Allestimento elegante, gratuito fino a giugno
Il Museo di corso Magenta si «allarga» con una nuova palazzina di 4 piani cui si accede anche da via Nirone
Il bello è che, molto presto, farsi una cultura sarà come andare a correre. È stato calcolato, per esempio, passo dopo passo, quanto si impiegherà a spostarsi da un sito archeologico (sono ben 14 a Milano) a quello più vicino. Se si vuole andare da San Lorenzo, in Ticinese, al sacello di Sant'Aquilino, basteranno 5 minuti: sono meno di 300 metri. C'è chi già l'ha fatto, «per spot», come i due fidanzatini alla scoperta della Milano imperiale protagonisti del film Milano Mediolanum, a cura del Centro sperimentale di cinematografia. E sapete dove finiscono i due archeologi in erba? Al Nuovo museo archeologico, ampliato di 1.700 metri quadrati e inaugurato ieri alla presenza dell'assessore alla Cultura, Massimiliano Finazzer Flory, della direttrice Donatella Caporusso, del direttore dei musei milanesi, Claudio Salsi, e dell'architetto progettista del raddoppiamento museale, Andrea Bruno.
Benvenuti nella palazzina nuova di quattro piani, in via Nirone 7, dedicata alle tre sezioni storiche. Un piano rialzato per le mostre temporanee (Nutrire il corpo e lo spirito, o il significato simbolico del cibo nel mondo antico, fino al 31 dicembre: chiaro riferimento al tema di Expo 2015); al primo, l'arte Alto-medievale; quindi i 400 mq di arte greca; infine lo stesso spazio dedicato agli etruschi. Il colpo d'occhio è il giardino, dove sono conservati i resti della domus romana del I secolo d. C, attraversato da una passerella. «Dall'alto è il posto giusto per fermarsi a riflettere, sul tempo e sulla storia: sono questi i percorsi mentali di un museo», ricorda Finazzer mentre introduce i visitatori alla torre poligonale romana. «Guardate, qui per terra c'è un'opera d'arte, il Dormiente di Mimmo Paladino (dono dell'artista al nuovo museo, ndr), quasi un monito a essere culturalmente sempre vigili».
E ricettivi, perché dai tre milioni spesi per i lavori del nuovo museo («ma non sono nulla paragonati al valore dei reperti, intorno ai 30 milioni», ricorda l'assessore) si aspettano risposte positive dai visitatori e dalle donazioni dei collezionisti privati. Come quella di Luigi Koelliker, il quale, nei giorni scorsi, ha regalato i suoi due ritratti virili in marmo di epoca romana, (I sec.), collocati nel piano interrato - dove è ben visibile il grande plastico della Milano romana - dedicato al percorso «Abitare a Mediolanum».
Paleocristiano e aree archeologiche sono le due direttrici del museo «finalmente integrato dalle sei basiliche storiche, arricchite da totem bilingue con tutti i riferimenti storici e artistici», ricorda Caporusso, felice di vedere ricompattato nel progetto l'ex monastero maggiore di San Maurizio, con lo stupendo coro ligneo. Infine, «l'ultimo arrivato», così si è definito il progettista degli spazi museali, Andrea Bruno: «Per le teche in cui sono conservati i reperti, ho preferito sobrietà e qualità tecnologica». Difficile dargli torto se uno dei simboli del Museo, la Coppa Trivulzio, si cela sotto una vetrina Goppion; sì, gli stessi della teca che custodisce la Gioconda al Louvre.
Peppe Aquaro da il Corriere della Sera