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martedì 23 marzo 2010
ROMA - Metropolitana vietata ai disabili
"Da Termini al metrò gradini insuperabili" Ricerca di Cittadinanzattiva. L'agenzia controllo e qualità servizi pubblici: migliorano le strutture ma c'è ancora da fare. "La mancanza di ascensori rende difficile accedere al tratto centrale della linea A"
di ANNA RITA CILLIS
Una realtà a macchia di leopardo per quanto riguarda le barriere architettoniche della metro. Con alcune stazioni giudicate "ottime" e altre "mediocri". Una linea B che batte in accessibilità la A. E un punto comune: anche se migliora l'attenzione verso l'accessibilità e la fruibilità del trasporto sotterraneo da parte dei disabili, molto deve ancora essere fatto. E poi ci sono quei tredici scalini della stazione Termini, che si alzano come una montagna lungo il cammino che dai treni di superficie porta alla metro. Ma non solo, come evidenzia il segretario regionale di Cittadinanzattiva Tribunale per i diritti del malato, Giuseppe Scaramuzza.
A fornire la "mappatura" dell'accessibilità e il "Monitoraggio dei servizi pubblici locali e utenti disabili: la metropolitana di Roma'' realizzato dall'Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali del Comune con la collaborazione dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi civili (Anmic) e dell'Unione italiana ciechi e ipovedenti (Uic). Monitoraggio che ha fotografato le difficoltà che i diversamente abili incontrano stazione dopo stazione. E dal quadro emerge, ad esempio, come sulla linea A le stazioni, specie quelle del centro, siano più vecchie e dunque difficili da ristrutturare e modernizzare. Mentre la linea B, anche se più vecchia, rispetta di più le normative nelle stazioni costruite più di recente.
Il punto dolente è la mancanza di ascensori - scrivono i relatori - che rende difficile accedere autonomamente, oltre che a Termini, a gran parte del tratto centrale della linea A e al capolinea di Anagnina. In più - scrivono i relatori - per quanto riguarda la disabilità motoria nessuna stazione della A ha raggiunto il livello di giudizio ''ottimo'' per l'assenza di servizi igienici o di parcheggi o per l'inadeguatezza dei percorsi a eccezione della stazione Manzoni, completamente rinnovata, anche se l'ascensore ancora non funziona. Mentre cambia il giudizio quando si tratta di fermate più recenti come quelle comprese tra Cipro e Battistini, oltre a Furio Camillo.
Si cambia, in parte, con la linea B dove sette stazioni sono completamente accessibili e hanno quindi ottenuto una valutazione ''ottima'' altre otto ''buona'', ma cinque sono risultate ''mediocri'': solamente una, la Eur Palasport, risulta ''insufficiente'' a causa dei lavori. Ma la valutazione finale evidenzia una situazione più che sufficiente per la tratta costruita di recente in direzione Rebibbia e peggiore per la più vecchia (ma ammodernata) in direzione Laurentina.
Un capitolo a parte, spiega ancora la relazione, merita la valutazione di non vedenti e ipovedenti che raggiunge al massimo la sufficienza: esistono forti criticità su progettazione e realizzazione dei percorsi tattili e sugli annunci vocali all'interno delle vetture: l'accessibilità è mediocre sulla linea A, con l'unica eccezione della stazione Manzoni. Tra le più insufficienti Valle Aurelia, dove manca una mappa tattile nonostante la stazione sia dichiarata accessibile da Atac. Va meglio sulla linea B, in direzione Rebibbia, ma solo nove stazioni raggiungono la sufficienza, mentre le 12 restanti vengono giudicate "mediocri". Ma per il Giuseppe Scaramuzza, di Cittadinanzattiva Tribunale per i diritti del malato, si tratta comunque di "dati allarmanti" e dice "ricordo solo i famosi 13 gradini che separano la Stazione Termini dalla metropolitana: una barriera fisica insormontabile per i disabili".
Da La Repubblica
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