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venerdì 25 febbraio 2011
TORINO - I toret non vanno in pensione Trionfa il simbolo della città
«Questione toret», ultimo atto. O almeno questa si può immaginare che possa essere la speranza dell’assessore all’Arredo urbano Ilda Curti dopo un mese di polemiche e levate di scudi a difesa delle fontane-simbolo della città. L’occasione per cercare di mettere un punto alla vicenda è stata fornita da un’interpellanza del consigliere Mario Brescia, a cui l’assessore ha risposto cercando di sgomberare il campo dai fraintendimenti una volta per tutte: l’amministrazione comunale non ha alcuna intenzione di mandare in pensione i toret.
Le fontane grigie presenti in alcuni luoghi della città non sono una new entry introdotta in sostituzione dei toret ma fanno parte da tempo dell’arredo urbano cittadino. Anzi, là dove il verde torello è stato rimosso per consentire l’esecuzione dei lavori che stanno rifacendo il look alla città in vista dei 150 anni dell’Unità d'Italia - come in piazza Carducci, dove sta per chiudersi il cantiere della metro -, là verrà rimesso.
Tutta la questione è nata poco più di un mese fa quando su queste pagine l’assessore Curti ha spiegato che ai toret verde squillante si sarebbero affiancate più sobrie e «mimetiche» fontanelle in pietra di Luserna, più adatte, secondo i dettami della Soprintendenza, ai materiali in uso in alcuni luoghi, soprattutto quelli aulici del centro. Da allora è scoppiato il finimondo.
Le proteste dei cittadini si sono moltiplicate, la Soprintendenza ha negato di aver emesso alcun editto contro i toret e la questione è approdata sia in Consiglio di Circoscrizione, alla 1 Centro-Crocetta, che in quello comunale, dove si è rilanciato con la richiesta di mettere dei nuovi toret nelle stazioni ferroviarie e all’aeroporto per accogliere i turisti con un simbolo della città. E la questione è finita anche su Facebook, dove è stato creato il gruppo «No alla rottamazione dei toret» che ha superato le 1900 adesioni.
La Stampa
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