Cerca nel blog
lunedì 29 novembre 2010
MILANO - M5, arriva il primo treno «lilla
LA PRIMA TRATTA PRONTA PER I COLLAUDI NELLA PRIMAVERA 2011
M5, arriva il primo treno «lilla»
Una carrozza scende in galleria. Simini:«nessuna conseguenza dall'esondazione del Seveso di settembre»
MILANO - La prima carrozza «lilla» scende in galleria. E’ stato dato il via lunedì mattina, alla presenza del sindaco, Letizia Moratti, del presidente di Atm Elio Catania e dell’assessore ai Lavori pubblici Bruno Simini, alle operazioni per la messa su rotaia del primo treno della futura linea M5. Arrivati nel cantiere di viale Zara nella notte, i due primi blocchi del convoglio saranno calati nel tunnel, all’altezza della stazione che sorgerà fra viale Marche e via Keplero, seguiti da altri due nei prossimi giorni. La carrozza verrà poi trasportata fino alla stazione di Bignami e da lì, nella prossima primavera, cominceranno i collaudi con il primo treno in prova di esercizio nella tratta fra il capolinea di Bignami e la stazione di Bicocca. «La prima tratta - ha spiegato il sindaco - sarà pronta per i collaudi nella primavera 2011 e la linea aprirà al pubblico nella primavera 2012. La M5 porterà 63 milioni di persone all’anno: significa che con la M4 porterà via dalle strade circa il 15% del traffico auto, ci saranno 120mila veicoli in meno in circolazione».
TEMPI CONFERMATI - Confermato da Moratti e da Simini il rispetto dei tempi previsti per l’opera, nonostante i danni per l’esondazione del Seveso di settembre. «Con le 400 persone al lavoro abbiamo recuperato il tempo perso. Il disastro di settembre - ha spiegato Simini - non ha lasciato conseguenze». I convogli, ora di colore bianco ma che assumeranno livrea lilla, saranno a trazione automatica, senza conducente. Quelli calati lunedì nel tunnel della M5 sono i primi di questo genere a essere messi su rotaia in Italia e i secondi in Europa: presenti solo a Copenaghen, in Italia una analoga infrastruttura è in fase di realizzazione a Brescia. «Interverranno dispositivi elettronici per la guida automatica», ha spiegato Catania: «In questi giorni le prime 4 carrozze, poi mano a mano le altre. E’ una operazione graduale ma abbastanza concentrata e per la primavera 2011 avremo il primo treno completo che si muoverà in prova». Per Simini si tratta di «un'infrastruttura competitiva che porterà un attacco mortale ai fanatici dell’automobile: due auto su 10 oggi in ingresso in città si fermeranno». Una linea, ha sottolineato Moratti «che significa anche che dall’anno prossimo, fra occupazione diretta e indotta, avranno lavoro 9mila persone: in un momento di crisi, questi lavori creano occupazione, e i treni peraltro sono Ansaldo-Breda, di tecnologia italiana, è lavoro per le nostre imprese» (fonte: Omnimilano).
Corriere della Sera
venerdì 26 novembre 2010
ROMA - Tridente Pedonale
bus elettrici: ecco il Tridente pedonale
Presentato il piano del Campidoglio per liberare dal traffico l'area più strategica del centro. Via anche le auto blu. Su Corriere.it anteprima del progetto in 21 tavole
Parcheggi di prossimità. Strade chiuse al traffico privato e perfino alle auto blu. Capolinea degli autobus trasferiti fuori dalla zona di rispetto. Percorsi per passeggiate storico artistiche e per lo shopping. Disciplina rigida del carico scarico merci. Nuove soste esclusive per i ciclomotori. Un piano in 21 pagine, che spiega passaggio per passaggio come diventerà il Tridente senza auto. Non senza polemiche: per Cesare Pambianchi, presidente ci Confcommercio Roma e Lazio, la realizzazione di nuovi posti auto deve essere prioritaria «rispetto a qualsiasi pedonalizzazione».
CASSETTO DEI SOGNI - Il progetto, rimasto nel cassetto dei sogni per tante amministrazioni, viene ora calendarizzato dalla giunta Alemanno. Che se davvero riuscirà a mettere in pratica la ipotizzata pedonalizzazione di quest'area nevralgica del centro storico, potrà dire di aver segnato un punto a favore anche con chi imputa al centrodestra una politica degli annunci pari almeno a quella dell'era Veltroni, quando lo stesso progetto urbano veniva presentato 4-5 volte a partire da sei mesi prima della posa della «prima pietra». Mettete dunque da parte i dubbi, per un momento, e date un'occhiata al piano presentato giovedì sera dal sindaco e dal delegato al Centro storico Dino Gasperini, che Corriere.it pubblica integralmente.
ALL'ARA PACIS - Alla presentazione nell'Auditorium dell'Arca Pacis era presente al completo lo staff del Campidoglio interessato a questa piccola (l'area è quella fra via del Babuino e via di Ripetta) ma radicale e strategica rivoluzione nell'assetto del traffico urbano a Roma. C'erano l’assessore all’Urbanistica, Marco Corsini, l’assessore alla Mobilità, Sergio Marchi, il delegato del Sindaco per i parcheggi e presidente della Commissione Mobilità, Antonello Aurigemma. Presenti anche il sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Giro e il direttore regionale dei Beni culturali del Lazio, Federica Galloni, che nelle scorse settimane aveva posto alcune obiezioni al progetto di sottopasso accanto all'Ara Pacis proprio in relazione ad uno dei parcheggi di prossimità più importanti pern il piano di pedonalizzazione.
DUE FASI DI ATTUAZIONE - Le fasi di attuazione del progetto saranno sostanzialmente due. La prima riguarderà la pedonalizzazione di via del Corso e di alcune vie trasversali del Tridente - 15 in tutto -, come mostra la tavola 3 del progetto (colori: verde chiaro per le attuali aree pedonali; verde scuro per le nuove aree pedonali). La seconda, dopo i lavori al Tridente, l'ampliamento del Parcheggio di Villa Borghese - che passerà a 700 posti auto in più - e la realizzazione di quello dell'Ara Pacis (con il relativo scavo del sottopasso) da 300 posti. Ci sarò anche un nuovo parking in lungotevere Arnaldo da Brescia: 286 posti. A questo punto diverranno vietate al transito dei veicoli (salvo quelli elettrici) anche piazza Augusto Imperatore e via di Ripetta, nonchè le strade tra via di Ripetta e Passeggiata di Ripetta.
SOSTE SOLO PER RESIDENTI - Per far fronte all'inevitabile raffica di proteste dei residenti, si è pensato ad una serie di aree di sosta loro riservate: su passeggiata di Ripetta, su via Trinità dei MOnti, su via Due Macelli e perfino in via Capo le Case. La sosta lunga sarò gratuita per chi abita nella zona. Una volta parcheggiata l'auto, ci si potrà muovere - tutti, compresi romani diretti allo shopping e turisti - con una navetta circolare elettrica: un nuovo minibus dal Parcheggio di Villa Borghese al Tridente.
Sarà bello, comunque, ammettono i residenti e anche qualche commercianti (i negozianti non sono ancora convinti dell'effetto che avrà sulle vendite) poter camminare senza auto su via Brunetti, via del Vantaggio, via della Fontanella, via Laurina, via di Gesù e Maria, via di San Giacomo, via dei Greci, via Canova, via della Frezza, via Condotti, via Belsiana, via Bocca di Leone, via Mario dei Fiori, via del Gambero, via delle Colonnette.
I TIMORI DI CONFCOMMERCIO - In tutto 4,7 chilometri pedonali nella prima fase, che saliranno a 5,5 nella seconda. Ma Confcommercio non è d'accordo. «Apprezziamo il lavoro di programmazione che Aurigemma sta portando avanti - dice il presidente Cesare Pambianchi - ma prima di procedere a qualsiasi piano di pedonalizzazione è inderogabile realizzare i necessari parcheggi pubblici a rotazione». Perchè, spiega, «la raggiungibilità delle nostre aziende, insieme al fattore mobilità, sono determinanti per le nostre imprese».
TELECAMERE DI CONTROLLO - Oltre ai varchi già esistenti della Ztle, ne nasceranno altri 4 nuovi - via Ripetta, salita di San Sebastianello, via dei Pontefici, via Capo le Case - e saranno installati 3 nuove telecamere di controllo e 30 dissuasori mobili (comando a distanza per i residenti) per bloccare i «furbi» che tentassero di infilarsi in auto nelle vie pedonalizzate senza permesso.
Ci saranno anche una serie di nuovi parcheggi riservati alle due ruote, un sistema di car sharing elettrico (tutti i veicoli elettrici potranno poi accedere liberamente al Tridente pedonalizzato) e nuove fasce orarie per il carico-scarico merci (fino alle 11). Sono previsti investimenti privati e pubblici per un totale di 200 milioni di euro , gran parte dei quali entreranno nelle casse del Campidoglio grazie agli oneri di urbanizzazione pagati da grandi imprese commerciali come Zara e Rimascente. Infine verrannospostati i capolinea degli autobus di piazza San Silvestro: parte andranno nell'area di piazxza Venezia, parte a piazzale Flaminio.
Lilli Garrone - Corriere della Sera
martedì 23 novembre 2010
MILANO - Expo, arriva il sì ufficiale del Bie
L'INNO DI MAMELI SUONATO DALLA CIVICA ORCHESTRA DI FIATI E CORIANDOLI TRICOLORI
Expo, arriva il sì ufficiale del Bie
Bandiere e concerto in centro
Cerimonia in contemporanea a Milano e Parigi, con la consegna del vessillo a Sala, Moratti e Bracco
L'inno di Mameli suonato dalla Civica Orchestra di Fiati e un'esplosione di coriandoli tricolori hanno salutato, in piazza Scala a Milano, la notizia della registrazione del dossier di Expo 2015 Spa, che dà il via libera definitivo all'esposizione universale del capoluogo lombardo. Alcune centinaia di persone si sono raccolte martedì pomeriggio davanti a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, per attendere l'annuncio ufficiale proveniente da Parigi, dove oggi si è riunita l'assemblea generale del Bureau International des Exposition. Tra la folla i ragazzi dell'associazione Giovani per Expo in t-shirt bianca e gli allievi di una classe di una scuola media di Milano, che hanno sventolato senza sosta le bandierine dell'Expo. Accompagnati dalle note della banda, i presenti in piazza Duomo hanno acclamato la registrazione del dossier con applausi e fischietti, mentre dalla facciata di Palazzo Marino sono stati srotolati numerosi vessilli dell'Expo di Milano. Analoghi festeggiamenti si sono tenuti anche davanti alla sede di Regione Lombardia, davanti a quella della Provincia di Milano, di Expo 2015 Spa e del Piccolo Teatro Studio. Un uomo è stato inavvertitamente colpito alla gamba da una bombola dei coriandoli, e ha riportato una leggera ferita. «Siamo assolutamente nei tempi previsti dal Bie - ha detto il sindaco Letizia Moratti, che ieri ha incontrato il corpo consolare di Milano -. Il parere del comitato esecutivo è stato positivo e oggi ci sarà la registrazione. Da domani, parte un'altra fase e spero di avere il corpo consolare al mio fianco. Hanno già mostrato interesse Cina, Egitto, Germania, Corea e Israele».
LA CERIMONIA A PARIGI - Con la decisione di oggi Milano è la sede ufficiale di Expo 2015: da oggi, responsabile del successo o dell'insuccesso dell'evento sarà solo la società, la città e l'Italia. La formalizzazione, con le congratulazioni del Bie, è avvenuta nella sede dell’Ocse a Parigi, durante l’assemblea generale del Bureau, con la consegna della bandiera del Bie nelle mani del sindaco, Letizia Moratti, dell’ad di Expo 2015 Giuseppe Sala, del presidente Diana Bracco, e in rappresentanza della Provincia il presidente del consiglio Bruno Dapei. A consegnare il vessillo, dopo le relazioni di Shanghai e di Yeosu e prima di quella di Milano, il presidente del Bureau Jean Pierre Lafon e il segretario Vicente Loscertales (un passaggio simbolico c'è già stato in occasione della cerimonia di chiusura dell'Expo di Shanghai e del passaggio di consegne con gli organizzatori dell'esposizione universale successiva). A presentare le formali «congratulazioni» a Milano è stato il presidente del comitato esecutivo Steen Christensen.
Dal Corriere della Sera
MILANO - Apre in stazione Centrale la Feltrinelli più grande d'Italia
Il 24 novembre Feltrinelli inaugura in stazione Centrale a Milano il suo centounesimo punto vendita: con i suoi 2mila 500 metri quadrati - si legge in un comunicato - è il più grande fra quelli realizzati fino a oggi. Obiettivo: "Massima leggibilità dell'assortimento, massima velocità del servizio e massimo comfort per i clienti". Nel nuovo punto vendita lavoreranno 60 addetti: l'assortimento dei libri prevede 40mila titoli e quello della musica 15mila
La Repubblica
MILANO - Ticinese, locali chiusi entro mezzanotte
Movida selvaggia, pronta l'ordinanza
Il Comune: locali chiusi entro mezzanotte. De Corato: «In Ticinese, linea dura dopo le minacce e i vandalismi»
Chiusura dei bar a mezzanotte. Due ore in anticipo rispetto all'orario attuale. A stabilirlo potrebbe essere una nuova ordinanza del Comune per cercare limitare «le distorsioni della movida» nella zona di via Vetere. L'ipotesi è concreta ed è stata discussa a lungo ieri a Palazzo Marino dal vicesindaco Riccardo De Corato. Che prima di estendere al cuore del Ticinese un nuovo provvedimento «coprifuoco», mette però in chiaro: «In ogni caso avremo bisogno di un contingente di forze dell'ordine superiore rispetto a quello che viene oggi destinato a quella zona. Lo chiederò a prefetto e questore. Se verrà firmata una nuova ordinanza, bisogna avere la certezza che riusciremo a farla rispettare». In questa fase sembra esserci però un punto da risolvere ancora più critico. Dopo le ultime decisioni del Tar, che ha dato ragione ad alcuni locali e bar del Corvetto, il Comune dovrà elaborare un impianto legale in grado di «blindare» il provvedimento di fronte ai possibili (anzi, certi) ricorsi che arriveranno dai gestori dei bar.
Martedì i cittadini di via Vetere e del comitato «La Cittadella» si riuniranno in un'assemblea che hanno intitolato «Omission day», il giorno dell'omissione, che imputa alle istituzioni un disinteresse per schiamazzi, spaccio, evasione fiscale, degrado e, sommando tutto, «una totale mancanza delle condizioni minime di vivibilità del quartiere». Di fronte a questa situazione, De Corato mette in chiaro due cose. Primo: «Conosciamo benissimo la situazione, cerchiamo di contrastarla da anni». Secondo: «Se intorno a via Vetere, in uno spazio ridottissimo, si radunano fino a 6-700 ragazzi nelle serate del fine settimana, c'è il rischio che qualsiasi tentativo di far rispettare le regole sfoci in un problema di ordine pubblico. Per questo abbiamo bisogno di più forze, e il contingente di 10 agenti di polizia o carabinieri, senza polemiche, purtroppo non è sufficiente». In questi anni Palazzo Marino ha elaborato, sempre attraverso ordinanze, una serie di possibili strumenti di intervento. Dal divieto di consumare alcol in bottiglia in strada, al divieto di vendita ai minori di 16 anni (450 euro di multa). Qui si torna però a un punto che il Comune ritiene centrale: se a bere all'aperto sono oltre 600 persone, fare multe diventa complicato. Già da oggi, assicura De Corato, c'è però un elemento sul quale si può intervenire. I vigili si concentreranno su un nuovo «settore critico»: «Nella zona - racconta il vicesindaco - ci sono molti distributori automatici di birra e altre bevande alcoliche che non potrebbero essere in funzione dopo la mezzanotte, fino alle sette del mattino. Le sanzioni prevedono 10 mila euro di multa se la distribuzione avviene su suolo pubblico e 4 mila euro se si tratta di area privata. Alcune pattuglie dei vigili si concentreranno su questo».
Tornata al centro del dibattito pubblico dopo un lungo, nuovo video-denuncia girato dai cittadini della zona (vendita di alcol e cocktail senza scontrini fiscali; ribellione dei clienti dei bar contro i cittadini che si lamentano per le notti insonni), via Vetere è una delle zone in cui si giocherà anche una parte del consenso per le prossime elezioni. Da una parte i cittadini che chiedono risposte dal Comune, dall'altra i gestori dei locali che rivendicano la «libertà d'impresa». De Corato elenca però i risultati dell'attività svolta dai vigili nella zona: «In un anno la polizia locale è intervenuta 313 volte contro spaccio, abbandono di rifiuti, consumo di alcol, graffiti. A volte allertata dalle 23 telecamere che tutelano l'area tra corso di Porta Ticinese, via Vetere, via Vettabbia, Parco delle Basiliche. E alle Colonne di San Lorenzo (una delle 5 zone prioritarie di Milano individuate) dal marzo 2011 verranno accese le telecamere "intelligenti". È questa la dimostrazione del nostro impegno a tutelare la zona».
Gianni Santucci CORRIERE DELLA SERA
ROMA - Fontana di Trevi, la piazza cambia volto
CAPOLINEA ADDIO
Fontana di Trevi, la piazza cambia volto
Un anno di lavori nel cuore della città
Tridente pedonalizzato, via i marciapiedi. Nuova sistemazione anche per via del Gambero, via Condotti e via Belsiana. Niente più bus a San Silvestro
Per il centro storico sarà un 2011 di cantieri. In attesa che giovedì il sindaco Gianni Alemanno presenti il progetto di pedonalizzazione del Tridente, negli uffici Città storica fervono i preparativi per l'avvio dei lavori in alcune delle aree più importanti del I municipio. Cantieri che, seppur non direttamente connessi alla trasformazione della mobilità in centro, risultano propedeutici al processo di pedonalizzazione che, negli intenti della giunta Alemanno, dovrebbe avvenire entro il 2013.
Subito dopo il periodo natalizio (un'ordinanza del sindaco vieta l'avvio di cantieri nel periodo compreso tra l'8 dicembre e il 6 gennaio) partiranno i lavori di riqualificazione di piazza Fontana di Trevi. Un'opera di restyling che costerà al Campidoglio circa un milione di euro e che prevede il rifacimento dell'intera pavimentazione della piazza con la risistemazione dei sampietrini, l'eliminazione dei marciapiedi e una nuova illuminazione. Il cantiere durerà circa un anno, un tempo lunghissimo rispetto a un'area di dimensioni ridotte, ma che deriva dall'elevato flusso di turisti che ogni giorno visita la Fontana di Trevi. Dunque, per non creare disagi con camion e operai che renderebbero la vita difficile anche ai tanti negozi della piazza, si procederà transennando pochi metri per volta.
Ma la rivoluzione più importante, soprattutto per quanto riguarda la mobilità, riguarderà piazza San Silvestro. L'area di fronte all'ufficio postale sarà infatti pedonalizzata e con l'avvio dei cantieri, previsto entro la fine di gennaio, i capolinea degli autobus saranno spostati. Le linee dell'Atac continueranno a fermarsi in via di San Claudio (dietro l'ex Rinascente, a pochi metri dalla piazza), ma non partiranno più da San Silvestro. I capolinea saranno dunque spostati e i tragitti dei mezzi verranno prolungati verso Piramide, piazza Venezia e piazzale Flaminio. In questa maniera si intende procedere alla riqualificazione di piazza San Silvestro: l'intera area sarà ripavimentata, verranno messi dei lampioni e delle fioriere e tutta la zona sarà off-limits alle vetture. Costo dell'opera, due milioni e mezzo di euro.
Si preannunciano dunque tempi difficili per la mobilità della zona e per i commercianti, che si troveranno circondati da transenne, cantieri, camion che di giorno riforniscono sabbia e cemento e betoniere. E alcune associazioni di quartiere sono già sul piede di guerra, preoccupate che i cantieri possano influire negativamente sugli affari. Nella stessa area del centro storico, sempre verso la fine di gennaio, partirà una terza importante opera di restyling. Con gli oneri concessori derivanti dai lavori dell'ex Spazio Etoile, il Campidoglio darà il via al rifacimento della pavimentazione di via del Gambero, via Borgognona, via Condotti e via Belsiana. In vista del progetto di pedonalizzazione Alemanno-Gasperini, saranno eliminati i marciapiedi. Ai lati delle strade verranno messi dei sampietrini-guida di dimensioni maggiore, mentre al centro resteranno quelli tradizionali. Anche in questo caso, i lavori dureranno poco meno di un anno.
di LAURA MARI
La Repubblica
lunedì 22 novembre 2010
ROMA - Ponte della Musica, ultimi ritocchi
Sul Tevere, un arco d’acciaio fra le arti
Riservato a pedoni e mezzi pubblici, il nuovo
collegamento sarà inaugurato il 21 aprile 2011
Nell'antica Roma la carica istituzionale più importante era Pontefice Massimo. Si voleva sottolineare così il ruolo di chi aveva l'incarico di «fare ponti» oltre che sul sacro Tevere nell'intero mondo conosciuto. Simbolo di pace e prosperità, il ponte è l'immagine che ricorre nelle banconote dell'Unione Europea ed ora la Capitale aggiunge, per il prossimo compleanno del 21 aprile, un altro ponte alla sua millenaria collezione (47 in tutto) quasi a voler ribadire, in tempacci di crisi come questi, la volontà di sperare nel futuro. Collegamento per pedoni e mezzi pubblici tra lungotevere Flaminio e lungotevere Cadorna, il Ponte della Musica è ormai quasi pronto all'uso.
E' prossima la colata di cemento che fisserà alle sponde gli archi d'acciaio di sostegno, al momento ancora appesi a torri provvisorie. Da gennaio si passerà alle rifiniture ed ai collaudi.
Ce n'ha messo di tempo per «nascere» il ponte che collegherà le moderne architetture di Piano (Auditorium), della Hadid (Maxxi), di Nervi (Palazzetto dello Sport) e di Libera (Villaggio olimpico) al razionalismo di Del Debbio e Moretti (Casa delle Armi) in area Foro Italico. Fu previsto fin dal Piano regolatore del 1916 e sempre confermato tranne che dal Prg del 1962. Il sindaco Rutelli ne ripropose la realizzazione aprendo un concorso internazionale (1999). Veltroni l'ha mandato avanti ed Alemanno, che ha avviato il cantiere (IX-08), lo inaugurerà. Forse entro il 2011 sarà pronto anche il ponte pedonale della Scienza, al Gazometro.
L'opera ha impegnato poco meno di otto milioni. E' in acciaio, ad una arcata. Il progetto è inglese, dello studio Buro Happold (ingegnere Davood Liaghat, architetto Kit Powell Williams), quello del Millennium Dome di Londra, cui è stato associato lo studio romano Lotti & Associati. In qualche misura ricorda uno dei tanti bellissimi ponti di Santiago Calatrava. Il ponte della Musica è nei pressi dell'antichissimo ponte Milvio (III secolo a.C.) e del ponte Pietro Nenni (o «del metrò», lungo 121 metri), progetto di Luigi Moretti (1980). L'immagine del ponte, i cui lavori sono stati appaltati nel 2001, ricorda dall'alto una foglia dal lungo ovale.
La lunghezza è di 190 metri, i due archi (conci saldati a tubo di m.1,4 di diametro, spessore 4 centimetri) hanno una luce di 160 metri: provengono da un'acciaieria di Treviso. Larga 14 metri alle opposte sponde, l'opera si ingrandisce al centro raggiungendo i 22metri. L'impalcato (pavimento) è alto solo un metro e mezzo il che fa di questo ponte, subito a valle del sottile Duca d'Aosta di Vincenzo Fasòlo, una struttura molto leggera. Marco Corsini, assessore all'Urbanistica, potrebbe essere definito «l'uomo del Ponte» : ha seguito, come assessore ai Lavori Pubblici, la realizzazione del quarto ponte di Venezia, la magnifica struttura di Calatrava, ed ora sta portando a compimento la «doppietta» romana. «A Roma ci dovrebbero essere più ponti: in fondo quello della Musica si colloca in uno spazio di un km e mezzo tra il Duca d'Aosta e il Risorgimento. Si congiungono così due aree culturalmente importanti e vengono facilitati i rapporti tra due quartieri, Flaminio e Delle Vittorie, poco amalgamati. Inoltre ai due piedi del ponte sorgeranno due "piazze" pedonali che faranno rivivere il rapporto con il fiume».
Corsini, che guida la visita in anteprima del Corriere alla nuova struttura sporgendosi pericolosamente dalle impalcature, non teme polemiche sulla realizzazione di un progetto di linguaggio contemporaneo presso il centro storico né critiche per il ricorso ad un architetto straniero. «Si tratta di vecchie questioni di retroguardia. Ogni epoca deve lasciare la sua genuina impronta architettonica, per carità: niente posticci. Quanto al resto, anche stavolta Roma mostra di essere una città di cultura che non bada alla nazionalità del talento». L'assessore garantisce che il sindaco Alemanno condivide in pieno. Lui, che faceva battaglie, per così dire, «di retroguardia» (Ara Pacis da abbattere, prima gli architetti italiani), ora col ponte della Musica è passato all'avanguardia. Ed è diventato pure «pontefice». Meglio di così.
Giuseppe Pullara Dal Corriere della Sera
giovedì 18 novembre 2010
ROMA - Roma-Latina, sblocco dei fondi: l'autostrada diventa realtà
L'annuncio della Polverini: «Il Cip e ha sbloccato le risorse ministeriali». La via Pontina, una delle più pericolose d'Italia, sarà a pagamento
La via Pontina, una delle più pericolose d'Italia, si trasforma in un'autostrada a pagamento. Il progetto che, con varie 'riforme' si trascina dagli anni '90, non rimarrà solo sulla carta. E questo grazie all'atteso sblocco dei fondi ministeriali. L'annuncio arriva dal presidente della Regione Lazio Renata Polverini . «Il Cipe oggi ha dato il via libera al progetto corridoio intermodale Roma-Latina ed al collegamento Cisterna-Valmontone. Da oggi quindi l'autostrada Roma-Latina è una realtà».
I COSTI - L'importo complessivo dell'opera è di 2 miliardi e 728 milioni di euro e sarà realizzata in partenariato pubblico-privato: il contributo pubblico non supererà il 40%. I restanti 711 milioni, invece, sono inseriti nel piano programmatico per le infrastrutture 2011-2013 del Governo. «Oggi - ha aggiunto Polverini - il Cipe ha sbloccato i primi 468 milioni di euro con l'approvazione del progetto definitivo dell'opera». La nuova autostrada sarà a pedaggio
LAVORI NEL 2011 - Il presidente dell'Anas, Pietro Ciucci, ha spiegato che «Il primo intervento riguarderà la tratta Roma Tor dè Cenci-Latina Borgo Piave, per cui il primo contributo è stato già stanziato e che contiamo di realizzare in 6 anni. Crediamo che già dal prossimo anno si potranno avviare i lavori», ha aggiunto spiegando che «la prima parte del percorso attuativo sarà la pubblicazione del bando di gara per la concessione che avverrà nei prossimi 15 giorni, dando il via alla procedura per l'affidamento e l'avvio immediato dei lavori».
LA MAPPA - Entro fine anno verra' pubblicato il bando di gara e si prevede che l'aggiudicazione dei lavori sarà effettuata entro i primi sei mesi del 2011. L'intervento prevede la realizzazione dell'asse autostradale Roma-Latina per 68,3 chilometri complessivi, dell'asse autostradale Cisterna-Valmontone per 31,5 chilometri e delle seguenti opere connesse: viabilita' di adduzione alla Barriera di Latina (Borgo Piave) per circa 20 chilometri suddivisi in tangenziale di Latina per 12,4 chilometri e miglioramento funzionale della provinciale Borgo Piave-Foce Verde per 8,3 chilometri. E ancora: viabilità annessa al casello di Aprilia Nord per 5,2 chilometri; viabilità di ingresso al casello di Aprilia Sud per 2,8 chilometri. E ancora viabilità di adduzione allo svincolo Artena-Cori-Lariano per 17,5 chilometri e al casello di Labico per 5,8 chilometri.
PLAUSO DI ALEMANNO - Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, sottolinea l'importanza dell'opera sia per l'economia della Regione, sia per gli effetti benefici sul traffico stradale. «Si tratta di una svolta fondamentale per la viabilità, capace di rimettere in moto una parte determinante dell’economia di Roma e del Lazio. I miei complimenti vanno al presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, e a quello di Anas, Pietro Ciucci, per il grande lavoro svolto per arrivare a questo risultato».
Michele Marangon
Dal Corriere della Sera
MILANO - Teatro, centro medico e piscine nell'Idroscalo «formato Expo»
IN PRIMAVERA VIA AI CANTIERI PER NUOVE TRIBUNE E ACQUAPARK PER BAMBINI
Convenzione Regione-Provincia. «I privati nella gestione». Formigoni: «A misura di famiglia»
MILANO - Sarà più grande. E avrà un teatro all'aperto, percorsi panoramici, un centro di medicina dello sport, piscine più belle, un Villaggio del bambino, terrazze panoramiche. L'Idroscalo e il suo volto nuovo. Voluto e (prossimamente) realizzato grazie a un accordo da sei milioni di euro firmato ieri da Regione e Provincia. Diciotto interventi «per rendere il parco - anche in vista di Expo - più a misura di famiglia». E «per valorizzare questa straordinaria risorsa». Anche con una nuova gestione. Aperta ai privati e al terzo settore. Il restyling e l'annuncio dei presidenti Roberto Formigoni e Guido Podestà: «Nell'accordo di programma e nella convenzione è prevista l'individuazione di un advisor che avrà il compito di stimare il valore dell'Idroscalo e di verificarne le potenzialità di sviluppo anche nell'ottica della costituzione di una società di gestione che potrebbe aprirsi anche a soci non pubblici».
Cedere la gestione dell'Idroscalo ai privati? Calma, Podestà precisa: «Stiamo lavorando per realizzare una società patrimoniale cui parteciperanno, oltre a Regione e Provincia, i Comuni di Segrate e Peschiera Borromeo. L'ingresso dei privati è un tema su cui possiamo riflettere. Vorremmo comunque cogliere la possibilità di aggregare anche competenze del privato, ma si tratta di un processo che deve ancora maturare». Ma in tempi brevi: entro dicembre, fanno sapere dalla Regione, sarà pronto lo studio di fattibilità del progetto. Obiettivo: «Fare presto e bene». Per dare risposte «sempre più adeguate alle famiglie, il nostro target di riferimento».
Proprio per rispondere alle esigenze delle famiglie è inserita la ristrutturazione dell'Idroscalo, «seconda piattaforma per Expo» dedicata al benessere, come stabilito dal Tavolo Lombardia. Le nuove opere sono già state progettate: «Vorremmo aprire i cantiere già nella prossima primavera». E allora la riva Ovest dell'Idroscalo, davanti all'attuale tribuna, sarà più verde e illuminata, la riva Est avrà una spiaggia più godibile, nei pressi delle piscine sarà realizzato un acquapark per bambini, un teatro all'aperto e una zona relax.
Previsto, sempre sul lido Est, un percorso panoramico intorno al laghetto delle vergini. Verrà migliorata l'illuminazione e saranno realizzate nuove aree relax e per il picnic. «Con questi interventi vogliamo lanciare un segnale politico - continua Formigoni -: vogliamo elevare la qualità della vita dei cittadini». Esponendo nel parco anche le grandi sculture della Permanente. Sempre ieri si è insediata la Conferenza che dovrà definire l'accordo di programma per aumentare la superficie del parco di 500 mila metri quadri (ceduti dai Comuni di Peschiera e Segrate). Sulle nuove aree, rivela Podestà, «è nostra intenzione aggiungere uno stadio del nuoto e una struttura ricettiva sportiva da realizzare per il 2015, anno per il quale l'Idroscalo si candiderà a ospitare i mondiali di canottaggio».
Annachiara Sacchi
ROMA - Il Vaticano costruisce senza permessi: denuncia archiviata per «immunità»
LA POLEMICA SUI LAVORI NELL'XI MUNICIPIO
Il nuovo centro di ricerca del ambin Gesù sta sorgendo accanto alla basilica di Sal Paolo, ma per la Procura non c'è reato «in base all'articolo 16 dei Patti Lateranensi»
Costruire senza il permesso del Comune. Accanto alla basilica di San Paolo si può, perché il terreno è del Vaticano e gode dell’immunità prevista dall’articolo 16 dei Patti Lateranensi. Con questa motivazione la procura vuole mandare in archivio la denuncia contro il centro di ricerca del Bambin Gesù che sta sorgendo a fianco della chiesa. Un edificio che il presidente dell’XI municipio, Andrea Catarci, ha definito un «ecomostro».
IL CONCORDATO DEL '29 - Nel provvedimento, il procuratore Giovanni Ferrara e il pm Sergio Colaiocco ricordano le norme del trattato contenenti l’elenco degli immobili che, «benché facenti parte del territorio dello Stato italiano», godono dell’immunità riconosciuta alle sedi diplomatiche.
È la premessa per sottolineare che, in base all’articolo 16, «è in facoltà della Santa Sede dare ai suddetti immobili l’assetto che creda, senza bisogno di autorizzazioni o consensi da parte di autorità governative, provinciali o comunali italiane, le quali possono all’uopo fare sicuro assegnamento sulle nobili tradizioni artistiche che vanta la Chiesa cattolica».
RINUNCIA AI CONTROLLI - Inoltre, scrivono i magistrati, sia la Corte Costituzionale nel 1985, sia il governo rispondendo a un’interrogazione alla Camera nel 2008, «hanno interpretato la disposizione in esame come una rinuncia dello Stato al previo controllo degli interventi edilizi sugli immobili». L’inchiesta è nata da un esposto presentato il 27 maggio dal presidente dei Radicali, Mario Staderini. Che già allora aveva previsto l’ostacolo dell’articolo 16.
LE OBIEZIONI DEI RADICALI - Perciò nella denuncia Staderini aveva sostenuto: «Le facoltà riconosciute dal trattato non fanno riferimento alla libertà di edificare, ma esclusivamente all’assetto (a cubature invariate) degli immobili già esistenti».
Ora il radicale ha presentato opposizione alla richiesta di archiviazione, riproponendo le stesse considerazioni. Se il gip l’accoglierà, ordinerà alla procura di compiere altre indagini e al termine gli inquirenti dovranno decidere daccapo cosa fare con l’edificio del Bambin Gesù.
Lavinia Di Gianvito
Dal Corriere della Sera
MILANO - Cinque street artist internazionali invitati a decorare le botole in ghisa di Metroweb in via Montenapoleone
Tombini d'artista: in mostra
la città che c'è «sotto»
Dal 18 novembre fino a dicembre 2011, via Montenapoleone ospiterà una mostra open air di tombini d’artista. I venti manufatti in ghisa (quelli della rete in fibra ottica Metroweb posti sui marciapiedi ai lati della strada) che per un anno rimarranno esposti lungo la via, sono opera di cinque urban painter provenienti dalle capitali della street art: Milano, Berlino, Parigi, Londra e New York. L’iniziativa si chiama «Sopra il Sotto - Tombini Art raccontano la Città Cablata» e nasce da un’idea di Monica Nascimbeni sviluppata per Metroweb, l’azienda titolare della più grande rete metropolitana di fibre ottiche d’Europa. «È un progetto importante - ha detto l’assessore all’Arredo, Decoro urbano e Verde Maurizio Cadeo - che coniuga l’estetica e il decoro cittadino all’arte grazie a street artist internazionali che decoreranno i tombini in ghisa presenti in una via simbolo di Milano».
Dopo il successo ottenuto in zona Tortona con la prima edizione di «Tombini art», la manifestazione si presenta ora con alcune novità: dalle capitali mondiali della public art e del graffitismo sono stati invitati cinque artisti cui è stato chiesto di realizzare un’opera multipla su più tombini, quasi una personale ciascuno. La direzione artistica è affidata a Gisella Borioli e a Matteo Donini, curatore e collezionista di street art. «Il rapporto tra città e arte si misura sulla possibilità di coinvolgere i cittadini, di trasformali in spettatori incuriositi e creativi - ha spiegato l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory -. Con questo progetto rinnoviamo l’incontro tra tradizione artistica e tecnologia. Convinti ora come sempre che saranno i giovani a guidare le nostre idee». Gli artisti che esporranno i loro lavori in via Montenapoleone sono Shepard Fairey (New York), Flying Fortress (Berlino), Rendo (Milano), The London Police (Londra), Space Invader (Parigi).
I tombini d’artista, tutti pezzi unici e originali, sono cesellati a rilievo e dipinti, con l’assistenza tecnica della storica azienda milanese Ferb. L’iniziativa è stata realizzata anche grazie alla collaborazione dell’Associazione di via Montenapoleone. «Via Montenapoleone è da sempre vetrina di eccellenze - ha dichiarato Guglielmo Miani, presidente dell’associazione di via -. Grazie a questa iniziativa, il "Salotto di Milano" ospiterà una mostra d’arte contemporanea di tombini art, oggetti che rimangono in ombra nella vita quotidiana e che si trasformano in protagonisti grazie alla creatività di artisti internazionali». Giovedì 18 novembre, giorno dell’inaugurazione della mostra, i negozi aderenti all’Associazione MonteNapoleone rimarranno aperti fino alle ore 21.
Dal Corriere della Sera
martedì 16 novembre 2010
MILANO - Lo "Sbarco"
Corriere della Sera
lunedì 15 novembre 2010
PADOVA - Nuovo look per l'Arcella Il piazzale si tinge d'azzurro
Un mese di lavori, il costo è stato di 200 mila euro
PADOVA – Nuovo look per la piazza principale dell’Arcella, il quartiere più popoloso della città del Santo. E’ infatti terminata, dopo oltre un mese di lavori, la «riqualificazione» di piazzale Azzurri d’Italia, di fronte lo stadio d’atletica Colbacchini. Senza dubbio, l’elemento che più caratterizza l’intervento, costato alle casse comunali un totale di circa 200mila euro, è la colorazione azzurra (visto il nome del piazzale) dei percorsi pedonali e di una parte dell’area destinata al mercato rionale: l’opera, grazie anche alla mano artistica di Anna Piratti, è stata messa a punto dalla ditta specializzata Lacs srl di Rubano (Padova), che già aveva realizzato un qualcosa di simile al Portello, il quartiere degli istituti universitari. Il nuovo piazzale Azzurri d’Italia verrà ufficialmente inaugurato domenica prossima 14 novembre alle 15.
Dal Corriere del Veneto
ROMA - Nuova luce e una targa per la Tomba di Nerone
Nuova luce e una targa
per la Tomba di Nerone
Ghera: «Intervento importante perchè restituisce decoro anche dopo gli atti vandalici di qualche tempo fa»
Ghera: «Intervento importante perchè restituisce decoro anche dopo gli atti vandalici di qualche tempo fa»
ROMA - Cerimonia di inaugurazione sabato per la fine dei lavori di riqualificazione della Tomba di Nerone. A scoprire la targa, posta davanti al sarcofago di Vibio Mariano, l'assessore ai Lavori Pubblici di Roma Capitale Fabrizio Ghera e la delegata del sindaco per le pari opportunità Lavinia Mennuni. Il progetto di restyling ha previsto la valorizzazione e l'illuminazione architettonica del monumento e la sua messa in sicurezza mediante telecamere collegate con la vicina stazione dei Carabinieri di via Vibio Mariano.
LA RISTRUTTURAZIONE - Il restauro della Tomba di Nerone, oltre a rimuovere tracce di atti vandalici ha riguardato la pulitura, la stuccatura e integrazione delle lacune e la protezione finale per un importo complessivo di 82mila euro. Per quanto riguarda la manutenzione dell'area: illuminazione monumentale sarà effettuata da Acea, l'area verde sarà in carico al Servizio Giardini mentre per sicurezza è disposto appunto un sistema di video sorveglianza collegato con la stazione Cc. «L'intervento di oggi è molto importante - ha detto Ghera - perché restituisce decoro alla Tomba di Nerone, per quanto riguarda i danneggiamenti che c'erano stati tempo fa anche con delle scritte vandaliche. C'è anche un collegamento di video sorveglianza con la stazione dei Carabinieri per scoraggiare i vandali. È importante recuperare l'orgoglio dei romani anche nelle zone periferiche». «Ho presentato un emendamento in consiglio comunale per reperire risorse per la riqualificazione di questo monumento - ha detto Mennuni - in quanto era assolutamente angolato e non visibile come purtroppo molti monumenti della città che possono essere migliorati con illuminazione architettonica, con piccole valorizzazioni». (Fonte Omniroma)
Dal Corriere della Sera
venerdì 12 novembre 2010
MILANO - «Volevano costruire sulla discarica»
INCHIESTA PER «AVVELENAMENTO DELL'ACQUA E MANCATO RISANAMENTO DEL TERRENO».
Sequestrato il cantiere Calchi Taeggi
«Manca la bonifica, autorizzazioni illegittime». Il costruttore De Albertis: abbiamo i permessi
olevano costruire un «paradiso su una discarica». A Palazzo di Giustizia non usano giri di parole: «Il problema era grave e urgente», perché «sono state riscontrate irregolarità nella bonifica». Così ieri mattina Guardia forestale e polizia giudiziaria hanno messo i sigilli all'ex cava Geregnano, in zona Bisceglie. Un'area, in via dei Calchi Taeggi, di 260 mila metri quadrati, sulla quale sarebbe dovuto sorgere un nuovo quartiere per cinquemila abitanti. Molti appartamenti, quelli in cooperativa, acquistati sulla carta. I reati ipotizzati sono avvelenamento delle acque, omessa bonifica e gestione di discarica abusiva. Proprio su quest'area, infatti, dagli anni Sessanta, per trent'anni, sono stati scaricati un milione e 800mila metri cubi di rifiuti. La falda acquifera è già inquinata, secondo i rilievi dell'Arpa. E nei terreni a da mezzo metro fino a trenta di profondità si trovano metalli tossici, diossina e altre sostanze cancerogene.
Una bomba ecologica. «Era impensabile non intervenire», spiega il procuratore aggiunto Alfredo Robledo che coordina le indagini del pm Paola Pirrotta. A dare il via all'inchiesta, un esposto del comitato Calchi Taeggi e di Legambiente. Tra gli indagati ci sarebbero funzionari pubblici e rappresentanti delle società proprietarie dell'ex cava, cioè l'Acqua Pia Antica Marcia e la Residenze Parchi Bisceglie. La procura accusa il Comune di Milano «di aver dato autorizzazioni illegittime». In particolare quella che, anziché la bonifica dai costi elevatissimi, consente la «messa in sicurezza dell'area»: un telo di 1,5 millimetri su cui costruire delle sorte di palafitte, «un sistema di sbarramento per bloccare gli inquinanti».
Ma questa sorta di «tappo» per la magistratura è un provvedimento inadeguato, come si legge nel decreto di sequestro, che dovrà ora essere convalidato dal gip. Lo scorso ottobre, l'Asl in un rapporto aveva sottolineato la pericolosità del sito, negando alla società che cura la «messa in sicurezza» l'autorizzazione a rimuovere i monitoraggi dei gas interstiziali. «Tutto come previsto. La bonifica è fatta sotto l'osservazione degli enti preposti. Non abbiamo causato noi l'inquinamento, siamo trasparenti. Ci hanno approvato i progetti dopo tre anni di iter» dice Claudio De Albertis, uno dei titolari del piano di intervento, per il gruppo Residenze Parchi Bisceglie, respingendo ogni addebito. «Abbiamo fatto tutto secondo quanto prescritto da Comune, Asl, Arp e Provincia. E affidato la bonifica a una delle più importanti aziende al mondo», rilanciano anche dalla Società dell'Acqua Pia Antica Marcia, che fa capo al gruppo Bellavista Caltagirone.
Immediate le reazioni. Il verde Enrico Fedrighini chiede «più controlli». «Sia dato seguito ad un provvedimento da me proposto in commissione urbanistica e ambiente». E Alessandro Miano, di Assoconsumatori, aggiunge: «Tutti erano a conoscenza della impossibilità di bonificare il terreno radicalmente, Comune compreso, a quanto riferito da Consorzio Casa. Nelle immediate adiacenze sono in corso altre iniziative edilizie di grande impegno su terreni sfuggiti al sequestro ma che non si esclude siano in condizioni similari o per lo meno inquinate dalla vicinanza della ex cava».
Benedetta Argentieri e Paola D'Amico
Dal Corriere della Sera
giovedì 11 novembre 2010
ROMA - Musei in musica, notte bianca delle note
Musei in musica, notte bianca delle note
dai Capitolini all'Ara Pacis live e concerti
Seconda edizione della rassegna: pinacoteche e palazzi ospiteranno artisti di fama, tra pop e classica
Torna per la seconda edizione «Musei in Musica» e la notte del 20 novembre ensemble, band e solisti prenderanno possesso delle sale di accademie, gallerie e sale dei musei per suonare dal vivo. L’evento di cultura e spettacolo è promosso da Roma Capitale in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed è organizzato da Zètema Progetto Cultura.
SUCCESSO AL BIS - Per quest’anno gli organizzatori prevedono di fare il bis vista il grande successo della passata edizione tant’è che «Musei in Musica 2010» ha allargato i confini oltre Roma e sono coinvolte anche altre città. L’ingresso è gratuito e si potrà assistere a moltissimi concerti che terranno aperti i musei fino a tarda notte. In un colpo solo sarà possibile rifarsi gli occhi ma anche le orecchie, il programma prevede che siano i più importanti musei della capitale a fare da palcoscenico.
OLTRE 90 APPUNTAMENTI - Saranno oltre 90 gli appuntamenti tra i Musei Capitolini, la Sala della Protomoteca in Campidoglio, i rinnovati saloni di Palazzo Barberini, l'Ara Pacis, le grandi turbine elettriche della Centrale Montemartini. Al programma partecipano artisti di alto livello, che promettono di non far rimpiangere star del 2009, come Danilo Rea, Enrico Rava, Gianluca Petrella o Dolcenera.
LUOGHI DA RISCOPRIRE - Tutti, saranno impegnati a eseguire repertori di tutti i generi musicali, anche se è la musica classica ad avere la meglio sul pop. «Musei in Musica» è - come già in passato la Notte Bianca o altre iniziative simili - è il modo più appropriato per riavvicinare i cittadini ai luoghi dell’arte, passo importante in un momento in cui i beni culturali rischiano di apparire solo nelle pagine di cronaca per inadempienze e mancanza di fondi.
Federico Borzelli Dal Corriere della Sera
dai Capitolini all'Ara Pacis live e concerti
Seconda edizione della rassegna: pinacoteche e palazzi ospiteranno artisti di fama, tra pop e classica
Torna per la seconda edizione «Musei in Musica» e la notte del 20 novembre ensemble, band e solisti prenderanno possesso delle sale di accademie, gallerie e sale dei musei per suonare dal vivo. L’evento di cultura e spettacolo è promosso da Roma Capitale in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed è organizzato da Zètema Progetto Cultura.
SUCCESSO AL BIS - Per quest’anno gli organizzatori prevedono di fare il bis vista il grande successo della passata edizione tant’è che «Musei in Musica 2010» ha allargato i confini oltre Roma e sono coinvolte anche altre città. L’ingresso è gratuito e si potrà assistere a moltissimi concerti che terranno aperti i musei fino a tarda notte. In un colpo solo sarà possibile rifarsi gli occhi ma anche le orecchie, il programma prevede che siano i più importanti musei della capitale a fare da palcoscenico.
OLTRE 90 APPUNTAMENTI - Saranno oltre 90 gli appuntamenti tra i Musei Capitolini, la Sala della Protomoteca in Campidoglio, i rinnovati saloni di Palazzo Barberini, l'Ara Pacis, le grandi turbine elettriche della Centrale Montemartini. Al programma partecipano artisti di alto livello, che promettono di non far rimpiangere star del 2009, come Danilo Rea, Enrico Rava, Gianluca Petrella o Dolcenera.
LUOGHI DA RISCOPRIRE - Tutti, saranno impegnati a eseguire repertori di tutti i generi musicali, anche se è la musica classica ad avere la meglio sul pop. «Musei in Musica» è - come già in passato la Notte Bianca o altre iniziative simili - è il modo più appropriato per riavvicinare i cittadini ai luoghi dell’arte, passo importante in un momento in cui i beni culturali rischiano di apparire solo nelle pagine di cronaca per inadempienze e mancanza di fondi.
Federico Borzelli Dal Corriere della Sera
MILANO - l bike sharing debutta in periferia
Inaugurata la «fase 2» con la stazione in piazzale Lodi: entro la primavera 2012 le bici gialle saranno 3650
Entro la fine del 2011 raddoppierà la rete milanese delle biciclette pubbliche a noleggio, con cento nuove stazioni che copriranno la città fino alla cerchia filoviaria della 90-91. A inaugurare la «fase 2» del servizio Bikemi, dopo l’accordo tra Comune di Milano, ClearChannel e Atm, sono arrivati in piazzale Lodi il sindaco Letizia Moratti, l'assessore al Verde Maurizio Cadeo e il numero uno di Atm Elio Catania, per il taglio del nastro del primo stallo di periferia. A primavera saranno attive le prime 50 nuove stazioni che, entro la fine del prossimo anno, saliranno a 100, con una dotazione di ulteriori 2.250 biciclette. «La bicicletta è un mezzo molto amato dai milanesi - ha affermato Letizia Moratti - lo conferma il grande successo che il servizio di bike sharing ha riscosso tra i cittadini. Oggi Milano è al primo posto in Italia per il servizio di bike sharing e al quinto in tutta Europa». Una volta entrato a regime con il completamento della fase 2 (primavera 2012), Bikemi offrirà ai milanesi 200 stazioni di prelievo e 3.650 biciclette pubbliche. «Bikemi - ha affermato Catania - è a tutti gli effetti un nuovo e importante tassello della piattaforma integrata di mobilità milanese, che si integra alla rete tradizionale per rispondere sempre meglio alle esigenze di chi si muove».
NUMERI IN CRESCITA - Rimane confermato anche l’impegno a proseguire ulteriormente con lo sviluppo del servizio oltre la cerchia filoviaria della 90/91 fino ad arrivare a 300 stazioni e 5 mila biciclette. Con la fase 1, che ha visto l’installazione di 100 stazioni e 1.400 biciclette color «Giallo Milano» in circolazione, è stato superato il record di 1milione e 500mila bici prelevate. Oltre 10mila gli abbonati annuali ad oggi e 27mila quelli occasionali attivati a partire dal primo aprile 2009.
CROCI: ARRIVARE A 10 MILA BICI - «Bene, era ora, è un momento che tutti i milanesi aspettavano visto il successo della fase 1. Bisogna andare oltre e in fretta e realizzare il piano previsto senza ridimensionarlo per arrivare a 5 mila biciclette, mantenendo la corretta densità in termini di distanze fra le stazioni», commenta Edoardo Croci, che ha elaborato e promosso il piano per il bike sharing milanese. «Del resto - spiega - questo è il numero per cui è stato concesso un finanziamento di cinque milioni di euro da parte del Ministero delle Infrastrutture. Ma la prospettiva deve essere ancora più ambiziosa, come propone il primo quesito dei referendum per l'ambiente e la qualità della vita su cui saranno chiamati a votare i milanesi, che richiede di coprire tutta la città con 10 mila biciclette. Adesso bisogna avere il coraggio di realizzare una vera e propria rete integrata di piste ciclabili riprendendo il piano per la mobilità ciclistica che era stato studiato insieme a Fiab-Ciclobby».
Dal Corriere della Sera
Entro la fine del 2011 raddoppierà la rete milanese delle biciclette pubbliche a noleggio, con cento nuove stazioni che copriranno la città fino alla cerchia filoviaria della 90-91. A inaugurare la «fase 2» del servizio Bikemi, dopo l’accordo tra Comune di Milano, ClearChannel e Atm, sono arrivati in piazzale Lodi il sindaco Letizia Moratti, l'assessore al Verde Maurizio Cadeo e il numero uno di Atm Elio Catania, per il taglio del nastro del primo stallo di periferia. A primavera saranno attive le prime 50 nuove stazioni che, entro la fine del prossimo anno, saliranno a 100, con una dotazione di ulteriori 2.250 biciclette. «La bicicletta è un mezzo molto amato dai milanesi - ha affermato Letizia Moratti - lo conferma il grande successo che il servizio di bike sharing ha riscosso tra i cittadini. Oggi Milano è al primo posto in Italia per il servizio di bike sharing e al quinto in tutta Europa». Una volta entrato a regime con il completamento della fase 2 (primavera 2012), Bikemi offrirà ai milanesi 200 stazioni di prelievo e 3.650 biciclette pubbliche. «Bikemi - ha affermato Catania - è a tutti gli effetti un nuovo e importante tassello della piattaforma integrata di mobilità milanese, che si integra alla rete tradizionale per rispondere sempre meglio alle esigenze di chi si muove».
NUMERI IN CRESCITA - Rimane confermato anche l’impegno a proseguire ulteriormente con lo sviluppo del servizio oltre la cerchia filoviaria della 90/91 fino ad arrivare a 300 stazioni e 5 mila biciclette. Con la fase 1, che ha visto l’installazione di 100 stazioni e 1.400 biciclette color «Giallo Milano» in circolazione, è stato superato il record di 1milione e 500mila bici prelevate. Oltre 10mila gli abbonati annuali ad oggi e 27mila quelli occasionali attivati a partire dal primo aprile 2009.
CROCI: ARRIVARE A 10 MILA BICI - «Bene, era ora, è un momento che tutti i milanesi aspettavano visto il successo della fase 1. Bisogna andare oltre e in fretta e realizzare il piano previsto senza ridimensionarlo per arrivare a 5 mila biciclette, mantenendo la corretta densità in termini di distanze fra le stazioni», commenta Edoardo Croci, che ha elaborato e promosso il piano per il bike sharing milanese. «Del resto - spiega - questo è il numero per cui è stato concesso un finanziamento di cinque milioni di euro da parte del Ministero delle Infrastrutture. Ma la prospettiva deve essere ancora più ambiziosa, come propone il primo quesito dei referendum per l'ambiente e la qualità della vita su cui saranno chiamati a votare i milanesi, che richiede di coprire tutta la città con 10 mila biciclette. Adesso bisogna avere il coraggio di realizzare una vera e propria rete integrata di piste ciclabili riprendendo il piano per la mobilità ciclistica che era stato studiato insieme a Fiab-Ciclobby».
Dal Corriere della Sera
mercoledì 10 novembre 2010
ROMA - ARCHITETTURA: AL MAXXI IL PREMIO "WORLD BUILDING OF THE YEAR"
"E' un edificio che si relaziona in modo vivace con i volumi della citta'. E' come un Guggenheim srotolato in percorsi di spazio continuo (?) un edificio di cui si parlera' ancora nella storia dell'architettura dei prossimi 50 anni". Con questa motivazione la giuria del WAF (World Architecture Festival) di Barcellona, presieduta da Paul Finch, ha decretato la vittoria del MAXXI, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo progettato da Zaha Hadid Architects, come "miglior edificio dell'anno 2010". Dopo lo Stirling Prize del RIBA (il prestigioso premio assegnato lo scorso 2 ottobre dal Royal Institute of British Architects), si aggiunge dunque un altro importante riconoscimento internazionale per quest'opera realizzata dall'architetta iraniana a Roma.
"Questo premio e' per noi motivo di grande soddisfazione e conferma ancora una volta il grande impatto di questo edificio, che proietta Roma verso il futuro", ha detto Pio Baldi,presidente della Fondazione MAXXI, "Il Museo vuole essere un punto di incontro, di comunicazione, di scoperta, un luogo di attrazione della creativita' contemporanea che da qui si irradi, proprio come le gallerie del museo che si 'srotolano' nella citta'".
Nel 2009 Il WAF premio' il Mapungubwe Interpretation Centre (Sud Africa) di Peter Rich Architects, e nel 2008 la Oslo Operahouse, di Snøhetta (Norvegia).
Da www.agi.it
martedì 9 novembre 2010
ROMA - Lavori sulla Roma-Lido, chiuse 3 stazioni
Foto Ago
SI RICOSTRUISCE IL PONTE SUL CANALE DEI PESCATORILavori sulla Roma-Lido, chiuse 3 stazioni
Pendolari in rivolta : costerà ore di ritardi
Da martedì 9 i treni salteranno, per 90 giorni, le fermate Colombo, Castelfusano e Stella Polare. Disagi e proteste
Lavori in corso: chiudono per 90 giorni tre stazioni della Roma-Lido. Pesanti disagi per gli utenti, che annunciano «clamorose forme di protesta». Saranno 12 mila al giorno i pendolari, decisamente arrabbiati, che da martedì 9 novembre dovranno raggiungere la stazione Lido Centro soltanto attraverso uno strano giro. Lasciando cioè l’auto ai parcheggi delle tre fermate - che diventeranno off-limits per tre mesi - di Cristoforo Colombo, Castelfusano e Stella Polare e successivamente prendendo il bus speciale che li porterà, appunto, a Lido Centro: solo da qui, finalmente, potranno salire sul convoglio diretto a Magliana e Piramide.
90 GIORNI SUL TORPEDONE - Uno incubo che durerà almeno 3 mesi, il tempo necessario all’Atac-Metro di ultimare i lavori necessari per ristrutturare il ponte ferroviario sul Canale dei Pescatori che, costruito nel 1957, ha seri problemi di stabilità. L’apertura del cantiere comporta la chiusura del tratto di ferrovia compreso tra Stella Polare e il capolinea di piazzale Colombo. Saranno così impraticabili le tre stazioni che ogni mattina vengono utilizzate da centinaia di pendolari e studenti provenienti dall’ Infernetto, Casalpalocco e Torvaianica.
ACILIA-OSTIA STOP DOPO LE 21 – Non solo. C’è pure un’altra tegola, quella della chiusura, dal lunedì al venerdì dopo le 21 e 30, del tratto di Roma-Lido compreso tra Acilia e Lido Centro. Un’interruzione, stavolta della durata di 60 giorni, dovuta ad un intervento di manutenzione straordinaria sulla massicciata. Per fronteggiare le due emergenze, Atac-Metro, assessorato capitolino alla mobilità e XIII municipio hanno preparato un piano di trasporti alternativo in stile «D-Day».
PULLMAN SCORTATI DALLA POLIZIA - A illustrarlo è l’assessore municipale Amerigo Olive: «Saranno 9 i bus che ogni giorno faranno la spola tra Cristoforo Colombo e Lido Centro, sostituendo il percorso ferroviario. Altre otto corriere saranno in servizio la sera, lungo la via del Mare da Acilia a Lido Centro». I pullmann avranno una specie di «scorta» predisposta dal comandante dei vigili urbani di Ostia Angelo Moretti che vuole «garantire la circolazione dei bus senza ritardi».
Previsto anche un servizio di trasporto per disabili. Chiamando il numero 0646954161 sarà effettuato un prelievo al parcheggio della stazione di Ostia Antica, l’unica che risulta impraticabile, per via di un attraversamento pedonale sulla via del Mare sprovvisto di ascensore, per chi si sposta sulla sedia a rotelle.
ANSIA PER LA «PROVA GENERALE» - La preoccupazione per la «prova generale» del 9 novembre resta altissima. L’invito di Olive è quello di «continuare a muoversi senza cambiare le abitudini». Lasciando cioè le auto ai parcheggi di Colombo, Stella Polare e Castelporziano senza raggiungere direttamente la stazione Lido Centro che altrimenti «esploderebbe» per l’improvviso aumento di traffico e pendolari.
LA RABBIA DEI PENDOLARI - I viaggiatori sono furibondi. In questi giorni a bordo del trenino non si parla d’altro che dei temuti disagi. Soltanto giovedì 4 novembre Metro-Atac ha dato la comunicazione ufficiale dei disagi, distribuendo volantini all’ingresso della Roma-Lido e delle linee A e B della metro. «Siamo rimasti sinora senza informazioni, una vergogna», sbotta il presidente del comitato pendolari Andrea Angeletti. E sul blog «iltrenino. blogspot.com» – quello più cliccato dagli utenti del litorale, fioccano le reazioni di protesta. Qualcuno osserva: «Possibile che per rifare un ponticello si debbano chiudere tre stazioni?». Altri si preoccupano del fatto che il «bando prevede lavori della durata di un anno» e si chiedono «per quanto tempo dovremo realmente prendere il bus».
Alessandro Fulloni
Corriere della Sera
MILANO - Piove in Santa Maria delle Grazie
LA DENUNCIA
Piove in Santa Maria delle Grazie
"Acqua dalla cupola del Bramante"
L'allarme lanciato dal priore per la pioggia che arriva sull'altare. "Vogliamo evitare un'altra Pompei"
L'intervento della soprintendenza è stato comunque immediato. "E' una costruzione delicatissima"
di ZITA DAZZI
Piove dentro la chiesa di Santa Maria alle Grazie. L’acqua entra dal lucernario della cupola del Bramante e cade proprio sull’altare maggiore, che per questo motivo è inagibile e sostituito da un altare provvisorio di legno messo qualche metro più avanti, in zona di sicurezza. Ad accorgersi dell’infiltrazione e della caduta d’acqua piovana sono stati i frati domenicani che custodiscono da secoli la chiesa, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
Al momento non ci sono macchie d’umidità visibili nel tiburio attribuito al Bramante che, nella seconda metà del 400, era ingegnere ducale degli Sforza. Lodovico il Moro volle la chiesa inizialmente come mausoleo familiare. Oggi l’opera è fra i gioielli dell’architettura rinascimentale più ammirati al mondo. Ma anche se a occhio nudo non si vedono danni, terminata la pioggia, i segni inquietanti sono aumentati: sull’altare è caduto uno strano pulviscolo, probabilmente salnitro che si stacca dall’intonaco della cupola
E così, per verificare che cosa stia accadendo a uno dei più importanti monumenti della città e del Paese, i tecnici della Sovrintendenza ai Beni architettonici sono stati sul luogo, allertati dal priore, padre Gianni Festa. «È chiaro che dopo quel che è accaduto a Pompei, chiunque custodisca un bene di questa natura è col cuore in gola — spiega il priore — Noi a maggior ragione, visto che questa costruzione è delicatissima e bisognosa di una manutenzione costante e capillare. Ogni minimo segno di degrado dev’essere interpretato e curato, infatti abbiamo i restauratori praticamente sempre all’opera all’interno della basilica». Ancora nessuno, fra le centinaia di turisti che ogni giorno si riversano in chiesa per ammirare le decorazioni murarie e gli affreschi sopravvissuti anche ai bombardamenti del 1943, si è accorto del problema nella cupola bramantesca. Lo conoscono solo i frati e i restauratori all’opera in questi giorni nella parte anteriore della chiesa
L’allarme lanciato dal priore è stato immediatamente recepito. Lo conferma la sovrintendente regionale ai Beni paesaggistici, Caterina Bon Valsassina: «Siamo al già al lavoro. Credo si tratti di un problema di entità relativamente ridotta, ma i tetti di questo tipo di opera vanno tenuti monitorati con costanza, ogni anno». Sul posto è arrivato lo specialista della Sovrintendenza ai beni architettonici, che ha fatto un primo sopralluogo, in vista di un approfondimento dell’analisi già dai prossimi giorni. «Bisognerà fare un sopralluogo sopra al tiburio, se possibile con alcuni scalatori o con un braccio meccanico. È l’unico modo per vedere da vicino che cosa accade e per quantificare l’entità del problema», spiega il sovrintendente Alberto Artioli. I frati stessi riconoscono l’attenzione costante delle sovrintendenze e del provveditorato alle opere pubbliche, dato che la chiesa e l’adiacente ala del convento che ospita il Cenacolo sono di proprietà del Demanio statale.
«In Santa Maria alle Grazie la manutenzione è continua, ci sarebbe bisogno di avere qualche decina di persone all’opera come succede per la fabbrica del Duomo — aggiunge Artioli — ma è la prima volta, dall’ultimo restauro che ci sono infiltrazioni d’acqua dalla cupola. Magari si è mossa qualche tegola, la copertura è fatta di rame e di tegole, speriamo di poter sistemare il problema con un intervento dei restauratori in cordata, come fatto in passato. Altrimenti sarà necessario mettere un ponteggio interno, perché non ci sono rampe d’accesso dall’esterno».
La Repubblica
MILANO - Tagli ai tram e cambi di percorso
Tagli ai tram e cambi di percorso
rivoluzione Atm fra caos e proteste
Soppressa la circonvallazione 29/30 e accorciata la linea del 7 per i cantieri del metrò 5
Linee storiche sostituite da due o tre coincidenze. "Vogliono distruggere il trasporto su rotaia"
È partita la rivoluzione per tram e bus: obiettivo, far posto al nuovo metrò 5, la “Lilla”. Ma sulla soppressione di una serie di linee, prima tra tutte la circolare 29/30 che viaggiava lungo la Cerchia dei Bastioni, fioccano già polemiche e proteste. La mappa del trasporto di superficie è stata modificata a causa dei cantieri per le dieci fermate del metrò che si dovranno costruire, scadenza Expo 2015, da Garibaldi a San Siro. In queste zone, per far spazio a talpe e operai, Atm ha dovuto rivedere il servizio: ma in realtà i tagli si fanno sentire in tutta la città. E il risultato sono soppressioni di linee, tram sostituiti da autobus ma anche una «razionalizzazione» che sembra anticipare i risparmi a cui l’azienda è obbligata in previsione del taglio di 40 milioni di contributi regionali provocato dalla manovra del governo.
Sparisce il 29/30, già falcidiato da tre anni di cantieri in Porta Nuova e ora sostituito da un puzzle di cambi e coincidenze, e non è detto che tornerà quando i lavori saranno finiti. E alcune linee, come il 7, sono state accorciate non tanto perché ostacolassero i cantieri ma perché da viale Espinasse al Sempione, dice l’azienda, ci sono già altri collegamenti come l’autobus 19. Una modifica che costringerà i cittadini, per almeno cinque anni e poi chissà, a cambiare più mezzi rispetto a prima.
E se i consumatori sono già all’attacco, accusando Atm di aver approfittato del cantiere del metrò 5 per far sparire alcune linee e capolinea «smontando il sistema tranviario milanese», a complicare le cose arriva anche un ordine di servizio che impone ai tranvieri di procedere a passo d’uomo sulla maggior parte dei binari. In particolare quelli che scorrono su viali alberati, a causa delle foglie che cadono e rendono scivolose le rotaie, e in corrispondenza di scambi che non sono ancora stati sostituiti o che restano da collaudare. Una procedura di sicurezza che sta però provocando forti rallentamenti.
La linea del tram 7 è tra quelle «accorciate». Fino a domenica faceva avanti e indietro da Precotto, su viale Monza, e lungo i viali Testi e Zara arrivava in corso Sempione e si spingeva fin su in viale Espinasse fino al capolinea, via Cacciatori delle Alpi. Da ieri, e per almeno cinque anni, una volta giunto in via Procaccini tornerà indietro per bloccarsi al deposito di via Messina. In questo caso, ad esempio, molti fanno notare che da corso Sempione verso nord non ci sono cantieri del metrò. Infatti. Questo è un esempio della razionalizzazione avviata da Atm: il 7, è la spiegazione, «era provvisorio» (introdotto con i lavori in Garibaldi per sostituire il 33), quindi ora i cittadini scendano e cambino mezzo. Su quella tratta, del resto, c’è già il 19. Che, a sua volta, cambia percorso e arriva fino in Porta Genova (lasciando però scoperto Cairoli) per coprire il buco del mitico 29/30. Che in un altro tratto è sostituito dall’autobus 37, nuova linea.
Un caos. E le associazioni di utenti gridano allo scandalo: «Giusto fare spazio ai cantieri del metrò — riconosce Massimo Ferrari, presidente di Assoutenti — ma così ci sembra di vedere una regia diretta a distruggere il sistema tranviario milanese rendendolo sempre più rigido. Che bisogno c’era, ad esempio, di tagliare il 7?». Non solo. La prima tratta del metrò 5,da Bignami a Garibaldi lungo viale Zara, è stata realizzata senza toccare i tram.
«Per il prolungamento sono stati messi tutti i cantieri sui tracciati sedimi tranviari, dal Monumentale a via Domodossola e piazzale Segesta — aggiunge Ferrari — così è evidente che il sistema viene messo in ginocchio». Intanto, ora, i tranvieri devono girare in centro a passo d’uomo. Una misura che crea code, ma necessaria, dice Atm, per aumentare la sicurezza agli scambi e sui binari coperti dalle foglie che possono far slittare i pattini. Una circostanza non così remota: un anno fa un 12 tamponò un 19 sul cavalcavia Palizzi, zona Certosa. Sette feriti. E l’azienda ipotizzò da subito che l’incidente fosse stato provocato dalle foglie morte, innescando una polemica con Amsa, responsabile delle pulizie.
La Repubblica
rivoluzione Atm fra caos e proteste
Soppressa la circonvallazione 29/30 e accorciata la linea del 7 per i cantieri del metrò 5
Linee storiche sostituite da due o tre coincidenze. "Vogliono distruggere il trasporto su rotaia"
È partita la rivoluzione per tram e bus: obiettivo, far posto al nuovo metrò 5, la “Lilla”. Ma sulla soppressione di una serie di linee, prima tra tutte la circolare 29/30 che viaggiava lungo la Cerchia dei Bastioni, fioccano già polemiche e proteste. La mappa del trasporto di superficie è stata modificata a causa dei cantieri per le dieci fermate del metrò che si dovranno costruire, scadenza Expo 2015, da Garibaldi a San Siro. In queste zone, per far spazio a talpe e operai, Atm ha dovuto rivedere il servizio: ma in realtà i tagli si fanno sentire in tutta la città. E il risultato sono soppressioni di linee, tram sostituiti da autobus ma anche una «razionalizzazione» che sembra anticipare i risparmi a cui l’azienda è obbligata in previsione del taglio di 40 milioni di contributi regionali provocato dalla manovra del governo.
Sparisce il 29/30, già falcidiato da tre anni di cantieri in Porta Nuova e ora sostituito da un puzzle di cambi e coincidenze, e non è detto che tornerà quando i lavori saranno finiti. E alcune linee, come il 7, sono state accorciate non tanto perché ostacolassero i cantieri ma perché da viale Espinasse al Sempione, dice l’azienda, ci sono già altri collegamenti come l’autobus 19. Una modifica che costringerà i cittadini, per almeno cinque anni e poi chissà, a cambiare più mezzi rispetto a prima.
E se i consumatori sono già all’attacco, accusando Atm di aver approfittato del cantiere del metrò 5 per far sparire alcune linee e capolinea «smontando il sistema tranviario milanese», a complicare le cose arriva anche un ordine di servizio che impone ai tranvieri di procedere a passo d’uomo sulla maggior parte dei binari. In particolare quelli che scorrono su viali alberati, a causa delle foglie che cadono e rendono scivolose le rotaie, e in corrispondenza di scambi che non sono ancora stati sostituiti o che restano da collaudare. Una procedura di sicurezza che sta però provocando forti rallentamenti.
La linea del tram 7 è tra quelle «accorciate». Fino a domenica faceva avanti e indietro da Precotto, su viale Monza, e lungo i viali Testi e Zara arrivava in corso Sempione e si spingeva fin su in viale Espinasse fino al capolinea, via Cacciatori delle Alpi. Da ieri, e per almeno cinque anni, una volta giunto in via Procaccini tornerà indietro per bloccarsi al deposito di via Messina. In questo caso, ad esempio, molti fanno notare che da corso Sempione verso nord non ci sono cantieri del metrò. Infatti. Questo è un esempio della razionalizzazione avviata da Atm: il 7, è la spiegazione, «era provvisorio» (introdotto con i lavori in Garibaldi per sostituire il 33), quindi ora i cittadini scendano e cambino mezzo. Su quella tratta, del resto, c’è già il 19. Che, a sua volta, cambia percorso e arriva fino in Porta Genova (lasciando però scoperto Cairoli) per coprire il buco del mitico 29/30. Che in un altro tratto è sostituito dall’autobus 37, nuova linea.
Un caos. E le associazioni di utenti gridano allo scandalo: «Giusto fare spazio ai cantieri del metrò — riconosce Massimo Ferrari, presidente di Assoutenti — ma così ci sembra di vedere una regia diretta a distruggere il sistema tranviario milanese rendendolo sempre più rigido. Che bisogno c’era, ad esempio, di tagliare il 7?». Non solo. La prima tratta del metrò 5,da Bignami a Garibaldi lungo viale Zara, è stata realizzata senza toccare i tram.
«Per il prolungamento sono stati messi tutti i cantieri sui tracciati sedimi tranviari, dal Monumentale a via Domodossola e piazzale Segesta — aggiunge Ferrari — così è evidente che il sistema viene messo in ginocchio». Intanto, ora, i tranvieri devono girare in centro a passo d’uomo. Una misura che crea code, ma necessaria, dice Atm, per aumentare la sicurezza agli scambi e sui binari coperti dalle foglie che possono far slittare i pattini. Una circostanza non così remota: un anno fa un 12 tamponò un 19 sul cavalcavia Palizzi, zona Certosa. Sette feriti. E l’azienda ipotizzò da subito che l’incidente fosse stato provocato dalle foglie morte, innescando una polemica con Amsa, responsabile delle pulizie.
La Repubblica
TORINO - Aeroporti in Piemonte, passeggeri in crescita
Ma lo scalo torinese si sente a pieno titolo autorizzato al decollo:
"Siamo strategici, a ottobre 16% in più". In crescita anche Cuneo Levaldigi
di MARIACHIARA GIOCOSA
Completamente rimesso a nuovo per le Olimpiadi del 2006, l'aeroporto di Torino Caselle non ne vuole sapere di non essere strategico. Dati alla mano si sente a pieno titolo autorizzato al decollo. I passeggeri crescono rispetto allo scorso anno con percentuali a due cifre. A ottobre +16%, rispetto al 2009, e 304.788 passeggeri, con la prospettiva di arrivare a fine anno a 3,6 milioni di passeggeri, record assoluto dello scalo. Vanno fortissimo i collegamenti con gli scali europei (+18%) e le rotte low cost.
Se bastassero le percentuali di crescita a salvare gli aeroporti bonsai, Cuneo Levaldigi sarebbe al sicuro. Lo scalo cuneese ha avviato da un paio d'anni un ottimo trend di crescita che lo pone ai primi posti tra gli aeroporti italiani per l'incremento dei passeggeri (+40% rispetto al 2009).
"Nel 2008 abbiamo avuto 84 mila passeggeri - spiega il presidente Guido Botto - che sono diventati 130 mila nel 2009. Nei primi 10 mesi del 2010 abbiamo sfondato quota 155 mile e contiamo di arrivare a 190 entro la fine dell'anno". Numeri piccoli, che però sanno di miracolo per chi ha memoria del deserto che regnava a Levaldigi solo pochi anni fa, quando dalla pista non partiva nemmeno un volo. La scelta è stata quella di puntare sul low cost con 11 destinazioni nell'est Europa, soprattutto Albania e Romania, che hanno prodotto un consistente movimento di passeggeri.
Il tema della convivenza tra i due scali è sull'agenda dei governi locali da anni. Ma l'idea che i due scali riescano a specializzarsi e a operare in modo coordinato piuttosto che "farsi la guerra" è ancora ben lontana dal diventare realtà.
Da La Repubblica
lunedì 8 novembre 2010
Roma - Disastro a Pompei, Roma verifica 70 siti
ARCHEOLOGIA E TAGLI AL BILANCIO
Per la Domus Aurea un altro anno di lavori
Mura e acquedotti a rischio infiltrazioni, ma i fondi non bastano neppure per gli interventi di sicurezza in corso
ROMA - Dopo il disastro di Pompei, l’incubo crolli preoccupa la Capitale. A Roma è ancora vivo il ricordo del crollo alla Domus Aurea, nel marzo scorso, che fortunatamente riguardò le «sostruzioni traianee», gallerie abbastanza lontane dal cuore del monunento. E il problema dei cedimenti si è materializzato anche al Palatino - in un muro cinquecentesco degli Orti Farnesiani che si sbriciolò per infiltrazioni d’acqua - e nelle Mura Aureliane, colpite ripetutamente in più punti: in maniera più grave nell'autunno 2001. Finora però a Roma è stato risparmiato uno scempio come quello di Pompei.
INTERVENTI PER 3,5 MILIONI - Oggi, tuttavia, gli esperti tornano a interrogarsi sul futuro dei monumenti capitolini: in particolare su quello della Domus Aurea. A che punto siamo con gli interventi? E come sta il resto del patrimonio archeologico? Alla Domus Aurea sono in corso due interventi speciali, uno guidato dall’ingegnere Luciano Marchetti e l’altro dalla sovrintendenza archeologica con l’archeologa Fedora Filippi.
Dei due, il più esteso e rilevante – grazie a un finanziamento di 3,5 milioni e a una legge speciale - è il primo, quello coordinato da Marchetti: riguarda l’area che era visitabile dal pubblico e chiusa ormai da tre anni. «In questo cantiere – spiega Luciano Marchetti – ci occupiamo della messa in sicurezza delle murature e della realizzazione del drenaggio delle acque in superficie. L’intervento è in corso, per concluderlo occorrerà ancora un anno e mezzo».
RIAPERTURA LONTANA - Ma per la riapertura della Domus Aurea bisognerà aspettare ancora: «C’è da realizzare la musealizzazione definitiva del sito», spiega Marchetti. Eppure la Domus Aurea è solo uno dei punti dolenti dell’archeologia romana. Con un patrimonio esteso come quello dell’antica Roma il problema dei rischi è purtroppo molto esteso.
Il commissario straordinario all’area archeologica di Roma, Roberto Cecchi, cita subito un dato che dovrebbe rinfrancare: in un anno e mezzo di commissariamento sono stati avviati, sotto la sua guida, 70 cantieri. «Sono i cantieri sulle emergenze via via sottolineate dai funzionari della Sovrintendenza – spiega il commissario Cecchi -. Ma l’occhio dei funzionari, per quanto importante, non è sufficiente. Ecco allora che abbiamo promosso un lavoro di ispezione generalizzato».
TIMORE DI CEDIMENTI - «La possibilità che i crolli registrati a Roma possano ripetersi - sottolinea Cecchi - ci ha spinto a promuovere questo screening. Al momento non abbiamo ancora una visione generale. Per averla dovremo aspettare ancora un anno. La visione parziale ci dice comunque che le risorse per la manutenzione ordinaria sono drammaticamente poche. La sovrintendenza speciale di Roma ha qualche risorsa, certo, ma non risorse sufficienti al bisogno».
Cecchi cita uno dei suoi cantieri, avviato da poco, sulle arcate dell’acquedotto Claudio: «Un intervento finanziato con un milione e mezzo di euro, solo per un pezzetto. Il problema dei grandi acquedotti romani resta un problema aperto...». In conclusione: ancora un anno per la radiografia del patrimonio archeologico dell’Urbe. Ma già una secca constatazione: siamo a secco per i finanziamenti.
Paolo Brogi
Dal Corriere della Sera
Iscriviti a:
Post (Atom)