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mercoledì 1 dicembre 2010

MILANO - Il museo del 900 a Milano






Il Quarto Stato per attraversare il 900
Il quadro di Pellizza da Volpedo icona del nuovo museo che s'inagura a Milano. Un secolo di arte



Se Museo del 900 dev’essere, allora bisogna effettivamente partire da una data, da quel 1901, anno in cui Pellizza da Volpedo terminò un celebre dipinto, Il Quarto Stato, che sancisce per sempre la fine di un’epoca e ne dà inizio a un'altra, con quei lavoratori che avanzavano in sciopero verso il “sol dell’avvenir”. Sarà proprio quest’icona della pittura (tutta giocata nei toni dell’ocra e del bruciato, come se i personaggi stessero emergendo dalla terra, sulla quale camminano) ma anche di un periodo storico, ad essere il simbolo artistico di questo nuovo Museo del 900 a Milano, terminato in 1100 giorni, e che dal 6 dicembre accoglierà il pubblico (fino a fine febbraio la visita è gratuita).
SECONDO I LUMIERE - Il dipinto de Il Quarto Stato ha cambiato per sempre sede: dalla Galleria di Arte Moderna a Villa Reale è stato collocato ora in questo museo con una movimentazione che ha richiesto una giornata intera di lavoro (foto mostrano le complicate fasi di “trasloco”). Ma qui sarà però “sotto vetro” (prima non lo era) in una nicchia nera e che si affaccia sulla rampa ad anello ovale che conduce ai piani superiori. Una sosta obbligata, di “culto” pubblico, e certo creerà un po’ di ressa davanti all’immagine (visibile anche dall’esterno dell’edificio).

                
VISIONI - Ma, prima e dopo questa visione emblematica del 900, ce ne sono altre due: venendo dalla metropolitana (c’è un ingresso che porta direttamente al museo) s’incontra la fontana di de Chirico ( I Bagni misteriosi) alla quale è stata restituita una dignità (era in disarmo nei giardini davanti alla Triennale ed è stata finalmente restaurata). E per vedere com’era la Milano di allora, ecco un filmato prodotto dai fratelli Lumière, girato nel giardino dell’ hotel Diana in estate, con i milanesi accaldati che si tuffavano in piscina.



DALLE OSSA DELL'ARENGARIO - Ricavato dalle “ossa” dell’ex Arengario, questo museo (progettato da Portaluppi, Magistretti, Muzio e Griffini e ora ritrasformato da Italo Rota con Fabio Fornasari) è un edificio che da 65 anni è alla ricerca di un’identità adulta, che ha finalmente trovato (negli anni Venti doveva essere museo della nascita del Fascismo, poi negli anni Ottanta fu anche Palazzo del Turismo). 8500 metri quadrati di spazi, di cui 4500 espositivi, un ristorante, 28 milioni di euro spesi. Dal 6 dicembre, il museo accoglierà il pubblico, con una ricca collezione di 350 opere dei nomi più celebri del panorama italiano e celebrati anche all’estero (Morandi, Melotti, Fontana, Marini, Sironi, Campigli, De Pisis e Licini il cui Angelo ribelle è in “dialogo” con la Madonnina attraverso un lucernaio) arrivando anche a considerare i maestri del nostro tempo più contemporaneo.

CON GLI OCCHI AL DUOMO - Come Colombo, Manzoni, Anselmo, Pistoletto, Merz, Penone e Paladino che qui interverrà con un’installazione: cento scarpette d’argento che “correranno” su un pilastro, dal basamento fino in alto. Lucio Fontana è sicuramente la star di questo nuovo museo, passando sul sagrato del Duomo basterà alzare gli occhi al cielo per incrociare il suo arabesco al neon.

Francesca Pini

Dal Corriere della Sera

ROMA - Casa Moravia diventa un museo

Foto LA Repubblica


LUNGOTEVERE DELLA VITTORIA 1
Casa Moravia diventa un museo
Apre al pubblico lo studio dove lo scrittore lavorava e riceveva gli amici. Maraini: battaglia lunga 20 anni



Il ritratto di Moravia realizzato da Renato Guttuso (Ciofani)

È stata la casa del grande scrittore. Diventerà un museo da visitare. Per vedere dove Alberto Moravia riceveva i suoi amici o si sedeva a scrivere i suoi libri bisognerà andare in Lungotevere della Vittoria 1. Lì l'abitazione dell'autore della «Noia» e degli «Indifferenti» sarà aperta a tutti dopo la presentazione in Campidoglio dell'iniziativa fortemente voluta dall'associazione Fondo Alberto Moravia presieduta da Dacia Maraini. Dal 1 dicembre lo studio diventerà Casa Museo Alberto Moravia. La casa-museo si potrà visitare su prenotazione e in gruppi massimo di 15 persone. A gennaio partirà la didattica per le scuole.
IL TERRAZZO - L'appartamento, oggi sede dell'associazione Fondo Alberto Moravia, è composto da un salotto con un ampio terrazzo con affaccio sul Tevere, una cucina stile anni '70, una camera da letto e lo studio; appesi alle pareti numerosi quadri e ritratti dello scrittore italiano dipinti da diversi artisti, da Renato Guttuso a Mario Schifano, da Sergio Vacchi a Giulio Turcato passando per Corrado Cagli e Lorenzo Tornabuoni. Durante la visita si potranno ammirare la biblioteca personale di Moravia e un archivio con oltre 15 mila documenti tra lettere e manoscritti, ma anche la collezione di oggetti e maschere provenienti dai numerosi viaggi fatti dallo scrittore in Africa, Asia e America del Sud. Tra le opere pubblicate dopo il trasferimento dello scrittore insieme a Dacia Maraini nell'appartamento del quartiere delle Vittorie ricordiamo: 'La rivoluzione culturale in Cinà, 'Il paradisò, 'Io e luì, Il viaggio a Romà, 'L'inverno nuclearè, 'Passeggiate africanè e 'Romildò.

DACIA MARAINI - «Credo che la città di Roma - ha detto Maraini , per molti anni compagna dello scrittore-, alla quale Alberto ha dedicato tanti suoi scritti, doveva avere il piacere di conoscere la casa di Moravia. È stata una battaglia durata vent'anni, ma ce l'abbiamo fatta. Questa deve diventare un'occasione per riflettere».


Dal Corriere Della Sera

ROMA - La metro (B1) ancora non c'è ma i treni costano 150 milioni


Assestamento di bilancio, le cifre, le polemiche: «manovrina» da oltre 120 milioni di euro

ROMA - Debiti per comprare i treni della metropolitana, e spese correnti per le «attività istituzionali», per l’aula Giulio Cesare, per il Teatro dell’Opera, per il piano nomadi. Ma anche qualche spicciolo per adeguare il logo di Roma Capitale, per il progetto Millennium, per gli uffici comunali. C’è un po’ di tutto, dentro l’assestamento di bilancio che — a soli tre mesi dall’approvazione della manovra annuale — si appresta a varare il Campidoglio e che dovrebbe essere votato dal consiglio comunale tra stanotte e domani all’alba.

Una «manovrina», che si compone di due parti: 29 milioni di spesa corrente, 193 di investimenti. Ed è proprio questa voce, e l’utilizzo di quei fondi, che fa discutere. Perché il Comune, e quindi i cittadini romani, si indebiteranno non per vedere realizzate grandi opere infrastrutturali o interventi di ampia portata, ma per la necessità di acquistare i treni della linea B-1, che ancora non c’è: 150 milioni se ne andranno solo per questo, il capitolo di spesa più grande. Sempre negli investimenti, previsti 13,4 milioni per il sottopasso Malafede via Ardeatina, 2 milioni per la riqualificazione delle pendici del Pincio, 6,3 per la manutenzione urbana. Nella parte corrente, le spese più significative sono per finanziare il Teatro dell’Opera (altri 5 milioni) e sul sociale: 600 mila euro per la Casa S. Bernardo, 4,7 milioni per l’assistenza alloggiativa nomadi, 1,5 milioni per la manutenzione degli immobili di via Salaria, un milione per la comunità.

Ma è tra le spigolature che spuntano le curiosità. Per l’elaborazione del «Progetto Millennium» servono 500 mila euro, per una perizia sul conferimento del centro carni 100 mila, per l’aula Giulio Cesare si devono tirare fuori mezzo milione più 400 mila per i beni strumentali dell’assemblea capitolina, per gli straordinari della Polizia municipale servono 974 mila euro. Alcune voci sono poco chiare, come i 3,6 milioni per spese istituzionali: «Pensiamo — dice Alfredo Ferrari, Pd — che facciano riferimento al gabinetto del sindaco, ma abbiamo chiesto ripetutamente la specifica». L’opposizione ha presentato circa 4 mila emendamenti, con quelli della maggioranza si superano i 5 mila. Il Pd ha una richiesta: «Anziché spendere 150 milioni per dieci treni della metro, si potrebbero distribuire meglio quelle risorse. E poi c’è il problema delle minori entrate: 18 milioni in meno, principalmente tra Ici e suolo pubblico».

Non è solo l’assestamento il nodo da risolvere. Nei cassetti dell’amministrazione, infatti, ci sono circa 130 milioni della legge su Roma Capitale che sono fermi, bloccati da anni. Soldi che erano destinati alle opere pubbliche, e che il governo — se lo volesse — potrebbe anche riprendersi e destinare ad altre emergenze. Interventi più o meno grandi, da piazza Augusto Imperatore (17 milioni) agli ex Mercati generali (4,5 milioni); dallo svincolo degli Oceani al Torrino (10,9) al lungotevere Pietra Papa, fino a tutta una serie di opere di viabilità, più o meno grande. «Quei fondi — dice Mirko Coratti, Pd — vanno sbloccati al più presto, perché consentirebbero alla città, in questo momento ferma, di ripartire». Una piccola tranche potrebbe essere «liberata» dalla giunta già mercoledì, quando si dovrebbe approvare lo stanziamento per piazza Augusto Imperatore.

Ernesto Menicucci

Corriere della Sera

MILANO - Luminarie, ancora polemica «Via dall'Ago e Filo di Cadorna»





NUOVI PROBLEMI PER IL TITOLARE DELL'ARREDO URBANO DOPO TORRE DI LUCE E AUGURI MULTILINGUE
Luminarie, ancora polemica
«Via dall'Ago e Filo di Cadorna»
Festival Led, Gae Aulenti alla Moratti: cattivo gusto. L'assessore Cadeo: risponderò


Più che luce: scintille. Polemiche al fosforo. L'ultima è scoppiata in piazzale Cadorna proprio alla vigilia dell'inaugurazione del Festival internazionale Led. L'architetto Gae Aulenti ha visto l'installazione luminosa che fascia l'«Ago e Filo», s'è rabbuiata, non voleva crederci, ha alzato il telefono e presentato una richiesta precisa al sindaco Letizia Moratti: tirare giù quelle luminarie da sagra di paese, staccarle, spegnerle, e mostrare un po' di rispetto, riportare decoro, suvvia. Il sindaco ha ascoltato lo sfogo e chiesto all'assessore al Decoro urbano, Maurizio Cadeo, di trovare una soluzione. Apriti cielo. Cadeo non ha gradito affatto la richiesta di Gae Aulenti: l'assessore, deus ex machina del Festival, ha già dovuto piegarsi al diktat dalla Soprintendenza sulla torre a specchi in piazza Duomo (spostata in via Beltrami) e fare dietrofront sugli auguri multietnici di via Padova, prima rimossi e poi riammessi dal sindaco (ancora assenti, peraltro). L'attacco dell'architetto Aulenti - sbotta coi suoi - è ingiustificato, pretestuoso. Insopportabile.

Cadorna è l'ultimo fronte aperto sulla via di Led, la rassegna che dal 4 dicembre al 10 gennaio accenderà Milano con 60 opere luminose tra installazioni, proiezioni, bagliori di design su monumenti e palazzi. Piazzale Cadorna, il nodo di traffico riprogettato nel 2000 dall'architetto Aulenti e impreziosito dall'«Ago, Filo e Nodo» di Claes Oldenburg e Coosje Van Bruggen, è uno degli spicchi della Milano illuminati dal Festival. Il progetto per il piazzale della Stazione Nord, approvato dalla Soprintendenza, è firmato da Ginevra Formaglio (categoria «Award Studenti»), s'intitola «Filo di luce», veste interamente la scultura e vuole valorizzare «uno dei simboli più indicati per creare atmosfere scintillanti». Valorizzare? Un'operazione di cattivo gusto, avrebbe detto al sindaco l'architetto Aulenti.


I progetti di Led sono stati selezionati attraverso un concorso internazionale di idee: «Non si possono mica togliere così, per un capriccio», riflettono all'assessorato al Decoro urbano. Per altro, gli sponsor privati mettono due dei tre milioni del budget complessivo della rassegna: «Va concordato anche il minimo ritocco». L'assessore Cadeo sta preparando una replica al curaro per l'architetto Aulenti: non vuole cedere, non stavolta, ha già abbozzato sul torre in piazza Duomo e sulla via Padova multilingue. Piazzale Cadorna è la Maginot del Festival: la difenderà. Ieri, intanto, ha rilanciato la sua filosofia di una Milano «splendente», chiedendo «cento, mille, un milione di lumi in occasione dell'8 dicembre, festa dell'Immacolata: invito tutti i milanesi ad esporre una candela sui davanzali delle finestre e sui balconi». L'iniziativa, condivisa con la parrocchia del Duomo, vuole rafforzare il legame tra le feste di luce organizzate nelle città gemellate di Milano e Lione: «La luce - conclude l'assessore - è simbolo di vita, fede e speranza».
Armando Stella

Dal Corriere della Sera

lunedì 29 novembre 2010

MILANO - M5, arriva il primo treno «lilla



LA PRIMA TRATTA PRONTA PER I COLLAUDI NELLA PRIMAVERA 2011
M5, arriva il primo treno «lilla»
Una carrozza scende in galleria. Simini:«nessuna conseguenza dall'esondazione del Seveso di settembre»

MILANO - La prima carrozza «lilla» scende in galleria. E’ stato dato il via lunedì mattina, alla presenza del sindaco, Letizia Moratti, del presidente di Atm Elio Catania e dell’assessore ai Lavori pubblici Bruno Simini, alle operazioni per la messa su rotaia del primo treno della futura linea M5. Arrivati nel cantiere di viale Zara nella notte, i due primi blocchi del convoglio saranno calati nel tunnel, all’altezza della stazione che sorgerà fra viale Marche e via Keplero, seguiti da altri due nei prossimi giorni. La carrozza verrà poi trasportata fino alla stazione di Bignami e da lì, nella prossima primavera, cominceranno i collaudi con il primo treno in prova di esercizio nella tratta fra il capolinea di Bignami e la stazione di Bicocca. «La prima tratta - ha spiegato il sindaco - sarà pronta per i collaudi nella primavera 2011 e la linea aprirà al pubblico nella primavera 2012. La M5 porterà 63 milioni di persone all’anno: significa che con la M4 porterà via dalle strade circa il 15% del traffico auto, ci saranno 120mila veicoli in meno in circolazione».

TEMPI CONFERMATI - Confermato da Moratti e da Simini il rispetto dei tempi previsti per l’opera, nonostante i danni per l’esondazione del Seveso di settembre. «Con le 400 persone al lavoro abbiamo recuperato il tempo perso. Il disastro di settembre - ha spiegato Simini - non ha lasciato conseguenze». I convogli, ora di colore bianco ma che assumeranno livrea lilla, saranno a trazione automatica, senza conducente. Quelli calati lunedì nel tunnel della M5 sono i primi di questo genere a essere messi su rotaia in Italia e i secondi in Europa: presenti solo a Copenaghen, in Italia una analoga infrastruttura è in fase di realizzazione a Brescia. «Interverranno dispositivi elettronici per la guida automatica», ha spiegato Catania: «In questi giorni le prime 4 carrozze, poi mano a mano le altre. E’ una operazione graduale ma abbastanza concentrata e per la primavera 2011 avremo il primo treno completo che si muoverà in prova». Per Simini si tratta di «un'infrastruttura competitiva che porterà un attacco mortale ai fanatici dell’automobile: due auto su 10 oggi in ingresso in città si fermeranno». Una linea, ha sottolineato Moratti «che significa anche che dall’anno prossimo, fra occupazione diretta e indotta, avranno lavoro 9mila persone: in un momento di crisi, questi lavori creano occupazione, e i treni peraltro sono Ansaldo-Breda, di tecnologia italiana, è lavoro per le nostre imprese» (fonte: Omnimilano).

Corriere della Sera

venerdì 26 novembre 2010

ROMA - Tridente Pedonale


Quindici vie pedonali, 4 nuovi varchi,
bus elettrici: ecco il Tridente pedonale
Presentato il piano del Campidoglio per liberare dal traffico l'area più strategica del centro. Via anche le auto blu. Su Corriere.it anteprima del progetto in 21 tavole


Parcheggi di prossimità. Strade chiuse al traffico privato e perfino alle auto blu. Capolinea degli autobus trasferiti fuori dalla zona di rispetto. Percorsi per passeggiate storico artistiche e per lo shopping. Disciplina rigida del carico scarico merci. Nuove soste esclusive per i ciclomotori. Un piano in 21 pagine, che spiega passaggio per passaggio come diventerà il Tridente senza auto. Non senza polemiche: per Cesare Pambianchi, presidente ci Confcommercio Roma e Lazio, la realizzazione di nuovi posti auto deve essere prioritaria «rispetto a qualsiasi pedonalizzazione».
CASSETTO DEI SOGNI - Il progetto, rimasto nel cassetto dei sogni per tante amministrazioni, viene ora calendarizzato dalla giunta Alemanno. Che se davvero riuscirà a mettere in pratica la ipotizzata pedonalizzazione di quest'area nevralgica del centro storico, potrà dire di aver segnato un punto a favore anche con chi imputa al centrodestra una politica degli annunci pari almeno a quella dell'era Veltroni, quando lo stesso progetto urbano veniva presentato 4-5 volte a partire da sei mesi prima della posa della «prima pietra». Mettete dunque da parte i dubbi, per un momento, e date un'occhiata al piano presentato giovedì sera dal sindaco e dal delegato al Centro storico Dino Gasperini, che Corriere.it pubblica integralmente.


ALL'ARA PACIS - Alla presentazione nell'Auditorium dell'Arca Pacis era presente al completo lo staff del Campidoglio interessato a questa piccola (l'area è quella fra via del Babuino e via di Ripetta) ma radicale e strategica rivoluzione nell'assetto del traffico urbano a Roma. C'erano l’assessore all’Urbanistica, Marco Corsini, l’assessore alla Mobilità, Sergio Marchi, il delegato del Sindaco per i parcheggi e presidente della Commissione Mobilità, Antonello Aurigemma. Presenti anche il sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Giro e il direttore regionale dei Beni culturali del Lazio, Federica Galloni, che nelle scorse settimane aveva posto alcune obiezioni al progetto di sottopasso accanto all'Ara Pacis proprio in relazione ad uno dei parcheggi di prossimità più importanti pern il piano di pedonalizzazione.


DUE FASI DI ATTUAZIONE - Le fasi di attuazione del progetto saranno sostanzialmente due. La prima riguarderà la pedonalizzazione di via del Corso e di alcune vie trasversali del Tridente - 15 in tutto -, come mostra la tavola 3 del progetto (colori: verde chiaro per le attuali aree pedonali; verde scuro per le nuove aree pedonali). La seconda, dopo i lavori al Tridente, l'ampliamento del Parcheggio di Villa Borghese - che passerà a 700 posti auto in più - e la realizzazione di quello dell'Ara Pacis (con il relativo scavo del sottopasso) da 300 posti. Ci sarò anche un nuovo parking in lungotevere Arnaldo da Brescia: 286 posti. A questo punto diverranno vietate al transito dei veicoli (salvo quelli elettrici) anche piazza Augusto Imperatore e via di Ripetta, nonchè le strade tra via di Ripetta e Passeggiata di Ripetta.

SOSTE SOLO PER RESIDENTI - Per far fronte all'inevitabile raffica di proteste dei residenti, si è pensato ad una serie di aree di sosta loro riservate: su passeggiata di Ripetta, su via Trinità dei MOnti, su via Due Macelli e perfino in via Capo le Case. La sosta lunga sarò gratuita per chi abita nella zona. Una volta parcheggiata l'auto, ci si potrà muovere - tutti, compresi romani diretti allo shopping e turisti - con una navetta circolare elettrica: un nuovo minibus dal Parcheggio di Villa Borghese al Tridente.
Sarà bello, comunque, ammettono i residenti e anche qualche commercianti (i negozianti non sono ancora convinti dell'effetto che avrà sulle vendite) poter camminare senza auto su via Brunetti, via del Vantaggio, via della Fontanella, via Laurina, via di Gesù e Maria, via di San Giacomo, via dei Greci, via Canova, via della Frezza, via Condotti, via Belsiana, via Bocca di Leone, via Mario dei Fiori, via del Gambero, via delle Colonnette.

I TIMORI DI CONFCOMMERCIO - In tutto 4,7 chilometri pedonali nella prima fase, che saliranno a 5,5 nella seconda. Ma Confcommercio non è d'accordo. «Apprezziamo il lavoro di programmazione che Aurigemma sta portando avanti - dice il presidente Cesare Pambianchi - ma prima di procedere a qualsiasi piano di pedonalizzazione è inderogabile realizzare i necessari parcheggi pubblici a rotazione». Perchè, spiega, «la raggiungibilità delle nostre aziende, insieme al fattore mobilità, sono determinanti per le nostre imprese».



TELECAMERE DI CONTROLLO - Oltre ai varchi già esistenti della Ztle, ne nasceranno altri 4 nuovi - via Ripetta, salita di San Sebastianello, via dei Pontefici, via Capo le Case - e saranno installati 3 nuove telecamere di controllo e 30 dissuasori mobili (comando a distanza per i residenti) per bloccare i «furbi» che tentassero di infilarsi in auto nelle vie pedonalizzate senza permesso.
Ci saranno anche una serie di nuovi parcheggi riservati alle due ruote, un sistema di car sharing elettrico (tutti i veicoli elettrici potranno poi accedere liberamente al Tridente pedonalizzato) e nuove fasce orarie per il carico-scarico merci (fino alle 11). Sono previsti investimenti privati e pubblici per un totale di 200 milioni di euro , gran parte dei quali entreranno nelle casse del Campidoglio grazie agli oneri di urbanizzazione pagati da grandi imprese commerciali come Zara e Rimascente. Infine verrannospostati i capolinea degli autobus di piazza San Silvestro: parte andranno nell'area di piazxza Venezia, parte a piazzale Flaminio.


Lilli Garrone - Corriere della Sera

martedì 23 novembre 2010

MILANO - Expo, arriva il sì ufficiale del Bie




L'INNO DI MAMELI SUONATO DALLA CIVICA ORCHESTRA DI FIATI E CORIANDOLI TRICOLORI
Expo, arriva il sì ufficiale del Bie
Bandiere e concerto in centro
Cerimonia in contemporanea a Milano e Parigi, con la consegna del vessillo a Sala, Moratti e Bracco


L'inno di Mameli suonato dalla Civica Orchestra di Fiati e un'esplosione di coriandoli tricolori hanno salutato, in piazza Scala a Milano, la notizia della registrazione del dossier di Expo 2015 Spa, che dà il via libera definitivo all'esposizione universale del capoluogo lombardo. Alcune centinaia di persone si sono raccolte martedì pomeriggio davanti a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, per attendere l'annuncio ufficiale proveniente da Parigi, dove oggi si è riunita l'assemblea generale del Bureau International des Exposition. Tra la folla i ragazzi dell'associazione Giovani per Expo in t-shirt bianca e gli allievi di una classe di una scuola media di Milano, che hanno sventolato senza sosta le bandierine dell'Expo. Accompagnati dalle note della banda, i presenti in piazza Duomo hanno acclamato la registrazione del dossier con applausi e fischietti, mentre dalla facciata di Palazzo Marino sono stati srotolati numerosi vessilli dell'Expo di Milano. Analoghi festeggiamenti si sono tenuti anche davanti alla sede di Regione Lombardia, davanti a quella della Provincia di Milano, di Expo 2015 Spa e del Piccolo Teatro Studio. Un uomo è stato inavvertitamente colpito alla gamba da una bombola dei coriandoli, e ha riportato una leggera ferita. «Siamo assolutamente nei tempi previsti dal Bie - ha detto il sindaco Letizia Moratti, che ieri ha incontrato il corpo consolare di Milano -. Il parere del comitato esecutivo è stato positivo e oggi ci sarà la registrazione. Da domani, parte un'altra fase e spero di avere il corpo consolare al mio fianco. Hanno già mostrato interesse Cina, Egitto, Germania, Corea e Israele».

                
LA CERIMONIA A PARIGI - Con la decisione di oggi Milano è la sede ufficiale di Expo 2015: da oggi, responsabile del successo o dell'insuccesso dell'evento sarà solo la società, la città e l'Italia. La formalizzazione, con le congratulazioni del Bie, è avvenuta nella sede dell’Ocse a Parigi, durante l’assemblea generale del Bureau, con la consegna della bandiera del Bie nelle mani del sindaco, Letizia Moratti, dell’ad di Expo 2015 Giuseppe Sala, del presidente Diana Bracco, e in rappresentanza della Provincia il presidente del consiglio Bruno Dapei. A consegnare il vessillo, dopo le relazioni di Shanghai e di Yeosu e prima di quella di Milano, il presidente del Bureau Jean Pierre Lafon e il segretario Vicente Loscertales (un passaggio simbolico c'è già stato in occasione della cerimonia di chiusura dell'Expo di Shanghai e del passaggio di consegne con gli organizzatori dell'esposizione universale successiva). A presentare le formali «congratulazioni» a Milano è stato il presidente del comitato esecutivo Steen Christensen.

Dal Corriere della Sera

MILANO - Apre in stazione Centrale la Feltrinelli più grande d'Italia








Il 24 novembre Feltrinelli inaugura in stazione Centrale a Milano il suo centounesimo punto vendita: con i suoi 2mila 500 metri quadrati - si legge in un comunicato - è il più grande fra quelli realizzati fino a oggi. Obiettivo: "Massima leggibilità dell'assortimento, massima velocità del servizio e massimo comfort per i clienti". Nel nuovo punto vendita lavoreranno 60 addetti: l'assortimento dei libri prevede 40mila titoli e quello della musica 15mila

La Repubblica

MILANO - Ticinese, locali chiusi entro mezzanotte



SI STUDIANO I DETTAGLI LEGALI PER EVITARE LA BOCCIATURA DA PARTE DEL TAR
Movida selvaggia, pronta l'ordinanza
Il Comune: locali chiusi entro mezzanotte. De Corato: «In Ticinese, linea dura dopo le minacce e i vandalismi»


Chiusura dei bar a mezzanotte. Due ore in anticipo rispetto all'orario attuale. A stabilirlo potrebbe essere una nuova ordinanza del Comune per cercare limitare «le distorsioni della movida» nella zona di via Vetere. L'ipotesi è concreta ed è stata discussa a lungo ieri a Palazzo Marino dal vicesindaco Riccardo De Corato. Che prima di estendere al cuore del Ticinese un nuovo provvedimento «coprifuoco», mette però in chiaro: «In ogni caso avremo bisogno di un contingente di forze dell'ordine superiore rispetto a quello che viene oggi destinato a quella zona. Lo chiederò a prefetto e questore. Se verrà firmata una nuova ordinanza, bisogna avere la certezza che riusciremo a farla rispettare». In questa fase sembra esserci però un punto da risolvere ancora più critico. Dopo le ultime decisioni del Tar, che ha dato ragione ad alcuni locali e bar del Corvetto, il Comune dovrà elaborare un impianto legale in grado di «blindare» il provvedimento di fronte ai possibili (anzi, certi) ricorsi che arriveranno dai gestori dei bar.

Martedì i cittadini di via Vetere e del comitato «La Cittadella» si riuniranno in un'assemblea che hanno intitolato «Omission day», il giorno dell'omissione, che imputa alle istituzioni un disinteresse per schiamazzi, spaccio, evasione fiscale, degrado e, sommando tutto, «una totale mancanza delle condizioni minime di vivibilità del quartiere». Di fronte a questa situazione, De Corato mette in chiaro due cose. Primo: «Conosciamo benissimo la situazione, cerchiamo di contrastarla da anni». Secondo: «Se intorno a via Vetere, in uno spazio ridottissimo, si radunano fino a 6-700 ragazzi nelle serate del fine settimana, c'è il rischio che qualsiasi tentativo di far rispettare le regole sfoci in un problema di ordine pubblico. Per questo abbiamo bisogno di più forze, e il contingente di 10 agenti di polizia o carabinieri, senza polemiche, purtroppo non è sufficiente». In questi anni Palazzo Marino ha elaborato, sempre attraverso ordinanze, una serie di possibili strumenti di intervento. Dal divieto di consumare alcol in bottiglia in strada, al divieto di vendita ai minori di 16 anni (450 euro di multa). Qui si torna però a un punto che il Comune ritiene centrale: se a bere all'aperto sono oltre 600 persone, fare multe diventa complicato. Già da oggi, assicura De Corato, c'è però un elemento sul quale si può intervenire. I vigili si concentreranno su un nuovo «settore critico»: «Nella zona - racconta il vicesindaco - ci sono molti distributori automatici di birra e altre bevande alcoliche che non potrebbero essere in funzione dopo la mezzanotte, fino alle sette del mattino. Le sanzioni prevedono 10 mila euro di multa se la distribuzione avviene su suolo pubblico e 4 mila euro se si tratta di area privata. Alcune pattuglie dei vigili si concentreranno su questo».

Tornata al centro del dibattito pubblico dopo un lungo, nuovo video-denuncia girato dai cittadini della zona (vendita di alcol e cocktail senza scontrini fiscali; ribellione dei clienti dei bar contro i cittadini che si lamentano per le notti insonni), via Vetere è una delle zone in cui si giocherà anche una parte del consenso per le prossime elezioni. Da una parte i cittadini che chiedono risposte dal Comune, dall'altra i gestori dei locali che rivendicano la «libertà d'impresa». De Corato elenca però i risultati dell'attività svolta dai vigili nella zona: «In un anno la polizia locale è intervenuta 313 volte contro spaccio, abbandono di rifiuti, consumo di alcol, graffiti. A volte allertata dalle 23 telecamere che tutelano l'area tra corso di Porta Ticinese, via Vetere, via Vettabbia, Parco delle Basiliche. E alle Colonne di San Lorenzo (una delle 5 zone prioritarie di Milano individuate) dal marzo 2011 verranno accese le telecamere "intelligenti". È questa la dimostrazione del nostro impegno a tutelare la zona».


Gianni Santucci  CORRIERE DELLA SERA

ROMA - Fontana di Trevi, la piazza cambia volto



CAPOLINEA ADDIO
Fontana di Trevi, la piazza cambia volto
Un anno di lavori nel cuore della città
Tridente pedonalizzato, via i marciapiedi. Nuova sistemazione anche per via del Gambero, via Condotti e via Belsiana. Niente più bus a San Silvestro


Per il centro storico sarà un 2011 di cantieri. In attesa che giovedì il sindaco Gianni Alemanno presenti il progetto di pedonalizzazione del Tridente, negli uffici Città storica fervono i preparativi per l'avvio dei lavori in alcune delle aree più importanti del I municipio. Cantieri che, seppur non direttamente connessi alla trasformazione della mobilità in centro, risultano propedeutici al processo di pedonalizzazione che, negli intenti della giunta Alemanno, dovrebbe avvenire entro il 2013.

Subito dopo il periodo natalizio (un'ordinanza del sindaco vieta l'avvio di cantieri nel periodo compreso tra l'8 dicembre e il 6 gennaio) partiranno i lavori di riqualificazione di piazza Fontana di Trevi. Un'opera di restyling che costerà al Campidoglio circa un milione di euro e che prevede il rifacimento dell'intera pavimentazione della piazza con la risistemazione dei sampietrini, l'eliminazione dei marciapiedi e una nuova illuminazione. Il cantiere durerà circa un anno, un tempo lunghissimo rispetto a un'area di dimensioni ridotte, ma che deriva dall'elevato flusso di turisti che ogni giorno visita la Fontana di Trevi. Dunque, per non creare disagi con camion e operai che renderebbero la vita difficile anche ai tanti negozi della piazza, si procederà transennando pochi metri per volta.

Ma la rivoluzione più importante, soprattutto per quanto riguarda la mobilità, riguarderà piazza San Silvestro. L'area di fronte all'ufficio postale sarà infatti pedonalizzata e con l'avvio dei cantieri, previsto entro la fine di gennaio, i capolinea degli autobus saranno spostati. Le linee dell'Atac continueranno a fermarsi in via di San Claudio (dietro l'ex Rinascente, a pochi metri dalla piazza), ma non partiranno più da San Silvestro. I capolinea saranno dunque spostati e i tragitti dei mezzi verranno prolungati verso Piramide, piazza Venezia e piazzale Flaminio. In questa maniera si intende procedere alla riqualificazione di piazza San Silvestro: l'intera area sarà ripavimentata, verranno messi dei lampioni e delle fioriere e tutta la zona sarà off-limits alle vetture. Costo dell'opera, due milioni e mezzo di euro.

Si preannunciano dunque tempi difficili per la mobilità della zona e per i commercianti, che si troveranno circondati da transenne, cantieri, camion che di giorno riforniscono sabbia e cemento e betoniere. E alcune associazioni di quartiere sono già sul piede di guerra, preoccupate che i cantieri possano influire negativamente sugli affari. Nella stessa area del centro storico, sempre verso la fine di gennaio, partirà una terza importante opera di restyling. Con gli oneri concessori derivanti dai lavori dell'ex Spazio Etoile, il Campidoglio darà il via al rifacimento della pavimentazione di via del Gambero, via Borgognona, via Condotti e via Belsiana. In vista del progetto di pedonalizzazione Alemanno-Gasperini, saranno eliminati i marciapiedi. Ai lati delle strade verranno messi dei sampietrini-guida di dimensioni maggiore, mentre al centro resteranno quelli tradizionali. Anche in questo caso, i lavori dureranno poco meno di un anno.

di LAURA MARI

La Repubblica

lunedì 22 novembre 2010

ROMA - Ponte della Musica, ultimi ritocchi




Sul Tevere, un arco d’acciaio fra le arti
Riservato a pedoni e mezzi pubblici, il nuovo
collegamento sarà inaugurato il 21 aprile 2011

Nell'antica Roma la carica istituzionale più importante era Pontefice Massimo. Si voleva sottolineare così il ruolo di chi aveva l'incarico di «fare ponti» oltre che sul sacro Tevere nell'intero mondo conosciuto. Simbolo di pace e prosperità, il ponte è l'immagine che ricorre nelle banconote dell'Unione Europea ed ora la Capitale aggiunge, per il prossimo compleanno del 21 aprile, un altro ponte alla sua millenaria collezione (47 in tutto) quasi a voler ribadire, in tempacci di crisi come questi, la volontà di sperare nel futuro. Collegamento per pedoni e mezzi pubblici tra lungotevere Flaminio e lungotevere Cadorna, il Ponte della Musica è ormai quasi pronto all'uso.

E' prossima la colata di cemento che fisserà alle sponde gli archi d'acciaio di sostegno, al momento ancora appesi a torri provvisorie. Da gennaio si passerà alle rifiniture ed ai collaudi.

Ce n'ha messo di tempo per «nascere» il ponte che collegherà le moderne architetture di Piano (Auditorium), della Hadid (Maxxi), di Nervi (Palazzetto dello Sport) e di Libera (Villaggio olimpico) al razionalismo di Del Debbio e Moretti (Casa delle Armi) in area Foro Italico. Fu previsto fin dal Piano regolatore del 1916 e sempre confermato tranne che dal Prg del 1962. Il sindaco Rutelli ne ripropose la realizzazione aprendo un concorso internazionale (1999). Veltroni l'ha mandato avanti ed Alemanno, che ha avviato il cantiere (IX-08), lo inaugurerà. Forse entro il 2011 sarà pronto anche il ponte pedonale della Scienza, al Gazometro.

L'opera ha impegnato poco meno di otto milioni. E' in acciaio, ad una arcata. Il progetto è inglese, dello studio Buro Happold (ingegnere Davood Liaghat, architetto Kit Powell Williams), quello del Millennium Dome di Londra, cui è stato associato lo studio romano Lotti & Associati. In qualche misura ricorda uno dei tanti bellissimi ponti di Santiago Calatrava. Il ponte della Musica è nei pressi dell'antichissimo ponte Milvio (III secolo a.C.) e del ponte Pietro Nenni (o «del metrò», lungo 121 metri), progetto di Luigi Moretti (1980). L'immagine del ponte, i cui lavori sono stati appaltati nel 2001, ricorda dall'alto una foglia dal lungo ovale.


La lunghezza è di 190 metri, i due archi (conci saldati a tubo di m.1,4 di diametro, spessore 4 centimetri) hanno una luce di 160 metri: provengono da un'acciaieria di Treviso. Larga 14 metri alle opposte sponde, l'opera si ingrandisce al centro raggiungendo i 22metri. L'impalcato (pavimento) è alto solo un metro e mezzo il che fa di questo ponte, subito a valle del sottile Duca d'Aosta di Vincenzo Fasòlo, una struttura molto leggera. Marco Corsini, assessore all'Urbanistica, potrebbe essere definito «l'uomo del Ponte» : ha seguito, come assessore ai Lavori Pubblici, la realizzazione del quarto ponte di Venezia, la magnifica struttura di Calatrava, ed ora sta portando a compimento la «doppietta» romana. «A Roma ci dovrebbero essere più ponti: in fondo quello della Musica si colloca in uno spazio di un km e mezzo tra il Duca d'Aosta e il Risorgimento. Si congiungono così due aree culturalmente importanti e vengono facilitati i rapporti tra due quartieri, Flaminio e Delle Vittorie, poco amalgamati. Inoltre ai due piedi del ponte sorgeranno due "piazze" pedonali che faranno rivivere il rapporto con il fiume».


Corsini, che guida la visita in anteprima del Corriere alla nuova struttura sporgendosi pericolosamente dalle impalcature, non teme polemiche sulla realizzazione di un progetto di linguaggio contemporaneo presso il centro storico né critiche per il ricorso ad un architetto straniero. «Si tratta di vecchie questioni di retroguardia. Ogni epoca deve lasciare la sua genuina impronta architettonica, per carità: niente posticci. Quanto al resto, anche stavolta Roma mostra di essere una città di cultura che non bada alla nazionalità del talento». L'assessore garantisce che il sindaco Alemanno condivide in pieno. Lui, che faceva battaglie, per così dire, «di retroguardia» (Ara Pacis da abbattere, prima gli architetti italiani), ora col ponte della Musica è passato all'avanguardia. Ed è diventato pure «pontefice». Meglio di così.

Giuseppe Pullara Dal Corriere della Sera

giovedì 18 novembre 2010

Sgarbi d'Italia - Milano

ROMA - Roma-Latina, sblocco dei fondi: l'autostrada diventa realtà



VIA LIBERA AL PROGETTO

L'annuncio della Polverini: «Il Cip e ha sbloccato le risorse ministeriali». La via Pontina, una delle più pericolose d'Italia, sarà a pagamento



La via Pontina, una delle più pericolose d'Italia, si trasforma in un'autostrada a pagamento. Il progetto che, con varie 'riforme' si trascina dagli anni '90, non rimarrà solo sulla carta. E questo grazie all'atteso sblocco dei fondi ministeriali. L'annuncio arriva dal presidente della Regione Lazio Renata Polverini . «Il Cipe oggi ha dato il via libera al progetto corridoio intermodale Roma-Latina ed al collegamento Cisterna-Valmontone. Da oggi quindi l'autostrada Roma-Latina è una realtà».
I COSTI - L'importo complessivo dell'opera è di 2 miliardi e 728 milioni di euro e sarà realizzata in partenariato pubblico-privato: il contributo pubblico non supererà il 40%. I restanti 711 milioni, invece, sono inseriti nel piano programmatico per le infrastrutture 2011-2013 del Governo. «Oggi - ha aggiunto Polverini - il Cipe ha sbloccato i primi 468 milioni di euro con l'approvazione del progetto definitivo dell'opera». La nuova autostrada sarà a pedaggio

LAVORI NEL 2011 - Il presidente dell'Anas, Pietro Ciucci, ha spiegato che «Il primo intervento riguarderà la tratta Roma Tor dè Cenci-Latina Borgo Piave, per cui il primo contributo è stato già stanziato e che contiamo di realizzare in 6 anni. Crediamo che già dal prossimo anno si potranno avviare i lavori», ha aggiunto spiegando che «la prima parte del percorso attuativo sarà la pubblicazione del bando di gara per la concessione che avverrà nei prossimi 15 giorni, dando il via alla procedura per l'affidamento e l'avvio immediato dei lavori».

LA MAPPA - Entro fine anno verra' pubblicato il bando di gara e si prevede che l'aggiudicazione dei lavori sarà effettuata entro i primi sei mesi del 2011. L'intervento prevede la realizzazione dell'asse autostradale Roma-Latina per 68,3 chilometri complessivi, dell'asse autostradale Cisterna-Valmontone per 31,5 chilometri e delle seguenti opere connesse: viabilita' di adduzione alla Barriera di Latina (Borgo Piave) per circa 20 chilometri suddivisi in tangenziale di Latina per 12,4 chilometri e miglioramento funzionale della provinciale Borgo Piave-Foce Verde per 8,3 chilometri. E ancora: viabilità annessa al casello di Aprilia Nord per 5,2 chilometri; viabilità di ingresso al casello di Aprilia Sud per 2,8 chilometri. E ancora viabilità di adduzione allo svincolo Artena-Cori-Lariano per 17,5 chilometri e al casello di Labico per 5,8 chilometri.

PLAUSO DI ALEMANNO - Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, sottolinea l'importanza dell'opera sia per l'economia della Regione, sia per gli effetti benefici sul traffico stradale. «Si tratta di una svolta fondamentale per la viabilità, capace di rimettere in moto una parte determinante dell’economia di Roma e del Lazio. I miei complimenti vanno al presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, e a quello di Anas, Pietro Ciucci, per il grande lavoro svolto per arrivare a questo risultato».

Michele Marangon

Dal Corriere della Sera

MILANO - Teatro, centro medico e piscine nell'Idroscalo «formato Expo»



Un rendering del teatro all'aperto dell'Idroscalo (Photoviews)


IN PRIMAVERA VIA AI CANTIERI PER NUOVE TRIBUNE E ACQUAPARK PER BAMBINI

Convenzione Regione-Provincia. «I privati nella gestione». Formigoni: «A misura di famiglia»



MILANO - Sarà più grande. E avrà un teatro all'aperto, percorsi panoramici, un centro di medicina dello sport, piscine più belle, un Villaggio del bambino, terrazze panoramiche. L'Idroscalo e il suo volto nuovo. Voluto e (prossimamente) realizzato grazie a un accordo da sei milioni di euro firmato ieri da Regione e Provincia. Diciotto interventi «per rendere il parco - anche in vista di Expo - più a misura di famiglia». E «per valorizzare questa straordinaria risorsa». Anche con una nuova gestione. Aperta ai privati e al terzo settore. Il restyling e l'annuncio dei presidenti Roberto Formigoni e Guido Podestà: «Nell'accordo di programma e nella convenzione è prevista l'individuazione di un advisor che avrà il compito di stimare il valore dell'Idroscalo e di verificarne le potenzialità di sviluppo anche nell'ottica della costituzione di una società di gestione che potrebbe aprirsi anche a soci non pubblici».
Cedere la gestione dell'Idroscalo ai privati? Calma, Podestà precisa: «Stiamo lavorando per realizzare una società patrimoniale cui parteciperanno, oltre a Regione e Provincia, i Comuni di Segrate e Peschiera Borromeo. L'ingresso dei privati è un tema su cui possiamo riflettere. Vorremmo comunque cogliere la possibilità di aggregare anche competenze del privato, ma si tratta di un processo che deve ancora maturare». Ma in tempi brevi: entro dicembre, fanno sapere dalla Regione, sarà pronto lo studio di fattibilità del progetto. Obiettivo: «Fare presto e bene». Per dare risposte «sempre più adeguate alle famiglie, il nostro target di riferimento».

Proprio per rispondere alle esigenze delle famiglie è inserita la ristrutturazione dell'Idroscalo, «seconda piattaforma per Expo» dedicata al benessere, come stabilito dal Tavolo Lombardia. Le nuove opere sono già state progettate: «Vorremmo aprire i cantiere già nella prossima primavera». E allora la riva Ovest dell'Idroscalo, davanti all'attuale tribuna, sarà più verde e illuminata, la riva Est avrà una spiaggia più godibile, nei pressi delle piscine sarà realizzato un acquapark per bambini, un teatro all'aperto e una zona relax.

Previsto, sempre sul lido Est, un percorso panoramico intorno al laghetto delle vergini. Verrà migliorata l'illuminazione e saranno realizzate nuove aree relax e per il picnic. «Con questi interventi vogliamo lanciare un segnale politico - continua Formigoni -: vogliamo elevare la qualità della vita dei cittadini». Esponendo nel parco anche le grandi sculture della Permanente. Sempre ieri si è insediata la Conferenza che dovrà definire l'accordo di programma per aumentare la superficie del parco di 500 mila metri quadri (ceduti dai Comuni di Peschiera e Segrate). Sulle nuove aree, rivela Podestà, «è nostra intenzione aggiungere uno stadio del nuoto e una struttura ricettiva sportiva da realizzare per il 2015, anno per il quale l'Idroscalo si candiderà a ospitare i mondiali di canottaggio».

Annachiara Sacchi

ROMA - Il Vaticano costruisce senza permessi: denuncia archiviata per «immunità»



LA POLEMICA SUI LAVORI NELL'XI MUNICIPIO

Il nuovo centro di ricerca del ambin Gesù sta sorgendo accanto alla basilica di Sal Paolo, ma per la Procura non c'è reato «in base all'articolo 16 dei Patti Lateranensi»

Costruire senza il permesso del Comune. Accanto alla basilica di San Paolo si può, perché il terreno è del Vaticano e gode dell’immunità prevista dall’articolo 16 dei Patti Lateranensi. Con questa motivazione la procura vuole mandare in archivio la denuncia contro il centro di ricerca del Bambin Gesù che sta sorgendo a fianco della chiesa. Un edificio che il presidente dell’XI municipio, Andrea Catarci, ha definito un «ecomostro».


IL CONCORDATO DEL '29 - Nel provvedimento, il procuratore Giovanni Ferrara e il pm Sergio Colaiocco ricordano le norme del trattato contenenti l’elenco degli immobili che, «benché facenti parte del territorio dello Stato italiano», godono dell’immunità riconosciuta alle sedi diplomatiche.
È la premessa per sottolineare che, in base all’articolo 16, «è in facoltà della Santa Sede dare ai suddetti immobili l’assetto che creda, senza bisogno di autorizzazioni o consensi da parte di autorità governative, provinciali o comunali italiane, le quali possono all’uopo fare sicuro assegnamento sulle nobili tradizioni artistiche che vanta la Chiesa cattolica».


RINUNCIA AI CONTROLLI - Inoltre, scrivono i magistrati, sia la Corte Costituzionale nel 1985, sia il governo rispondendo a un’interrogazione alla Camera nel 2008, «hanno interpretato la disposizione in esame come una rinuncia dello Stato al previo controllo degli interventi edilizi sugli immobili». L’inchiesta è nata da un esposto presentato il 27 maggio dal presidente dei Radicali, Mario Staderini. Che già allora aveva previsto l’ostacolo dell’articolo 16.
LE OBIEZIONI DEI RADICALI - Perciò nella denuncia Staderini aveva sostenuto: «Le facoltà riconosciute dal trattato non fanno riferimento alla libertà di edificare, ma esclusivamente all’assetto (a cubature invariate) degli immobili già esistenti».
Ora il radicale ha presentato opposizione alla richiesta di archiviazione, riproponendo le stesse considerazioni. Se il gip l’accoglierà, ordinerà alla procura di compiere altre indagini e al termine gli inquirenti dovranno decidere daccapo cosa fare con l’edificio del Bambin Gesù.

Lavinia Di Gianvito

Dal Corriere della Sera

MILANO - Cinque street artist internazionali invitati a decorare le botole in ghisa di Metroweb in via Montenapoleone




Tombini d'artista: in mostra
la città che c'è «sotto»


Dal 18 novembre fino a dicembre 2011, via Montenapoleone ospiterà una mostra open air di tombini d’artista. I venti manufatti in ghisa (quelli della rete in fibra ottica Metroweb posti sui marciapiedi ai lati della strada) che per un anno rimarranno esposti lungo la via, sono opera di cinque urban painter provenienti dalle capitali della street art: Milano, Berlino, Parigi, Londra e New York. L’iniziativa si chiama «Sopra il Sotto - Tombini Art raccontano la Città Cablata» e nasce da un’idea di Monica Nascimbeni sviluppata per Metroweb, l’azienda titolare della più grande rete metropolitana di fibre ottiche d’Europa. «È un progetto importante - ha detto l’assessore all’Arredo, Decoro urbano e Verde Maurizio Cadeo - che coniuga l’estetica e il decoro cittadino all’arte grazie a street artist internazionali che decoreranno i tombini in ghisa presenti in una via simbolo di Milano».


Dopo il successo ottenuto in zona Tortona con la prima edizione di «Tombini art», la manifestazione si presenta ora con alcune novità: dalle capitali mondiali della public art e del graffitismo sono stati invitati cinque artisti cui è stato chiesto di realizzare un’opera multipla su più tombini, quasi una personale ciascuno. La direzione artistica è affidata a Gisella Borioli e a Matteo Donini, curatore e collezionista di street art. «Il rapporto tra città e arte si misura sulla possibilità di coinvolgere i cittadini, di trasformali in spettatori incuriositi e creativi - ha spiegato l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory -. Con questo progetto rinnoviamo l’incontro tra tradizione artistica e tecnologia. Convinti ora come sempre che saranno i giovani a guidare le nostre idee». Gli artisti che esporranno i loro lavori in via Montenapoleone sono Shepard Fairey (New York), Flying Fortress (Berlino), Rendo (Milano), The London Police (Londra), Space Invader (Parigi).

I tombini d’artista, tutti pezzi unici e originali, sono cesellati a rilievo e dipinti, con l’assistenza tecnica della storica azienda milanese Ferb. L’iniziativa è stata realizzata anche grazie alla collaborazione dell’Associazione di via Montenapoleone. «Via Montenapoleone è da sempre vetrina di eccellenze - ha dichiarato Guglielmo Miani, presidente dell’associazione di via -. Grazie a questa iniziativa, il "Salotto di Milano" ospiterà una mostra d’arte contemporanea di tombini art, oggetti che rimangono in ombra nella vita quotidiana e che si trasformano in protagonisti grazie alla creatività di artisti internazionali». Giovedì 18 novembre, giorno dell’inaugurazione della mostra, i negozi aderenti all’Associazione MonteNapoleone rimarranno aperti fino alle ore 21.

Dal Corriere della Sera

martedì 16 novembre 2010

MILANO - Lo "Sbarco"



Lo Sbarco - Sintitola «Sbarco», l'opera d'arte di Velasco Vitali scoperta oggi davanti alla Stazione Centrale, alla presenza dell'assessore alla Cultura Finazzer Flory. L'opera, una barca lunga e sottile sorretta da due uomini di bronzo immobili, fa parte di una serie di installazioni - quattro distinti capitoli narrativi - che hanno per tema la migrazione dell'uomo. Un filo conduttore che collega idealmente la piazza della Stazione Centrale di Milano e gli spazi di Palazzo Reale, dove sono ospitate altre tre opere dell'artista. La barca (2 metri per circa 15 di lunghezza), come le altre opere («Branco», «Attesa» e «Kitezh»), saranno esposte fino al 3 dicembre (Fotogramma)

Corriere della Sera

lunedì 15 novembre 2010

PADOVA - Nuovo look per l'Arcella Il piazzale si tinge d'azzurro


Un mese di lavori, il costo è stato di 200 mila euro

PADOVA – Nuovo look per la piazza principale dell’Arcella, il quartiere più popoloso della città del Santo. E’ infatti terminata, dopo oltre un mese di lavori, la «riqualificazione» di piazzale Azzurri d’Italia, di fronte lo stadio d’atletica Colbacchini. Senza dubbio, l’elemento che più caratterizza l’intervento, costato alle casse comunali un totale di circa 200mila euro, è la colorazione azzurra (visto il nome del piazzale) dei percorsi pedonali e di una parte dell’area destinata al mercato rionale: l’opera, grazie anche alla mano artistica di Anna Piratti, è stata messa a punto dalla ditta specializzata Lacs srl di Rubano (Padova), che già aveva realizzato un qualcosa di simile al Portello, il quartiere degli istituti universitari. Il nuovo piazzale Azzurri d’Italia verrà ufficialmente inaugurato domenica prossima 14 novembre alle 15.

Dal Corriere del Veneto

ROMA - Nuova luce e una targa per la Tomba di Nerone



Nuova luce e una targa
per la Tomba di Nerone
Ghera: «Intervento importante perchè restituisce decoro anche dopo gli atti vandalici di qualche tempo fa»


Ghera: «Intervento importante perchè restituisce decoro anche dopo gli atti vandalici di qualche tempo fa»


ROMA - Cerimonia di inaugurazione sabato per la fine dei lavori di riqualificazione della Tomba di Nerone. A scoprire la targa, posta davanti al sarcofago di Vibio Mariano, l'assessore ai Lavori Pubblici di Roma Capitale Fabrizio Ghera e la delegata del sindaco per le pari opportunità Lavinia Mennuni. Il progetto di restyling ha previsto la valorizzazione e l'illuminazione architettonica del monumento e la sua messa in sicurezza mediante telecamere collegate con la vicina stazione dei Carabinieri di via Vibio Mariano.

LA RISTRUTTURAZIONE - Il restauro della Tomba di Nerone, oltre a rimuovere tracce di atti vandalici ha riguardato la pulitura, la stuccatura e integrazione delle lacune e la protezione finale per un importo complessivo di 82mila euro. Per quanto riguarda la manutenzione dell'area: illuminazione monumentale sarà effettuata da Acea, l'area verde sarà in carico al Servizio Giardini mentre per sicurezza è disposto appunto un sistema di video sorveglianza collegato con la stazione Cc. «L'intervento di oggi è molto importante - ha detto Ghera - perché restituisce decoro alla Tomba di Nerone, per quanto riguarda i danneggiamenti che c'erano stati tempo fa anche con delle scritte vandaliche. C'è anche un collegamento di video sorveglianza con la stazione dei Carabinieri per scoraggiare i vandali. È importante recuperare l'orgoglio dei romani anche nelle zone periferiche». «Ho presentato un emendamento in consiglio comunale per reperire risorse per la riqualificazione di questo monumento - ha detto Mennuni - in quanto era assolutamente angolato e non visibile come purtroppo molti monumenti della città che possono essere migliorati con illuminazione architettonica, con piccole valorizzazioni». (Fonte Omniroma)

Dal Corriere della Sera

venerdì 12 novembre 2010

MILANO - «Volevano costruire sulla discarica»





INCHIESTA PER «AVVELENAMENTO DELL'ACQUA E MANCATO RISANAMENTO DEL TERRENO».

Sequestrato il cantiere Calchi Taeggi
«Manca la bonifica, autorizzazioni illegittime». Il costruttore De Albertis: abbiamo i permessi


olevano costruire un «paradiso su una discarica». A Palazzo di Giustizia non usano giri di parole: «Il problema era grave e urgente», perché «sono state riscontrate irregolarità nella bonifica». Così ieri mattina Guardia forestale e polizia giudiziaria hanno messo i sigilli all'ex cava Geregnano, in zona Bisceglie. Un'area, in via dei Calchi Taeggi, di 260 mila metri quadrati, sulla quale sarebbe dovuto sorgere un nuovo quartiere per cinquemila abitanti. Molti appartamenti, quelli in cooperativa, acquistati sulla carta. I reati ipotizzati sono avvelenamento delle acque, omessa bonifica e gestione di discarica abusiva. Proprio su quest'area, infatti, dagli anni Sessanta, per trent'anni, sono stati scaricati un milione e 800mila metri cubi di rifiuti. La falda acquifera è già inquinata, secondo i rilievi dell'Arpa. E nei terreni a da mezzo metro fino a trenta di profondità si trovano metalli tossici, diossina e altre sostanze cancerogene.

Una bomba ecologica. «Era impensabile non intervenire», spiega il procuratore aggiunto Alfredo Robledo che coordina le indagini del pm Paola Pirrotta. A dare il via all'inchiesta, un esposto del comitato Calchi Taeggi e di Legambiente. Tra gli indagati ci sarebbero funzionari pubblici e rappresentanti delle società proprietarie dell'ex cava, cioè l'Acqua Pia Antica Marcia e la Residenze Parchi Bisceglie. La procura accusa il Comune di Milano «di aver dato autorizzazioni illegittime». In particolare quella che, anziché la bonifica dai costi elevatissimi, consente la «messa in sicurezza dell'area»: un telo di 1,5 millimetri su cui costruire delle sorte di palafitte, «un sistema di sbarramento per bloccare gli inquinanti».
Ma questa sorta di «tappo» per la magistratura è un provvedimento inadeguato, come si legge nel decreto di sequestro, che dovrà ora essere convalidato dal gip. Lo scorso ottobre, l'Asl in un rapporto aveva sottolineato la pericolosità del sito, negando alla società che cura la «messa in sicurezza» l'autorizzazione a rimuovere i monitoraggi dei gas interstiziali. «Tutto come previsto. La bonifica è fatta sotto l'osservazione degli enti preposti. Non abbiamo causato noi l'inquinamento, siamo trasparenti. Ci hanno approvato i progetti dopo tre anni di iter» dice Claudio De Albertis, uno dei titolari del piano di intervento, per il gruppo Residenze Parchi Bisceglie, respingendo ogni addebito. «Abbiamo fatto tutto secondo quanto prescritto da Comune, Asl, Arp e Provincia. E affidato la bonifica a una delle più importanti aziende al mondo», rilanciano anche dalla Società dell'Acqua Pia Antica Marcia, che fa capo al gruppo Bellavista Caltagirone.

Immediate le reazioni. Il verde Enrico Fedrighini chiede «più controlli». «Sia dato seguito ad un provvedimento da me proposto in commissione urbanistica e ambiente». E Alessandro Miano, di Assoconsumatori, aggiunge: «Tutti erano a conoscenza della impossibilità di bonificare il terreno radicalmente, Comune compreso, a quanto riferito da Consorzio Casa. Nelle immediate adiacenze sono in corso altre iniziative edilizie di grande impegno su terreni sfuggiti al sequestro ma che non si esclude siano in condizioni similari o per lo meno inquinate dalla vicinanza della ex cava».

Benedetta Argentieri e Paola D'Amico

Dal Corriere della Sera