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mercoledì 19 maggio 2010
ROMA - Roma candidata alle Olimpiadi del 2020
IL VOTO DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEL CONI
Venezia non ha raggiunto i parametri minimi per concorrere. Il Veneto non ci sta. Bossi: «Ci diano le gare acquatiche». Alemanno: la sede non si può scomporre
È Roma la città italiana candidata alle Olimpiadi del 2020. Lo ha deciso a voto palese il Consiglio nazionale del Comitato olimpico riunito al Salone d'Onore del Coni: 9,2 contro i 5,3 di Venezia. Queste le parole ufficiali: «Il Consiglio nazionale del Coni delibera la città di Roma quale città italiana candidata ad ospitare la XXXII edizione dei Giochi Olimpici Estivi e la XVI edizione dei Giochi Paralimpici del 2020».
LE MOTIVAZIONI - Spazi più ampi. Maggiore capacità ed esperienza organizzativa. Strutture già esistenti come il Villaggio Olimpico, oltre ad impianti già costruiti o in fase finale di costruzione. Più poli per le gare, oltre al Villaggio Olimpico. Maggiore ricettività alberghiera. La Commissione di valutazione del Coni ha attribuito a Roma 32,3 su 35 di punteggio, mentre Venezia ha sommato 20,1 su 35 (quindi una valutazione in decimi rispettivamente di 9,2 per la Capitale e 5,7 per la città lagunare). Per tanto sulla base dei criteri Cio, Venezia non raggiungerebbe il parametro 6 (calcolato in decimi) per superare la soglia già individuata dal Cio per Rio 2016.
«CANDIDATI PER VINCERE» - La riunione è stata aperta dalla relazione del presidente del Coni Gianni Petrucci che ha detto: «Noi candidiamo una città per vincere non per partecipare. Sappiamo che le altre città concorrenti saranno agguerrite, ma noi ci chiamiamo Italia». E ancora: «Due candidature: tutte due belle e tutte e due affascinanti, non una contro l'altra. Noi abbiamo agito alla luce del sole: nessuno ha fatto pressioni. Io non ho chiamato nessuno, si alzi qualcuno e dica: mi ha telefonato il presidente del Coni. Oggi votiamo con serenità la delibera che la giunta ha approvato all'unanimità».
«ROMA LADRONA» - È del senatore della Lega Nord Giuseppe Leoni l'unico voto contrario espresso nel corso della votazione del Consiglio nazionale del Coni. Contrarietà espressa anche con il grido di battaglia della Lega: «Roma ladrona». Leoni ha poi aggiunto: «Ora ci hanno rubato anche le Olimpiadi».
LE TAPPE - Spiega invece Petrucci: «Diverse città avevano espresso il desiderio di ospitare i Giochi olimpici, siamo arrivati alla determinazione di due città: Roma e Venezia. Abbiamo stabilito in diverse tappe le procedure che il Coni intendeva seguire. Oggi non ci si può stupire di questo iter. La giunta del 21 ottobre ha nominato un comitato ristretto composto dalle massime autorità del Paese», dice Petrucci sottolineando la qualità della Commissione di valutazione. «Ne fanno parte quelli che io chiamo i colossi dello sport mondiale: Mario Pescante, Franco Carraro, Manuela Di Centa, Francesco Ricci Bitti e Ottavio Cinquanta. A questi aggiungiamo il dottor Pagnozzi, segretario generale dei Comitati olimpici europei, e Luca Pancalli, presidente del Comitato paralimpico. Sono fiero che dalla commissione non siano usciti i punteggi dei giudizi», dice ancora. «Questa commissione è garanzia di competenza. Quello che oggi andiamo a proporre è quello che fa il Cio. Abbiamo due candidature belle e affascinanti, oggi possiamo decidere con serenità». Il Codacons ha presentato un ricorso al Tar contro le Olimpiadi. «Noi abbiamo tempo per intervenire sull'argomento», conclude Petrucci.
IN CORSA - Roma è la candidata italiana per i Giochi del 2020. Ma ci sono ancora molti passi prima di arrivare ad una candidatura ufficiale. Una prima scrematura tra le cosiddette «wishing city» sarà nel 2011, quando la Commissione di valutazione del Comitato olimpico internazionale farà un primo giro di ricognizione ed assegnerà appunto le etichette di «città candidate». Nel luglio 2013, infine, sempre il Cio si riunirà a Buenos Aires per decidere la sede definitiva. Al momento altre candidature ufficiali non ci sono, ma Tokyo ci sta pensando, così come Madrid e Istanbul.
BOTTA E RISPOSTA BOSSI-ALEMANNO - Contro la decisione interviene anche Umberto Bossi. «Ora è necessario che Zaia tratti con il sindaco di Roma per vedere se Venezia può ottenere almeno i giochi acquatici», propone il leader della Lega. «Si può trattare» ha aggiunto e a chi gli chiedeva se non si vada, invece, a un muro contro muro tra le due città ha replicato ancora: «si può trovare una mediazione». Ma poco dopo gli risponde il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno: «No a giochi acquatici che non si svolgano a Roma, perché la sede olimpica non si può scomporre». Per Alemanno, Venezia «andrà compensata con un altro grande evento internazionale». Il sindaco ha poi aggiunto: «Ora non c'è spazio per le polemiche» e ha spiegato che non c'è stata una gara tra Roma e Venezia «è stata bocciata dal punto di vista tecnico in base a criteri scientifici». In pratica, secondo Alemanno, il Coni ha scelto se assegnare il ruolo di città designata a Roma. Alemanno ha cominciato la conferenza stampa a cui partecipano il presidente della Regione Lazio Renata Polverini, il presidente della Provincia Nicola Zingaretti, i ministri Andrea Ronchi e Giorgia Meloni, il sottosegretario Francesco Giro ed il presidente della Uir Aurelio Regina, mostrando la bandiera delle Olimpiadi del '60 che era stata collocata alle sue spalle.
SINDACO E GOVERNATORE DELUSI - «Insoddisfacente sia nel merito che nel metodo»: così giudica la decisione del Coni il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, dopo la sconfitta di Venezia. «Siamo assolutamente convinti che la proposta di Venezia non sia stata tenuta nella giusta considerazione e che, invece, avrebbe potuto rappresentare una novità seria per la qualità che esprime. Venezia, capitale universale della bellezza, è il miglior ambasciatore di tutto il nostro Paese nel mondo». Non si arrende il governatore, che considera la scelta un modo per penalizzare il Nord. «Sia chiaro - ha detto ancora Zaia - che non escludiamo un intervento formale in altre sedi. Garantisco inoltre che da oggi spulcerò personalmente l'intera documentazione voce per voce, sviscerando numeri, conti e promesse che sono alla base di una scelta che ritenere sbagliata è un eufemismo». Durissima la reazione del sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni: «Decisione già scritta che non può che lasciare l’amaro in bocca. Trovo questo modo di comportarsi del Coni vergognoso, che dimostra tutta l’insufficienza dei vertici dello sport italiano. E’ assolutamente ridicolo dire che Venezia non è in grado di gestire eventi internazionali quando è la città in Italia con più presenza di turisti, anche più di Roma».
«SCELTA CHE RISPECCHIA IL PAESE» - E anche l'ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari interviene: «Una scelta che rispecchia la situazione di questo Paese: anchilosata e appesantita, senza capacità di innovare, di riformare e di immaginare». Cacciari, veneziano, E definisce «una stupidaggine e un’idiozia totale» la proposta di Umberto Bossi. «Detto tutto ciò - conclude - tantissimi auguri a Roma: tifo affinché abbia la candidatura finale e speriamo bene».
Redazione Corriere della Sera
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