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lunedì 14 febbraio 2011

BARI - Case, strade, parcheggi e area verde Così cambia il quartiere San Girolamo








Previsti 625 alloggi, 225 saranno d'edilizia popolare
Un intervento da 83 milioni con il sì della Regione



San Girolamo cambierà faccia. Questa volta davvero. Le sue case guarderanno il mare e non ne subiranno soltanto gli effetti terribili sulle fondamenta. I suoi residenti potranno contare su servizi, parcheggi e case curate e perfino moderne, a prescindere dal fatto che siano assegnatari di un alloggio popolare (pronti in due anni) o proprietari di un appartamento comprato a prezzo di mercato (pronti in 5). Lo hanno promesso solennemente l’assessora regionale all’Urbanistica Angela Barbanente e l’assessore comunale all’Edilizia pubblica, Gianni Giannini che ieri hanno presentato le quattro imprese che realizzeranno il progetto sul lungomare IX maggio a partire da quest’estate: Dec di Degennaro, Debar di Debartolomeo, Salvatore Matarrese e Guastamacchia. Hanno quattro mesi per presentare il progetto esecutivo. In cinque anni realizzeranno 625 case, in gran parte vista mare, 225 popolari e le altre in vendita sul libero mercato, le une affianco alle altre, nuove strade, parcheggi, giardini e negozi.

Un intervento da 83 milioni di euro, 20 dei quali destinati ad opere pubbliche, in gran maggioranza (quasi 75 milioni) investiti dai privati. Regione e Iacp garantiscono rispettivamente 7,5 e 1 milione. «Stiamo restituendo ai cittadini fiducia nelle amministrazioni pubbliche che per decenni avevano fatto loro promesse - sintetizza Barbanente - questo progetto si realizzerà, si sta realizzando». Si tratta del piano di rigenerazione urbana (Pru) per il quale Comune, Regione e Iacp (istituto autonomo case popolari) si erano impegnati nel 2007 immaginando un progetto pilota che ora sperano di replicare in altre zone, come via Giulio Petroni. Pilota, ma ispirato alla stessa filosofia poi codificata nei Pirp (piani integrati di riqualificazione delle periferie): uscire dalla logica del quartiere ghetto e costruire case popolari e di residenza privata, insieme, riqualificando pezzi di città. I soggetti pubblici di questa intesa hanno già iniziato le attività: alcune palazzine vecchie destinate a edilizia popolare sono state abbattute, gli occupanti (52 famiglie) trasferiti nelle nuove, i suoli sui quali riedificare, liberati. Ora sono stati individuati i soggetti privati. Che già come per il Pirp di Japigia sono quattro grossi imprenditori edili, di solito rivali ma che per l’occasione hanno scelto di far fronte comune. Perché per realizzare il progetto servono soldi.

L’associazione temporanea di imprese (capofila ne è la Dec) annuncia il cantiere in attività per l’estate. Un cantiere imponente nel quale troveranno lavoro senz’altro 250 persone direttamente, e probabilmente altre 600 tramite l’indotto. I primi palazzi, per contratto, dovranno essere quelli destinati alle case popolari. Subito dopo toccherà agli altri, dalla cui vendita gli imprenditori traggono il beneficio. Si capisce che con questo meccanismo tutti hanno interesse a lavorare e presto. «Per noi è una sfida - dice Domenico De Bartolomeo, presidente dei costruttori edili - ma è davanti alla sfida che si esalta il ruolo dell’imprenditore». Per Giannini, infaticabile nel cercare di dare risposte al fabbisogno abitativo di Bari, un successo c’è già stato. «Non è stato facile vincere la diffidenza degli abitanti di San Girolamo - racconta - con i quali abbiamo voluto condividere ogni decisione. Noi ci abbiamo creduto, anche quando il primo bando è andato deserto. E’ così che si modernizza la città, non costruendo ghetti. Confidiamo che nessuno, neppure le banche, ora si sottragga».

Adriana Logroscino Dal Corriere del Mezzogiorno

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