Un modello di filobus-tramvia su gomma e sullo sfondo Palazzo Barbieri: da anni si discute sul progetto, entro l'anno l'appalto
TRASPORTI E CANTIERI. L'amministrazione comunale detta i tempi dell'opera, ottenuta la certezza di disporre del finanziamento statale che veniva dato per perso. Ma Lega e assessore Corsi ribattono ai consiglieri Pd: «Si dimettano loro, in 5 anni la tramvia non è partita»
Verona. I 125 milioni di contributo statale sono tornati, dopo che parevano destinati ai terremotati dell'Abruzzo, e per il filobus il cronometro parte. Così, almeno, assicura l'assessore alla mobilità, Enrico Corsi. Entro l'anno, dice, «vogliamo appaltare l'opera e in tre anni contiamo di far funzionare il filobus». Cioè un mezzo pubblico su ruote, a trazione elettrica, che si sposterà su due tratti per totali 24 chilometri, con fili fuori dal centro storico e senza fili all'esterno, dove procederà con un generatore a diesel o metano. Costerà 143 milioni, 86 dei quali, cioè il 60 per cento, saranno coperti dal contributo statale (i 125 avrebbero infatti coperto il 60 della tramvia, circa 210 milioni), gli altri 57 dal Comune.
Annunciando il cronoprogramma Corsi però si toglie il sassolino dalla scarpa. Anzi, un macigno, dopo aver temuto il peggio — alla notizia del contributo cancellato — e dopo che i consiglieri del Pd Pozzerle, Uboldi, Sartori e Albrigi, data la notizia, gli avevano chiesto di dimettersi. «Si dimettano loro, dall'ex sindaco e ora consigliere Zanotto ai suoi colleghi del Pd», tuona Corsi, «visto che in cinque anni di amministrazione non hanno attuato la tramvia, voluta dall'amministrazione di Verona 17 anni fa. Meglio così, visto che sarebbe stata un'opera devastante per la città, con troppi cantieri».
L'assessore porta con sè copia della delibera sulla tramvia e documentazione della scorsa amministrazione, come un parere del dirigente del settore bilancio sul piano economico finanziario. «Dal parere, del 4 aprile 2007, risulta che la scorsa amministrazione considerò la tramvia non sostenibile dal punto di vista finanziario», precisa Corsi, che cita poi il verbale della seduta di Giunta del 13 aprile 2007, un mese prima delle elezioni amministrative. «L'allora assessore alla viabilità Pozzerle riferiva alla Giunta sul piano economico della tramvia e dopo il dibattito, con particolare riferimento alle politiche di bilancio e dopo il parere del dirigente del settore bilancio, la Giunta stabiliva di rinviare l'argomento a una seduta successiva, che non c'è mai stata».
Tutto è bene quel che finisce bene? Tutt'altro. O meglio, Così non è per Corsi e i suoi colleghi di partito leghisti, a cominciare dal capogruppo in Consiglio Barbara Tosi, e dai deputati Matteo Bragantini, segretario provinciale, Alessandro Montagnoli e Francesca Martini. Riuniti in municipio per ribattere all'opposizione, ma anche al centrodestra. «Ci siamo subito attivati, come deputati e con il nostro capogruppo al Senato Bricolo, per recuperare i soldi e ci siamo riusciti», dice Bragantini, «e poi abbiamo anche presentato un emendamento per ottenere i 46,9 milioni per completare la Transpolesana fino in città. La Lega porta a casa risultati». Montagnoli: «Questa è una risposta al sottosegretario Giorgetti che aveva attaccato l'assessore Corsi per aver perso i soldi». La Martini, sottosegretario alla salute: «Avanti con la filovia, un mezzo moderno di trasporto che tutela la salute».
Enrico Giardini - L'Arena
Nessun commento:
Posta un commento