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lunedì 23 maggio 2011

MILANO - Scelto il logo per l'EXPO








Andrea Puppa è il vincitore del Concorso

E’ la scritta multicolore il nuovo logo di Expo2015. La votazione online ha premiato il disegno del trentenne milanese Andrea Puppa che è stato preferito all’uovo di Alice Ferrari. Un grande evento consacrerà il nuovo logo di Expo2015.

ROMA - Ponte della Musica, altro rinvio





GRANDI OPERE
Ponte della Musica, altro rinvio:
«Nessuna apertura, doghe fallate»
Rimandata già il 21 aprile. Il Comune: «L'inaugurazione della struttura è spostata al 31 maggio, problemi tecnici»

Rimandata un'altra volta. L'apertura del Ponte della Musica a tre giorni dall'annunciata inaugurazione del 21 maggio non ci sarà. E l'apertura era già slittata di un mese il 21 aprile, quando era stata annunciata in pompa magna, come un «regalo» per il 2764° Natale di Roma. Niente, neanche stavolta. E i lavori in effetti non dimostrano un grande livello di avanzamento: il cantiere tra lungotevere Flaminio e lungotevere Cadorna è ancora in alto mare.
«DOGHE DI LEGNO FALLATE» - Dalla segreteria dell'assessore all'Urbanistica Marco Corsini comunque assicurano: «L'apertura è rimandata al 31 maggio». E alla domanda di qual è il motivo del ritardo, la risposta è «Doghe di legno fallate che giungevano dall'estero». La notizia un po' stringata finisce qui. E il ponte rimane chiuso.

LA POLEMICA TRA MARCO E MARCO - La notizia arriva il giorno dopo il botta e risposta tra il segretario romano del Pd Marco Miccoli e l'assessore Marco Corsini. «Falsa inaugurazione» è l'accusa di Miccoli che vuol difende il lavoro compiuto dall'amministrazione di sinistra che il ponte della Musica lo ha progettato ma non ha fatto in tempo a finirlo. E per protesta ha annunciato un «suo» personale taglio del nastro il 20 maggio, il giorno prima della (fino a ieri) inaugurazione. «In quella occasione denunceremo tutte le prossime false inaugurazioni del sindaco Alemanno, come la Stazione Tiburtina, Tor Vergata e la Nuvola di Fuksas. Tutte opere ideate, progettate e finanziate dalle giunte di centrosinistra». «Miccoli, come al solito parla senza essere ben informato» ha risposto dal canto suo Corsini. «Le opere della sinistra sono rimaste sulla carta, noi le rendiamo fattibili». L'assessore fa riferimento a Piazza Augusto Imperatore «riqualificazione chiusa nel cassetto e rispolverata dalla Giunta Alemanno» e al sottopasso di Lungotevere in Augusta per la sinistra, era addirittura irrealizzabile. «A Miccoli vorrei anche ricordare che abbiamo sbloccato opere in stallo come la riqualificazione dei Mercati Generali» ha poi concluso.



PRESTO IL VIADOTTO DELLA SCIENZA - Lungo 190 metri, con due archi dalla luce di 160 metri, il Ponte della Musica è un'opera avviata dalle precedenti amministrazioni (con Rutelli e Veltroni) e costata 8 milioni di euro. La sua apertura sarà seguita, annuncia Corsini, «entro la fine dell'anno» da quella del Ponte della Scienza.
Lo scorso novembre, Corriere.it aveva pubblicato - in una gallery fotografica che vi riproponiamo qui sopra - le prime immagini del ponte in avanzata fase di costruzione. Il ponte collegherà le moderne architetture di Piano (Auditorium), della Hadid (Maxxi), di Nervi (Palazzetto dello Sport) e di Libera (Villaggio olimpico) al razionalismo di Del Debbio e Moretti (Casa delle Armi) in area Foro Italico.
Previsto fin dal Piano regolatore del 1916, nato da un concorso internazionale del 1999, ha visto la posa della prima pietra con l'attuale amministrazione Alemanno.
DA PEDONALE A PERCORRIBILE IN AUTO - Il ponte inizialmente immaginato ciclo-pedonale e successivamente modificato per consentire anche il passaggio di tram e veicoli, collegherà il Lungotevere Flaminio, in riva sinistra, in corrispondenza di Piazza Gentile da Fabriano, al vertice del tridente formato da Via Guido Reni, viale Pinturicchio e viale del Vignola con il lungotevere Maresciallo Cadorna, lungo la riva destra del fiume.
«La soluzione proposta – spiegano gli autori del progetto – è caratterizzata dall’inclinazione dei due archi rispetto al piano verticale e dall’assenza di un loro collegamento orizzontale nella zona sovrastante l’impalcato. Ciò consente una particolare leggerezza dell’immagine architettonica e l’eventualità di separare una corsia carrabile centrale dai due percorsi pedonali che si affacciano senza ostacoli sul fiume. Le imposte in calcestruzzo armato che riportano alle fondazioni le spinte degli archi proseguendone lo sviluppo fino al suolo, sono utilizzate anche come elementi di collegamento tra il piano di calpestio del ponte e le rive attrezzate del Tevere. L’accessibilità è favorita dall’assenza di raccordi in pendenza a scale e la sezione dell’impalcato consente una ottimale flessibilità d’uso del ponte»

Manuela Pelati

dal Corriere della Sera

MILANO - Finalmente il DRITTO

Possiamo affermare che finalmente sono partiti i lavori per la palificazione delle fondamenta per la torre di Isozaki "il Dritto", il grattacielo di 220 metri d'altezza, ci han detto che a settembre la base della torre sarà a buon punto e partiranno i pilastri per la torre vera e propria.



giovedì 19 maggio 2011

ROMA - La statua di Wojtyla abbraccia Termini




L'opera inaugurata ieri a molti non piace. Il sindaco: "È suggestiva". "Il corpo vuoto non lo vogliamo" dice la gente. Il cardinal Vallini: "È il cuore grande del Papa"
di LAURA SERLONI

Svetta in piazza dei Cinquecento la statua dedicata a Giovanni Paolo II. Alta più di cinque metri, fusa in bronzo con una patina color argento dove domina il verde. La scultura, opera dell'artista Oliviero Rainaldi, vuole rappresentare il senso dell'accoglienza. E non a caso è stata scelta la stazione Termini, già intitolata nel 2006 al pontefice, per ricordare a viaggiatori e pellegrini che Roma è stata per più di vent'anni la sua città. Si chiudono così, con l'inaugurazione e il concerto serale all'auditorium della Conciliazione, gli eventi per la beatificazione di Wojtyla.

L'opera, donata dalla fondazione Silvana Paolini Angelucci, è ispirata alla storica foto scattata nell'aula Paolo VI nel novembre del 2003 in occasione dell'udienza concessa ai membri e ai collaboratori del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari. È proprio in quell'occasione che Wojtyla avvolse scherzosamente con il mantello un bambino seduto su un gradino accanto a lui. "La stazione Termini è la porta d'accesso a Roma - sottolinea il sindaco Gianni Alemanno - certo un luogo difficile, pieno di contraddizioni. Il posto migliore per collocare la statua che accoglierà e proteggerà tutti. L'opera è bella e muove la fantasia".






Non tutti però la pensano così. Tanto che appena è stato tirato via il telo bianco a copertura della statua, lì davanti il primo cittadino, il ministro dei Trasporti Altero Matteoli e il cardinale Agostino Vallini, tra le persone è serpeggiato un moto di delusione. E i giudizi negativi hanno prevalso: "Questa statua non la vogliamo, la devono togliere - protesta un'anziana signora - è vuota, sembra una scatola e ci fa vergognare con i turisti". E il corpo vuoto non piace. "D'inverno ci dormiranno gli zingari lì dentro, il senso di accoglienza è garantito", ironizza Paolo Torpei. E persino un sacerdote si lascia sfuggire un commento: "Non mi piace assolutamente, sembra una garitta dei militari, peraltro sventrata". È il messaggio però quello che conta di questa scultura dal titolo "Conversazioni". Lo ribadisce il cardinal Vallini: "Il rischio di questo nostro tempo è quello di chiudersi mentre abbiamo bisogno di aprirci. E l'opera rappresenta quello che era Giovanni Paolo II, un uomo che aveva un cuore immenso, aperto sul mondo e che accoglieva tutti".

Da La Repubblica

ROMA - Metrò: verso il calvario dell'estate 2011 linea A chiusa e «spezzata» per un mese


Trenta giorni di stop ai treni fra Termini e Colli Albani per completare le infrastrutture del nodo di scambio con la «C» a San Giovanni. E continua il blocco dalle 21


Disagi e ritardi: per i pendolari e i turisti in viaggio sulla linea A della metropolitana romana si prospetta un’estate difficile: 32 giorni di passione, causa cantieri. Perché per realizzare i lavori della nuova stazione di San Giovanni, dove avverrà lo scambio con la nuova linea C - che sarà al di sotto dell’attuale percorso della metropolitana numero uno - la società di gestione sarà costretta ad osservare un intero mese di chiusura su un lungo tratto del percorso. Si tratta della sezione che va da Termini e Colli Albani, chiusa dal 30 luglio al 29 agosto, e per i primi 5 giorni si tratterà di un chiusura totale che va a sommarsi alla chiusura serale alle 21 tuttora in vigore.


«IMPATTO CONTENUTO» - Come ha annunciato l’assessore alla Mobilità è stato scelto il periodo di agosto, perché considerato quello di minore impatto sugli spostamenti dei cittadini. Così Roma Metropolitane adesso fa sapere che il nuovo programma lavori del cantiere presso la stazione San Giovanni «obbligherà una variazione di esercizio della Linea A». Anche in relazione ai servizi sostitutivi da effettuare con mezzi di superficie, «si è convenuto – prosegue la società che gestisce le metropolitane - il blocco debba riguardare il periodo compreso tra il 30 luglio e il 29 agosto con ripresa dell’esercizio il 30 agosto, quindi con il minimo impatto possibile sulla mobilità».

DUE TRONCONI A FASI ALTERNE - Una chiusura in due fasi, su due distinti tronconi, che avrà l’apice nei primi giorni di agosto. Perché dal 1° al 5° giorno (30 luglio-3 agosto) ci sarà la chiusura totale dell’esercizio della Linea A da Anagnina a Termini; dal 6° al 31° giorno (4-29 agosto) chiusura completa della tratta Furio Camillo-Termini, ovvero riapertura all’esercizio della tratta Anagnina-Colli Albani; dal 32° giorno (30 agosto) riapertura totale all’esercizio della Linea A nell’intera sua lunghezza.
Resta poi invariata la chiusura serale alle 21.00 dell’intera Linea A, già in corso, in virtù della quale si stanno eseguendo i micropali di fondazione su cui saranno montati gli impalcati di sostegno dei binari. «L’Agenzia Roma Servizi per la Mobilità, Atac e le UITS del I° e IX Gruppo di Polizia Municipale definiranno il piano dei servizi sostitutivi del trasporto pubblico – spiega ancora Roma Metropolitane - corredato degli interventi agli itinerari e alle fermate in grado di garantire fluidità e sicurezza dell’esercizio».

LINEA SPEZZATA IN DUE - Traduzione: per quasi tutto il mese di agosto la linea “A” sarà praticamente spezzata in due; da Mattia Battistini si arriverà con facilità fino a Termini, ma poi saranno dolori. Perché fra la principale stazione ferroviaria capitolina e Colli Albani si potranno prendere solo le «navette» prima di risalire sui treni a Colli Albani.
«L’impatto sui cittadini visto il mese sarà minimo», è fiducioso Antonello Aurigemma: ma visti i tempi di crisi e le tendenze degli ultimi tempi a non andare in vacanza non è detto che sarà proprio così.

DUE PONTI SOTTERRANEI - Impegnativi i cantieri a San Giovanni, dove «sarà realizzata la stazione della Linea C sotto quella della Linea A – spiega Roma Metropolitane - sono in corso lavori con lo scopo di realizzare due ponti sotterranei metallici di sostegno dei binari della esistente Linea A che consentano di realizzare le lavorazioni della Linea C al di sotto di essi senza provocare alcun cedimento dei binari stessi».
In particolare, gli interventi da eseguire sono: montaggio dei ponti di sostegno di entrambi i binari, pari e dispari, della Linea A; interventi di impermeabilizzazione delle calotte di galleria della Linea A. Per questo la fase finale dei lavori rende necessario attuare la chiusura della stazione e la sospensione del transito ferroviario: ma grazie alle soluzioni tecniche adottate è stato possibile contenere l’interruzione a 30 giorni rispetto alle previsioni iniziali di 45 giorni.

Lilli Garrone  dal Corriere della Sera

mercoledì 18 maggio 2011

TORINO - Mario Cucinella firma il campus zero-emission per lo IED




Lo IED - Istituto Europeo di Design ha scelto il concept zero emission di MCA - Mario Cucinella Architects quale vincitore del concorso internazionale per la progettazione del suo nuovo campus universitario torinese.

La struttura da 15milioni di euro sorgerà nell'area industriale dismessa della storica Carrozzeria Ghia (famosa per aver prodotto, a partire dal 1918, componenti per Fiat, Volkswagene Renault). Il diritto di superficie del sito, per un periodo di 99 anni, è stato ufficialmente concesso dal Comune di Torino allo IED lo scorso 3 maggio. Il lotto, di forma triangolare, è affiancato da binari e scali ferroviari che una volta servivano l’ex stabilimento industriale.

“Dei 12.700 m² di superficie totale, 9.500 m² saranno destinati ad ospitare la biblioteca, le sale lettura, gli uffici e le residenze per gli studenti, mentre il parcheggio e i giardini occuperanno il resto della superficie. La torre destinata alle residenze per gli studenti rappresenta un forte simbolo architettonico e crea un collegamento visivo con la città di Torino. A fianco dei vecchi magazzini, rinnovati e migliorati, sarà realizzato un parcheggio basso la cui copertura funge da spazio pubblico sopraelevato con passerelle, giardini, fontane e zone destinate allo sport – spiegano da MCA.

Costruito ex novo, il volume dello studentato accoglierà 180 posti letto. La forma dell’edificio ricorda quella di una stretta lama, lunga 75 metri ed alta 41, sviluppata su 12 livelli, per complessivi 4.400 metri quadrati. A piano terra la struttura accoglierà una grande piazza-giardino aperta al pubblico, pensata per ospitare iniziative e manifestazioni organizzate allo IED.  Aule didattiche, uffici, una biblioteca da 40.000 volumi e un laboratorio gastronomico sono invece inseriti in una nuova piastra orizzontale, ampia oltre 9mila mq.

“Le strategie bioclimatiche adottate raggiungono l’obiettivo di portare a zero le emissioni di CO2. L’energia utilizzata per la climatizzazione, necessaria esclusivamente negli spazi per gli uffici e per la scuola, è ottenuta grazie ai pannelli fotovoltaici integrati nell’architettura dell’edificio. Le contenute dimensioni del lotto hanno condizionato l’orientamento degli edifici, la disposizione dei fronti principali e di conseguenza le strategie  bioclimatiche passive. Il trattamento differenziato della pelle esterna è mirato a ottimizzare il corretto funzionamento dei diversi fronti: sul fronte ovest è prevista una pelle schermante in grado di ridurre il surriscaldamento estivo mentre una membrana permeabile al vento e al sole invernale sarà messa in campo sul fronte est”, spiegano da Mario Cucinella Architects.

Secondo quando annunciato dallo IED, il campus sarà inaugurato con l’avvio dell'anno accademico 2013-2014.

Da www.archiportale.com

giovedì 12 maggio 2011

MILANO - Presentato il progetto della Casa della Memoria



A Milano la Casa della Memoria sarà un prisma a base rettangolare, semplice e compatto, alto più di 17 metri. Rivestito di mattonelle di cotto sulle quali verranno rappresentati i testimoni della tragica storia del Novecento. Così si presenta il rendering dello studio genovese Baukuh, che ha vinto con il suo progetto - sbaragliando gli altri concorrenti, cinque studi di architetti under 40, finalisti tra ottanta professionisti che hanno partecipato al concorso - il bando promosso dal Comune con Hines Italia. L'edifico sorgerà nel quartiere Isola, all'interno della riqualificazione urbanistica di Porta Nuova. Voluto per raccogliere, conservare e divulgare la memoria storica di Milano attraverso le associazioni che qui verranno ospitate.

Da La Repubblica

martedì 10 maggio 2011

MILANO - C’è la cordata per la linea 4







Lunedì sono state aperte in Comune le buste con le offerte economiche: il raggruppamento d’imprese guidato da Impregilo ha superato la concorrenza ed entro luglio, salvo sorprese, aprirà i cantieri per il nuovo metrò dallo scalo di Linate a San Cristoforo Fs. Il metrò blu. La scadenza è un imperativo. Aprile 2015, vigilia di Expo. Ma sarà una corsa contro il tempo. In meno di quattro anni dev’essere scavato un unico tunnel di 14,2 chilometri, più largo rispetto all’ipotesi iniziale, che consenta ai treni di viaggiare su due livelli. La macchina organizzativa sarà costretta a un surplus di forza e di costi: minatori su tre turni, 24 ore su 24, in più punti contemporaneamente, per spingere le talpe meccaniche nel sottosuolo della città. Letizia Moratti è «soddisfatta» e certa che «questi lavori contribuiranno a completare la M4 nei tempi previsti: è un’infrastruttura nevralgica per lo sviluppo di Milano anche in vista di Expo». È un’opera progettata per un’altra Milano. Epoca Albertini, dieci anni fa. Il finanziamento pubblico (1,2 miliardi di euro su 1,69) è coperto dal novembre 2009, ma l’assegnazione dell’appalto e l’avvio dei cantieri sono stati di volta in volta rinviati. Fine 2008. Entro il 2009. Primavera 2010. Poi dicembre. Poi aprile 2011. Il via libera della giunta risale al 29 novembre scorso, ma l’aggiudicazione sarà ufficializzata a fine mese e la convenzione tra Palazzo Marino e il gruppo Impregilo, Atm, Ansaldo, Astaldi e Sirti verrà firmata - nel caso filasse tutto liscio - solo il prossimo novembre. L’infrastruttura sarà costruita in project financing: le aziende avranno la concessione della M4 per trent’anni. Ventuno stazioni. L’ultima periferia Ovest di Milano collegata al margine Est. Dalla stazione ferroviaria di San Cristoforo il metrò punta il centro, bypassa l’Olona, poi entra nei Bastioni, incrocia le fermate di Sant’Ambrogio (linea verde), Crocetta (gialla) e San Babila (rossa). Lungo via Santa Sofia e via Francesco Sforza ricalca il percorso del Naviglio interno (chiuso e sepolto alla fine degli anni Sessanta). Dopo piazza Tricolore tira dritto in Dateo, Susa, Argonne. In viale Forlanini corre in superficie. Per raggiungere il capolinea passa nei confini di Segrate e Peschiera Borromeo. Ferma a Linate. «Siamo confidenti - dice il presidente Atm Elio Catania - che al termine delle valutazioni della Commissione si confermerà l’aggiudicazione al nostro raggruppamento». Impregilo e soci avrebbero ottenuto più punti perché si sono impegnati a finire l’intera opera nel 2015, nonostante il bando indicasse l’inizio del 2017 come data ultima di consegna. La coalizione concorrente - composta dalla società Pizzarotti, le francesi Thales e Ratp, la spagnola Caf e la tedesca Siemens - aveva presentato un progetto radicalmente diverso: due gallerie separate, una per ogni direzione di marcia dei treni. La prima gara era stata annullata. L’analisi delle offerte tecniche è durata cinque mesi. Le verifiche economiche si prenderanno settimane. Ma il risultato pare già scritto. Sarà il metrò blu. Opera infrastrutturale connessa ad Expo e inserita nel dossier di registrazione consegnato al Bie di Parigi, alla pari della linea 5 Bignami-San Siro (già in cantiere e parzialmente in funzione dal 2012): «A regime, il metrò 4 eliminerà 14 milioni di spostamenti di auto private all’anno». Nella sintesi dell’amministrazione: «Meno traffico, meno smog». Con più soldi, però. Per velocizzare la costruzione della M4 e assicurare l’inaugurazione in tempo per l’Expo sarà necessario un investimento extra di circa 100 milioni di euro. Armando Stella 10 maggio 2011] MILANO - C'è la cordata per la linea 4. Lunedì sono state aperte in Comune le buste con le offerte economiche: il raggruppamento d'imprese guidato da Impregilo ha superato la concorrenza ed entro luglio, salvo sorprese, aprirà i cantieri per il nuovo metrò dallo scalo di Linate a San Cristoforo Fs. Il metrò blu. La scadenza è un imperativo. Aprile 2015, vigilia di Expo. Ma sarà una corsa contro il tempo. In meno di quattro anni dev'essere scavato un unico tunnel di 14,2 chilometri, più largo rispetto all'ipotesi iniziale, che consenta ai treni di viaggiare su due livelli. La macchina organizzativa sarà costretta a un surplus di forza e di costi: minatori su tre turni, 24 ore su 24, in più punti contemporaneamente, per spingere le talpe meccaniche nel sottosuolo della città. Letizia Moratti è «soddisfatta» e certa che «questi lavori contribuiranno a completare la M4 nei tempi previsti: è un'infrastruttura nevralgica per lo sviluppo di Milano anche in vista di Expo».









È un'opera progettata per un'altra Milano. Epoca Albertini, dieci anni fa. Il finanziamento pubblico (1,2 miliardi di euro su 1,69) è coperto dal novembre 2009, ma l'assegnazione dell'appalto e l'avvio dei cantieri sono stati di volta in volta rinviati. Fine 2008. Entro il 2009. Primavera 2010. Poi dicembre. Poi aprile 2011. Il via libera della giunta risale al 29 novembre scorso, ma l'aggiudicazione sarà ufficializzata a fine mese e la convenzione tra Palazzo Marino e il gruppo Impregilo, Atm, Ansaldo, Astaldi e Sirti verrà firmata - nel caso filasse tutto liscio - solo il prossimo novembre. L'infrastruttura sarà costruita in project financing: le aziende avranno la concessione della M4 per trent'anni. Ventuno stazioni. L'ultima periferia Ovest di Milano collegata al margine Est. Dalla stazione ferroviaria di San Cristoforo il metrò punta il centro, bypassa l'Olona, poi entra nei Bastioni, incrocia le fermate di Sant'Ambrogio (linea verde), Crocetta (gialla) e San Babila (rossa). Lungo via Santa Sofia e via Francesco Sforza ricalca il percorso del Naviglio interno (chiuso e sepolto alla fine degli anni Sessanta). Dopo piazza Tricolore tira dritto in Dateo, Susa, Argonne. In viale Forlanini corre in superficie. Per raggiungere il capolinea passa nei confini di Segrate e Peschiera Borromeo. Ferma a Linate.

«Siamo confidenti - dice il presidente Atm Elio Catania - che al termine delle valutazioni della Commissione si confermerà l'aggiudicazione al nostro raggruppamento». Impregilo e soci avrebbero ottenuto più punti perché si sono impegnati a finire l'intera opera nel 2015, nonostante il bando indicasse l'inizio del 2017 come data ultima di consegna. La coalizione concorrente - composta dalla società Pizzarotti, le francesi Thales e Ratp, la spagnola Caf e la tedesca Siemens - aveva presentato un progetto radicalmente diverso: due gallerie separate, una per ogni direzione di marcia dei treni. La prima gara era stata annullata. L'analisi delle offerte tecniche è durata cinque mesi. Le verifiche economiche si prenderanno settimane. Ma il risultato pare già scritto. Sarà il metrò blu. Opera infrastrutturale connessa ad Expo e inserita nel dossier di registrazione consegnato al Bie di Parigi, alla pari della linea 5 Bignami-San Siro (già in cantiere e parzialmente in funzione dal 2012): «A regime, il metrò 4 eliminerà 14 milioni di spostamenti di auto private all'anno». Nella sintesi dell'amministrazione: «Meno traffico, meno smog». Con più soldi, però. Per velocizzare la costruzione della M4 e assicurare l'inaugurazione in tempo per l'Expo sarà necessario un investimento extra di circa 100 milioni di euro.

Armando Stella Dal Corriere della Sera

venerdì 6 maggio 2011

MILANO - Metrò, il primo viaggio della linea 5






Viaggio di collaudo per la nuova metropolitana 5, la cui prima tratta, da Bignami a Zara, entrerà in funzione nell'aprile del 2012. Il percorso dell'intero tracciato servirà 19 stazioni, da Bignami a San Siro, ed entrerà in funzione il 30 aprile del 2015, alla vigilia della cerimonia inaugurale dell'Expo. Ma già nell'estate del 2013 la linea raggiungerà il cruciale snodo di interscambio di Garibaldi FS. Al primo viaggio della linea lilla hanno partecipato anche il sindaco Letizia Moratti, il numero uno di Atm, Elio Catania, e i vertici di Astaldi-Ansaldo Sts. La MM5 sarà la prima metropolitana italiana senza guidatore su ferro: le porte dei treni si apriranno sulle banchine in perfetta corrispondenza dei varchi, in modo da rendere impossibili incidenti o suicidi di passeggeri sui binari. Il funzionamento dei treni driverless sarà governato dalla control room di Bignami, dove gli addetti potranno monitorare in tempo reale anche la sicurezza dei passeggeri grazie a un sofisticato sistema di videosorveglianza all'interno di tutti i vagoni. L'investimento complessivo dell'opera, i cui lavori si sono iniziati nel 2007, è di 1,4 miliardi di euro

Da La Repubblica

giovedì 5 maggio 2011

TORINO - Mole "oscurata", Comune contro Soprintendenza



L'assessore Viano: stufi delle loro retromarce




andrea rossi da La Stampa


Dopo un mese di polemica contro il «mostro» che oscura la Mole - così residenti e ambientalisti hanno ribattezzato il palazzo moderno che sorgerà tra via Ferrari e via Riberi - l’assessore all’Urbanistica Mario Viano, uno che non le manda a dire, ha perso la pazienza. E ha deciso di passare al contrattacco. «Siamo un po’ stufi di trovarci alle prese con una Soprintendenza che prima detta le linee, prescrive, e poi si smarca. Ci dicano che cosa vogliono fare».

Sbollita la rabbia ha preso carta e penna e scritto una lettera, giusto per sgomberare il campo da alcuni equivoci. Primo: «Nessun abominio: semplicemente si è deciso di sostituire un’edificazione obsoleta in un lotto urbano, secondo le regole di costruzione della città storica».  Secondo: gli uffici dell’Urbanistica hanno agito in piena sintonia con il piano regolatore del 1995 e con tutti quelli che l’hanno preceduto, dall’inizio del Novecento. «La variante non modifica in alcun modo le “regole” che riguardano le altezze massime e gli allineamenti delle costruzioni». Insomma, stessa altezza e stesso ingombro dei palazzi circostanti.

Con la terza annotazione Viano si toglie il primo sassolino dalle scarpe: è stata la Soprintendenza a chiedere la modifica del progetto che oggi scatena proteste e raccolte firme. «Hanno chiesto di salvaguardare il cono visuale sulla Mole da via Sant’Ottavio. Una visuale, va detto, non storicamente costituita, ma semplicemente riscontrata nei fatti, e tuttavia ritenuta degna di salvaguardia». Dopo non poche mediazioni con i progettisti dello studio «Negozio Blu» si è raggiunto l’accordo, con la benedizione dalla Soprintendenza: il nuovo edificio non avrebbe oscurato la vista sulla Mole da via Sant’Ottavio; in compenso l’ala che non interferiva con il monumento avrebbe potuto essere sopraelevata.

Nella trattativa il Comune non toccò palla. Non era nemmeno parte in causa. Decisero tutto Soprintendenza e progettisti. Ecco perché il tira e molla degli ultimi giorni a Palazzo di Città ha sollevato un bel po’ d’irritazione. E la possibile marcia indietro della Soprintendenza - motivata dalla rivolta contro l’edificio - ha creato non poco fastidio. «Se la Soprintendenza deciderà di tornare al progetto “ordinario” noi siamo disponibili», ripete Viano. Purché - è il ragionamento del Comune - la si smetta di addossare le responsabilità a chi ha messo a punto la variante. O di gridare al sacrilegio.

Nella sua lettera l’assessore passa al contrattacco: «Tutti i piani regolatori del Novecento hanno trattato gli isolati adiacenti la Mole in termini ordinari, secondo le regole che hanno costruito la città storica: altezza stabilita in rapporto alla larghezza delle vie, e costruzione in cortina continua sul fronte strada. La Mole è stata realizzata su un isolato urbano “ordinario”, non su una piazza o su una spianata, e come parte del tessuto urbano è sempre stata “vissuta”».

Insomma, per Palazzo Civico qualcuno ha voluto montare una tempesta in un bicchier d’acqua. E altri - la Soprintendenza - che pure avevano avallato, anzi indotto, la soluzione oggi contestata, ora sembrano fare marcia indietro lasciando il Comune con il cerino in mano. A Palazzo di Città non ci stanno, rivendicano di aver agito secondo le regole, sbandierano i piani regolatori. «Il fatto che l’angolo in questione non sia stato costruito in passato secondo le regole previste dal piano regolatore, è un puro “accidente della storia”», chiosa Viano. «Nulla ha a che fare con la preservazione di visuali altro».