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lunedì 24 maggio 2010

MILANO - Palazzo Marino vuole cancellare i tram


MOBILITA'
Palazzo Marino vuole cancellare i tram
la Lega: "Sono un simbolo, non toccateli"
Tecnici al lavoro sul Piano della mobilità che dovrà decidere le strategie dei prossimi dieci anni

Il Comune progetta la mobilità del futuro. E, dopo aver messo a punto il Piano di governo del territorio che stabilisce le regole per lo sviluppo urbanistico della città (ancora in discussione in consiglio comunale), ora studia il sistema dei trasporti, le strade, il nuovo fabbisogno dei posti auto e le ferrovie per la Milano del dopo Expo.

Una città dove i tram potrebbero essere sostituiti con mezzi elettrici su gomma, più silenziosi e altrettanto ecologici. Perché, come dice l’assessore Bruno Simini, «bisogna iniziare a pianificare la mobilità di domani: i tram in centro, fra dieci anni, saranno un’assurdità, meglio sostituirli con mezzi su ruote». Idea che però non piace per niente alla Lega. «I tram sono un simbolo della città. Devono essere salvati», risponde l’assessore leghista Massimiliano Orsatti.

Scenari futuri, in parte già progettati, in parte tutti da pensare. Ma il lavoro è già cominciato. La giunta ha assegnato all’assessore all’Urbanistica — già padre del Pgt — la preparazione del nuovo Piano urbano della mobilità che dovrà sostituire l’attuale Piano urbano del traffico, in scadenza a fine anno. Un indice di tutto quello che la città avrà bisogno per essere sostenibile fra dieci anni, partendo dall’esistente e dal già avviato, come la linea 5 della metropolitana, o le infrastrutture previste per Expo 2015. Un’indagine che richiederà tempo, ma il cui scheletro di base sarà pronto fra circa un mese. Di certo, nella mappa della mobilità futura rientra — almeno per ora — il tunnel Expo-Linate, la maxigalleria che da Rho-Pero condurrà all’aeroporto di Linate. Sempre che la trattativa tra Masseroli e l’opposizione sul Pgt non lo sfili definitivamente dai progetti di punta di Palazzo Marino.

Il tema dei tram è già emerso durante la riunione di giunta. In occasione della presentazione del progetto di potenziamento e razionalizzazione del trasporto pubblico che prevede lo spostamento di cinque linee dal centro, l’assessore ai Lavori pubblici, Bruno Simini, ha sollevato la questione della mobilità della città futura. «Non possiamo non porci il problema di come sarà la tecnologia fra cinque e dieci anni — ha detto l’assessore — Visto che gli investimenti si programmano con 35 anni di anticipo credo che la giunta debba iniziare a riflettere».

L’idea di Simini, che ha trovato d’accordo anche il sindaco Letizia Moratti e buona parte della giunta, è quella di salvare i tram solo là dove sono presenti le corsie riservate, come le tramvie, oppure come mezzi di trasporto per il turismo. «Ma nelle sedi stradali promiscue dove passano le auto — ha proseguito — andranno sostituiti con i mezzi elettrici su gomma, molto più accessibili anche dai disabili». A storcere il naso è stato solo l’assessore leghista all’Identità, Massimiliano Orsatti, che ha difeso i tram milanesi: «Una delle caratteristiche storiche di Milano — ha detto — Immaginare questa città senza tram è un po’ come pensarla senza il Duomo».

Nel frattempo, però, la rivoluzione delle linee dei tram, annunciata da tempo da Comune e Atm, per decongestionare il centro storico troppo spesso imbottigliato da mezzi in fila l’uno all’altro sta per partire. Terminate le consultazioni con i consigli di zona e le associazioni di utenti, l’informativa sulla razionalizzazione della rete tranviaria, sottoposta ieri alla giunta, prevede la diminuzione delle linee che passano in pieno centro: da sette scenderanno presto a cinque i collegamenti su rotaia che servono il collo di bottiglia delle vie Broletto-Orefici-Mazzini-Torino e piazza Cordusio, che con un passaggio al minuto nell’ora di punta oggi soffre di ingorghi ed è a rischio per la sicurezza.

Una rivoluzione che coinvolge cinque linee in tutto (2, 3, 19, 27 e 33), per le quali Atm e Comune hanno concordato percorsi nuovi. Già da giugno cominceranno gli interventi in città necessari ai nuovi tracciati da inserire, a partire di capolinea tutti da realizzare, come nel caso del 19 che farà un anello a Castello-Cairoli prima di fare retromarcia verso Roserio. Si lavorerà tutta l’estate, assicura Palazzo Marino, ma i passeggeri avranno ancora qualche mese prima di dover tener d’occhio nuovi percorsi e capolinea: l’entrata in vigore effettiva della rivoluzione dei tram sotto il Duomo è prevista tra settembre e l’autunno.

La Repubblica

2 commenti:

Marco Zanaletti ha detto...

L'idea di togliere i tram storici da Milano è l'ennesima evidenza dell'oscurantismo blasfemo di cui sono capaci le 'giuntucole' delle nostre città che di queste ultime e del paese intero non riescono a vederne l'essenza unica. Del resto, dopo lo scempio fatto alla Stazione Centrale e altri di cui non si riesce più a tenerne il conto, buttare i tram appare coerente con i futuri scempi e il fare spazio ai Libeskind o chi per essi che fanno giustamente i soldi grazie all'incompetenza e all'insensibilità dei loro committenti.

Paolo Nicolini ha detto...

"gnurant."... possibile che debba essere d'accordo con la Lega!
Lo scempio della Stazione Centrale rasenta l'assurdo... i tapis roulant in tutto il mondo servono per percorrere velocemente lunghi percorsi di collegamento negli aereoporti o tra stazioni della metropolitana; non viaggio più da tempo, ma cosa dire di chi è costretto a perder tempo per farsi a zig zag tutto il fronte della stazione, con lunghi tratti a piedi, dove qualche scala mobile in più avrebbe risolto qualsiasi problema?
Mi ricordo il Prof. Quaroni che dopo aver esaminato un progetto di composizione architettonica, esame degli ultimi anni di corso, progetto affascinante e piuttosto complesso di un Centro Congressi, chiese: "e i gabinetti dove stanno?"... bocciato.
Lo scempio della Stazione Centrale di Milano grida vendetta...