Ma lo scalo torinese si sente a pieno titolo autorizzato al decollo:
"Siamo strategici, a ottobre 16% in più". In crescita anche Cuneo Levaldigi
di MARIACHIARA GIOCOSA
Completamente rimesso a nuovo per le Olimpiadi del 2006, l'aeroporto di Torino Caselle non ne vuole sapere di non essere strategico. Dati alla mano si sente a pieno titolo autorizzato al decollo. I passeggeri crescono rispetto allo scorso anno con percentuali a due cifre. A ottobre +16%, rispetto al 2009, e 304.788 passeggeri, con la prospettiva di arrivare a fine anno a 3,6 milioni di passeggeri, record assoluto dello scalo. Vanno fortissimo i collegamenti con gli scali europei (+18%) e le rotte low cost.
Se bastassero le percentuali di crescita a salvare gli aeroporti bonsai, Cuneo Levaldigi sarebbe al sicuro. Lo scalo cuneese ha avviato da un paio d'anni un ottimo trend di crescita che lo pone ai primi posti tra gli aeroporti italiani per l'incremento dei passeggeri (+40% rispetto al 2009).
"Nel 2008 abbiamo avuto 84 mila passeggeri - spiega il presidente Guido Botto - che sono diventati 130 mila nel 2009. Nei primi 10 mesi del 2010 abbiamo sfondato quota 155 mile e contiamo di arrivare a 190 entro la fine dell'anno". Numeri piccoli, che però sanno di miracolo per chi ha memoria del deserto che regnava a Levaldigi solo pochi anni fa, quando dalla pista non partiva nemmeno un volo. La scelta è stata quella di puntare sul low cost con 11 destinazioni nell'est Europa, soprattutto Albania e Romania, che hanno prodotto un consistente movimento di passeggeri.
Il tema della convivenza tra i due scali è sull'agenda dei governi locali da anni. Ma l'idea che i due scali riescano a specializzarsi e a operare in modo coordinato piuttosto che "farsi la guerra" è ancora ben lontana dal diventare realtà.
Da La Repubblica
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