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lunedì 23 maggio 2011

MILANO - Scelto il logo per l'EXPO








Andrea Puppa è il vincitore del Concorso

E’ la scritta multicolore il nuovo logo di Expo2015. La votazione online ha premiato il disegno del trentenne milanese Andrea Puppa che è stato preferito all’uovo di Alice Ferrari. Un grande evento consacrerà il nuovo logo di Expo2015.

ROMA - Ponte della Musica, altro rinvio





GRANDI OPERE
Ponte della Musica, altro rinvio:
«Nessuna apertura, doghe fallate»
Rimandata già il 21 aprile. Il Comune: «L'inaugurazione della struttura è spostata al 31 maggio, problemi tecnici»

Rimandata un'altra volta. L'apertura del Ponte della Musica a tre giorni dall'annunciata inaugurazione del 21 maggio non ci sarà. E l'apertura era già slittata di un mese il 21 aprile, quando era stata annunciata in pompa magna, come un «regalo» per il 2764° Natale di Roma. Niente, neanche stavolta. E i lavori in effetti non dimostrano un grande livello di avanzamento: il cantiere tra lungotevere Flaminio e lungotevere Cadorna è ancora in alto mare.
«DOGHE DI LEGNO FALLATE» - Dalla segreteria dell'assessore all'Urbanistica Marco Corsini comunque assicurano: «L'apertura è rimandata al 31 maggio». E alla domanda di qual è il motivo del ritardo, la risposta è «Doghe di legno fallate che giungevano dall'estero». La notizia un po' stringata finisce qui. E il ponte rimane chiuso.

LA POLEMICA TRA MARCO E MARCO - La notizia arriva il giorno dopo il botta e risposta tra il segretario romano del Pd Marco Miccoli e l'assessore Marco Corsini. «Falsa inaugurazione» è l'accusa di Miccoli che vuol difende il lavoro compiuto dall'amministrazione di sinistra che il ponte della Musica lo ha progettato ma non ha fatto in tempo a finirlo. E per protesta ha annunciato un «suo» personale taglio del nastro il 20 maggio, il giorno prima della (fino a ieri) inaugurazione. «In quella occasione denunceremo tutte le prossime false inaugurazioni del sindaco Alemanno, come la Stazione Tiburtina, Tor Vergata e la Nuvola di Fuksas. Tutte opere ideate, progettate e finanziate dalle giunte di centrosinistra». «Miccoli, come al solito parla senza essere ben informato» ha risposto dal canto suo Corsini. «Le opere della sinistra sono rimaste sulla carta, noi le rendiamo fattibili». L'assessore fa riferimento a Piazza Augusto Imperatore «riqualificazione chiusa nel cassetto e rispolverata dalla Giunta Alemanno» e al sottopasso di Lungotevere in Augusta per la sinistra, era addirittura irrealizzabile. «A Miccoli vorrei anche ricordare che abbiamo sbloccato opere in stallo come la riqualificazione dei Mercati Generali» ha poi concluso.



PRESTO IL VIADOTTO DELLA SCIENZA - Lungo 190 metri, con due archi dalla luce di 160 metri, il Ponte della Musica è un'opera avviata dalle precedenti amministrazioni (con Rutelli e Veltroni) e costata 8 milioni di euro. La sua apertura sarà seguita, annuncia Corsini, «entro la fine dell'anno» da quella del Ponte della Scienza.
Lo scorso novembre, Corriere.it aveva pubblicato - in una gallery fotografica che vi riproponiamo qui sopra - le prime immagini del ponte in avanzata fase di costruzione. Il ponte collegherà le moderne architetture di Piano (Auditorium), della Hadid (Maxxi), di Nervi (Palazzetto dello Sport) e di Libera (Villaggio olimpico) al razionalismo di Del Debbio e Moretti (Casa delle Armi) in area Foro Italico.
Previsto fin dal Piano regolatore del 1916, nato da un concorso internazionale del 1999, ha visto la posa della prima pietra con l'attuale amministrazione Alemanno.
DA PEDONALE A PERCORRIBILE IN AUTO - Il ponte inizialmente immaginato ciclo-pedonale e successivamente modificato per consentire anche il passaggio di tram e veicoli, collegherà il Lungotevere Flaminio, in riva sinistra, in corrispondenza di Piazza Gentile da Fabriano, al vertice del tridente formato da Via Guido Reni, viale Pinturicchio e viale del Vignola con il lungotevere Maresciallo Cadorna, lungo la riva destra del fiume.
«La soluzione proposta – spiegano gli autori del progetto – è caratterizzata dall’inclinazione dei due archi rispetto al piano verticale e dall’assenza di un loro collegamento orizzontale nella zona sovrastante l’impalcato. Ciò consente una particolare leggerezza dell’immagine architettonica e l’eventualità di separare una corsia carrabile centrale dai due percorsi pedonali che si affacciano senza ostacoli sul fiume. Le imposte in calcestruzzo armato che riportano alle fondazioni le spinte degli archi proseguendone lo sviluppo fino al suolo, sono utilizzate anche come elementi di collegamento tra il piano di calpestio del ponte e le rive attrezzate del Tevere. L’accessibilità è favorita dall’assenza di raccordi in pendenza a scale e la sezione dell’impalcato consente una ottimale flessibilità d’uso del ponte»

Manuela Pelati

dal Corriere della Sera

MILANO - Finalmente il DRITTO

Possiamo affermare che finalmente sono partiti i lavori per la palificazione delle fondamenta per la torre di Isozaki "il Dritto", il grattacielo di 220 metri d'altezza, ci han detto che a settembre la base della torre sarà a buon punto e partiranno i pilastri per la torre vera e propria.



giovedì 19 maggio 2011

ROMA - La statua di Wojtyla abbraccia Termini




L'opera inaugurata ieri a molti non piace. Il sindaco: "È suggestiva". "Il corpo vuoto non lo vogliamo" dice la gente. Il cardinal Vallini: "È il cuore grande del Papa"
di LAURA SERLONI

Svetta in piazza dei Cinquecento la statua dedicata a Giovanni Paolo II. Alta più di cinque metri, fusa in bronzo con una patina color argento dove domina il verde. La scultura, opera dell'artista Oliviero Rainaldi, vuole rappresentare il senso dell'accoglienza. E non a caso è stata scelta la stazione Termini, già intitolata nel 2006 al pontefice, per ricordare a viaggiatori e pellegrini che Roma è stata per più di vent'anni la sua città. Si chiudono così, con l'inaugurazione e il concerto serale all'auditorium della Conciliazione, gli eventi per la beatificazione di Wojtyla.

L'opera, donata dalla fondazione Silvana Paolini Angelucci, è ispirata alla storica foto scattata nell'aula Paolo VI nel novembre del 2003 in occasione dell'udienza concessa ai membri e ai collaboratori del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari. È proprio in quell'occasione che Wojtyla avvolse scherzosamente con il mantello un bambino seduto su un gradino accanto a lui. "La stazione Termini è la porta d'accesso a Roma - sottolinea il sindaco Gianni Alemanno - certo un luogo difficile, pieno di contraddizioni. Il posto migliore per collocare la statua che accoglierà e proteggerà tutti. L'opera è bella e muove la fantasia".






Non tutti però la pensano così. Tanto che appena è stato tirato via il telo bianco a copertura della statua, lì davanti il primo cittadino, il ministro dei Trasporti Altero Matteoli e il cardinale Agostino Vallini, tra le persone è serpeggiato un moto di delusione. E i giudizi negativi hanno prevalso: "Questa statua non la vogliamo, la devono togliere - protesta un'anziana signora - è vuota, sembra una scatola e ci fa vergognare con i turisti". E il corpo vuoto non piace. "D'inverno ci dormiranno gli zingari lì dentro, il senso di accoglienza è garantito", ironizza Paolo Torpei. E persino un sacerdote si lascia sfuggire un commento: "Non mi piace assolutamente, sembra una garitta dei militari, peraltro sventrata". È il messaggio però quello che conta di questa scultura dal titolo "Conversazioni". Lo ribadisce il cardinal Vallini: "Il rischio di questo nostro tempo è quello di chiudersi mentre abbiamo bisogno di aprirci. E l'opera rappresenta quello che era Giovanni Paolo II, un uomo che aveva un cuore immenso, aperto sul mondo e che accoglieva tutti".

Da La Repubblica

ROMA - Metrò: verso il calvario dell'estate 2011 linea A chiusa e «spezzata» per un mese


Trenta giorni di stop ai treni fra Termini e Colli Albani per completare le infrastrutture del nodo di scambio con la «C» a San Giovanni. E continua il blocco dalle 21


Disagi e ritardi: per i pendolari e i turisti in viaggio sulla linea A della metropolitana romana si prospetta un’estate difficile: 32 giorni di passione, causa cantieri. Perché per realizzare i lavori della nuova stazione di San Giovanni, dove avverrà lo scambio con la nuova linea C - che sarà al di sotto dell’attuale percorso della metropolitana numero uno - la società di gestione sarà costretta ad osservare un intero mese di chiusura su un lungo tratto del percorso. Si tratta della sezione che va da Termini e Colli Albani, chiusa dal 30 luglio al 29 agosto, e per i primi 5 giorni si tratterà di un chiusura totale che va a sommarsi alla chiusura serale alle 21 tuttora in vigore.


«IMPATTO CONTENUTO» - Come ha annunciato l’assessore alla Mobilità è stato scelto il periodo di agosto, perché considerato quello di minore impatto sugli spostamenti dei cittadini. Così Roma Metropolitane adesso fa sapere che il nuovo programma lavori del cantiere presso la stazione San Giovanni «obbligherà una variazione di esercizio della Linea A». Anche in relazione ai servizi sostitutivi da effettuare con mezzi di superficie, «si è convenuto – prosegue la società che gestisce le metropolitane - il blocco debba riguardare il periodo compreso tra il 30 luglio e il 29 agosto con ripresa dell’esercizio il 30 agosto, quindi con il minimo impatto possibile sulla mobilità».

DUE TRONCONI A FASI ALTERNE - Una chiusura in due fasi, su due distinti tronconi, che avrà l’apice nei primi giorni di agosto. Perché dal 1° al 5° giorno (30 luglio-3 agosto) ci sarà la chiusura totale dell’esercizio della Linea A da Anagnina a Termini; dal 6° al 31° giorno (4-29 agosto) chiusura completa della tratta Furio Camillo-Termini, ovvero riapertura all’esercizio della tratta Anagnina-Colli Albani; dal 32° giorno (30 agosto) riapertura totale all’esercizio della Linea A nell’intera sua lunghezza.
Resta poi invariata la chiusura serale alle 21.00 dell’intera Linea A, già in corso, in virtù della quale si stanno eseguendo i micropali di fondazione su cui saranno montati gli impalcati di sostegno dei binari. «L’Agenzia Roma Servizi per la Mobilità, Atac e le UITS del I° e IX Gruppo di Polizia Municipale definiranno il piano dei servizi sostitutivi del trasporto pubblico – spiega ancora Roma Metropolitane - corredato degli interventi agli itinerari e alle fermate in grado di garantire fluidità e sicurezza dell’esercizio».

LINEA SPEZZATA IN DUE - Traduzione: per quasi tutto il mese di agosto la linea “A” sarà praticamente spezzata in due; da Mattia Battistini si arriverà con facilità fino a Termini, ma poi saranno dolori. Perché fra la principale stazione ferroviaria capitolina e Colli Albani si potranno prendere solo le «navette» prima di risalire sui treni a Colli Albani.
«L’impatto sui cittadini visto il mese sarà minimo», è fiducioso Antonello Aurigemma: ma visti i tempi di crisi e le tendenze degli ultimi tempi a non andare in vacanza non è detto che sarà proprio così.

DUE PONTI SOTTERRANEI - Impegnativi i cantieri a San Giovanni, dove «sarà realizzata la stazione della Linea C sotto quella della Linea A – spiega Roma Metropolitane - sono in corso lavori con lo scopo di realizzare due ponti sotterranei metallici di sostegno dei binari della esistente Linea A che consentano di realizzare le lavorazioni della Linea C al di sotto di essi senza provocare alcun cedimento dei binari stessi».
In particolare, gli interventi da eseguire sono: montaggio dei ponti di sostegno di entrambi i binari, pari e dispari, della Linea A; interventi di impermeabilizzazione delle calotte di galleria della Linea A. Per questo la fase finale dei lavori rende necessario attuare la chiusura della stazione e la sospensione del transito ferroviario: ma grazie alle soluzioni tecniche adottate è stato possibile contenere l’interruzione a 30 giorni rispetto alle previsioni iniziali di 45 giorni.

Lilli Garrone  dal Corriere della Sera

mercoledì 18 maggio 2011

TORINO - Mario Cucinella firma il campus zero-emission per lo IED




Lo IED - Istituto Europeo di Design ha scelto il concept zero emission di MCA - Mario Cucinella Architects quale vincitore del concorso internazionale per la progettazione del suo nuovo campus universitario torinese.

La struttura da 15milioni di euro sorgerà nell'area industriale dismessa della storica Carrozzeria Ghia (famosa per aver prodotto, a partire dal 1918, componenti per Fiat, Volkswagene Renault). Il diritto di superficie del sito, per un periodo di 99 anni, è stato ufficialmente concesso dal Comune di Torino allo IED lo scorso 3 maggio. Il lotto, di forma triangolare, è affiancato da binari e scali ferroviari che una volta servivano l’ex stabilimento industriale.

“Dei 12.700 m² di superficie totale, 9.500 m² saranno destinati ad ospitare la biblioteca, le sale lettura, gli uffici e le residenze per gli studenti, mentre il parcheggio e i giardini occuperanno il resto della superficie. La torre destinata alle residenze per gli studenti rappresenta un forte simbolo architettonico e crea un collegamento visivo con la città di Torino. A fianco dei vecchi magazzini, rinnovati e migliorati, sarà realizzato un parcheggio basso la cui copertura funge da spazio pubblico sopraelevato con passerelle, giardini, fontane e zone destinate allo sport – spiegano da MCA.

Costruito ex novo, il volume dello studentato accoglierà 180 posti letto. La forma dell’edificio ricorda quella di una stretta lama, lunga 75 metri ed alta 41, sviluppata su 12 livelli, per complessivi 4.400 metri quadrati. A piano terra la struttura accoglierà una grande piazza-giardino aperta al pubblico, pensata per ospitare iniziative e manifestazioni organizzate allo IED.  Aule didattiche, uffici, una biblioteca da 40.000 volumi e un laboratorio gastronomico sono invece inseriti in una nuova piastra orizzontale, ampia oltre 9mila mq.

“Le strategie bioclimatiche adottate raggiungono l’obiettivo di portare a zero le emissioni di CO2. L’energia utilizzata per la climatizzazione, necessaria esclusivamente negli spazi per gli uffici e per la scuola, è ottenuta grazie ai pannelli fotovoltaici integrati nell’architettura dell’edificio. Le contenute dimensioni del lotto hanno condizionato l’orientamento degli edifici, la disposizione dei fronti principali e di conseguenza le strategie  bioclimatiche passive. Il trattamento differenziato della pelle esterna è mirato a ottimizzare il corretto funzionamento dei diversi fronti: sul fronte ovest è prevista una pelle schermante in grado di ridurre il surriscaldamento estivo mentre una membrana permeabile al vento e al sole invernale sarà messa in campo sul fronte est”, spiegano da Mario Cucinella Architects.

Secondo quando annunciato dallo IED, il campus sarà inaugurato con l’avvio dell'anno accademico 2013-2014.

Da www.archiportale.com

giovedì 12 maggio 2011

MILANO - Presentato il progetto della Casa della Memoria



A Milano la Casa della Memoria sarà un prisma a base rettangolare, semplice e compatto, alto più di 17 metri. Rivestito di mattonelle di cotto sulle quali verranno rappresentati i testimoni della tragica storia del Novecento. Così si presenta il rendering dello studio genovese Baukuh, che ha vinto con il suo progetto - sbaragliando gli altri concorrenti, cinque studi di architetti under 40, finalisti tra ottanta professionisti che hanno partecipato al concorso - il bando promosso dal Comune con Hines Italia. L'edifico sorgerà nel quartiere Isola, all'interno della riqualificazione urbanistica di Porta Nuova. Voluto per raccogliere, conservare e divulgare la memoria storica di Milano attraverso le associazioni che qui verranno ospitate.

Da La Repubblica

martedì 10 maggio 2011

MILANO - C’è la cordata per la linea 4







Lunedì sono state aperte in Comune le buste con le offerte economiche: il raggruppamento d’imprese guidato da Impregilo ha superato la concorrenza ed entro luglio, salvo sorprese, aprirà i cantieri per il nuovo metrò dallo scalo di Linate a San Cristoforo Fs. Il metrò blu. La scadenza è un imperativo. Aprile 2015, vigilia di Expo. Ma sarà una corsa contro il tempo. In meno di quattro anni dev’essere scavato un unico tunnel di 14,2 chilometri, più largo rispetto all’ipotesi iniziale, che consenta ai treni di viaggiare su due livelli. La macchina organizzativa sarà costretta a un surplus di forza e di costi: minatori su tre turni, 24 ore su 24, in più punti contemporaneamente, per spingere le talpe meccaniche nel sottosuolo della città. Letizia Moratti è «soddisfatta» e certa che «questi lavori contribuiranno a completare la M4 nei tempi previsti: è un’infrastruttura nevralgica per lo sviluppo di Milano anche in vista di Expo». È un’opera progettata per un’altra Milano. Epoca Albertini, dieci anni fa. Il finanziamento pubblico (1,2 miliardi di euro su 1,69) è coperto dal novembre 2009, ma l’assegnazione dell’appalto e l’avvio dei cantieri sono stati di volta in volta rinviati. Fine 2008. Entro il 2009. Primavera 2010. Poi dicembre. Poi aprile 2011. Il via libera della giunta risale al 29 novembre scorso, ma l’aggiudicazione sarà ufficializzata a fine mese e la convenzione tra Palazzo Marino e il gruppo Impregilo, Atm, Ansaldo, Astaldi e Sirti verrà firmata - nel caso filasse tutto liscio - solo il prossimo novembre. L’infrastruttura sarà costruita in project financing: le aziende avranno la concessione della M4 per trent’anni. Ventuno stazioni. L’ultima periferia Ovest di Milano collegata al margine Est. Dalla stazione ferroviaria di San Cristoforo il metrò punta il centro, bypassa l’Olona, poi entra nei Bastioni, incrocia le fermate di Sant’Ambrogio (linea verde), Crocetta (gialla) e San Babila (rossa). Lungo via Santa Sofia e via Francesco Sforza ricalca il percorso del Naviglio interno (chiuso e sepolto alla fine degli anni Sessanta). Dopo piazza Tricolore tira dritto in Dateo, Susa, Argonne. In viale Forlanini corre in superficie. Per raggiungere il capolinea passa nei confini di Segrate e Peschiera Borromeo. Ferma a Linate. «Siamo confidenti - dice il presidente Atm Elio Catania - che al termine delle valutazioni della Commissione si confermerà l’aggiudicazione al nostro raggruppamento». Impregilo e soci avrebbero ottenuto più punti perché si sono impegnati a finire l’intera opera nel 2015, nonostante il bando indicasse l’inizio del 2017 come data ultima di consegna. La coalizione concorrente - composta dalla società Pizzarotti, le francesi Thales e Ratp, la spagnola Caf e la tedesca Siemens - aveva presentato un progetto radicalmente diverso: due gallerie separate, una per ogni direzione di marcia dei treni. La prima gara era stata annullata. L’analisi delle offerte tecniche è durata cinque mesi. Le verifiche economiche si prenderanno settimane. Ma il risultato pare già scritto. Sarà il metrò blu. Opera infrastrutturale connessa ad Expo e inserita nel dossier di registrazione consegnato al Bie di Parigi, alla pari della linea 5 Bignami-San Siro (già in cantiere e parzialmente in funzione dal 2012): «A regime, il metrò 4 eliminerà 14 milioni di spostamenti di auto private all’anno». Nella sintesi dell’amministrazione: «Meno traffico, meno smog». Con più soldi, però. Per velocizzare la costruzione della M4 e assicurare l’inaugurazione in tempo per l’Expo sarà necessario un investimento extra di circa 100 milioni di euro. Armando Stella 10 maggio 2011] MILANO - C'è la cordata per la linea 4. Lunedì sono state aperte in Comune le buste con le offerte economiche: il raggruppamento d'imprese guidato da Impregilo ha superato la concorrenza ed entro luglio, salvo sorprese, aprirà i cantieri per il nuovo metrò dallo scalo di Linate a San Cristoforo Fs. Il metrò blu. La scadenza è un imperativo. Aprile 2015, vigilia di Expo. Ma sarà una corsa contro il tempo. In meno di quattro anni dev'essere scavato un unico tunnel di 14,2 chilometri, più largo rispetto all'ipotesi iniziale, che consenta ai treni di viaggiare su due livelli. La macchina organizzativa sarà costretta a un surplus di forza e di costi: minatori su tre turni, 24 ore su 24, in più punti contemporaneamente, per spingere le talpe meccaniche nel sottosuolo della città. Letizia Moratti è «soddisfatta» e certa che «questi lavori contribuiranno a completare la M4 nei tempi previsti: è un'infrastruttura nevralgica per lo sviluppo di Milano anche in vista di Expo».









È un'opera progettata per un'altra Milano. Epoca Albertini, dieci anni fa. Il finanziamento pubblico (1,2 miliardi di euro su 1,69) è coperto dal novembre 2009, ma l'assegnazione dell'appalto e l'avvio dei cantieri sono stati di volta in volta rinviati. Fine 2008. Entro il 2009. Primavera 2010. Poi dicembre. Poi aprile 2011. Il via libera della giunta risale al 29 novembre scorso, ma l'aggiudicazione sarà ufficializzata a fine mese e la convenzione tra Palazzo Marino e il gruppo Impregilo, Atm, Ansaldo, Astaldi e Sirti verrà firmata - nel caso filasse tutto liscio - solo il prossimo novembre. L'infrastruttura sarà costruita in project financing: le aziende avranno la concessione della M4 per trent'anni. Ventuno stazioni. L'ultima periferia Ovest di Milano collegata al margine Est. Dalla stazione ferroviaria di San Cristoforo il metrò punta il centro, bypassa l'Olona, poi entra nei Bastioni, incrocia le fermate di Sant'Ambrogio (linea verde), Crocetta (gialla) e San Babila (rossa). Lungo via Santa Sofia e via Francesco Sforza ricalca il percorso del Naviglio interno (chiuso e sepolto alla fine degli anni Sessanta). Dopo piazza Tricolore tira dritto in Dateo, Susa, Argonne. In viale Forlanini corre in superficie. Per raggiungere il capolinea passa nei confini di Segrate e Peschiera Borromeo. Ferma a Linate.

«Siamo confidenti - dice il presidente Atm Elio Catania - che al termine delle valutazioni della Commissione si confermerà l'aggiudicazione al nostro raggruppamento». Impregilo e soci avrebbero ottenuto più punti perché si sono impegnati a finire l'intera opera nel 2015, nonostante il bando indicasse l'inizio del 2017 come data ultima di consegna. La coalizione concorrente - composta dalla società Pizzarotti, le francesi Thales e Ratp, la spagnola Caf e la tedesca Siemens - aveva presentato un progetto radicalmente diverso: due gallerie separate, una per ogni direzione di marcia dei treni. La prima gara era stata annullata. L'analisi delle offerte tecniche è durata cinque mesi. Le verifiche economiche si prenderanno settimane. Ma il risultato pare già scritto. Sarà il metrò blu. Opera infrastrutturale connessa ad Expo e inserita nel dossier di registrazione consegnato al Bie di Parigi, alla pari della linea 5 Bignami-San Siro (già in cantiere e parzialmente in funzione dal 2012): «A regime, il metrò 4 eliminerà 14 milioni di spostamenti di auto private all'anno». Nella sintesi dell'amministrazione: «Meno traffico, meno smog». Con più soldi, però. Per velocizzare la costruzione della M4 e assicurare l'inaugurazione in tempo per l'Expo sarà necessario un investimento extra di circa 100 milioni di euro.

Armando Stella Dal Corriere della Sera

venerdì 6 maggio 2011

MILANO - Metrò, il primo viaggio della linea 5






Viaggio di collaudo per la nuova metropolitana 5, la cui prima tratta, da Bignami a Zara, entrerà in funzione nell'aprile del 2012. Il percorso dell'intero tracciato servirà 19 stazioni, da Bignami a San Siro, ed entrerà in funzione il 30 aprile del 2015, alla vigilia della cerimonia inaugurale dell'Expo. Ma già nell'estate del 2013 la linea raggiungerà il cruciale snodo di interscambio di Garibaldi FS. Al primo viaggio della linea lilla hanno partecipato anche il sindaco Letizia Moratti, il numero uno di Atm, Elio Catania, e i vertici di Astaldi-Ansaldo Sts. La MM5 sarà la prima metropolitana italiana senza guidatore su ferro: le porte dei treni si apriranno sulle banchine in perfetta corrispondenza dei varchi, in modo da rendere impossibili incidenti o suicidi di passeggeri sui binari. Il funzionamento dei treni driverless sarà governato dalla control room di Bignami, dove gli addetti potranno monitorare in tempo reale anche la sicurezza dei passeggeri grazie a un sofisticato sistema di videosorveglianza all'interno di tutti i vagoni. L'investimento complessivo dell'opera, i cui lavori si sono iniziati nel 2007, è di 1,4 miliardi di euro

Da La Repubblica

giovedì 5 maggio 2011

TORINO - Mole "oscurata", Comune contro Soprintendenza



L'assessore Viano: stufi delle loro retromarce




andrea rossi da La Stampa


Dopo un mese di polemica contro il «mostro» che oscura la Mole - così residenti e ambientalisti hanno ribattezzato il palazzo moderno che sorgerà tra via Ferrari e via Riberi - l’assessore all’Urbanistica Mario Viano, uno che non le manda a dire, ha perso la pazienza. E ha deciso di passare al contrattacco. «Siamo un po’ stufi di trovarci alle prese con una Soprintendenza che prima detta le linee, prescrive, e poi si smarca. Ci dicano che cosa vogliono fare».

Sbollita la rabbia ha preso carta e penna e scritto una lettera, giusto per sgomberare il campo da alcuni equivoci. Primo: «Nessun abominio: semplicemente si è deciso di sostituire un’edificazione obsoleta in un lotto urbano, secondo le regole di costruzione della città storica».  Secondo: gli uffici dell’Urbanistica hanno agito in piena sintonia con il piano regolatore del 1995 e con tutti quelli che l’hanno preceduto, dall’inizio del Novecento. «La variante non modifica in alcun modo le “regole” che riguardano le altezze massime e gli allineamenti delle costruzioni». Insomma, stessa altezza e stesso ingombro dei palazzi circostanti.

Con la terza annotazione Viano si toglie il primo sassolino dalle scarpe: è stata la Soprintendenza a chiedere la modifica del progetto che oggi scatena proteste e raccolte firme. «Hanno chiesto di salvaguardare il cono visuale sulla Mole da via Sant’Ottavio. Una visuale, va detto, non storicamente costituita, ma semplicemente riscontrata nei fatti, e tuttavia ritenuta degna di salvaguardia». Dopo non poche mediazioni con i progettisti dello studio «Negozio Blu» si è raggiunto l’accordo, con la benedizione dalla Soprintendenza: il nuovo edificio non avrebbe oscurato la vista sulla Mole da via Sant’Ottavio; in compenso l’ala che non interferiva con il monumento avrebbe potuto essere sopraelevata.

Nella trattativa il Comune non toccò palla. Non era nemmeno parte in causa. Decisero tutto Soprintendenza e progettisti. Ecco perché il tira e molla degli ultimi giorni a Palazzo di Città ha sollevato un bel po’ d’irritazione. E la possibile marcia indietro della Soprintendenza - motivata dalla rivolta contro l’edificio - ha creato non poco fastidio. «Se la Soprintendenza deciderà di tornare al progetto “ordinario” noi siamo disponibili», ripete Viano. Purché - è il ragionamento del Comune - la si smetta di addossare le responsabilità a chi ha messo a punto la variante. O di gridare al sacrilegio.

Nella sua lettera l’assessore passa al contrattacco: «Tutti i piani regolatori del Novecento hanno trattato gli isolati adiacenti la Mole in termini ordinari, secondo le regole che hanno costruito la città storica: altezza stabilita in rapporto alla larghezza delle vie, e costruzione in cortina continua sul fronte strada. La Mole è stata realizzata su un isolato urbano “ordinario”, non su una piazza o su una spianata, e come parte del tessuto urbano è sempre stata “vissuta”».

Insomma, per Palazzo Civico qualcuno ha voluto montare una tempesta in un bicchier d’acqua. E altri - la Soprintendenza - che pure avevano avallato, anzi indotto, la soluzione oggi contestata, ora sembrano fare marcia indietro lasciando il Comune con il cerino in mano. A Palazzo di Città non ci stanno, rivendicano di aver agito secondo le regole, sbandierano i piani regolatori. «Il fatto che l’angolo in questione non sia stato costruito in passato secondo le regole previste dal piano regolatore, è un puro “accidente della storia”», chiosa Viano. «Nulla ha a che fare con la preservazione di visuali altro».

lunedì 2 maggio 2011

ROMA - Linea C, la denuncia: «Stazioni cancellate, ma i costi sono aumentati»





L'ASSESSORE AURIGEMMA: NON è STATA ABBANDONATA L'IDEA DELLA METRO D


Linea C, la denuncia: «Stazioni cancellate,
ma i costi sono aumentati»

L'allarme dell'associazione Progetto Celio: del tutto smantellato il progetto iniziale, cambiati collegamenti e percorsi, la Regione ha approvato un'altra metro

ROMA - «La D? Non si farà mai. E questa Metro C non s'ha da fare». L'Associazione Progetto Celio boccia la terza linea metropolitana, con un tragitto modificato più volte che ha snaturato l'intero progetto. E in più attacca: «La Metro D è stata praticamente abolita». Ma l' assessore capitolino alla Mobilità, Antonello Aurigemma, smentisce in maniera netta: «Non abbiamo affatto abbandonato il progetto della linea D. C’è una procedura di gara in corso ed è stato approvato il progetto presentato da Condotte e Pizzarotti. La procedura è stata sospesa perché, da sei mesi, l’Autorità di vigilanza sui lavori pubblici ha in corso una verifica sulla procedura. Non appena conclusa questa istruttoria, si potrà chiudere la fase di affidamento».


Il resto dell'articolo su il Corriere della Sera

MILANO - Conferenza Stampa Expo Day e presentazione dei finalisti del concorso pe...



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domenica 1 maggio 2011

URBANFILE - E sono 3

Tre anni di attività (e Urbanfile cambia!)
Oggi Urbanfile festeggia il suo terzo anno di attività.

Anche quest'anno ha segnato una crescita del sito che si è arricchito di nuovi utenti e contenuti; così come sono state consolidate le collaborazioni con l'Urban Center del Comune di Milano, la Camera di Commercio di Milano e la rivista Interni, mentre se ne sono aggiunte di altre con la rivista Where

Ma dopo tre anni e molte esperienze accumulate Urbanfile decide di cambiare.
A breve sarà on-line la nuova versione del sito (di cui sotto potete vedere l'esemplificazione della homepage) che avrà una nuova veste grafica e prevederà una nuova riorganizzazione generale.
Tra le novità principali ci sarà una sezione internazionale in lingua inglese, dedicata ai progetti di tutto il mondo, e un nuovo forum. 

La Redazione di Urbanfile

giovedì 28 aprile 2011

MILANO - Presentato il Museo d'Arte Contemporanea di Milano








Museo d'Arte Contemporanea di Milano. Il progetto è di Daniel Libeskind

Presentato il nuovo polo espositivo che verrà inaugurato nel 2013 e sorgerà a CityLife. Il concept è del celebre architetto statunitense


Dopo il Museo del Design aperto nel 2007 e quello del Novecento inaugurato nel dicembre 2010, Milano avrà anche il Museo d'Arte Contemporanea.
Il nuovo polo espositivo sorgerà a CityLife - l'area di riqualificazione dell'ex quartiere Fiera - e sarà pronto nel 2013. Il progetto architettonico porta la celebre firma di Daniel Libeskind, che per l'occasione ha ideato un concept che si ispira a una concezione vinciana dello spazio.

Un progetto studiato assieme alle autorità istituzionali cittadine - con una decina di incontri per stabilire la linea da seguire - e che potrà essere eguagliato al Guggenheim di New York per importanza. Uno spazio concepito per accogliere i cittadini milanesi ed essere un punto di riferimento per la vita culturale della città.

«Milano è il cuore dell'arte contemporanea - ha raccontato Libeskind nel corso della presentazione avvenuta oggi, 28 aprile - è una città che amo molto, non avviene spesso che ci sia un processo così vivo e interessante per la concezione di un progetto. Ringrazio le istituzioni per il sostegno con la pianificazione, gli ingegneri e tutto il personale che ha lavorato al concept».

Ed è sicuramente un atto d'amore nei confronti della metropoli meneghina quello dell'architetto. Ha ideato uno spazio polifunzionale, con bookshop, ristorante e cavedio, un ampio spazio all'ingresso dalla forma circolare. Il museo si estenderà su una superficie di più di 7.600 metri quadrati, avrà quattro gallerie per un totale di 5.000 metri quadrati, un giardino dove verranno collocate le sculture e una serie di terrazze dove sarà possibile esporre all'aperto le opere d'arte.

milano.mentelocale.it


Dal TG3


MILANO - Croci: «Milano come Amsterdam, Navigli isola pedonale tutto l'anno»



l'ex assessore comunale all'ambiente si candida a sostegno della lista Moratti

Presentato il progetto basato su uno studio del Comune del 2009. Critico Boeri: «Così si crea un luna park»


MILANO - La zona del Nyhavn l’antico porto di Copenhagen, i canali di Amsterdam chiusi al traffico e animati da bar e negozi, o Canary Wharf a Londra. Guarda a questi modelli il progetto per la pedonalizzazione permanente dei Navigli illustrato dall’ex assessore comunale all’ambiente Edoardo Croci, in corsa alle prossime elezioni comunali con la lista «Progetto Milano Migliore» a sostegno di Letizia Moratti. Un progetto che - come ricordato da Croci in un incontro al quale erano presenti anche il vicepresidente vicario dell’associazione degli esercenti Epam Alfredo Zini, il titolare del locale «Le Scimmie» Sergio Israel e Bruno Corbari, anche lui proprietario di un locale di via Sforza - si basa su uno studio effettuato dal Comune agli inizi del 2009 e per il quale allora vennero stanziati 6 milioni di euro, mai spesi. «La pedonalizzazione dell’area - ha spiegato l’ex assessore, oltre a vantaggi in termini di vivibilità garantirebbe anche maggiori affari, con un incremento del 20 per cento del valore immobiliare e del 30 per cento per il commercio». «Uno dei referendum su cui i milanesi voteranno il 12 e 13 giugno riguarda il ripristino della Darsena e la riapertura del sistema dei Navigli», ricorda Croci.

I PARCHEGGI - Secondo Croci, solo per «mancanza di coraggio» verso il cambiamento e «timidezza» nel portare avanti il confronto con i residenti non si è mai arrivati alla realizzazione del progetto, che vede tra gli interventi principali la riqualificazione delle sponde dei navigli e del manto stradale, il potenziamento del verde e dell’illuminazione e lo sviluppo delle piste ciclabili. Per la perfetta riuscita dell’intervento sarebbe inoltre necessario potenziare il trasporto pubblico nella zona, per evitare problemi di parcheggio soprattutto per chi viene da fuori. Per i residenti invece, secondo Croci, il problema del posto auto non si porrebbe. «Dallo studio - ha detto - emerge che l’area ha la capacità per soddisfare l’esigenza di sosta dei residenti, e per i non residenti ci sono già comunque parcheggi nelle vicinanze poco utilizzati, come quello di Porta Genova».

MOVIDA E SICUREZZA - «Si tratta di un’opportunità per attrarre turismo e valorizzare l’area», ha commentato Zini, parlando di «vantaggi stimabili in mezzo miliardo all’anno per lo shopping e l’intrattenimento». Per Israel si tratta di «un progetto che sta a cuore a tutti i cittadini da anni» e che dovrebbe andare di pari passo con «l’aumento di proposte musicali e culturali, perché altrimenti le aree pedonali rischiano di essere cattedrali nel deserto». Ha sottolineato invece il valore «anti-degrado» dell’operazione Corbari: «Aiuterebbe a prevenire la delinquenza nella zona», ha detto. Aspetto questo su cui si è voluto soffermare lo stesso Croci: «La sicurezza non è il coprifuoco - ha osservato - ma la possibilità di divertimento sano, chiedendo agli esercenti il rispetto di un codice serio di comportamento».

LE VIE - Le strade interessate dalla pedonalizzazione sarebbero: Alzaia Naviglio Grande (da via Gorizia a via Valenza), Via Corsico, via Casale, Ripa di Porta Ticinese (da via Gorizia a via Paoli e da via Valenza a via Bersanti), Alzaia Naviglio Pavese (da via Gorizia a via Darwin), via Magolfa (da Alzaia Naviglio Pavese a via Pichi). Verrebbe inoltre istituita una ZTL notturna nell'area via Paoli - Ripa Porta Ticinese-via Fumagalli), Ripa di Porta Ticinese (da via Fumagalli a via Valenza) e nell'area via Magolfa-via Fusetti-via Argelati. In una fase successiva la pedonalizzazione potrebbe essere estesa a via Ascanio Sforza. Gli accessi sarebbero controllati da pilomat e telecamere e consentiti solo ai residenti oltre ai mezzi di emergenza e portatori di handicap. Tra gli ulteriori interventi di valorizzazione dell'area: il potenziamento del trasporto pubblico notturno, la riqualificazione della Darsena come porto di Milano e la navigazione di linea lungo le aste.

BOERI: NO LUNA PARK - «Non sono d'accordo con l'ex assessore Croci: se interamente pedonalizzati, i Navigli di Milano rischiano di diventare un pezzo artificiale di città, un parco a tema per il divertimento serale e notturno senza più vita quotidiana», è la critica del capolista del Pd al Comune di Milano Stefano Boeri. «La soluzione per i Navigli non sono la totale pedonalizzazione e il divertimentificio selvaggio, ma incentivi e microcredito per il rilancio del piccolo artigianato e delle imprese giovanili ai piani terra - sottolinea Boeri -. I Navigli sono un pezzo di Milano, non un luna park».

Da il Corriere della Sera

mercoledì 27 aprile 2011

MILANO - Open Office - Ufficio di Piano EXPO 2015

FOGGIA - Bike sharing, è finita la lunga attesa

Il Bikesharing di Roma




MOBILITA' SOSTENIBILE IN PROVINCIA
Bike sharing, è finita la lunga attesa
Previste 12 ciclostazioni per 3 città
Cento bici a Foggia, 48 a Manfredonia e 60 a Vieste
Appalto aggiudicato alla ditta barese «Eco-logical»


FOGGIA - Le biclette del servizio di bike sharing, dopo quattro anni di attesa, arriveranno presto nelle strade di Foggia. È stata infatti aggiudicata dall’amministrazione provinciale alla «<Eco-logica srl» di Bari la gara per l’installazione e la fornitura delle postazioni e delle biclette per il servizio di bike sharing, che garantisce ai cittadini di poter usare delle bici pubbliche per spostarsi in città pagando un ticket per il noleggio. La società «Eco-logica srl», l’unica ad aver partecipato alla gara bandita alcuni mesi fa da Palazzo Dogana, dovrà anche garantire la manutenzione delle infrastrutture e delle bicilette per i prossimi due anni. L’appalto di 320mila euro riguardava anche la gestione del servizio a Manfredonia e Vieste. A Foggia sono state destinate 100 biciclette, 48 a Manfredonia e 60 nell’altra cittadina garganica.

Il progetto licenziato un anno fa dalla giunta di centrodestra guidata da Antonio Pepe, dopo numerose rivisitazioni, prevede la realizzazione a Foggia e negli altri due centri di un sistema di bike sharing con lettore a pile, quello tradizionale che obbligherà chiunque utilizzerà le bicilette pubbliche a riportare la bicicletta nella ciclostazione dove l’ha prelevata al momento del noleggio. Foggia avrà 12 ciclostazioni con pensiline e 20 rastrelliere. Le postazioni individuate nel protocollo d’intesa sttoscritto nell’ottobre 2010 tra Provincia e Comune di Foggia sono: i parcheggi Ginnetto, Zuretti, Russo, il parcheggio della stazione, la sede della Provincia in via Telesforo, la sede centrale dell’Ateneo, le sedi decentrate di Comune e università in via Gramsci, gli Ospedali Riuniti, l’Ente fiera, il Comando dei vigili urbani in viale Manfredi, e le sedi decentrate al rione Candelaro e a viale Kennedy. Inoltre le rastrelliere fisse già presenti in città saranno integrate con ulteriori 20 ciascuna da 10 posti. La società Eco-logica srl ha ora 100 giorni di tempo per dare corso all’appalto e garantire il servizio nei tre Comuni della Capitanata.

È invece ancora da definire la gestione del servizio. L’assessorato provinciale all’Ambiente auspica una collaborazione con le tre amministrazioni comunali. Dovrebbero essere infatti Foggia, Manfredonia e Vieste ad occuparsi direttamente del servizio. Ciò vuol dire creare uno sportello dove recarsi muniti di documento di riconoscimento per poter poi ottenere i ticket o effettuare gli abbonamenti per utilizzare le biclette. La gestione comporterà anche la vigilanza sulle ciclostazioni. La società che ha vinto la gara è la stessa che garantirà questo stesso servizio a Cerignola. L’amministrazione di centrodestra guidata da Antonio Giannatempo nei mesi scorsi ha affidato alla «Eco-logica srl» il progetto per il sistema di gestione del bike sharing con un investimento di 86mila euro, presente nel piano triennale delle opere pubbliche 2011-2013. I finanziamenti sono stati attinti da risorse nazionali del ministero dell’Ambiente nell’ambito della mobilità sostenibile e delle fonti rinnovabili.

Antonella Caruso

GENOVA - Riapre il Museo della Cattedrale Guida ai tesori di San Lorenzo


L'apertura straordinaria di lunedì 25 aprile è l'occasione di tornare a visitare uno dei musei più famosi del mondo, che raccoglie i "documenti - monumenti" della storia religiosa della città

Di Pier Paolo Rinaldi
A partire dalla metà degli anni Cionquanta, quando fu inaugurato, il Museo del Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo progettato da Franco Albini e ordinato da Caterina Marcenaro non è più uscito dalla storia dell'architettura.

Il museo è uno scrigno sotterraneo di grande fascino, che il rivestimento di pietra di Promontorio e i diversi livelli fanno sembrare più grande di quanto non sia in realtà. Una soluzione moderna, nata in parte dai timori politici della committenza - il cardinal Siri non voleva che avesse un accesso dalla strada - come dalle sue necessità liturgiche - molti degli oggetti esposti sono ancora in uso, come i ricchi paliotti che adornano gli altari in questi giorni e che, dunque, mancano dall'esposizione.

l Catino di Smeraldo OrientaleUna guida curiosa e alternativa al museo e alla cattedrale che lo ospita potrebbe essere quella che possiamo scaricare da Google Books, che ci propone il "Catalogo delle Reliquie insigni che si custodiscono, e venerano nella Metropolitana di San Lorenzo in Genova", uno spiraglio sulla visione del mondo di chi ci ha preceduto. E che ci spinge a chiederci che fine avranno fatto, tutte quelle reliquie, nei secoli che ci separano dalla pubblicazione nel 1724 del Catino di Smeraldo Orientale / gemma consagrata da N. S. Gesù Cristo / nell'Ultima Cena degli Azimi, e custodita con religiosa pietà dalla / Ser.ma Repub.ca di Genova, / come glorioso trofeo / riportato nella conquista di Terra Santa.

In occasione della riapertura, per lunedì 25 sono state organizzate da Arti e Mestieri due visite guidate – alle 15 e alle 18 – in contemporanea con quelle del vicino Museo Diocesano.

Museo del tesoro della Cattedrale di San Lorenzo, piazza San Lorenzo, orari: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato 9-12/15-18; biglietti: intero € 6 (compresa la visita del Museo Diocesano), ridotto € 4,50 (solo Museo del Tesoro), gratuito bambini 0-5 anni.
Genova, 24 aprile 2011

Da www.viveregenova.comune.genova.it

MILANO - Pronta la nuova Stecca, ma resta chiusa




Le associazioni: la vecchia sede demolita, ora il Comune rispetti gli accordi


Pronta la nuova Stecca, ma resta chiusa


All'Isola mancano i permessi per entrare nel polo di artigiani e artisti dove «lavorano» 14 gruppi


MILANO - Sono relegati nella Scarpiera, e il nome non mente. È una capanna di assi, ondulati e lamiere da orto. Sede precaria e provvisoria. Da quattro anni. La nuova Stecca degli artigiani è stata costruita di fronte alla vecchia, in via De Castillia, vicino alla stazione Garibaldi. Ormai è finita. Ma le associazioni dell'Isola, gli artisti e i volontari non hanno ancora ottenuto dal Comune il permesso d'entrare: «Abbiamo spedito quattro lettere in sei mesi. Risposte: zero». Nell'accordo firmato nel 2007 si legge: «Le associazioni si trasferiranno nell'Incubatore delle arti dal 2009 al 2012». Siamo in ritardo di due anni, mancano 12 mesi alla scadenza. Ma i traslochi non sono mai iniziati: «Abbiamo chiesto più volte di essere convocati per verificare la validità dell'intesa - racconta Paolo Artoni, attivista del circolo di Legambiente -. Il nostro timore è che Palazzo Marino venga meno ai patti».

Le ruspe attaccarono la Stecca vecchia il 25 aprile 2007. La ex Tecnomasio Brown Boveri, fabbrica di motori per locomotive, doveva cadere e far spazio al nascente piano di riqualificazione Garibaldi-Repubblica. L'edificio storico venne demolito. La polvere, con i giorni, coprì le polemiche. Le associazioni «sfrattate» si riunirono nell'Associazione delle associazioni della Stecca degli artigiani (Ada) e trovarono un accordo con l'operatore Hines e Palazzo Marino. In sintesi: «Avrete una nuova casa in comodato d'uso gratuito all'interno del quartiere». L'Incubatore delle arti è stato progettato dall'architetto Stefano Boeri davanti al ristorante Ratanà, tra i grattacieli dell'Isola. Eccolo. Due piani di laboratori, spazi flessibili, un'ampia parete di vetro. Una casa trasparente, almeno nelle intenzioni.

Ci sono centinaia di volontari e cittadini che aspettano le chiavi. L'Associazione agricoltura biologica e il Coro di Micene, Critical Garden e la ciclo officina +BC, il Gruppo d'acquisto solidale e i Fabbricanti di gioie, gli Architetti senza frontiere, la scuola del fumetto. Spiegano da Palazzo Marino: «I ritardi? Bisogna completare la bonifica dei terreni, allacciare l'edificio alla fognatura ed eseguire i collaudi». Replicano dall'Ada: «Le scadenze del contratto sono state abbondantemente superate, non ci bastano le rassicurazioni, vogliamo certezze». Negli ultimi due anni il Comune ha proposto ad artigiani e volontari un secondo trasferimento «temporaneo» in un edificio di via Pepe, sempre all'Isola, ma la trattativa s'è arenata su una serie di dubbi. Chi paga il doppio trasloco? E perché volete spostarci? Quando sarà aperta la Stecca? «Difenderemo il nostro spazio fino all'ultimo», avvisano da Legambiente. Anche dai fantasmi.

Uno, in particolare, aleggia sull'Incubatore: «I tecnici del Comune hanno fatto visitare la struttura alla comunità di San Patrignano ed altre realtà del terzo settore - attaccano dall'Ada -. Non ci stiamo. La Stecca è nostra». La Stecca è arredata, linda. Vuota. Il cartello delle 14 associazioni di quartiere ha già presentato il business plan all'immobiliare Hines e al Comune: «Il progetto sociale "copre" 35 mila euro di spese l'anno, per cinque anni». Il gestore dell'Incubatore deve essere «validato» da Palazzo Marino.


Armando Stella Da il Corriere della Sera

mercoledì 20 aprile 2011

ROMA - Slitta di un mese l'inaugurazione del Ponte della Musica sul Tevere



L'assessore Corsini annuncia il rinvio, ma precisa:
«Non è vero che il cantiere è in ritardo». 
Niente festa per il Natale di Roma, taglio del nastro il 21 maggio 

L'avevano annunciata in pompa magna, come un «regalo» per il 2764° Natale di Roma, invece la prevista inaugurazione del Ponte della Musica slitta dal 21 aprile al 21 maggio prossimo. Tra le polemiche.
In molti, passando accanto al cantiere tra lungotevere Flaminio e lungotevere Cadorna nei giorni scorsi, avevano notato l'imbarazzante stato di avanzamento dei lavori: troppo indietro per consentire un'apertura anche provvisoria (giusto il tempo di tagliare il nastro e far passare un viaggio inaugurale) dell'opera ingegneristica. Così a margine della conferenza stampa sul programma celebrativo del 2764 simo Natale dell'Urbe, l'assessore capitolino all'Urbanistica Marco Corsini ha dovuto gettare la spugna.

«E' SOLO PER DARGLI VISIBILITA'» - Corisni ha annunciato lo slittamento insistendo però che «il rinvio non nasconde un ritardo nei lavori, ma nasce dalla voglia di dare l'opportuna importanza all'evento», di dargli più visibilità. Eppure tra gli eventi in programma per il 21 aprile il taglio del nastro sul Tevere - per un collegamento per pedoni e mezzi pubblici - sarebbe stato senza dubbio l'appuntamento più spettacolare.
Invece, secondo Corsini «gli impegni erano così concentrati, che avremmo riservato a quell'evento uno spazio inadeguato. Mentre l'apertura di un ponte a Roma (ndr. il 47simo) è un fatto storico: l'ultimo risale a decenni fa». Così, con il sindaco, l'assessore ha deciso di rimandare l'apertura formale del ponte, «che già adesso è agibile al traffico pedonale», al 21 maggio. «Ma i lavori sono stati ultimati in tempo», sottolinea ancora una volta Corsini.

PRESTO IL VIADOTTO DELLA SCIENZA - Lungo 190 metri, con due archi dalla luce di 160 metri, il Ponte della Musica è un'opera avviata dalle precedenti amministrazioni (con Rutelli e Veltroni) e costata 8 milioni di euro. La sua apertura sarà seguita, annuncia Corsini, «entro la fine dell'anno» da quella del Ponte della Scienza.
Lo scorso novembre, Corriere.it aveva pubblicato - in una gallery fotografica che vi riproponiamo qui - le prime immagini del ponte in avanzata fase di costruzione. Il ponte collegherà le moderne architetture di Piano (Auditorium), della Hadid (Maxxi), di Nervi (Palazzetto dello Sport) e di Libera (Villaggio olimpico) al razionalismo di Del Debbio e Moretti (Casa delle Armi) in area Foro Italico.
Previsto fin dal Piano regolatore del 1916, nato da un concorso internazionale del 1999, ha visto la posa della prima pietra con l'attuale amministrazione Alemanno.

Redazione online Da il Corriere della Sera

MILANO - Terreni Expo, via libera dal Bie Sala: ora il contratto per le aree



VERSO IL 2015. IL 30 APRILE FESTA DI BANDIERE PER L'ESPOSIZIONE

Il Comitato ha «promosso» l'accordo sulla newCo. Il sindaco: eventi sul modello del Salone del Mobile

MILANO - Il Bureau International des Expositions si fida di Milano: i commissari hanno valutato positivamente la relazione fatta ieri al Comitato esecutivo dall'amministratore delegato Giuseppe Sala. Si tratta di «un positivo passo avanti», ha commentato Sala precisando che «abbiamo consegnato l'accordo siglato sabato scorso dai soci per la nascita di una newCo che acquisterà i terreni e una lettera del commissario Moratti». Il Bie «ha preso atto e ci ha chiesto di produrre i documenti in inglese e di presentare i contratti di disponibilità delle aree». Atti, questi, che secondo Sala «saranno stipulati entro fine maggio».

Il sindaco Moratti dà resoconto della missione a Parigi nella sede del Museo Archeologico, che giusto ieri ha inaugurato la sede ampliata in corso Magenta: «Questo è uno dei tanti spazi culturali che rendono Milano città turistica e attrattiva e qui è ospitato un percorso espositivo sul significato simbolico del cibo nel mondo antico e sul concetto del nutrire il corpo e la mente». Tema vicino a quello di Expo, insomma: «Puntiamo a organizzare - conferma la Moratti - un palinsesto di eventi che facciano vivere la città in una sorta di fuori Expo, sul modello già sperimento con il Salone del mobile, con la Bit, e con la moda».

Si guarda avanti, insomma. Sala annuncia che giusto oggi è arrivata la diciannovesima adesione all'Expo del 2015 da parte dell'Uzbekistan: «Il Bie ha valutato molto positivamente il fatto che in soli tre mesi abbiamo già una ventina di risposte dei Paesi interpellati». E la società sta preparando, per i prossimi 29 e 30 aprile, un Expo day che si ripeterà ogni anno e che sarà caratterizzato da una serie di eventi, tra cui una serie di film sul tema del cibo scelti dal critico del Corriere Paolo Mereghetti e proiettati all'Anteo. Il 30 si installeranno lungo via Dante, dalla sede di Expo in via Rovello, tante bandiere quanti sono i Paesi che man mano avranno aderito: una processione di bandiere appositamente realizzate da creativi che andranno fino al Castello Sforzesco. E poi ci sarà la Carta di Milano, che verrà presentata sabato insieme al professor Umberto Veronesi e che darà le linee guida sull'alimentazione e sugli stili di vita. Infine, partirà in quei giorni il voto popolare fra i due marchi per Expo realizzati da giovani designer e selezionati a una giuria presieduta da Giorgio Armani.

Elisabetta Soglio Da Il Corriere della Sera

MILANO - L'Archeologico raddoppia e Paladino dona un'opera






Allestimento elegante, gratuito fino a giugno

Il Museo di corso Magenta si «allarga» con una nuova palazzina di 4 piani cui si accede anche da via Nirone


Il bello è che, molto presto, farsi una cultura sarà come andare a correre. È stato calcolato, per esempio, passo dopo passo, quanto si impiegherà a spostarsi da un sito archeologico (sono ben 14 a Milano) a quello più vicino. Se si vuole andare da San Lorenzo, in Ticinese, al sacello di Sant'Aquilino, basteranno 5 minuti: sono meno di 300 metri. C'è chi già l'ha fatto, «per spot», come i due fidanzatini alla scoperta della Milano imperiale protagonisti del film Milano Mediolanum, a cura del Centro sperimentale di cinematografia. E sapete dove finiscono i due archeologi in erba? Al Nuovo museo archeologico, ampliato di 1.700 metri quadrati e inaugurato ieri alla presenza dell'assessore alla Cultura, Massimiliano Finazzer Flory, della direttrice Donatella Caporusso, del direttore dei musei milanesi, Claudio Salsi, e dell'architetto progettista del raddoppiamento museale, Andrea Bruno.


Benvenuti nella palazzina nuova di quattro piani, in via Nirone 7, dedicata alle tre sezioni storiche. Un piano rialzato per le mostre temporanee (Nutrire il corpo e lo spirito, o il significato simbolico del cibo nel mondo antico, fino al 31 dicembre: chiaro riferimento al tema di Expo 2015); al primo, l'arte Alto-medievale; quindi i 400 mq di arte greca; infine lo stesso spazio dedicato agli etruschi. Il colpo d'occhio è il giardino, dove sono conservati i resti della domus romana del I secolo d. C, attraversato da una passerella. «Dall'alto è il posto giusto per fermarsi a riflettere, sul tempo e sulla storia: sono questi i percorsi mentali di un museo», ricorda Finazzer mentre introduce i visitatori alla torre poligonale romana. «Guardate, qui per terra c'è un'opera d'arte, il Dormiente di Mimmo Paladino (dono dell'artista al nuovo museo, ndr), quasi un monito a essere culturalmente sempre vigili».

E ricettivi, perché dai tre milioni spesi per i lavori del nuovo museo («ma non sono nulla paragonati al valore dei reperti, intorno ai 30 milioni», ricorda l'assessore) si aspettano risposte positive dai visitatori e dalle donazioni dei collezionisti privati. Come quella di Luigi Koelliker, il quale, nei giorni scorsi, ha regalato i suoi due ritratti virili in marmo di epoca romana, (I sec.), collocati nel piano interrato - dove è ben visibile il grande plastico della Milano romana - dedicato al percorso «Abitare a Mediolanum».

Paleocristiano e aree archeologiche sono le due direttrici del museo «finalmente integrato dalle sei basiliche storiche, arricchite da totem bilingue con tutti i riferimenti storici e artistici», ricorda Caporusso, felice di vedere ricompattato nel progetto l'ex monastero maggiore di San Maurizio, con lo stupendo coro ligneo. Infine, «l'ultimo arrivato», così si è definito il progettista degli spazi museali, Andrea Bruno: «Per le teche in cui sono conservati i reperti, ho preferito sobrietà e qualità tecnologica». Difficile dargli torto se uno dei simboli del Museo, la Coppa Trivulzio, si cela sotto una vetrina Goppion; sì, gli stessi della teca che custodisce la Gioconda al Louvre.

Peppe Aquaro da il Corriere della Sera

ROMA - Appia Antica, svelati i tesori gotici di San Nicola


Torna visibile dopo un anno di restauri l'interno della chiesa del Castrum Caetani
di LAURA LARCAN


L'Appia Antica svela un altro tesoro. L'unico esempio a Roma di architettura gotica cistercense. È la chiesa di San Nicola, con l'elegante campanile "a vela" che spicca al III miglio della Regina Viarum. Originale per la sua facciata asimmetrica, il monumento sorge di fronte al sepolcro di Cecilia Metella, svelando il cuore religioso di quel Castello Caetani che agli albori del XIV secolo Bonifacio VIII, il papa Caetani del primo giubileo, e il nipote cardinale Francesco, fecero edificare come baluardo della città.

Lasciato per secoli nell'oblio, è al centro da poco meno di un anno di un intervento di restauro avviato dalla Soprintendenza speciale ai beni archeologici con l'obiettivo di aprirlo al pubblico e di inserirlo entro un anno nel percorso di visita. Intanto i lavori iniziati con 70mila euro hanno registrato un primo traguardo: "Abbiamo riaperto la porta d'ingresso della chiesa, murata a fine 800", annuncia Rita Paris, responsabile dell'Appia Antica. Il colpo d'occhio regala una suggestione romantica: l'edificio non ha tetto, ma il restauro della struttura muraria ne restituisce l'idea complessiva, con la grande abside sullo sfondo, gli archi traversi che un tempo sostenevano la copertura in legno e le finestre ogivali impreziosite da cornici di marmo bianco.

Il problema maggiore è la mancanza di copertura: "Il primo intervento è stato di somma urgenza - dice la direttrice dei lavori Maria Grazia Filetici - Le intemperie hanno messo a serio rischio i delicati apparati decorativi". Per ultimare il recupero servono 700mila euro. "La perizia è pronta, stiamo aspettando il finanziamento - dice Paris - L'obiettivo è completare la messa in sicurezza del monumento, e musealizzarlo con pannelli didattici, oltre a studiare un'eventuale copertura". Potrà così iniziare la vita del monumento all'interno del Castrum Caetani, ancora in parte sacrificato dalle proprietà private: "L'intero perimetro originario del castello dovrebbe essere recuperato - osserva Paris - Così si offrirebbe al pubblico la percezione del recinto, l'unica testimonianza di Castrum a Roma". E il futuro di San Nicola potrebbe essere all'insegna della musica: cuore di un Festival dell'Appia Antica, con un progetto cui la Soprintendenza sta lavorando.

Da La Repubblica

martedì 19 aprile 2011

BOLOGNA - L'auditorium di Piano per Bologna: un mega-Stradivari da 1.800 posti





L'archistar: «Servono 3-4 anni per costruirlo». Roversi Monaco: «Tutta la città deve partecipare». Abbado: «Bologna potrà diventare vera capitale della musica»



Sembrerà un'astronave. O meglio, visto che il materiale principe sarà il legno, una gigantesca arca. Per la musica. Quindi: un grande Stradivari. Queste le immagini usate dall'archistar Renzo Piano per descrivere il progetto per un nuovo auditorium a Bologna realizzato su input del maestro Claudio Abbado e su commissione della Fondazione Cassa di Risparmio. Dove? Dovrebbe sorgere al centro del comparto della Manifattura delle arti, dietro il Mambo di via don Minzoni, in particolare nel luogo dove un tempo sorgeva l’antico porto commerciale di Bologna sul canale del Cavaticcio.

Piano ha immaginato una struttura in grado di ospitare 1.800 persone e con un’acustica perfetta, studiata dal giapponese Yasu Toyota, «il più grande acustico vivente».

Il luogo destinato ad accogliere l’auditorium, realizzabile se la città saprà rispondere alla sfida, è il Campus delle Arti, che attorno al giardino dell’ex Manifattura ospita Cineteca, Dams, Mambo, il centro sociale Costa e il centro culturale La Salara. Per far posto alla sala concerti, futura casa dell’Orchestra Mozart di Abbado, sarà abbattuto l’ex cinema Embassy di proprietà del Demanio e recuperata la settecentesca palazzina Magnani, collegata all’auditorium da un percorso interrato e un percorso aereo e destinata ad ospitare le attività legate alla presenza degli artisti (camerini e sale prova).

Il resto su il Corriere di Bologna