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venerdì 8 aprile 2011

MILANO - Cinisello Balsamo- Pronti a costruire nuove case Così salveremo il Grugnotorto




La bozza del Pgt in approvazione a Cinisello contiene un aumento dei volumi edificabili sull'area dell'oasi. E' scontro tra i partiti della maggioranza per decidere quanto cemento concedere ai privati


Per salvare il parco del Grugnotorto si dovranno costruire nuove case. La notizia non è nuova, ma ora a certificarla è la bozza del nuovo Piano di Governo del Territorio di Cinisello Balsamo che addirittura prevede nuove volumetrie residenziali proprio all’interno del polmone verde, tra via Alberti e i caseggiati di Sant’Eusebio.

Ma non è questa la brutta notizia. Il peggio è che in vista della discussione del nuovo Pgt, nei partiti di centrosinistra che governano la città si è aperta una vera guerra sulle quantità di nuovo cemento da edificare per «ricompensare» Coop Lombardia, la società Fondi Rustici e poche altre società che detengono circa un milione di metri quadrati di aree.

Questi elementi sono emersi in modo chiaro martedì sera nel convegno «Il parco che c’è», promosso dall’amministrazione comunale per fare il punto sulle realizzazioni già avviate e per fissare gli obiettivi futuri, soprattutto in materia urbanistica e di acquisizione delle aree private. Il pubblico era quello della grandi occasioni. Tra uno sparuto gruppo di curiosi, c’erano tanti ambientalisti, pochi (anzi pochissimi consiglieri comunali), ma tutti i segretari e i dirigenti dei principali partiti.

E in effetti, quello dell’acquisizione delle aree è il principale problema di questo parco che, pur contando sulla carta su una superficie complessiva di 8 milioni di metri quadrati (2 milioni in più rispetto al fratello maggiore Parco Nord), è ancora in buona parte in mano a proprietari privati. Le zone realmente fruibili ai cittadini, soprattutto a Cinisello, sono ancora poche, e la loro acquisizione impone enormi sacrifici da parte delle amministrazioni comunali.

«Il parallelo tra Parco Nord e Parco del Grugnotorto è quasi automatico, anche se oggi non è più possibile farlo — ha spiegato Daniela Gasparini —. Se per il Parco Nord c’era stata una forte spinta dei Comuni che avevano fatto un maxi mutuo per fare proprie le aree private, oggi dobbiamo trovare soluzioni alternative. Penso ad esempio all’introduzione di una tassa di scopo, che potrebbe vedere partecipi tutti i cittadini che risiedono nei comuni del Parco. La scelta che noi faremo sicuramente è quella di trasformare il valore dei terreni del parco in volumi edificabili da cedere ai proprietari».

Lo strumento si chiama «compensazione», come ha spiegato nel corso dell’assemblea pubblica l’architetto Maria Grazia Folli, che sta redigendo il nuovo Pgt. «Le aree del parco potranno essere ammesse alla compensazione, come previsto della legge regionale 12. La norma ci consente di identificare il valore delle aree da acquisire a patrimonio pubblico e di offrire volumetrie all’interno o all’esterno delle aree, per compensare questi valori. Ai proprietari sarà offerta la possibilità di edificare nel margine est del parco, accanto a via Alberti e in altre zone identificate nella città». Tra queste compare anche parte dell’ex Ovocultura di via Matteotti.

di Rosario Palazzolo Da il Giorno

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