Cadeo: la città promuove il Festival. Il tram illuminato, tra i più fotografati, continuerà a viaggiare
Milano ha visto la luce. E ha deciso di premiarla. Millecinquecento scatti, in due sul podio. Maria Giulia Alvigini di Milano e Alessandro Bianchi di Legnano. Sono loro i vincitori del concorso fotografico «Milano sotto la luce» promosso da Corriere.it in collaborazione con l'assessorato all'Arredo, Decoro Urbano e Verde del Comune, nell'ambito della seconda Edizione del Festival Internazionale della Luce (LED). L'iniziativa vivrà ancora con il «tram di luce» che continua la corsa. La foto piaciuta di più vede una ragazza con le ali «dentro» piazza San Fedele. «Urban Angel», un'immagine dove la luce non ha bisogno di sfolgorare. La foto che ha toccato i cuori della giuria.
L'altra, «Crescono Numeri sotto le Lune», sembra il titolo di una canzone del Liga. E' la Milano dei grattacieli, i tramonti che si confondono con le albe, la voglia di una città che guarda sempre in alto e non ha paura di inciampare. Nelle altre mille e più foto ci sono colori che non diresti. I Navigli da far invidia alla Senna, il centro, via Dante e la Galleria. Il Duomo, certo con le nuove vetrate. La gente che a Milano vuole essere protagonista senza prendersi mai i primi pani che è poco elegante. Una città che si piace ma non le va di urlarlo al mondo. L'assessore all'Arredo, Decoro Urbano e Verde Maurizio Cadeo parla di «orgoglio». Quello di una città che ha detto sì a vedersi sotto le luci. «La grande affluenza al concorso - spiega sono la testimonianza di un interesse che c'è. Un festival così si misura sul gradimento della gente. L'abbiamo visto e toccato». I contatti sul sito del Corriere, le foto inviate, il successo del concorso.
«I giovani sono stati il segnale più incoraggiante - continua l'assessore Cadeo - sono stati i vincitori del concorso. Del resto il festival è rivolto soprattutto a loro. I nuovi creativi, i giovani designer». Un altra spia che ci dice che Milano si muove. Il Led lascia ancora una scia di luce. Il tram illuminato continuerà a viaggiare. E' stato uno dei soggetti più fotografati. Anche con immagini in bianco e nero. I vecchi mezzi accanto ai modernissimi jumbo. E resterà ancora l'insegna luminosa in piazza Duomo che celebra i 150 anni dell'unità d'Italia. Una ricorrenza lunga dodici mesi che Milano si sente di festeggiare come protagonista assoluta. E c'è stato anche l'Ago e Filo di Cadorna. «Volevamo sottolineare il tema dell'arte che scherza con l'arte - commenta l'assessore - qualcuno non l'ha capito. Ma la gente ha risposto. Ed è quello che conta». Le foto che hanno partecipato al concorso si possono vedere sul nostro sito. Una carrellata sulla Milano che vediamo tutti i giorni ma con gli occhi sbagliati. Stanchi ed annoiati. E ci basta una luce per vederla con un volto che non avresti mai detto. Anche gli angoli che sembrano tutti uguali. E le piazze che attraversiamo con la testa bassa e i piedi che vanno da soli. Facciamocene una ragione: Milano è bella a saperla guardare.
«I giovani sono stati il segnale più incoraggiante - continua l'assessore Cadeo - sono stati i vincitori del concorso. Del resto il festival è rivolto soprattutto a loro. I nuovi creativi, i giovani designer». Un altra spia che ci dice che Milano si muove. Il Led lascia ancora una scia di luce. Il tram illuminato continuerà a viaggiare. E' stato uno dei soggetti più fotografati. Anche con immagini in bianco e nero. I vecchi mezzi accanto ai modernissimi jumbo. E resterà ancora l'insegna luminosa in piazza Duomo che celebra i 150 anni dell'unità d'Italia. Una ricorrenza lunga dodici mesi che Milano si sente di festeggiare come protagonista assoluta. E c'è stato anche l'Ago e Filo di Cadorna. «Volevamo sottolineare il tema dell'arte che scherza con l'arte - commenta l'assessore - qualcuno non l'ha capito. Ma la gente ha risposto. Ed è quello che conta». Le foto che hanno partecipato al concorso si possono vedere sul nostro sito. Una carrellata sulla Milano che vediamo tutti i giorni ma con gli occhi sbagliati. Stanchi ed annoiati. E ci basta una luce per vederla con un volto che non avresti mai detto. Anche gli angoli che sembrano tutti uguali. E le piazze che attraversiamo con la testa bassa e i piedi che vanno da soli. Facciamocene una ragione: Milano è bella a saperla guardare.
Carlo Baroni
Dal Corriere della Sera