una pro cedura, che con le leggi attua li, è in grado di fare una com missione del comune. Il tea tro non chiuderà - aggiunge Sannicandro - anche perchè ci sono altre tre uscite di emergenza nella zona superio re, che consentono di mante nere aperto la struttura». Intanto oggi il tribunale col legiale e il giudice dell’esecu zione Achille Bianchi scioglie­ranno la riserva sull’apertura del cantiere. Dopo che due set timane fa, un nuovo ricorso dei gestori e del legale rappre sentante, aveva ancora una volta rinviato lo smantella mento della scala. La stessa che i condomini vogliono ab battere, in quanto non rispet ta le giuste distanze dai loro balconi.

Scettica, tuttavia, la posizio ne della famiglia proprietaria. «Siamo contenti che finalmen te il Comune si interessi alla nostra vicenda - dice Antonel la Buonpastore - ma vorrei pri ma vedere il nuovo certificato di agibilità. A questo punto l’in tervento di Sannicandro rap presenta un motivo in più per il giudice per sospendere l’ese cuzione, in modo tale da far la vorare noi e l’amministrazione cittadina nella prospettiva di salvare il teatro». Il timore dei gestori è che la riduzione dei posti possa avere una ripercus sione economica sul fatturato. «Il teatro è già molto piccolo aggiunge la proprietaria - uno spettacolo di un certo livello costa dai 7mila agli 11 mila eu ro. Se ci saranno meno posti, questi prezzi non possono esse re più giustificati e quindi an drebbero abbassati». In attesa della conferenza di servizi a pa lazzo di città sul nuovo assetto del Kursaal, rimane ancora aperta la battaglia in tribunale sulla legittimità del provvedi mento. «Qualsiasi cosa decida il tribunale, l’importante è che non ci siano danni per la no stra attività - continua Buonpa store - il provvedimento nè gli operai devono invadere la no stra proprietà». La parola pas sa ora al tribunale che tra oggi e domani dovrebbe sciogliere la riserva.

Valentina Marzo

Dal Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI - Piazza del Gesù, come «Bikini Beach»




Ghiaia per evitare la liquefazione del bitume. È polemica sull’intervento. Nuzzolo non ne sapeva nulla


Piazza del Gesù in teramente imbiancata con terra candida e ghiaia sbriciolata so miglia, da ieri mattina, ad una spiaggia. Con una lettera al sin daco e all’assessore alle strade Nuzzolo l’altro giorno il consi gliere municipale Giuseppe De Stasio aveva segnalato «per l'en nesima volta il gravissimo stato delle strade del centro antico di Napoli e in particolar modo di piazza del Gesù» che «risulta im praticabile già alle 11 del matti no perché il bitume tra i sampie trini tende a liquefarsi provocan do gravi disagi alla popolazione ed ai turisti».
Lo stesso episodio si era verificato nella primavera 2008, subito dopo vari interven ti di ripavimentazione ai Decu mani. Quindi l’ufficio strade co munale, l’altra notte, ha sparso terriccio bianco o ghiaia a picco li grani sull’intero emiciclo, a quintali. «Sembra una piazza metafisica alla De Chirico», com menta perplesso, adesso, il con sigliere De Stasio. La soluzione temporanea pensata per asciuga re l’asfalto liquefatto al sole pe rò non piace ai comitati dei resi denti. Ad esempio, dice Augusto De Luzenberger di Città Antica (il movimento per il decoro e la sicurezza che ha portato gli ispettori dell’Unesco in città, ndr): «Era meglio mettere una bella moquette, considerato lo sfascio totale, piuttosto che il brecciolino bianco che fa casca re le persone. Mentre a Genova stanno attenti a recuperare i pro pri ciottoli per ripavimentare le strade dei rolli noi da un lato svendiamo i basoli, dall’altro de turpiamo le piazze più belle per ché nessuno sa risistemare i sampietrini. A questo punto è meglio preferire una città pove ra e moderna e stendere una pie tosa moquette». E Tiziana Iorio, la pasionaria del comitato Città Antica, aggiunge: «Se si toglies sero del tutto i sampietrini per la pietra di Trani potremmo al meno conservare questo bell’ef fetto scenico. Alla piazza manca no solo le palme, sembra il Biki ni Beach». La soprintendenza ignora l’intervento. L’assessore Nuzzolo pure e rinvia il tutto al servizio tecnico municipale. Che rinvia a sua volta le respon sabilità al servizio strade centra le. Effettivamente la pavimenta zione della piazza è scivolosa. Pedoni e automobilisti sono av­vertiti del pericolo da un cartel lo a Calata Trinità Maggiore

Luca Marconi

Dal Corriere del Mezzogiorno

TORINO - Laghi e rampicanti è la casa nella giungla





Sessanta alloggi extralusso tra ecologia e design
ANDREA ROSSI

La giungla nel cuore di Torino sorgerà a due passi dal Po e dal parco del Valentino, avrà trenta tipi diversi di alberi, due corsi d’acqua e rampicanti da ogni lato. Fronde, foglie e tronchi avvolgeranno 63 “capanne”, che poi saranno abitazioni da 5mila euro al metro quadrato, costruite secondo le ultime tendenze dell’architettura e del design.

Sull’area che un tempo ospitava gli uffici dell’Orione sta per sorgere un palazzo avveniristico. Un condominio, per farla breve. Ma di quelli che già fanno discutere, dividono i puristi dell’edilizia dagli innovatori. Via Correggio angolo via Marenco: il progetto porta la firma dell’architetto Luciano Pia dell’impresa De-ga, che lo spiega così: «Non avendo la possibilità di costruire una casa in mezzo a un parco abbiamo pensato di costruire un parco in mezzo a una casa, ricreare la sensazione di vivere dentro a un bosco». Ma il bosco è calato a una manciata di metri dal centro di Torino ed è questo condominio di sei piani, con un parco interno da 50 alberi e due laghetti attraversati da una passerella, con le strutture esterne solcate da altri 150 alberi e impalcature in acciaio che - tanto per cambiare - riproducono le forme di piante e rampicanti.

In tutto 200 alberi piantati dentro fioriere di quattro metri di diametro, alti da tre a quindici metri. E di trenta specie diverse. Per evitare brutte sorprese sono stati addirittura assoldati due agronomi: studieranno la struttura dell’edificio, l’altezza dei piani e l’esposizione al sole e poi decideranno dove collocare i diversi tipi di arbusto.

Sarà difficile, dall’esterno, curiosare negli alloggi, nascosti e avvolti nell’intreccio di acciaio, legno e verde. «Scatole sovrapposte», così le definisce Pia, ed è l’ennesima novità. Gli appartamenti non saranno “impilati” l’uno sull’altro, come in qualsiasi condominio, ma “sfasati”. «Così ciascuno avrà la sensazione di vivere in un’abitazione singola». Alloggi tra 80 e 250 metri quadrati. Struttura in cemento, ma ogni «scatola» avrà un rivestimento in legno, grandi vetrate e terrazzi di forme diverse. Anche da fuori l’impressione sarà una selva di rampicanti e piante che si attorcigliano alla struttura. Non un palazzo immerso nel verde, ma costruito sul verde, saldato, quasi fuso.

Non è finita. Accanto agli alberi veri, ce ne saranno di “finti”: pilastri (in tutto 53) costruiti in Cor.ten, un acciaio modellato sulle forme del legno. Così, da fuori il complesso sembrerà reggersi su un’infilata di tronchi. Effetto ottico? No, scelta voluta: «Le strutture portanti in Cor.ten riproducono alberi veri, nello specifico quelli di corso Novara. Li abbiamo riprodotti il più fedelmente possibile».
Quasi un’ossessione. Anche nel segno dell’ecosostenibilità: «Nel complesso sarà installata una grossa cisterna per il recupero dell’acqua piovana, che verrà dirottata e immagazzinata; servirà per l’irrigazione del parco e dei tetti verdi», racconta Pia. Per riscaldare gli appartamenti, invece, basteranno 200 euro l’anno grazie allo sfruttamento dell’energia geotermica.

Il progetto è già stato approvato dalla Commissione edilizia del Comune. Entro la fine dell’anno dovrebbero partire i lavori. Ci vorranno altri due anni per abbattere la vecchia struttura e costruire il nuovo complesso.
Tanto, ma non per qualcuno. Spot, cartelloni e siti Internet rimbalzano il progetto da una manciata di giorni. E le prime prenotazioni sono già arrivate.

Da La Stampa

giovedì 28 maggio 2009

LECCE - Mare blu


RICONOSCIMENTI
Mare del Salento garantito da Legambiente e Touring Club
Per il 2009 hanno conquistato le tanto ambite «5 vele» assegnate da Guida Blu. In Puglia 36 spiagge «griffate»


LECCE - Sono Nardò e Ostuni le località balneari «garantite» da Legambiente e Touring Club Italiano. Ovvero litorali che, per il 2009, hanno conquistato le tanto ambite 5 vele assegnate da Guida Blu, giunta alla nona edizione. Ma la situazione delle acque pugliesi è complessivamente in ascesa dato che nel catalogo stilato dalle due associazioni (presi in esame parametri come paesaggi, accoglienza turistica, fondali, luoghi d’interesse storico-culturali e pulizia) figurano ben 36 spiagge “griffate” per una media di 3 vele. Vanno meglio solo la Sardegna (3,4 vele) e la Toscana (3,03).

IL MARE DOC - Ecco la graduatoria dei paradisi del mare: Nardò, Ostuni (5 vele); Diso, Andrano, Chieuti, Manduria, Otranto, Castro, Gallipoli (4 vele); Salve, Isole Tremiti, Ginosa, Giovinazzo, Vico del Gargano, Monte Sant’Angelo, Vieste, Tricase, Mattinata, Lesina, Gagliano del Capo, Polignano a Mare, Monopoli, San Nicandro Garganico, Ischitella, Rodi Garganico, Margherita di Savoia, Carovigno (3 vele); Patù, Castrignano del Capo, Melendugno, Porto Cesareo, Maruggio, Ugento, Peschici (2 vele); Castellaneta Marina, Trani (1 vela). Dal punto di vista territoriale la gran parte dei riconoscimenti vanno alle province di Lecce (14 località segnalate) e di Foggia (12). Seguono Taranto (4), Bari (3), Brindisi (2) e Bat (1). «Quelle che ogni estete suggeriamo come mete di vacanze – afferma Francesco Tarantini, presidente regionale di Legambiente – sono località che hanno scommesso sulla qualità e sui servizi. La classifica conferma buoni voti per il mare pugliese, ma dobbiamo fare di più. La scelta della Regione di valorizzare il turismo è incompatibile con quella del governo della localizzazione di centrali nucleari nel nostro territorio».

Vito Fatiguso

Dal Corriere del Mezzogiorno

MILANO - Città sporca








Città sporca, il Comune sotto accusa "Milano è ferita da questa indecenza"
L’idea dei comitati è anche di dare ai consigli di zona il compito di avviare campagne di educazione per i cittadini, «ma non con volantini e manifesti, sarebbe una beffa»
di Oriana Liso

Ogni anno si svuotano oltre 13 milioni di cestini e si lavano 450mila metri quadri di marciapiedi. In tre anni gli addetti dell’A msa hanno ripulito 25mila edifici da scritte e disegni. Milano non è Roma. O meglio: non è quella «Roma sporca, che sembra più una città africana che europea», descritta dal premier Silvio Berlusconi pochi giorni fa. Ma per portarla al livello delle capitali europee c’è ancora tanto da fare: da parte della amministrazione e dei cittadini. Servono multe severe per chi sporca e iniziative per imparare a non farlo. Servono ovunque più cestini, ma anche progetti mirate come il recupero del vecchio spazzino di quartiere.

A disegnare una sorta di “piano integrato” per la pulizia di Milano concorrono tante voci. Prima fra tutte, quella degli stessi cittadini. Il sindaco Moratti ha annunciato che si cercherà di allargare all’Arco della Pace e a Como il divieto di vendere bevande in vetro dopo le 21. «Quando questo divieto venne istituito alle Colonne di San Lorenzo - spiega Emilia Dragonetti, del Coordinamento dei comitati di quartiere - chiedemmo al sindaco di estenderlo a tutta la città». Risultato? «Mai avuto risposta». Eppure, evitare la vendita di bottiglie di vetro anche in periferia vorrebbe dire eliminare una potenziale arma tipica delle risse, i cocci di vetro. L’idea dei comitati è anche di dare ai consigli di zona il compito di avviare campagne di educazione per i cittadini, «ma non con volantini e manifesti, sarebbe una beffa».


Proprio la carta è al centro di una serie di critiche da parte di Carlo Montalbetti, consigliere della Lista Ferrante e voce storica dei comitati: «Il Comune dice dovrebbe sensibilizzare chi stampa i giornali gratuiti, che vengono abbandonati per strada. È un’i ndecenza, oltre che uno spreco di carta che potrebbe essere riciclata». Per Montalbetti, che pure apprezza il lavoro dell’Amsa, Palazzo Marino potrebbe anche stringere accordi con i commercianti delle vie dello shopping: «Con un loro contributo si potrebbero prendere spazzini di quartiere per svuotare, ogni ora, i cestini troppo pieni. E gli stessi cestini devono aumentare: sono ancora pochi».

C’è poi il capitolo multe. Che non sempre rendono: l’Amsa, ad esempio, stima che il “servizio cancellazione graffiti”, da gennaio a oggi, abbia ripulito 4mila 670 edifici (3mila 927 per la seconda volta), spendendo un milione 145mila 615 euro. Per contro, l’o rdinanza antiwriter di novembre, con multe fino a 500 euro, ha dato finora risultati deludenti: in cinque mesi solo 63 verbali. Ma contro chi sporca per terre l’effetto potrebbe essere diverso, dice Montalbetti: «Se le contravvenzioni per la raccolta differenziata sono servite come deterrente nelle case, bisogna fare lo stesso anche con chi getta carte e mozziconi».

E la Dragonetti: «Dove è già sporco perché i cestini non ci sono o non vengono svuotati, si hanno meno remore a sporcare ancora». Milano si sta avviando a una stagione grigia? «Gli spazi pubblici sono per molti un bene di serie di B riflette Enrico Fedrighini, consigliere dei Verdi ma c’è anche un progressivo disinteresse delle amministrazioni: servono regole ma anche idee. Penso a “zone movida” nelle vie del centro, di solito piene di giorno e deserte di notte, per dare ai ragazzi il senso di una città che accoglie e quindi va rispettata».

Da La Repubblica

MILANO - Smog, Ecopass inutile



Gli scienziati: «Smog, Ecopass inutile. Dati fuorvianti sulla salute» L'analisi del caso Milano: «Nessuna variazione apprezzabile nei livelli d’inquinamento»
Partono da una buona noti zia: «La riduzione dell’inquina mento negli Usa ha comporta to un considerevole migliora mento della speranza di vita». Messaggio, che riecheggia lo slogan elettorale del presiden te Obama: «Si può fare». Poi però si passa alle «notizie così così», che arrivano da Milano. Dove, dopo l’introduzione del l’Ecopass, «non è stata apprez zata l’auspicata diminuzione dell’inquinamento». E, forse ancor peggio, non c’è stata una reale valutazione di effica cia sulla salute degli abitanti. «Senza questa valutazione, po tenzialmente già inserita nel programma di attuazione del la misura, si millanta credito e si imbrogliano i cittadini».

L’analisi del «caso Milano» è il cuore dell’ultimo numero di «Epidemiologia e prevenzio­ne», la rivista scientifica che rappresenta la voce dell’epide miologia in Italia. Una delle premesse, nella serie di articoli, è che l’Eco pass ha «indubbi meriti ogget tivi per quanto riguarda il messaggio educativo e gli ef fetti sulla circolazione strada le». Sull’inquinamento però il discorso è diverso. Già l’espe rienza della congestion charge di Londra dimostra che il calo dell’inquinamento è impercet­tibile. Il Comune di Milano, a livello di marketing politico, ha puntato però moltissimo sulla riduzione dello smog, parlando di un meno 30 per cento (di solito senza spiegare che quella riduzione riguarda solo le emissioni di scarico delle auto e solo l’interno del l’area Ecopass).

I calcoli dimo strano invece che, consideran do nel complesso la città, la ri duzione sarebbe marginale, «pari allo 0,77 per cento». Seguono i risultati di uno studio pilota sull’Ecopass di Giovanni Invernizzi e Ario Ru precht, che hanno fatto una se rie di percorsi dentro e fuori l’area Ecopass con una centra lina portatile. Obiettivo: verifi care se ci sono differenze tra dentro e fuori. I risultati «sug geriscono che tale provvedi mento non sia in grado di pro durre variazioni apprezzabili nei livelli d’inquinamento, a conferma della necessità di in terventi strutturali su scala più ampia». Messaggio, sottin teso: bisogna fare di più per ri durre lo smog.

Molto più grave è invece la diffusione, da parte del Comu ne, di «dati fuorvianti» sui be nefici dell’Ecopass per la salu te dei milanesi. La campagna pubblicitaria di Palazzo Mari no a fine 2008 parlava infatti di un meno 2,5 per cento sui ricoveri per malattie respirato rie. Da dove viene quel dato? Nel report sui primi 11 mesi di Ecopass il Comune ha inse rito uno studio dell’ospedale San Paolo sulla relazione tra malattie respiratorie dei bam bini e livelli di smog (leggi il commento di Sergio Harari). Quel la voro non è però una ricerca scientifica, ma semplicemen te un abstract presentato a un congresso. E diceva soltanto: meno smog, meno malattie (una relazione ormai assodata da oltre un decennio). A que sto punto è accaduta una cosa strana: il capitolo dedicato a «effetti sulla salute» è sparito dal report definitivo su 12 me si di Ecopass. Ultima nota: dal 2009 il Co mune non pubblica più sul suo sito neanche le relazioni mensili, che servirebbero a in formare i milanesi su come stia andando il ticket anti smog.

Gianni Santucci

Dal Corsera

ROMA - Ciampino, il sindaco: «Stop ai voli commerciali»


Perandini al ministero dei Trasporti: azzerare gli slot Ma intanto per tre giorni lo scalo resta aperto anche la notte

ROMA (27 maggio) - Gli abitanti di Ciampino in queste ore non stanno festeggiando la finale di Champions. Per Manchester United-Barcellona l'Enac (ente nazionale aviazione civile) ha sospeso per tre giorni il limite dei voli notturni fino a domani. In altri termini: si vola anche di notte. «La decisione dell'apertura straordinaria dell'aeroporto - spiega l'Enac in una nota - si è resa necessaria per permettere l'operatività dei circa 400 voli aggiuntivi, di cui 30 charter e 370 voli di aviazione generale, previsti nell'arco dei tre giorni su Roma Ciampino».

Suona - anzi fa frastuono - come una beffa visto che proprio ieri il sindaco di Ciampino, Walter Perandini, ha incontrato Claudio Iafolla, vale a dire il capo di Gabinetto del ministro dei Trasporti Altero Matteoli. Insieme al vicesindaco Enzo Lavagnini e al sindaco di Marino, Stefano Cecchi, ha fatto una richiesta ufficiale: azzerare gli slot di Ciampino, da 100 a zero. Di fatto, significa ridurre drasticamente i voli commerciali delle linee low cost, soprattutto Ryanair, dal Pastine. In pratica: è solo una coincidenza temporanea legata alla finale di Champions, ma mentre da una parte si lascia la libertà di volare pure di notte per tre giorni, dall'altra il sindaco va dal ministro a chiedere di ridurre subito, con un provvedimento senza precedenti, tutti i voli.

Il capo di Gabinetto del ministro ha spiegato che ne parlerà con Matteoli. La risposta arriverà nel giro di pochi giorni con una nuova convocazione. In ottobre il ministro aveva concordato sulla necessità di ridurre atterraggi e decolli anche prima del completamento del nuovo aeroporto di Viterbo, previsto per il 2013. Le motivazioni della richiesta di Perandini sono note e ieri sono state ripetute al Ministero dei Trasporti: «Abbiamo illustrato - fa sapere - la richiesta inviata il 21 maggio al Ministro per l'emanazione urgente di una nuova ordinanza che riduca da 100 a 0 gli slot commerciali per la stagione Winter 2008/2009 sull'Aeroporto Pastine sulla base della sentenza del consiglio di stato del novembre 2007 e dei risultati del monitoraggio sull'inquinamento acustico prodotto dall'attività aeroportuale, effettuato da Arpa Lazio su commissione del Centro Regionale Infrastrutture e Trasporto Aereo del Lazio (Cristal)».

A sostenere la battaglia ci sono anche le prese di posizione della Regione. Da mesi il presidente Marrazzo ripete che il futuro è ormai segnato, il secondo aeroporto di Roma sarà quello di Viterbo. E su una posizione ancora più oltranzista c'è l'assessore regionale all'Ambiente, Filiberto Zaratti, la cui linea è quella di ridurre da subito i voli dal Pastine. «Ci aspettiamo - ha spiegato ieri - che il ministro prenda a breve i provvedimenti necessari a risolvere la grave situazione ambientale causata dall'aeroporto di Ciampino in termini di inquinamento acustico, e che lo faccia tenendo conto delle risultanze del monitoraggio effettuato dal Cristal, che prevede una capacità massima di circa 60 movimenti. La Regione continuerà sia il lavoro di monitoraggio, sia tutte le azioni conseguenti previste dalla normativa in materia di piani di risanamento acustici di zone a rischio. Ma è necessario l'intervento ministeriale per ristabilire le condizioni di tutela sanitaria della popolazione». Il cerino è ora nelle mani del Governo.
M.Ev.

Il Messaggero

PALERMO - Da Provincia Via Libera a Progetti Viabilita' Nel Corleonese


Palermo, 27 mag. - (Adnkronos) - Due progetti esecutivi per interventi di manutenzione straordinaria sulle strade del corleonese sono stati approvati dalla Giunta provinciale di Palermo, su proposta dell'assessore alla Viabilita' e Trasporti Gigi Tomasino, e sono pronti per andare in gara d'appalto. Gli interventi, per complessivi 200 mila euro, interesseranno la Sp 4 ''Di Portella Poira'' che conduce da San Cipirello a Corleone e la Sp 2 ''Di Fellamonica'' tra Partinico e San Cipirello. Le due arterie viarie, particolarmente danneggiate, necessitavano da tempo di lavori di manutenzione straordinaria che proprio recentemente erano stati sollecitati dai primi cittadini dei comuni interessati e da consiglieri provinciali del comprensorio.

''Non potevamo rimanere insensibili agli appelli degli amministratori e della cittadinanza - dicono il presidente della Provincia, Giovanni Avanti, e l'assessore Tomasino - per rimettere in sesto queste due strade che da 15 anni aspettavano una manutenzione straordinaria. A pochi mesi dal nostro insediamento possiamo dare adesso risposte concrete con gli appalti che presto saranno celebrati e con i lavori che verranno completati in otto mesi dalla consegna alle ditte aggiudicatarie. Questi progetti sono propedeutici ad un'ulteriore perizia di 1 milione di euro, che ha gia' la copertura finanziaria ed e' stata inserita nel piano triennale delle opere pubbliche, che potra' completare l'intervento sulle due strade''.

Le due perizie approvate dall'esecutivo, di 100 mila euro ciascuna, permettaranno l'esecuzione dei lavori di salvaguardia del corpo stradale sulle due strade provinciali per consentire la continuita' del transito e gli interventi di sistemazione con la collocazione delle barriere metalliche di sicurezza, il ripristino delle scarpate e la pulizia dei ponticelli.

Notizie Yahoo

ROMA - Capitale invasa dai bus turistici


CAOS TRAFFICO E TRASPORTI
Capitale invasa dai bus turistici il Comune: presto nuovo Piano pullman
Annuncio dell'assessore alla Mobilità, Marchi: «Pronti a incontrare gli operatori per discuterne»


Tifosi accanto al bus della squadra del BarcellonaOstaggi dei pullman. Che siano quelli dei tifosi di Barcellona e Manchester o quelli dei turisti e pellegrini che ogni giorno invadono la Capitale. A una settimana dalla denuncia del Corriere della Sera con l'inchiesta lanciata dal sito Roma.corriere.it, l'asessore alla Mobilità e Trasporti del Comune di Roma annuncia: «Vareremo al più presto un uovo piano pullman». Al di là delle futili polemiche dell'esponente politico capitolino, che attacca le precedenti amministrazioni di sinistra tacciandole di immobilismo, è la prima volta - a più di un anno dall'insediamento - che la giunta Alemanno mette mano ad una organica revisione delle regole che dovrebbero difendere i romani dall'assalto dei bus turistici.


L'assedio dei bus turistici in centro (foto Jpeg)TOCCA ALLA REGIONE LAZIO - «Dopo il fallimento delle linee J, inventate per l'anno giubilare - dice l'assessore Sergio Marchi - e sebbene la potestà normativa in materia sia completamente devoluta alle regioni, anche in assenza di una legge regionale, vareremo un Piano bus turistici, che ci apprestiamo a confrontare le prossime settimane con i rappresentanti politici di maggioranza e opposizione in Campidoglio e con gli operatori». E aggiunge: «Auspichiamo che il nuovo Piano Pullman possa essere la base di partenza per quella azione normativa da parte della Regione Lazio che continuiamo a giudicare indispensabile su questa materia».

I TORPEDONI DEI CRISTIANI - Marchi interviene anche sulla polemica che ha investito le linee di bus turistici esercitate da Roma Christiana: «Ricordiamo che queste linee operano in regime concordatario». Insomma, la loro gestione dipende da regole che vanno oltre i poteri, o meglio «la potestà regolamentare del Comune». Resta il dubbio che il moltiplicarsi di bus a due piani, coperti e scoperti, che portano i turisti in gita per Roma - dai bus rossi a quelli gialli dei tour cristiani, a quelli verdi della linea Archeobus - imponga una regolamentazione diversa e lo studio di itinerari atti a non intralciare il traffico nelle strade della Capitale.


Dal Corriere della Sera

NAPOLI - Comune con troppi debiti


Napoli, Comune con troppi debiti e pochi incassi: bocciatura dalle banche

NAPOLI (28 maggio) - Il Comune di Napoli affonda nei debiti, non riesce a riscuotere i tributi (cittadini morosi dopo il caso rifiuti) e ha una quasi totale assenza di liquidità. Per questi motivi, l’agenzia inglese Fitch ha abbassato il rating di lungo termine da «A» ad «A-» e il rating di breve termine da «F1» a «F2» e mantenuto il rating «watch negativo».

Insomma, netta bocciatura dei conti comunali. La Fitch è l’agenzia alla quale si è rivolto lo stesso Comune per un’azione di rating che riguarda il debito finanziario per mutui e prestiti per circa 1,5 miliardi di euro, incluso il prestito obbligazionario di 400 milioni e il futuro indebitamento.

Dunque conti ancora bocciati, nella sostanza il declassamento mette Palazzo San Giacomo nella lista degli enti che in linea teorica potrebbero avere difficoltà nel pagare le emissioni fatte, ovvero i Boc. «Il declassamento - si legge nella nota di Raffaele Carnevale, senior director della Fitch - riflette l’indebolimento dell’indice di copertura del debito con il margine operativo in un contesto di crescita di mutui e prestiti e persistenti tensioni di liquidità».

Il Mattino

mercoledì 27 maggio 2009

ROMA - Graffiti: tra vandalismo e cultura alternativa


I graffitari a Berlusconi: venga a vedere i nostri dipinti sono contro il degrado
Replica degli artisti di strada, che trovano un paladino Bossi li difende: «I muri sono i libri del popolo»
Mentre si discute sull'attacco di Berlusconi al degrado di Roma, c'è chi lavora per rispondere - con i fatti - alle accuse del presidente del Consiglio. E se per le strade gli addetti dell'Ama si affannano ad eseguire le direttive impartite lunedì dal sindaco della Capitale Gianni Alemanno (più pulizia, subito), c'è chi ricorda che il j'accuse del premier ha messo sotto i riflettori anche chi dipinge sui muri della città. I graffitari, meglio noti con il termine inglese «writers», si dicono preoccupati per le minacce di Berlusconi che prospetta il carcere «per chi deturpa i centri storici». In loro soccorso, inatteso, giunge l'intervento del leader della Lega, Umberto Bossi, contrario alla detenzione «perchè - afferma - un movimento politico fa anche le scritte sui muri, che sono i libri del popolo».

IN CELLA PER VANDALISMO - Bossi più a sinistra del Pd? «La questione ha poca importanza - dice un ragazzo romano che di spray e pennelli ha fatto quasi un mestiere - quel che conta è che ha detto una verità: i muri sono le nostre pagine, ci servono per raccontarci e raccontare». Ancora per poco. La minaccia di Berlusconi, infatti, non è che un sunto del nuovo decreto sicurezza - ora all'esame del Senato -, che prevede per chi imbratti beni immobili o mezzi di trasporto pubblici o privati, il carcere da uno a sei mesi o una multa da 300 a 1000 euro. Se poi le scritte compaiono su superfici «di interesse storico o artistico» la reclusione può andare da tre mesi a un anno e la multa da 1000 a 3000 euro.

RISPOSTA IN VERSI - Loro, i graffitari, reagiscono con un invito: «Berlusconi venga a vedere i nostri lavori sui muri delle periferie, quelle pareti grigie e deturpanti che la giunta Veltroni ci aveva concesso». Nelle aree più degradate della Capitale, sostengono, le tag e i murales degli writers abbelliscono panorami altrimenti grigi e degradati. Certo, occorrerebbe definire meglio i limiti di questa forma d'espressione, ma i graffitari usciti alla luce del sole hanno già un loro codice etico.
I più noti, alla stregua di quanto accadde per alcuni grandi esponenti della pop art americana, sono passati dai tunnel della metropolitana alle gallerie d'arte, come Sten, giovane laureato romano, che espone in gallerie d'arte a Monti o in spazi polifunzionali queli Salotto 42 a piazza di Pietra. Lo stesso Sten, insieme alla compagna Lex (anche lei esponente della street art) si esibiscono in questi giorni - e fino al 31 maggio - nell'ambito di Box III, mostra collettiva di video arte e urban art in corso al Rialtosantambrogio: con i loro stencil, che sono come versi di una poesia urbana, decoreranno la facciata del centro sociale.

Dal Corriere della Sera

( nota di Skymino: secondo il mio modesto parere, si confonde sempre e dico SEMPRE l'arte Pop dei graffiti con chi semplicemente "TAGGA", fa tag sui muri dei palazzi, chi scrive AMORE MIO e chi W LA MAMMA. Bisognerebbe fare dei distnguo da parte di tutti, politici, ragazzi e grafitatri. Le TAG sono una pestilenza, un flagello, uno schifo, chi le fa andrebbe punito. Per il resto, se un graffito viene fatto su di un muro cieco e di poca importanza, ben venga, ma se il graffito mi viene fatto sul muro di un edificio pur brutto che sia, beh, mi spiace, ma lo considero puro vandalismo.)

MILANO - il trasloco infinito di Brera


CULTURE DEVASTATE DAI VANDALI, LIBRI ANTICHI COMPROMESSI, RIFIUTI NELL’ORTO BOTANICO
Il trasloco infinito di Brera diventa una rissa di condominio

L’Accademia contro la Pinacoteca. Degrado e veleni su bilan ci e affitti di «favore» nelle proprietà dell’istituto

Le barricate si costruisco no nell’aula 21, tra i laboratori di pittu ra e scultura, dove gli studenti raccolgo no firme per «bloccare il trasferimento dell’Accademia». La direzione della scuola ha appena inviato un ultimatum ai Beni culturali, chiede «immediati in terventi igienico-ambientali» e minac cia «una denuncia per omissione di atti d’ufficio alla Procura». Da fuori non si nota, la facciata del palazzo neoclassico è stata restaurata.

Ma il «pantano» di Brera, per dirla con il collezionista Ga briele Mazzotta, presidente dell’Accade mia, è dentro e nemmeno nascosto: la casa milanese dell’arte è squassata dal le liti di condominio, dai veleni su bilan ci e affitti di «favore» nelle proprietà dell’istituto, da trent’anni di ritardi sui progetti di sviluppo della Grande Brera e da una coabitazione tra enti diventata «insostenibile», Pinacoteca e Accade mia, Orto Botanico e Biblioteca Braiden se, Osservatorio e Istituto di Scienze. Comune e ministeri della Difesa e per i Beni culturali hanno provato a rimette re ordine, il 29 novembre: una conven zione fissa il trasloco dell’Accademia in una caserma del centro e il conseguen te ampliamento della Pinacoteca nella sede storica, entro l’Expo.

Sembrava fat ta, è scoppiata una guerra. Complesso di via Brera 28, eredità au striaca e napoleonica che ha generato un quartiere intellettuale e bohémien. Oggi colpisce il declino. Il cortile è una piccionaia. I corridoi sono lordi e am muffiti. La gipsoteca che fu cara a Emi lio Tadini è devastata: le sculture sono monche, vandalizzate. La Braidense ha le travi marce e in inverno il soffitto tra sudava acqua: «Decine di libri antichi sono danneggiati», dicono i biblioteca ri. Gli accessi agli Orti e alle serre del Piermarini sono discariche di rifiuti. Lo aveva certificato un’ispezione mi­nisteriale e l’ha ribadito in questi giorni il collegio degli studenti, dopo che due allievi «sono stati sfiorati dai vetri di due lampadine scoppiate».

Brera è a pezzi ed è stata sollecitata un’ispezione di Asl e vigili del fuoco. Problema: chi deve pulire e sostituire tubi e lampadi ne? Demanio, Soprintendenze o enti af fidatari? Tutti e nessuno. «Le responsa bilità non sono chiare», osserva Aldo Bassetti, presidente degli Amici della Pi­nacoteca: «L’intero patrimonio è malte nuto, non valorizzato, ma il rilancio pas sa anzitutto dalla chiarezza di gestio ne ». In attesa, «ognuno faccia la sua par te », sottolinea Mario Turetta, il soprin­tendente regionale: «Abbiamo avviato una ricognizione per definire le priorità nella manutenzione, ma il problema non sono luci e intonaco... Va ripensato e riprogettato l’intero edificio».

Due anime sulle altre. Pinacoteca e Accademia. Il destino della prima è lega to al futuro della seconda. Il museo che espone Caravaggio, Raffaello e Mante gna è in debito di sale e visitatori: sono stati staccati solo 203.843 biglietti nel 2008 (28esimo risultato al mondo), le mostre del bicentenario hanno segnato un’inversione positiva di tendenza «ma il rilancio vero», ha spiegato la soprin tendente di Brera, Sandrina Bandera, «passa dal progetto di ampliamento ne gli spazi lasciati dall’Accademia. C’è una convenzione, sia fatta rispettare». Peraltro, il ministero per i Beni cultura li ha già affidato all’architetto Mario Bel lini il progetto di riqualificazione del complesso monumentale e il dicastero per l’Istruzione e l’Università ha espres so «parere positivo» all’operazione.

Il programma s’è inceppato adesso, all’ultimo atto, quando l’Accademia s’è trovata spaccata dalle fronde interne. Al presidente Mazzotta che sostiene e spinge il trasferimento nella caserma di via Mascheroni si contrappone il «suo» direttore, Gastone Mariani: «Non ci fa remo cacciare». Per inciso: si parla di Grande Brera dal 1976, quando Vanessa Beecroft, artista di fama internazionale diplomata nel 1993, frequentava le ele mentari. Gli studenti sarebbero dovuti finire prima a Palazzo Citterio, in cen tro, poi alla Bovisa, in periferia. Sono passati 33 anni, sono ancora a Brera. La scuola di Belle arti più importante d’Italia è a Milano, ha oltre 400 corsi e 3.500 studenti di 49 Paesi. Ha una tradi zione d’«eccellenza», vince premi inter nazionali di scenografia ed «è vittima e non artefice del degrado e dell’abbando no in cui si trova il palazzo», sostiene Mariani. «Falso», replica Mazzotta: «Sia mo alla paralisi totale, bloccati dall’im mobilismo del consiglio accademico e della direzione. Le iscrizioni sono crolla te del 10 per cento».

Le «prove» sono a bilancio. L’avanzo di cassa nel 2008 era di 9,4 milioni di euro, tutti soldi degli studenti, e s’allar ga. Il preventivo di spesa 2009 ammon ta a 12 milioni e a fine maggio sono sta ti utilizzati solo 2,7 milioni. «La crisi di gestione è vergognosa», attacca Mazzot ta: «Non vengono fatti investimenti nei settori chiave, dalla didattica al persona le, dalla manutenzione alla sicurezza». In una delibera del 17 dicembre sono stati stanziati 350 mila euro in borse di studio e cinque mesi dopo «non c’è an cora un progetto». Solo «attacchi prete stuosi», ribattono dal consiglio accade mico: «In questo modo non si fa la gran de Brera». Neanche in questo.

Armando Stella

Dal Corsera

ROMA - L'arte contemporanea, una mappa per orientarsi


UNA GUIDA NON SOLO PER TURISTI
Roma e l'arte contemporanea Una mappa per orientarsi
Redatta in inglese e italianosarà distribuita gratuitamente nei punti informativi dell'ATLazio


Una guida leggera, semplice, un pieghevole che ha al suo interno una mappa dei luoghi dell'arte contemporanea a Roma. A presentarla è stato l'assessore capitolino alla Cultura Umberto Croppi insieme con il sovrintendente ai Beni Culturali del comune Umberto Broccoli e alla curatrice Rossella Meucci Reali. La mappa, redatta in inglese e italiano e presto in tedesco e spagnolo sarà, per il momento, distribuita gratuitamente nei punti informativi dell'ATLazio, in allegato agli abbonati al Giornale dell'Arte e promossa sui circuiti internazionali.

FUTURO SU INTERNET - Mentre è allo studio, come ha spiegato Reali, «una mappatura di tutta Italia» in futuro sbarcherà anche su internet. «Con questo strumento - ha spiegato Croppi - vogliamo dare spazio all'Arte contemporanea di Roma, all'Auditorium, al Macro, al Maxxi e a luoghi come le chiese di Sartogo e Meier. Vogliamo raggiungere un doppio obbiettivo: far conoscere il patrimonio romano ai suoi cittadini e farne uno strumento per il turismo». Per Broccoli si tratta «di uno strumento fondamentale per informare in modo semplice e rapido»

MILANO - Milano promossa dagli stranieri, ma col 6


INDAGINE DELLA CAMERA DI COMMERCIO
Milano promossa dagli stranieri, ma col 6
Bene turismo, cultura e qualità della vita, bocciata per prezzi e orari. In aumento il business dall'estero

Una sufficienza stringata. Milano non merita di più, secondo i visitatori stranieri. Che promuovono la città per cultura, turismo, shopping e qualità della vita (i voti si aggirano intorno al 7), ma la bocciano senza appello per i prezzi (4 e mezzo), gli orari (la città 0chiude presto e di giorno non sempre si trova tutto aperto), il senso civico e la Milano dei bambini (intorno al 5). Sufficienza, come voto complessivo: 6. E intanto, Milano parla sempre più lingue straniere: sono 25 mila gli imprenditori dall'estero, triplicati in nove anni. Primi egiziani e cinesi. Sono i dati che emergono dal dossier «Milano internazionale» della Camera di commercio a maggio 2009 e da un'indagine condotta attraverso interviste con opinion leader stranieri. Pesa la Milano internazionale anche sull'intero Paese col 12% dell'export italiano, pari a 44 miliardi. Ma anche col 41% delle multinazionali in Italia che scelgono Milano, quasi 3 mila imprese. Bene Milano per fare business. Vista dagli operatori stranieri la metropoli lombarda è al decimo posto in Europa per localizzare un'attività economica e insegue Londra, Parigi e Francoforte ai primi tre posti.

«Milano conferma la sua vocazione di unire e conciliare la dimensione locale e quella globale» ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano. «Da un lato con la capacità di attrarre importanti realtà economiche internazionali. Dall'altro rafforzando un tessuto economico e produttivo sempre più partecipato dagli stranieri che sono ormai tra i principali motori del mondo produttivo milanese». «La dimensione internazionale di Milano è profonda e centrale, ma deve svilupparsi in un contesto di regole riconosciute e condivise. Oggi il futuro della città si gioca sempre più su importanti temi come Expo e Malpensa. Su questo occorre un impegno ed un coordinamento forte e condiviso delle istituzioni, del mondo delle associazioni e delle imprese».

Dal Corriere della Sera

TORINO - Cai scommette su Caselle


Più rotte internazionali, una base del servizio di manutenzione e la promessa di una riduzione dei ritardi al centro dell'incontro di ieri tra i vertici e la politica

«Una base sarà a Caselle». Lo ha detto l’amministratore delegato di Cai Rocco Sabelli dopo l’incontro, svoltosi ieri a torino, assieme al presidente della compagnia Roberto Colaninno con la presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, sul futuro dello scalo torinese per ribadire la strategicità di qell’aeroporto subalpino.

Sabelli e Colaninno, che nel pomeriggio avevano già incontrato Sergio Chiamparino sindaco di Torino, a cui fa capo la quota di maggioranza della Sagat, la società di gestione dello scalo piemontese, hanno avuto un colloquio di circa un’ora, oltre che con la Presidente Bresso, con il vicepresidente Paolo Peveraro, con l’assessore ai trasporti Daniele Borioli, con quello alla ricerca e all’innovazione Andrea Bairati, e con quello al turismo Giuliana Manica, e ha definito l’incontro «molto positivo».

A quanto si apprende, al centro della discussione, a cui ne seguiranno altre a breve scadenza a livello tecnico, c'erano le possibilità di sviluppo dello scalo torinese sul fronte internazionale. Quattro sarebbero le destinazioni da ripristinare: Mosca, Berlino, Amsterdam e Istanbul, appetibili sia sul fronte turistico, sia su quello business.

Nel colloquio con il sindaco Chiamparino sarebbe stato affrontato anche il problema dei disservizi e in particolare dei ritardi, registratisi frequentemente nelle ultime settimane sulle rotte della compagnia di bandiera. Sabelli avrebbe promesso un miglioramento del servizio.

Da La Stampa

BERGAMO - LA Tramvia delle Valli


Tram, 50 mila passeggeri al mese
Dal 10 giugno arriverà ad Albino



Quasi cinquantamila presenze in un mese, con una media di 1.650 passeggeri al dì. A 30 giorni esatti dal debutto ufficiale della tranvia delle Valli, Teb tira le prime somme sull’avvio (parziale, fino ad Alzano) del servizio. Nei primi giorni di attività, dal 27 aprile al 6 maggio, gli utenti sono stati calcolati in base alle stime degli addetti ai lavori.

Dal 7 maggio in avanti (e si continuerà così anche in futuro), invece, i macchinisti si sono presi la briga di conteggiare i passeggeri uno per uno, segnando su un apposito modulo quante persone sono salite a ogni fermata di ciascuna corsa. Il quadro, così, risulta completo e molto analitico. Spulciando tra le cifre, si nota subito che l’andamento è piuttosto regolare, con presenze più o meno stabili di giorno in giorno e poche eccezioni: il boom si è avuto il 16 maggio, giorno della tappa orobica del Giro d’Italia. In quel caso, complice anche l’assenza dei bus e le limitazioni alla circolazione delle auto, Sirio ha toccato quota 3.265 viaggiatori. Il minimo si è invece registrato domenica scorsa (nei giorni festivi le corse sono meno frequenti): in carrozza sono salite 664 persone.

Le fermate di maggior afflusso sono, come prevedibile, le due di testa: prima in classifica la stazione di Bergamo, seguita da Alzano Centro. Bene anche Torre Boldone e, in città, Borgo Palazzo. La meno gettonata per il momento è invece la fermata di San Fermo.

Dal 10 giugno, infatti, il tram estenderà il proprio percorso fino ad Albino, la frequenza delle corse verrà intensificata (si avranno passaggi ogni 15 minuti nei giorni feriali e ogni mezz’ora nei festivi, senza distinzione tra orari di punta e di morbida) e, soprattutto, i bus che percorrono tratte analoghe a quelle di Sirio subiranno importanti cambiamenti nel percorso o verranno soppressi (in città, le modifiche toccheranno le linee 4 e 11).

Dal 2 giugno, intanto, il sistema tariffario urbano verrà esteso fino a Nembro e ad Albino (oggi arriva ad Alzano), in un’ottica di integrazione di tutta la fascia di territorio interessata dal servizio tramviario.

Da L'Eco di Bergamo

martedì 26 maggio 2009

MILANO - Alberi in Corso Buenos Aires


COMUNE, MORATTI: "PIANTUMAZIONE ALBERI IN CORSO BUENOS AIRES"

"Il primo progetto" per la piantumazione di alberi in città, come ha chiesto Claudio Abbado, "sarà in corso Buenos Aires". Lo ha annunciato il sindaco, Letizia Moratti, intervenendo alla presentazione della prossima stagione scaligera. "Ieri - ha detto Moratti - c'è stato l'ultimo incontro con il maestro, abbiamo condiviso il progetto e partiamo". I lavori in corso Buenos Aires, ha spiegato, sono previsti per giugno. (omnimilano.it)

VERONA - Torna a casa la pala di San Zeno


Torna a casa la pala di San Zeno salvato il capolavoro di Mantegna
Dopo due anni di studi, indagini scientifiche e l'intervento dell'Opificio delle pietre dure di Firenze, torna in città la "Pala di San Zeno" capolavoro assoluto di pittura e architettura di Andrea Mantegna. La prima pala moderna dell'Italia Settentrionale. Superati i seri problemi di conservazione e ridate trasparenza e nitidezza. Un unico spazio profondo fra vere colonne e pilastri dipinti

LECCE - Cortili aperti


Ostillio: «Cortili aperti più volte all’anno»
Residenze storiche, l’assessore regionale chiederà fondi per le ristrutturazioni dopo il successo di domenica
«Cortili aperti», l’iniziativa organizzata dalla sezione pugliese dell’Associa zione dimore storiche italia ne (Adsi), che l’altro ieri ha svelato le meraviglie custodi te dentro le residenze patri zie leccesi, piace all’assessore regionale al Turismo, Massi­mo Ostillio.

LA PROPOSTA - Tanto che lo stes so rappresentante dell’esecu tivo guidato da Nichi Vendo la ha proposto di replicare la manifestazione più volte al l’anno, offrendo agli organiz zatori un poderoso supporto mediatico, con l’obiettivo di collocarla tra le offerte cultu rali di maggior pregio dell’in tera regione quale esempio tra i più virtuosi di turismo responsabile. Non solo. L’as sessore Ostilio ha annuncia to di voler chiedere al collega Mimmo Lomelo, che nella giunta dell’ente di Via Capruz zi ha la delega ai Beni cultura li, fondi per ristrutturare resi denze storiche in stato di ab bandono in modo da arricchi re con nuovi luoghi d’attra zione l’itinerario di «Cortili aperti». L’assessore al Turi smo del Comune di Lecce, Massimo Alfarano, vede nel la discesa in campo della Re gione il segno di una crescita incontestabile dell’evento. Quest’anno i turisti hanno potuto visitare in tutto 28 di more nel cuore antico del ca poluogo salentino. Tra la fol la che ha sciamato lungo le vie del centro è stata notata anche la regina del Belgio, Pa ola di Liegi, pure lei incanta ta dalle bellezze del Barocco. A disposizione dei visitatori c’erano persino i palmari tra sformati in guide multime diali, forniti grazie ad un ac cordo tra Coordinamento Si ba dell’Università del Salen to, Adsi e Provincia di Lecce. «Dopo anni di torpore, in Pu glia abbiamo capito che c’è un nuovo modo di fare turi smo. C’è il turismo responsa bile - spiega Massimo Ostil lio - pienamente coinvolto dentro il territorio, calato nel la storia e nelle tradizioni e che non si ferma ai fatti este riori cercando, invece, di en trare nelle venature più pro­fonde dela nostra terra».

Assessore Ostilio, è su questo che occorre punta re?
«Siamo di fronte a declina zioni nuove del turismo che, o cerchiamo di intercettare in tempo utile, oppure la Pu glia rischia di essere tagliata fuori da qualsiasi network in ternazionale del settore. Quando i soldi scarseggiano per la situazione di crisi o per lo svuotamento del salvada naio dei Fas, l’unica cosa che rimane forte è l’elemento di sussidiarità che si può costru ire e Cortili aperti costituisce un chiaro esempio di que sto ».

In che modo pubblico e privato possono interagire?
«Qui c’è la volontà delle persone, poi un disegno com plessivo e poi, ancora, abbia mo queste forme di sostegno che non sono sempre e solo risorse, ma anche la capacità di creare network, strumenti di comunicazione come il portale turistico viaggia reinpuglia. it, le piattaforme tecnologiche».

Sarebbe auspicabile repli care Cortili aperti diverse volte all’anno?
«Sì, io innanzitutto dico che questa manifestazione, Lecce non se la può tenere chiusa nei propri confini e, soprattutto, non si deve limi tare a una sola volta all’anno. Del resto, noi ci siamo inven tati Città aperte, un’iniziativa recensita ultimamente dal Fo rum della pubblica ammini strazione come esempio in novativo. Riempiamo di con tenuti il nuovo modello di va canza che è lo short break, in­somma, un soggiorno breve ma intenso. Addirittura, mi appresto a chiedere al collega Lomelo se sia il caso si ap prontare delle risorse per consentire il restauro di beni privati con l’obbligo di ren derli disponibili per un certo numero di giorni all’anno».

Antonio Della Rocca
Da il Corriere del Mezzogiorno

MILANO - Expo, sondaggio online tra i cittadini


UNO DEI NODI DA SCIOGLIERE È LA DESTINAZIONE DELL'AREA DOPO L'EVENTO

Presentata l'iniziativa «eXponiti»: un sito web sul quale rispondere a domande e inviare immagini


MILANO - Sette domande sull'Expo 2015 di Milano per sondare quanto i cittadini, milanesi e non solo, conoscono i contenuti dell'evento, su come vorrebbero essere coinvolti e soprattutto su cosa si aspettano dall'esposizione universale e dal suo lascito. La prima consultazione civica dell'evento internazionale del 2015, battezzata «eXponiti», parte dal web e sarà accompagnata da una campagna di affissioni a Milano con il motto «L'Expo 2015 è oggi, tu come la vedi?». «Vogliamo stabilire un primo contatto con i cittadini milanesi - ha spiegato l'ad della società di gestione dell'evento, Lucio Stanca - ma anche con tutti coloro che vogliono dare il loro contributo su Expo. Certo l'Expo 2015 ha bisogno di risorse, di infrastrutture, del sito, ma il fattore più importante del suo successo è la partecipazione dei cittadini». La conferenza stampa non è stata molto apprezzata da alcuni dei giornalisti e fotografi presenti, seduti per terra o appollaiati scomodamente in una stanza troppo piccola: qualcuno ha parlato di «ennesima figuraccia».

LE DOMANDE - Da oggi e per i prossimi 15 giorni dal sito www.exponiti.com tutti gli internauti potranno rispondere ad alcune semplici domande: quanto sono informati su Expo, se considerano l'evento positivo o negativo per l'Italia e Milano, cosa si aspettano da esso e cosa vorrebbero che lasciasse. Per non condizionare le risposte i risultati saranno resi noti solo alla chiusura del sondaggio. Questa prima consultazione, cui ne seguiranno altre più specifiche, sarà soltanto in lingua italiana. «Perché questa indagine - ha spiegato Stanca - è stata concepita soprattutto per i milanesi». Stanca ha comunque escluso che questa iniziativa, ideata dalla società Saatchi&Saatchi, possa confliggere con i momenti di coinvolgimento civico organizzati dagli Stati Generali promossi dal presidente lombardo Roberto Formigoni. «Questa iniziativa non è in contrasto con gli Stati Generali - ha assicurato Stanca - perché ci sono numerosi piani e livelli di coinvolgimento e di comunicazione».

LA DESTINAZIONE DOPO L'EVENTO - Entro la fine di luglio la società di gestione di Expo 2015 e le istituzioni coinvolte potrebbero aver già deciso quale sarà il destino del sito dell'esposizione dopo il 31 ottobre 2015. «Nulla è stato ancora deciso e per questo abbiamo deciso di coinvolgere anche i cittadini. Entro la fine di luglio decideremo», ha detto Stanca. Per l'amministratore delegato entro quella data la consulta architettonica di Expo 2015, composta dai progettisti Stefano Boeri, Richard Burdett, Joan Busquets, Jacques Herzog e William McDonough avrà messo a punto anche un primo masterplan concettuale sul parco tematico che ospiterà l'evento internazionale di Milano. «Contiamo di avere entro luglio il masterplan concettuale del sito - ha precisato Stanca - e arrivare a definire il suo uso dopo l'Expo». Una delle domande dell'indagine telematica riguarda proprio la destinazione dell'area di Expo dopo l'evento. Un argomento che ha già suscitato l'attenzione di molti amministratori locali che nelle scorse settimane si erano detti contrari all'ipotesi di trasferire nel 2016 l'Ortomercato nell'area Expo. «Ci confronteremo con tutti - ha assicurato Stanca - perché l'Expo non si fa contro, l'Expo si fa con».

Dal Corriere della Sera

MILANO - EXPO, Anno Zero


IN TRASMISSIONE ANCHE LUCIO STANCA, ANTONIO DI PIETRO, PIERLUIGI BERSANI E I COMITATI
Milly-Letizia, lite sull’Expo tra le Moratti
L’evento del 2015 sbarca ad Annozero di Michele Santoro. Si litiga su cementificazione, conflitto di interessi, ritardi

Annozero (Ipp) MILANO — Nell’arena del leone. L’Expo sbarca ad Annozero di Michele Santoro. Si litiga. Su tutto. Cementificazione, conflitto di interessi, ritardi. Il sindaco di Milano Letizia Moratti si prepara da giorni. È carica come una molla. Lo si vede appena sullo schermo appare sua cognata Milly Moratti, moglie di Massimo, patron dell’Inter. Milly attacca il Comune per le speculazioni all’Isola. Non c’entra niente con i progetti di Expo, ma fa parte del pacchetto delle grandi opere che rivolteranno Milano come un calzino da qui al 2015, data del fatidico evento.

Il sindaco ricorda a sua cognata che alle ultime elezioni ha corso con il suo avversario, Bruno Ferrante. «E Ferrante lavora con il gruppo Ligresti». Traduzione: si metta d’accordo con se stessa. L’Expo annacquata dentro Milano. Il parterre è composito. C’è la Moratti. C’è l’amministratore delegato della Soge, Lucio Stanca. C’è il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che attacca i «soliti palazzinari». Per il Pd c’è Pierluigi Bersani. E poi ci sono i comitati, quelli che difendono il loro territorio dai progetti che non c’entrano niente con Expo: da Citylife a Garibaldi-Repubblica. Altre partite. Ma che in trasmissione sembrano tracciare un filo rosso. C’è anche il Comitato No Expo. L’ultima sortita non fu splendente. Non riuscirono a mettersi d’accordo per consegnare un contro-dossier al Bie, l’organismo che sovraintende le Esposizioni universali.

Nessuno si nasconde i problemi dell’Expo milanese. Guerre di potere, ritardi, conflitti politici interni ed esterni, la battaglia sui finanziamenti, le infiltrazioni mafiose. La Moratti cerca di rimettere i puntini sulle i. «Expo 2015 è un grande progetto, un progetto per il Paese ma anche un volano contro la crisi economica. Ed è soprattutto un progetto di collaborazione internazionale con i Paesi in via di sviluppo». «L’Expo— attacca Stanca — è più importante delle Olimpiadi». Segue un siparietto dal titolo «mani sulle città» con Di Pietro: «Non ho mai incontrato Di Pietro — attacca Stanca —. Neanche nel ’92 quando ero capo dell’Ibm. Siamo stati bravi tutti e due». «Non ho mai detto di essere stato bravissimo quando lavoravo a Mani Pulite». Situazione tesa. La Moratti chiede a Di Pietro di guardarla negli occhi. «Perché quando lei era ministro non ha fatto una legge per controllare le imprese a rischio? Noi lo abbiamo già fatto».

Maurizio Giannattasio
Dal Corriere della Sera

ITALIA - Le città sporche


IN UN'INTERVISTA A RADIO RADIO
Berlusconi: Roma città sporca sembra più africana che europea
I consigli ad Alemanno. Il sindaco: premier equivocato
e poi si riferiva all'eredità lasciata dalla sinistra

L'Oriente, e in particolare il Giappone, come modello di pulizia, di decoro urbano. Ancora più invidiabile perchè c'è troppa «lordura nelle strade» delle città italiane, che finiscono col sembrare «più africane che europee». Silvio Berlusconi, intervistato da Radio Radio, ribadisce la sua ammirazione per lo stato del Sol levante, la sua capitale Tokyo, e la pulizia di quei posti.

«TOKYO E PECHINO» - Il premier spiega: «Sono reduce da città come Tokyo e Pechino, dove non c'è un mozzicone, una plastica, una carta, scritte sui muri. Anzi c'era una legge, cambiata qualche mese fa, con cui chi deturpava le strade veniva punito con delle nerbate. Non voglio arrivare a tanto, ma qualcosa dovremo farla». Al riguardo, sottolinea, «il nostro codice penale commina il carcere per chi nei centri storici rovina gli edifici, anche con scritte sui muri. Ma questa è una norma caduta nel disuso. Dovremo recuperarla- osserva- e cominciare a dare qualche esempio perché fa male al cuore girare per molte città italiane come Napoli, Roma o Palermo e vedere che per scritte sui muri e lordura nelle strade sembrano più città africane che europee». Da Berlusconi arriva anche un suggerimento ad Alemanno: «Più cura del verde, più attenzione alla pulizia, provvedimenti per evitare i graffiti sui muri».


Rifiuti in una strada del centro ALEMANNO - «Ho già parlato con Berlusconi, le sue parole sono state ampiamente equivocate: a breve arriverà un suo chiarimento». Lo ha affermato il sindaco di Roma Gianni Alemanno. «È chiaro che l'accusa del presidente del Consiglio - ha proseguito Alemanno- è diretta all'eredità lasciata dalla sinistra che in un anno è ben difficile risolvere». Il sindaco di Roma ha proseguito affermando che: «Dobbiamo ancora lavorare molto, comunque la situazione sul fronte della pulizia sta già cambiando». Per quanto riguarda la questione dei writers il sindaco ha detto che «serve una legge nazionale perchè un'ordinanza comunale non è possibile, l'abbiamo già sperimentato».

SASSOLI - «La pezza messa da Berlusconi non cancella la sua gaffe, il suo attacco al Campidoglio». Lo afferma il capolista del Pd alle europee nel centro David Sassoli. «Nei fatti, in un anno, la vivibilità di questa città è peggiorata - continua Sassoli-. Non vi è stato alcun passo in avanti, non solo sul fronte della pulizia, ma anche dei trasporti, della sicurezza, della qualità della vita, nonostante i 500 milioni dati dal governo a questa giunta».

Dal Corrieri della sera

Aggiungo (Skymino):
io pure direi che sono quasi tutte sporche le città in Italia in generale.

BOLOGNA - Passante e metrò, il governo accelera


Matteoli: il nodo di Casalecchio può partire presto

Il ministro per le Infrastrutture, Altero Matteoli, annuncia decisivi passi avanti per le infrastrutture bolognesi. In attesa che a breve la Commissione europea si pronunci sul Passante Nord, si avvicina l’ora dei cantieri per i nodi di Casalecchio e Rastignano. In particolare, il nodo di Casalecchio, assicura il ministro, «è entrato dopo tanto tempo nella fase di inizio lavori».

Il progetto definitivo della società Autostrade, spiega infatti il ministro, approderà alla prossima riunione del Cipe (programmata tra le fine di maggio e l’inizio di giugno) per l’approvazione definitiva. Quanto alle risorse, il governo intende «onorare» l’impegno nell’ambito del Dpef. Più indietro l’iter del nodo di Rastignano, ma anche il questo caso il governo intende individuare la copertura finanziaria necessaria nel Documento di programmazione economica e finanziaria, annuncia Matteoli. «Il nodo di Casalecchio è un partita chiusa, mentre possiamo dire che il nodo di Rastignano è in via conclusiva», rivendica Enzo Raisi, parlamentare del Pdl e candidato alla presidenza della Provincia di Bologna, che ha inserito nel suo programma un piano da 18 infrastrutture.

PADOVA - Centro congressi in Fiera in cambio dei parcheggi


Pronto in 3 anni, costo di 12 milioni. Aps acquisisce i posti auto
L’ACCORDO L’INTESA CON GL EVENTS: UN GRANDE SCAMBIATORE PER IL TRAM

Entro tre anni potrebbe essere inaugurato il nuovo centro con gressi in Fiera. Gl Events quando nel 2005 rilevò la gestione del quartiere fie ristico ne aveva fatto il suo biglietto da visita: «Il futuro della fiera padovana sa rà la convegnistica, per questo realizze remo una grande centro congressi» avevano promesso solennemente i francesi. A quattro anni di distanza e con un «aiutino» di palazzo Moroni il progetto ora sembra destinato decolla re. «Come avevamo annunciato, noi siamo disposti a fare la nostra parte- an nuncia il sindaco Flavio Zanonato-. A ri tardare la realizzazione del centro con gressi era sostanzialmente un proble ma di natura economica. Ora abbiamo trovato la soluzione per superare l’em passe». «Gl Events venderà infatti ad Aps Holding per 10 milioni di euro il grande parcheggio a Nord della fiera aggiunge-, si tratta di un’area da 1.100 posti auto che attualmente viene utiliz zata solamente durante le manifestazio ni fieristiche. Noi siamo intenzionati a tenerlo aperto tutti i giorni dell’anno. Collegati all’area di sosta ci saranno poi i 700 posti che si trovano sotto i padi glioni 7 8. La gestione del parcheggio dovrebbe fruttarci circa un milione di euro all’anno, soldi che utilizzeremo per pagare il mutuo per l’acquisto del terreno. In pratica Gl Events con i 10 milioni di Aps realizzerà l’opera».

«Il nuovo parking- dice ancora Zanonato è destinato diventare un parcheggio di testata. A breve infatti verrà collegato con il prolungamento del tram che arri va da piazzale Stazione e con il Ponte Verde che permetterà di raggiungere la Fiera direttamente da Padova est». Ma come sarà, quanto costerà e soprattut to quando vedrà la luce il nuovo pala congressi che poi rimarrà di proprietà pubblica? «Di tutta la progettazione si occuperà Gl Events che ha portato a termine operazioni di questo tipo anche a Rio de Janeiro e a Nizza spiega il presidente di Padova Fiere Ferruccio Macola-. La nuo va struttura dovrebbe trovar po sto in corrispondenza della pa lazzo delle Nazioni di cui verrà conservata solo la facciata e po trebbe annettere anche il vicino padiglione 11». «Il progetto po trebbe essere affidato ad una gran de firma dell’architettura-conti nua-. L’idea di fondo è quella di realiz zare una sorta di multisala: il cuore del la struttura dovrebbe essere una maxi sala da 1500 posti dedicata ai grandi ap puntamenti attorno a cui si sviluppano alcune “salette” per incontri più ristret ti. Il costo dell’intera operazione do vrebbe aggirarsi attorno ai 12 milioni di euro. Soldi che in minima parte po­trebbero anche essere messi a disposi zione dagli altri soci pubblici della fie ra, quindi la Provincia e la Camera di Commercio».

A dare i tempi per la rea lizzazione del progetto ci pensa il presi dente di Aps Holding Amedeo Levora­to: «Entro un anno dovrebbe essere pronto il prolungamento del tram, en tro un anno e mezzo il Ponte Verde e grossomodo tre anni ci vorranno per il centro congressi. A breve intanto po trebbe essere aperto al pubblico il par cheggio a raso che vorremmo collegare alla stazione con un bus navetta». A fa re da contraltare all’entusiasmo di pa lazzo Moroni ci pensa però il candidato il comune dell’Udc Oreste Terranova. «Il centro congressi in fiera pone un quesito alla città- spiega-. Dato che esi ste un sito da duemila posti nel quartie re vicino alla stazione ha ancora un sen so immaginare di costruire un audito rium da milioni di euro in piazzale Bo schetti? Con l'iniziativa di GL Events i proprietari della Fiera, che ricordo so no ancora il Comune, la Provincia e la Camera di commercio, rischiano a mio avviso di crearsi in casa un concorrente diretto sulla funzione remunerativa del­l'auditorium? ».

Alberto Rodighiero dal Corriere del Veneto