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mercoledì 2 febbraio 2011

MILANO - PalaSharp, cala il sipario sull'arena dello spettacolo



L'AREA DI LAMPUGNANO OSPITERÀ UN PROGETTO PER L'EXPO


Dopo un quarto di secolo, il 30 aprile la tensostruttura verrà smantellata





Il sipario calerà il 30 aprile. E questa volta, per il PalaSharp sarà davvero la fine di ogni spettacolo. La tensostruttura targata Togni, 9 mila posti a sedere, 25 anni di successi, si ripiegherà su se stessa, tubo dopo tubo, fino a ridursi a niente. L'area di Lampugnano dovrà ospitare un nuovo centro in linea con i progetti di Expo 2015. Palazzo Marino, nelle more del restauro del Vigorelli, sposta sulla struttura di via Sant'Elia i grandi eventi sportivi, per farne un polo di manifestazioni e intrattenimento, com'era all'inizio. Ma la tensostruttura dovrà lasciare spazio a un impianto vero e proprio. A febbraio partiranno i bandi di gara, il terreno sarà spianato al miglior offerente. Non c'è spazio per la nostalgia. Si volterà pagina. Il silenzio della musica però si farà sentire. Nata sotto l'insegna del levriero chiodato di Trussardi, l'arena dello spettacolo e dello sport sostituì nel giro di poco più di un anno il palazzetto di San Siro caduto sotto il peso della nevicata dell'85. Il Palatenda, progenitore della struttura, aveva retto la scena giusto il tempo necessario a Divier Togni per costruire il nuovo impianto. Un nome per ogni stagione, il Palatrussardi della moda e del craxismo accende i riflettori sul volto già segnato di Frank Sinatra, 70 anni, ma ancora the Voice; era settembre 1986.

La serata inaugurale, curata personalmente dalla moglie del leader socialista, affolla gli spalti di vip e rampanti: «indimenticabile», chiosa chi c'era. Lo sfavillio della moda lascia il posto, nel 2002, al Palavobis dei 40 mila, la strabordante folla del movimento per la legalità che s'era data appuntamento qui, superando nei numeri e nella partecipazione qualsiasi più rosea aspettativa. Il Palatucker naufragò in pochi mesi dopo l'arresto per truffa del signor Tucker. Poi Mazdapalace, poi ancora PalaSharp, adesso palaniente. L'insegna dell'azienda elettronica è ancora issata in cima al tendone, ma la convenzione è scaduta nel 2010.

Su quel palco, tante star da tutto esaurito, Peter Gabriel, Paul McCartney, Phil Collins, Prince, ma anche il Dalai Lama, il Ramadan dei musulmani milanesi (e ora dove andranno per la preghiera del venerdì?) e il raduno dei fedeli di Medjugorie capitanati da Paolo Brosio. Cambio di scena per il Wrestling superstar, gli incontri di tennis, basket e pallavolo. Lo sport fa la sua parte, ma è la musica la vera protagonista. Vigorelli e Palalido inagibili, lo stadio di San Siro centellinato, concesso prevalentemente d'estate, il tendone diventa nella stagione della rinascita del rock a Milano l'unico punto di riferimento per impresari della musica internazionale. Si susseguono, a partire dall'86, i metallari Iron Maiden, Judas Priest, Black Sabbath, Dio, gli immarcescibili Deep Purple che fotografano con un'istantanea le due serate nell'87 nell'album live Nobody is perfect, poi Ozzy Osbourne, i Marillion nell'ultimo tour con Fish, gli Yes con l'orchestra sinfonica.

E, ancora, la lunga stagione dei concerti legati al Festival dell'Unità, con il meglio del cartellone italiano, Venditti, De Gregori, Finardi. I Pooh registrano qui il video del tour di Oasi, nell'88. Pino Daniele sceglie il PalaSharp per festeggiare i 30 anni di carriera; Grillo per il V-Day, nel 2007. Un primo stop si registra tra '91 e '92, quando tutti i grandi dirottano verso Assago, a cominciare dagli U2. Ora, la fine.
Olga Piscitelli  -  Corriere della Sera

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