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lunedì 30 novembre 2009
MILANO - Breath Building - Geox Tower
Nuova scheda su Urbanfile sulla misteriosa Geox Tower, il nuovo negozio della Geox in ristrutturazione in via Torino.
Dante O. Benini & Partners Architects
venerdì 27 novembre 2009
MILANO - Bondi: «La Grande Brera al via nel 2011 e pronta per l'Expo»
LE RESISTENZE DEI DOCENTI E DEGLI ALLIEVI: «INADEGUATA LA CASERMA DI VIA MASCHERONI»
Il ministro: «Pieni poteri a Mario Resca. Il progetto sia inserito tra le celebrazioni per l'Unità d'Italia»
MILANO - Il ministro dei beni culturali Sandro Bondi ha proposto di inserire i lavori per la Grande Brera di Milano nell'ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Lo ha riferito lo stesso ministro, dopo che il comitato interministeriale ha approvato, venerdì mattina subito dopo il consiglio dei ministri, il programma presentato da Bondi per le celebrazioni in programma nel 2011. Bondi ha l'intenzione di dare pieni poteri a Mario Resca, direttore generale per la valorizzazione del patrimonio culturale, per arrivare all'avvio dei lavori nell'anno delle celebrazioni, appunto il 2011, e alla loro conclusione per l'Expo del 2015.
LA PROPOSTA DI BONDI - «Proporrò al presidente del Consiglio, in tempi brevissimi - ha precisato Bondi - un'ordinanza per dare pieni poteri al dottor Mario Resca, direttore generale del mio ministero, per riuscire finalmente a risolvere le numerose questioni che sono sul tappeto, reperire le risorse anche da importanti istituzioni private e cominciare i lavori, che dovranno essere avviati per le celebrazioni dell'Unità d'Italia e conclusi per l'Expo Universale del 2015».
IL VERTICE - Il progetto «Grande Brera», con ampliamento della Pinacoteca e trasferimento degli studenti dell'Accademia in un'altra sede, è atteso da quarant'anni, tra annunci, pro getti scartati, passi falsi e pole miche. Mercoledì scorso c'è stato un vertice con i rappresentanti ministeriali di Difesa, Beni cul turali e Istruzione, Comune, Provin cia e Regione, Demanio civile e militare: si è deciso che in meno di due anni l'Accademia pagherà 800 mila euro, lascerà 3 mila metri quadri nella sede storica di via Brera, con sentirà il raddoppio della Pinaco teca e si approprierà di circa 8 mi la metri quadri nella caserma Magenta di via Mascheroni. Sono però contrari il direttore Gastone Mariani, do centi e studenti: «Il trasferimen to è un sacrificio inaccettabile, che calpesta la storia. Gli spazi nella caserma sono insufficien ti. Dateci Palazzo Cusani o Palaz zo Citterio, sempre a Brera». Gli allievi hanno organizzato anche un sit-in: «È sbagliato distruggere il com plesso culturale teresiano, di fenderemo l’arte di Brera».
Dal Corriere della Sera
ROMA - MILANO - SMOG
NELLA CAPITALE POLVERI SOTTILI A LIVELLI DI GUARDIA
Smog, ottavo giorno di divieti Proteste di ciclisti e Legambiente Si fermano anche venerdì, dalle 7.30 alle 20.30 tutti i veicoli inquinanti all'interno della fascia verde
ROMA - Ottavo giorno di stop per i veicoli inquinanti. E' ancora allarme smog nella Capitale, dove anche venerdì, dalle 7.30 alle 20.30, non potranno circolare all'interno della fascia verde i mezzi (compresi i veicoli commerciali) a benzina e diesel «euro 0», moto e ciclomotori a due tempi «euro 0», veicoli diesel «euro 1» e «euro 2» e perfino le minicar, diesel e benzina «euro 0», diesel «euro 1».
E oggi, contro traffico e inquinamento, si annunciano due grandi manifestazioni indette da Legambiente e dal coordinamento di ciclisti «Morire di traffico».
MASCHERINE E PEDALI - I ciclisti protesteranno nel pomeriggio di venerdì 27 ai Fori Imperiali con un'adunata di due ruote, una «critical mass» contro la strage sulle strade urbane. Nel 2007 (ultimi dati Istat disponibili) si sono verificati in Italia 15.713 incidenti con coinvolti dei velocipedi, nei quali hanno perso la vita 352 ciclisti (249 conducenti e 3 trasportati), mentre 14.535 sono rimasti feriti. E a Roma, a fine ottobre, una ragazza Eva, era morta travolta da un taxi, proprio ai Fori Imperiali, mentre tornava a casa in bici.
I sostenitori di Legambiente, invece sono mobilitati per le 11.30 all'Eur, presso la centralina di monitoraggio dell'aria in piazza Enrico Fermi. Guidati da Lorenzo Parlati e Cristiana Avenali, presidente e direttore di Legambiente, indosseranno le mascherine e metteranno in atto una «clamorosa protesta». L'invito è ad «un blocco delle auto autorganizzato».
DATI ALLARMANTI - Legambiente sottolinea l'allarme per i dati sull'inquinamento da polveri sottili. Giovedì Arpa Lazio evidenziava livelli di pm10, superiori ai limiti imposti (50 microgrammi per metrocubo) nelle stazioni Arenula, Bufalotta, Tiburtina, Fermi, Francia, Preneste, Magna Grecia, Cinecittà, Cipro. E le previsioni meteorologiche risultano favorevoli al ristagno degli inquinanti nei bassi strati dell'atmosfera.
l.za.
LA MAPPA DEL RISCHIO ELABORATA DALLA FONDAZIONE LOMBARDIA PER L’AMBIENTE
Smog, dossier segreto del Comune «In centro l’emergenza è cronica» I Bastioni come le tangenziali: «Sia in estate sia in inverno superati i limiti di legge europei»
MILANO - «Il basso numero di stazioni pre senti sul territorio non è sufficiente per svolgere significative analisi» sul l’aria e per questo la Fondazione Lom bardia per l’Ambiente ha installato al tre 50 centraline antismog, ovunque, centro e periferie. L’incarico le è stato affidato dal Comune dopo l’avvio di Ecopass, il 18 febbraio 2008. Obietti vo: «L’individuazione delle zone del la città più critiche, quanto a 'rischio potenziale', fornendo così al deciso re politico un agile strumento per po ter attuare delle politiche, a breve ter mine, di mitigazione delle emissio ni». La relazione è del giugno 2009, ma il dossier sulla salute pubblica dei milanesi — pagato dai cittadini — è stato nascosto, archiviato, secretato.
Nelle conclusioni si legge, tra l’altro, che «l’esposizione della popolazione residente che lavora a Milano, i resi denti non occupati e le persone pres so strutture ospedaliere presentano un grado di esposizione di tipo croni co». E cronico «si dice di malattia per sistente nell’organismo, priva di ma nifestazioni acute ma di difficile gua rigione». Definizione da dizionario. Il documento rientra nel program ma «Pro-Life» ed è da sei mesi nei cassetti di Palazzo Marino. S’intitola «Analisi di rischio per la valutazione dell’impatto della qualità dell’aria sul la popolazione di Milano, monitoraggio target- oriented e analisi delle cri ticità »: 114 pagine sulle due campa gne di misurazione condotte nel l’estate 2008 e nell’inverno 2009, ana lisi comparate dei dati su benzene, biossidi di azoto, ozono e pm10. Me dici e ingegneri hanno scelto i 50 «si ti di monitoraggio più rappresentati vi», da piazza Mondadori a via Dante, da corso Magenta a piazza Bolivar, considerato i «fattori di pressione» sull’ambiente («traffico, sorgenti di ti po civile e industriale») e definito una «carta degli elementi di vulnera bilità» che include scuole, ospedali, «aree a particolare densità abitativa» e tutela anzitutto bambini e anziani.
Una sola premessa: «Nel quadro delle politiche di road pricing attuate dal Comune, una specifica tassa chiama ta Ecopass è stata introdotta nel me se di gennaio 2008». Il programma Pro-Life ne valuta gli effetti. Questi. «Le medie giornaliere di concentrazione del pm10 rilevate sia in estate sia in inverno in tutti i siti di monitoraggio sono spesso superiori ai valori limite fissati dalle normati ve », fino all’esasperazione dei 199 mi crogrammi misurati in via Larga, zo na Ecopass, un valore quattro volte oltre la soglia d’allarme fissata a 50 microgrammi. «Le aree maggiormen te critiche si snodano lungo una fa scia centrale che attraversa la città da est a ovest» e che interessa «anche buona parte dell’area Ecopass»: que sto, in particolare, «denota la circola zione significativa di autovetture a benzina (non solo Euro 4) indipen dente dal disincentivo economico in trodotto dall’amministrazione». Tut tavia, la tassa antismog un impatto ce l’ha: mentre «all’interno della zona di rispetto Ecopass le concentrazioni degli ossidi di azoto e di benzene mo strano una diminuzione rilevabile», e pure i livelli di pm10, «immediata mente al di fuori di quest’area i valori sono molto più alti, ma anche supe riori a quelli delle aree più periferi che caratterizzate da un traffico pe sante. Questo fenomeno può essere attribuito al congestionamento di au toveicoli alla ricerca di un parcheggio».
È l’effetto canyon descritto da gli esperti lungo i Bastioni, la camera a gas affacciata sul centro storico. Oltre agli impianti di riscaldamen to, c’è il «contributo determinante» del traffico nel superamento dei limi ti «orari e annuali sulle concentrazio ni » degli inquinanti. Un contributo doppio: assieme agli scarichi, le auto dei pendolari trasportano anche «par ticolato » prelevato da «terreni conta minati esterni al territorio urbano mi lanese». Milano, in sintesi, respira so lo di notte, «quando i residenti e i la voratori provenienti da fuori città tor nano alle proprie abitazioni». Osserva Enrico Fedrighini, consi gliere dei Verdi, che «il Comune, ol tre a prendere provvedimenti, deve anche monitorarne l’efficacia. Questi documenti non dovevano essere se cretati, è un brutto segnale per la cit tà. Letizia Moratti ha avuto il corag gio di aprire una nuova strada nella lotta allo smog. Non torni indietro».
Gianni Santucci Armando Stella
Dal Corriere della Sera
ROMA - Cecchi Gori perde i suoi cinema
Cecchi Gori perde i suoi cinema I giudici: sì alla cessione del circuito La procura ha autorizzato a mettere sul mercato il cinema Adriano e 10 altre sale. Pronto il ricorso
ROMA - La Procura e il Tribunale civile di Roma hanno autorizzato il custode giudiziario e liquidatore della «Cecchi Gori Cinema Spettacolo» (CGCS), Lodovico Zocca, a cedere la proprietà del più famoso cinema di Roma la sala «Adriano» e altre 10 sale e la loro gestione. Valore dell'affare è 59,5 milioni di euro: questa la somma che la Global Media di Vittorio Ferrero si è impegnata a versare al custode giudiziario della CGCS per aggiudicarsi la proprietà delle sale cinematografiche del circuito romano di Vittorio Cecchi Gori.
RICORSO - Global Media secondo quanto si è appreso ha già versato un acconto di 3 milioni a cui seguiranno altri 7 milioni di euro alla firma del preliminare che dovrebbe avvenire entro la fine di dicembre. A quel punto la società subentrerà alla CGCS nella proprietà degli immobili e nella gestione delle sale. Nel frattempo, Vittorio Cecchi Gori avrebbe già pronto il ricorso contro il via libera alla cessione da parte di Procura di Roma e Tribunale.
ARRESTI E CRISI - La crisi del gruppo, che si trascina ormai da due anni, si era aggravata con l'arresto di Cecchi Gori all'inizio dell'estate 2008. In seguito, il produttore cinematografico aveva riottenuto - dopo quattro mesi tra carcere e arresti domiciliari, con l' intermezzo di un intervento in clinica - la libertà nell'ottobre dell'anno scorso.
Cecchi Gori era finito nei guai per il fallimento della Safin Cinematografica: un crac da 24 milioni di euro che gli era costato un' accusa di bancarotta. Il processo per il fallimento della Safin, che gestiva le sale cinematografiche, tra cui il cinema Adriano a Roma, era iniziato mentre si avviavano anche le udienze per il fallimento della Finmavi, considerata la «cassaforte» del gruppo.
SCIOPERI IN SALA - I lavoratori del cinema Adriano erano scesi in piazza a giugno e in ottobre perchè la multisala, a loro dire, rischiava «di chiudere entro pochi giorni». Numerose le assemblee e le manifestazioni, anche davanti ai cancelli del cinema. Si prospettava la chiusura non solo dell'Adriano ma di «una gran parte delle sale storiche del circuito romano, con un grave danno per la città». E la paventata serrata metteva a rischio di perdita del posto di lavoro per centinaia di dipendenti.
Dal Corriere della Sera
MILANO - Albero di Natale record in piazza Duomo
Foto Flickr
Sarà alto 50 metri e largo 15 metri, il doppio rispetto a quello del Rockefeller Center di New York
MILANO - Centomila lampadine e diecimila fiori bianchi addobberanno quest'anno l'albero di Natale di piazza Duomo. Un abete da record, con i suoi 50 metri di altezza e 15 metri di larghezza alla base: il doppio rispetto a quello del Rockefeller Center di New York, ben venti metri più alto di quello di piazza San Pietro a Roma. L'albero sarà addobbato in modo tradizionale, grazie a migliaia di lampadine a basso consumo, che gli doneranno una luce calda e intensa, e a circa 10mila fiori bianchi, che ricordano quelli rossi della stella di Natale. Alla base sarà ricostruito il tipico paesaggio del bosco, con aghi, pezzi di legno e pigne, il tutto recintato da uno steccato di legno.
DALLE ALPI - «Anche quest'anno abbiamo voluto regalare ai milanesi una piazza Duomo vestita a festa - ha detto l'assessore ad Arredo, Decoro urbano e Verde, Maurizio Cadeo -. Ci tengo a precisare che, come sempre, abbiamo scelto un albero proveniente dai boschi delle Alpi, rigorosamente selezionato dal Corpo forestale fra quelli destinati all'abbattimento, perché ormai vecchi e quindi inseriti nella lista degli elementi da sradicare e sostituire con piante giovani, secondo le normali procedure di riforestazione». Al termine delle Feste, l'abete tornerà alla Forestale, che lo taglierà per recuperare il legno. «Come si può notare - ha concluso Cadeo -, è una scelta assolutamente rispettosa dell'ambiente e della natura, in linea con la politica della nostra amministrazione».
ACCENSIONE IL 6 - I lavori di allestimento cominceranno venerdì mattina e termineranno entro la metà della settimana. L'accensione, invece, è prevista domenica 6 dicembre alle 18, in concomitanza con l'inaugurazione del Festival internazionale della luce «Led».
Dal COrriere della Sera
Sarà alto 50 metri e largo 15 metri, il doppio rispetto a quello del Rockefeller Center di New York
MILANO - Centomila lampadine e diecimila fiori bianchi addobberanno quest'anno l'albero di Natale di piazza Duomo. Un abete da record, con i suoi 50 metri di altezza e 15 metri di larghezza alla base: il doppio rispetto a quello del Rockefeller Center di New York, ben venti metri più alto di quello di piazza San Pietro a Roma. L'albero sarà addobbato in modo tradizionale, grazie a migliaia di lampadine a basso consumo, che gli doneranno una luce calda e intensa, e a circa 10mila fiori bianchi, che ricordano quelli rossi della stella di Natale. Alla base sarà ricostruito il tipico paesaggio del bosco, con aghi, pezzi di legno e pigne, il tutto recintato da uno steccato di legno.
DALLE ALPI - «Anche quest'anno abbiamo voluto regalare ai milanesi una piazza Duomo vestita a festa - ha detto l'assessore ad Arredo, Decoro urbano e Verde, Maurizio Cadeo -. Ci tengo a precisare che, come sempre, abbiamo scelto un albero proveniente dai boschi delle Alpi, rigorosamente selezionato dal Corpo forestale fra quelli destinati all'abbattimento, perché ormai vecchi e quindi inseriti nella lista degli elementi da sradicare e sostituire con piante giovani, secondo le normali procedure di riforestazione». Al termine delle Feste, l'abete tornerà alla Forestale, che lo taglierà per recuperare il legno. «Come si può notare - ha concluso Cadeo -, è una scelta assolutamente rispettosa dell'ambiente e della natura, in linea con la politica della nostra amministrazione».
ACCENSIONE IL 6 - I lavori di allestimento cominceranno venerdì mattina e termineranno entro la metà della settimana. L'accensione, invece, è prevista domenica 6 dicembre alle 18, in concomitanza con l'inaugurazione del Festival internazionale della luce «Led».
Dal COrriere della Sera
venerdì 20 novembre 2009
TORINO - Il grattacielo dei record vale più di un miliardo
Maxinvestimento per il nuovo palazzo e l'area intorno
C’è il grattacielo della Regione che con i suoi 181 metri di altezza dominerà la città. Ma c’è anche un piano di riqualificazione urbanistica di un’area di 96 mila metri quadrati fatta di residenza, terziario e verde. I primi lavori della torre di Fuksas partiranno a cavallo tra la primavera e l’estate e allora sarà aperto quello che l’archistar definisce il «più grande cantiere pubblico d’Europa». Nel giro di tre anni, infatti, sull’area un tempo occupata dalla Fiat Avio e ora ridotta a «un vuoto urbanistico» atterreranno investimenti per 1,3 miliardi e «questo farà crescere il prodotto interno lordo del Piemonte di un punto percentuale», spiega la presidente Mercedes Bresso.
Tre anni per i lavori
Ieri nel palazzo della giunta di piazza Castello (che sarà messo in vendita per finanziare la costruzione di quei 41 piani di vetro e cemento) sono stati annunciati i tempi di realizzazione e le modalità di finanziamento di un progetto che da solo vale 262 milioni. La pubblicazione del bando di gara sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea ha dato il via alla fase operativa. Le imprese che intendono partecipare alla costruzione dovranno presentare le offerte entro il 18 gennaio. L’aggiudicazione dei lavori sarà decisa entro la fine del mese e per garantire la massima trasparenza la Bresso ha annunciato la decisione di affidare la presidenza della commissione all’ex prefetto di Torino Carlo Moscatelli.
I finanziamenti
Per realizzare la nuova sede la Regione ricorre allo strumento del leasing immobiliare in costruendo. Il costo dei lavori è stimato in circa 262 milioni di euro, ma il bando sarà aggiudicato a quell’impresa o consorzio d’imprese che presenteranno il prezzo più basso offerto per il canone semestrale che sarà pagato per 20 anni. Il bando prevede il pagamento di una maxirata iniziale a cui la Regione farà fronte vendendo sei palazzi attualmente occupati da uffici regionali e cedendo i diritti edificatori dei 96 mila metri quadrati di una parte dell’area compresa tra le vie Nizza, Passo Buole e Farigliano. «Contiamo di ricavare dalle due operazioni 140/150 milioni. Il nostro obiettivo è di arrivare a pagare una rata di leasing inferiore ai canoni d’affitto attuali di 13 milioni l’anno».
Il nuovo quartiere
La torre, però, è l’elemento centrale di un progetto di trasformazione urbana che coinvolge terreni di proprietà delle Ferrovie e che è stato concordato con la Città di Torino. «Il grattacielo - spiega l’assessore comunale Mario Viano - sarà il completamento sud della Spina». Il palazzo dai 41 piani e la piazza antistante diventano dunque il cuore di una ricucitura dei quartieri incentrato sul principio della «porosità»: le nuove residenze e i servizi ad esse collegati (nido, biblioteche e palestre) insieme alle grandi aree verdi si inseriscono nella struttura urbana esistente e saranno «accessibili a tutti». Alla fine il progetto avrà un impatto ambientale vicino allo zero perché saranno realizzati 1200 posti auto interrati collegati sempre in sotterranea con il sistema tangenziale. E poi ci sono i mezzi pubblici: una fermata della linea 1 della metropolitana e un maquillage per lo scalo del Lingotto. In prospettiva ci sarà la stazione-ponte fortemente voluta dal Comune.
MAURIZIO TROPEANO La Stampa
giovedì 19 novembre 2009
MILANO - Foro Buonaparte «Non piacciono, tutto da rifare»
L PIANO PER LE CORSIE PREFERENZIALI ATM EREDITATO DALL'EX ASSESSORE CROCI
Lavori stradali finiti ieri mattina
«Non piacciono, tutto da rifare»
Il vicesindaco De Corato: «Foro Buonaparte, da rimuovere le corsie preferenziali»
Cade il muro di Foro Buona parte. Doveva proteggere bus e tram, è stato costruito nell’ulti ma settimana, di notte, turni straordinari pagati con i soldi pubblici. Ieri, il lavoro era con cluso: una nuova corsia riserva ta da Cadorna a Cairoli. Bene, anzi malissimo: «Il cordolo in cemento sarà eliminato, è peri coloso e crea un imbuto nella circolazione», attacca il vicesin daco Riccardo De Corato. L’indi cazione è stata girata ad Atm e ieri l’azienda ha risposto con una lettera: «Aspettiamo comu nicazioni scritte». Il confronto è solo all’inizio.
De Corato ha bloccato e ora sta rivedendo tut to il piano dei nuovi percorsi per i mezzi pubblici ereditato dall’ex assessore Edoardo Cro ci: «È stato costruito su un crite rio sbagliato, le barriere sposta no solo le auto da una strada al l’altra ». Primo effetto: non sarà realizzata la preferenziale in via Solari, annunciata entro l’anno. Tutte le altre, 86,4 chilometri di qui al 2014, sono «congelate». L’opposizione è in rivolta: «È tornato il partito dell’auto». Sostituito l’assessore, il Co mune cambia strada. «Il mio compito è fluidificare il traffi co, anche per i mezzi Atm — premette De Corato —. Ma i cor doli non sempre sono la solu zione. Che senso ha realizzare un pezzo di corsia riservata se poi mi trovo il traffico ingolfato 200 metri prima e dopo? Così è inutile, anche per l’Atm, che si ritrova gli autobus impacchetta ti negli ingorghi». E la preferen ziale di viale Coni Zugna, previ sta nel 2010? «Paralizzerebbe il traffico in viale Papiniano, che è una strada ancora più traffica ta. Non va bene». E non funzio na nemmeno quella in via Sola ri: «Ci sono le auto in sosta dei residenti, una protezione dan neggia la zona, resterà la riga sull’asfalto». E le macchine in divieto.
Le linee Atm coprono 186 chilometri di strade, ma solo il 19,9 per cento della rete è «pro tetto » e metà dei percorsi unica mente con le strisce gialle: Mila no è quart’ultima in Europa quanto a corsie riservate (stan no peggio solo Roma, Atene e Bruxelles). Il piano dell’ex asses sore Croci prevedeva 17,2 nuo vi chilometri entro l’estate 2010 e altri 7,3 per il 2011, oltre a 20 telecamere anti-traffico in più. Di sicuro, precisa De Cora to, si completerà la preferenzia le per la filovia 90/91, da piazza le Zavattari a Stuparich. Il resto si vedrà. «Pessima no tizia per i polmoni dei milane si », protesta il consigliere dei Verdi Enrico Fedrighini: «Ridur re il traffico privato significa mi gliorare l’efficienza del traspor to pubblico anche di superficie. La restaurazione avviata da Met ternich De Corato va in senso opposto: contraddice non tanto le scelte di Croci, ma le politi che sulla mobilità attuate in Eu ropa e gli obiettivi di sostenibi lità contenuti nel Pgt».
Aggiun ge il presidente dei ciclisti mila nesi (Ciclobby), Eugenio Galli: «È una controriforma attuata senza che siano stati nemmeno goduti i benefici della riforma». Atm avrebbe voluto installa re un cordolo di plastica lungo la corsia di Foro Buonaparte, più leggero e meno invasivo, «ma il Comune ci ha chiesto i blocchetti in cemento per non danneggiare i masselli della pavimentazione stradale». Il pro getto è stato prima riscritto e poi approvato: ora il muro sarà abbattuto. Da Atm si limitano a dire: «Le corsie riservate sono una priorità per il trasporto pubblico condivisa con il sinda co Letizia Moratti...».
Corriere della Sera - Armando Stella
martedì 17 novembre 2009
ROMA - il museo della moda sarà «per tutti» e forse anche un polo universitario
Valentino a Roma con l'anteprima del film vede negato da Alemanno il «suo» museo
Dal Campidoglio: il museo della moda sarà «per tutti» e forse anche un polo universitario
Valentino Garavani presenta il film "Valentino. The last emperor" e si candida all'Oscar di Los Angeles. Ma mentre nella capitale si svolgono le presentazioni con l'anteprima al Cinema Embassy e le rose rosse nelle sale Vip Alitalia, lo stilista vede negato il progetto per il museo. «Era un progetto che avevamo portato avanti con l'allora sindaco di Roma Walter Veltroni. Poi con Alemanno c'è stato un intoppo: il comune di Roma voleva fare un museo dedicato a tutti gli stilisti. E noi a quel punto ci siamo chiamati fuori» ha detto Giancarlo Giammetti, socio di Valentino e suo compagno di lavoro e di vita da oltre 50 anni.
A PARIGI - Giancarlo Giammetti, socio storico e protagonista insieme a Valentino nel film che racconta la vita privata e professionale del grande stilista, precisa: ««Non voglio fare polemiche dico solo che quel progetto è saltato e non ce n'è un altro in Italia. Per questo abbiamo deciso di aprire un nostro piccolo museo nella casa di Valentino a Parigi». Il "piccolo" museo che sarà inaugurato a fine anno si sviluppa su una superficie di circa mille metri quadri.
NON SOLO PER VALENTINO MA «DI TUTTI» - «Nel 2007 il sindaco Veltroni aveva annunciato che era stata assegnata al Museo di Valentino la sede dell' ex Mercato del Pesce» aveva detto A febbraio 2009 Daniela Giardina, la portavoce storica di Valentino. «Un impegno preso durante i festeggiamenti a Roma dei 45 anni di attività di Valentino». Ma a fine ottobre Valentino «prende atto» della decisione del Comune di non destinare gli spazi dell' ex Mercato del Pesce di via San Teodoro al «suo» museo. Il presidente della commissione Turismo e Moda del Comune, Alessandro Vannini Scatoli, il 31 gennaio, giornata di apertura delle sfilate di AltaRoma aveva annunciato che lo spazio ipotizzato dalla giunta Veltroni era enorme per ospitare solo il museo di Valentino: circa 5 mila metri quadrati e dunque «più adatto - aveva detto - ad accogliere un centro universitario della moda». E così dal Campidoglio è accolta la proposta ma per uno spazio che «sarà di tutti»: un museo della moda e forse anche per un polo universitario al quale possano fare riferimento le scuole e le accademie presenti sul territorio. «La proposta già fatta dall' assessore alla Cultura Croppi - aveva detto Vannini - s'inserisce in una serie di interventi che il Comune vuole realizzare per trasformare Roma nella capitale della moda».
Dal Corsera Foto Flickr
venerdì 13 novembre 2009
ROMA - MAXXI Svelato
Foto Paoloroma©
Centocinquanta milioni di spesa, 27 mila metri quadri e dieci anni per la costruzione, durante i quali si sono alternati ben sei diversi governi. Sono i numeri del Maxxi, il museo del XXI secolo firmato da Zaha Hadid e che dalla primavera del 2010 assicurerà finalmente alla capitale un super spazio per il contemporaneo. Arte e non solo, sottolinea presentandolo alla stampa con la progettista e i ministri delle infrastrutture e dei beni culturali Matteoli e Bondi, il presidente della fondazione Pio Baldi, perché il nuovo museo sarà diverso dagli altri, "una vera e propria fabbrica della creativita". Oggi intanto è il giorno del museo inteso come edificio, "che è un'opera d'arte di per sé ", dice varcando la soglia entusiasta Bondi. "Edificio straordinario che dà la sensazione dell'immensità", fa notare Matteoli.
Per Zaha Hadid, elegante e applaudita come una rock star, con stampa e collaboratori del museo in standing ovation, assediata per le interviste (alla conferenza stampa non erano previste le domande) ma anche per gli autografi, è "un progetto importante e simbolico di uno nuovo inizio di questo nostro rapportarci con lo spazio". "Non un oggetto ma un campus che deve ospitare più progetti", chiarisce in inglese scusandosi di non aver imparato l'italiano nonostante - causa i ritardi dei lavori - lei che vive a Londra abbia avuto molte occasioni in questi anni per venire a Roma. "Considero il Maxxi un luogo dove immergersi per lo scambio di idee, implementando così la vitalità culturale della città. -sottolinea l'archistar - Non solo un museo, ma un centro culturale composto da un denso tessuto di spazi esterni ed interni che si intersecano e dialogano l'uno con l'altro in un intrigante intreccio di gallerie che si riversano su un ampio campus urbano".
E pazienza i ritardi e la burocrazia ("é stata una esperienza positiva seppure un po' cinematica", "mai dubbi sul sostegno del ministero dei beni culturali"). I ministri sono entusiasti. "E' la dimostrazione che i nostri tecnici sono in condizioni di realizzare opere bellissime e quindi di lasciare ai posteri un segno", dice Matteoli augurandosi che questo di Roma "non sia un punto d'arrivo bensì un punto di partenza per realizzare tante opere simili in tante parti d'Italia come merita un paese come il nostro che del bello e del grande ha fatto la sua fortuna".
Accanto a lui, l'assessore alla cultura di Roma Umberto Croppi dice che con il Maxxi Roma recupera "la capacità di essere contemporanea al proprio tempo". Bondi annuncia l'arrivo dei fondi necessari per finanziare la Fondazione Maxxi (dal ministero in particolare arriveranno 4 milioni di euro) e si augura che vi partecipino al più presto enti locali ed enti privati. Mentre lancia un appello al Parlamento perché approvi il suo ddl sulla qualità architettonica. Tant'é. A pochi passi dall'Auditorium di Renzo Piano, il grosso del progetto del Maxxi (nato nel '98 mentre il cantiere e' partito nel 2003) è finalmente pronto. "Ora subito un albergo", si era raccomandato pochi giorni fa l'ex ministro Francesco Rutelli, anche lui molto legato all'opera di Hadid. Lei sorride soddisfatta, augura "il successo" alla sua creatura e conclude con un "vi terrò d'occhio". Pensava ai prossimi lotti, alle fase successive, chiarirà dopo. E perché no, all'utilizzo di quello che è già fatto: "mi interessa vedere come verranno utilizzati questi spazi". Chi non vuole aspettare la primavera per vederlo, può approfittare dell'apertura straordinaria prevista per il week end con una installazione coreografica di Sasha Waltz.
Da ANSA
giovedì 5 novembre 2009
MILANO - in arrivo da Roma i fondi per metrò e Pedemontana
Moratti e Formigoni sicuri: in arrivo da Roma i fondi per metrò e Pedemontana
Ultima limatura ai dossier. «I documenti sono perfettamente in ordine e siamo fiduciosi che venerdì il Cipe faccia fare il passo avanti che ci aspettiamo». Vertice al Pirellone ieri tra sindaco, governatore e presidente della Provincia. I primi due concentrati soprattutto alla riunione del pre-Cipe di giovedì e poi del comitato interministeriale fissato per il giorno dopo dove all’ordine del giorno ci sono Brebemi, Pedemontana, Tem, M4 e M5 e se non arrivano i finanziamenti dal governo si rischia che le opere non arrivino in tempo per l’Expo. Ma Formigoni e la Moratti scongiurano l’ipotesi, si dicono «soddisfatti del lavoro svolto». Avendo fatto l’istruttoria «in modo approfondito e in costante contatto con il governo, con il ministro delle Infrastrutture e quello dell’Economia, non ci saranno criticità - è convinto il sindaco - le opere dovrebbero passare venerdì». I rappresentanti delle istituzioni hanno fatto il punto sul contributo straordinario da 7,2 milioni che la società Expo ha reclamato dai soci entro il 31 dicembre per ripianare la perdita intorno agli 11,8 milioni per il 2008 ed evitare la ricapitalizzazione. Palazzo Marino e il Pirellone avevano già assicurato la propria parte (per 2,4 milioni ciascuno), la Camera di commercio metterà 1,2 milioni e altrettanti, ha assicurato ieri il presidente Guido Podestà, arriveranno anche dalla Provincia che dopo l’ultimo cda aveva manifestato delle riserve. Ma dal vertice arriva una fumata bianca. «Anche noi faremo la nostra parte - conferma Podestà -, metteremo i soldi entro il 31 dicembre. È evidente che la Provincia per una situazione che ha ereditato da Penati avrà più difficoltà a versare la sua quota, ma abbiamo tutti una gran voglia di sostenere questa azione che è partita e si sta sviluppando». L’uscita però potrebbe essere iscritta nel bilancio di esercizio 2010. Nessuna sorpresa dal Comune. Anche la Moratti ha ribadito che la quota supplementare per far fronte le spese di start-up della società Expo «è già inserita nel nostro bilancio. Abbiamo chiesto all’ad Lucio Stanca di avere un dettaglio delle voci dei costi, sia per la chiusura 2009 sia per l’esercizio 2010». Anche la Regione «ha fatto e farà per intero la sua parte» conferma Formigoni. Che insiste: «Non bisognerebbe parlare più di spese passive, quanto di investimenti, che saranno ripagati nel momento in cui l’Expo entrerà nella fase attuativa. Questa fase di una vita e lavoro della società punta al Bie di aprile». Quando il Bie, cioè, dovrà registrare l’evento. E per allora gli enti locali devono impegnarsi a versare un pacchetto di 687 milioni in sei anni. Ma il governatore fa presente che dopo aprile 2010 scatterà la caccia agli sponsor. «La società potrà lavorare per acquisire finanziamenti privati», conferma. Un sistema per alleggerire il peso dei soci pubblici.
Non si fa attendere la critica del Pd: «Parlare oggi di presenza di privati indica due cose: la fragilità delle risorse pubbliche e la propensione a cambiare le carte in tavola. Se la si riteneva necessaria questa eventualità - afferma il capogruppo Pierfrancesco Majorino -, la si doveva indicare fin dall’inizio». Ma la vendita di quote è esclusa, quanto piuttosto l’uso del marchio per iniziative di merchandising.
Da il Giornale
mercoledì 4 novembre 2009
MILANO - Pgt, un tunnel da Linate alla Fiera
PREVISTO UN AUMENTO DI 300 MILA ABITANTI. A VERDE E SERVIZI 450 ETTARI
Volumetrie, patto con i privati. Masseroli: chi cede le aree al Comune potrà costruire altrove
Arriva in giunta il Piano del governo del territorio firmato dall’assessore Carlo Masseroli. Comprensivo del Piano dei servizi e del Piano delle regole. Una rivoluzione. A partire dal fatto che spariscono le aree a standard ossia le aree destinate ai servizi. E viene fissato un in dice territoriale unico di edificabilità pari allo 0,5 nelle aree già costruite. La nuova parola d’ordine è «flessibilità». Da una parte ci sono i «servizi localizzati», le aree per il verde e le infrastrutture, fissate dal Comune secondo un piano di sviluppo della città. Dall’altra ci sono i «servi zi da localizzare» (scuole, ospedali, parcheggi, servizi sociali. Se il Pgt verrà approvato, l’indi viduazione di quest’ultimi avverrà «dinamicamente», quartiere per quartiere, sulla base di una «matrice» e di 88 Nuclei di identità locali. Il Pgt prevede un totale di 4,5 milioni di metri quadrati di nuove aree a servizi «localizza ti ». Pari a 450 ettari o, per capir si meglio, a 910 campi di calcio: 250 riguardano spazi aperti di uso pubblico compreso il verde. I restanti 200 saranno destinati alle nuove infrastrutture di trasporto pubblico e priva to. Senza contare il Parco Sud con 3 mila ettari a verde di cintura metropolitana, di cui 1.700 destinati a parco. Un raffronto: attualmente i metri quadrati di servizi per i cittadini so no 29 a testa. Con l’attuazione del Piano dei servizi si passerà a 39. Questo, tenendo conto dall’aumento della popolazione residente. Si parla di un incremento di 300 mila abitanti teorici. Per arrivare alla cifra di un milione e 635 abitanti. Numeri bellissimi. Ma la sto ria milanese racconta un’altra vicenda. Che spesso e volentie ri le aree a standard sono rima ste solo sulla carta. Vuoi perché lo spazio non lo consenti va, vuoi, soprattutto, perché il privato non aveva nessun interesse a realizzare parcheggi, asili o altre strutture di interesse pubbliche. Risultato? Introiti in più per il Comune, ma niente servizi per la città. E qui viene la seconda «flessibilità» previ sta dal Piano dei servizi e dal Piano delle regole, quella più pericolosa: la perequazione. Il Comune ha individuato nelle tabelle aggiuntive al Piano dei servizi, gli spazi che gli servo no per il verde e per le infra strutture. I privati, proprietari di aree, avranno la possibilità di cedere gratuitamente le aree in cambio di un diritto volume trico pari allo 0,5 per cento da realizzare su altre aree. Che di venta 1 nelle zone intorno alle stazioni del metrò. Un borsino delle volumetrie (viene creato un apposito «registro delle cessioni ») che permetterà al Co mune di acquisire gratuitamen te quasi 2 milioni di metri quadrati per il verde e 358 mila per le infrastrutture e di garantire uno sviluppo uniforme della città. In cambio, i privati inca mereranno volumetrie che potranno aggiungere a quelle che già hanno. Significa costruzioni su una superficie di 12 milioni di metri quadrati. La Milano che verrà si attraverserà underground . Nel documento il maxitunnel di 14 chi lometri, dal sito Expo all’aero porto di Linate, è inserito nero su bianco. Oggi il Pgt sarà in giunta, da settimana prossima inizierà la maratona in Consiglio. Obiettivo: chiudere prima di Natale.
Maurizio Giannattasio
Dal Corriere della Sera
martedì 3 novembre 2009
JESOLO - Zaha Hadid e Jesolo Magica
Il 27 ottobre scorso, in occasione della Biennale Internazionale di Architettura Barbara Cappochin, ha avuto luogo la conferenza stampa di presentazione in anteprima di “Jesolo Magica”, primo progetto di Zaha Hadid nel triveneto.
Jesolo 3000 srl, la cui quota di maggioranza appartiene alla Home Group, promotrice del progetto che prevede lo sviluppo di un’area strategica da destinare a retail, ha affidato la progettazione allo studio londinese Zaha Hadid Architects che ha presentato un innovativo concept architettonico e commerciale.
L’idea compositiva muove dalla volontà di offrire, in un contesto architettonico di pregio e a fianco delle aree di interesse commerciale, dei luoghi di inter esse pubblico, nell’obiettivo di costruire la nuova centralità urbana di Jesolo.
Il Centro Commerciale Jesolo Magica si articola intorno ad uno spazio centrale disposto su due livelli: una piazza coperta al piano terra ed una piazza superiore, all’aperto, raccolgono il pubblico distribuendo tutti i negozi del mall e del settore food. Dalla zona del parcheggio prospiciente la Provinciale (confine ovest del lotto) il pubblico raggiunge il grande portale di ingresso segnato dal nastro vetrato della salita coperta alla piazza superiore. All’interno, oltre il portale, al piano terra, si apre il primo degli elementi architettonici di maggiore richi amo: una zona a tripla altezza, con ampi lucernari che lega i due livelli della piazza.
La cupola, dalla sezione sub-ellissoidale è in realtà una sorta di cannocchiale piegato su se stesso a toccare terra in due zone: l'una, all’esterno della piazza, ospita altre attività (chioschi, piccole zone ristorazione e relax), l'altra, nel centro del sistema piazza, forma la cupola vera e propria. La peculiarità del volume proposto, grazie anche alla sua grande altezza, e al contributo di luce naturale, ne fanno un suggestivo punto di risalita ai negozi e alla piazza del livello superiore, ma anche un’area disponibile per eventi espositivi, mani festazioni culturali e ludiche di diversa natura. Sia dall’area del parcheggio, attraverso la scala coperta, sia dall’interno della piazza bassa, si raggiunge la piazza superiore. Questo luogo situato nel cuore del Centro può diventare uno spazio di performance all’aperto: circa 1000 mq dove poter allestire spettacoli e piccoli concerti.
Il sistema della cupola-piazza superiore può rimanere aperto al pubblico anche oltre gli orari del centro commerciale: ascensori, montacarichi e scale mobili garantiscono l’accesso al sistema a qualunque orario senza interferire con le attività del Centro Commerciale.
Da questa zona, così come dai parcheggi, è possibile salire direttamente alla palestra e al bar-discoteca del secondo piano. Le attività qui raccolte godono di due ampie terrazze al piano naturalmente offerte dalla copertura delle ali del centro commerciale. Dalle vetrate e dalle terrazze si gode di una suggestiva vista verso la Laguna di Venezia. Questo livello potrebbe essere dotato anche di un centro benessere che ne arricchirebbe ulteriormente il programma funzionale.
Lungo il sistema delle due piazze si articolano i negozi del centro commerciale. Al piano terra i negozi aprono direttamente sulla piazza coperta, le vetrine disposte intorno al volume della cupola integrano le entrate al settore alimentare. Il sistema delle scale mobili e degli ascensori conduce al primo livello dove una galleria ad anello circonda interamente la piazza superiore; nel percorrerla è possibile guardare le vetrine e godere dell’ampio contributo di luce naturale proveniente dalle vetrate prospicienti la piazza supe riore; il circuito si completa nel volume a tutta altezza della cupola.
Di notte, il Jesolo Magica diviene landmark e si propone quale suggestivo luogo di ritrovo per la vita notturna della città, alternativo e complementare all’affollato lungomare; la piazza superiore diviene luogo di performance all’aperto, la cupola si trasforma in padiglione attrezzato per gli usi temporanei più disparati.
Da Archiportale
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