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mercoledì 20 ottobre 2010

ROMA - Il progetto della nuova piazza Cavour: «Chiusura definitiva alle auto»


A rilento i lavori per il parcheggio interrato da 740 posti: dovevano durare 18 mesi. L'ipotesi di chiudere per sempre il traffico ai mezzi ripristinando giardini e scale

ROMA - Piazza Cavour, rissa continua. Quella fra la sovrintendenza statale e comunale su chi debba conservare il «papiro» rinvenuto sotto la statua di Camillo Benso conte di Cavour (al quale la piazza è dedicata) è solo l’ultima che ha accompagnato la costruzione di questo grande parcheggio. Ci sono già state le polemiche sul numero dei posti auto, se 400 o 700 a seconda di quanto si poteva scavare nel sottosuolo, se realizzare due piani o tre piani interrati, oltre quelle sulla stabilità del Palazzo di Giustizia. Ma ora c'è una novità: a lavori ultimati, l'intera piazza potrebbe non essere più riaperta alle auto, riprendendo un vecchio progetto che prevedeva il recupero della vecchia piazza con giardini e scalinate fino al Palazzaccio. Ma senza traffico di auto, bus e pullman.
IL PARCHEGGIO - Quello di piazza Cavour sarà un parcheggio di 740 posti, il 50 per cento dei quali a rotazione, i cui lavori vanno avanti da anni, con interruzioni e polemiche. Il cantiere è stato aperto, con qualche rinvio alla fine del 2005: nelle previsioni doveva durare 18 mesi. Almeno questo è stato il termine dato dall’allora delegato del sindaco per i parcheggi Fabrizio Panecaldo, nell’annunciare l’avvio della costruzione. I 18 mesi sono passati da anni, visto che siamo alla fine del 2010: ma allora nelle previsioni il garage sotterraneo doveva avere solo 350 posti e nel progetto originario, a quel momento in realtà già superato, era previsto in sotterranea anche il capolinea dei bus di fronte il cinema Adriano. Anche allora, comunque, i posti auto erano previsti tutti a sevizio di Prati e a rotazione per chi doveva andare al cinema o in centro storico. Con il passare del tempo il progetto ha subito altre modifiche, e nel 2007 si è arrivati a ipotizzare l’attuale numero di posti macchina.
LO STOP - Ma gli scavi hanno avuto uno stop tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009: gli esperti della Procura chiesero nuovi pareri tecnici perché vi era un pericolo di instabilità per il «Palazzaccio», la sede della Cassazione. L’allora pm Giorgio Ferri aveva chiesto, infatti, ad una serie di consulenti tecnici una relazione «per accertare se vi sia un pericolo per la sicurezza statica del palazzo di Giustizia, a causa degli scavi preliminari per la costruzione del parcheggio interrato». E un nuovo allarme vi fu nel giugno del 2009 dopo il terremoto de L’Aquila per calcinacci e volte lesionate sempre all’interno della sede della Cassazione. Perché i timori per la stabilità del Palazzaccio, gigante con i piedi di argilla, che già nel 1970 mostrò le sue prime défaillances e restò chiuso per qualche tempo, restano per gli esperti sempre presenti. Timori evidentemente superati se da un anno a questa parte i lavori sono ripresi speditamente e a pieno ritmo.
LA CHIUSURA DELLA PIAZZA - L’ultimo ostacolo sarà la chiusura della circolazione alle auto in piazza Cavour, nel tratto di fronte al Palazzo di Giustizia, prevista per un anno. Andranno studiate nuove direttive di traffico, ma il pericolo di caos incombe. E se non per sempre. Come ricorda, infatti, la presidente del XVII municipio il progetto prevede ancora il recupero della vecchia piazza, con il giardino raccordato con la scalinata della sede della Corte di Cassazione. Ma «si dovrà rivedere questo progetto prevede il recupero del disegno della vecchia piazza che andava a finire fino alla scalinata del Palazzaccio – afferma Antonella De Giusti - Penso che i tempi siano cambiati, ci sono più automobili, la vita che facciamo non è più quella di una volta. E quindi la chiusura della rotatoria potrebbe causare una ripercussione pesante sul traffico, che potrebbe investire anche i municipi che sono al di là del XVII come il centro storico. Considerato che io non sono il Re – conclude la De Giusti - vanno fatte valutazioni molto ponderate. Poi ho chiesto all’impresa e lo chiederò formalmente al Campidoglio che nel momento in cui si debbano fare i lavori al ridosso del Palazzaccio, quindi chiudere temporaneamente quel tratto di strada che l’Atac e il VII dipartimento facciano delle simulazioni di traffico anche per il futuro. E solo se non vi saranno problemi possiamo lasciare il progetto com’è. Altrimenti una donna come sono io, chiede di rimodificarlo per il bene di tutta la comunità».
LO SCONTRO SUI RESTI DI CAVOUR - E allo scontro del 18 ottobre, sulla tutela del cilindro metallico rinvenuto durante i lavori di costruzione sul quale è inciso «S.P.Q.R., a Camillo Benso conte di Cavour 1885», dove è conservata una pergamena con il verbale d’inizio cantiere a firma del Re Umberto I, si aggiunge un terzo litigante. Il «papiro»? Né allo Stato né alla Campidoglio, ma al municipio. «Innanzi tutto voglio chiarire che ci siamo trovati di fronte a delle amministrazione responsabili – afferma la presidente del XVII municipio Antonella De Giusti, nel cui territorio è situata la piazza - perché né io né il sindaco abbiamo voluto che si aprisse la pergamena. Ma adesso chiedo che una volta che è restaurato il documento torni nel luogo dove il Re l’aveva depositato in onore di Cavour. Anzi chiedo che vi ritorni per l’inaugurazione del parcheggio, perché credo che la cultura va vissuta anche fuori dai musei nei nuovi luoghi urbani, come i parcheggi e le opere pubbliche: vanno valorizzati con la storia che era già dentro di loro». Non manca nemmeno un’ultima stoccatina ironica all’amministrazione: «La pergamena era completamente bagnata – conclude Antonella De Giusti – ma quando è uscita dal cilindro è caduta miracolosamente nella mia mano una lira. Siccome dico sempre che non abbiamo una lira…speriamo sia di buon auspicio per Prati».

Lilli Garrone Corriere della Sera

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