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lunedì 17 gennaio 2011

ROMA - Celio, riapre il cantiere della Metro C abitanti allarmati e bambini a rischio



DEGRADO E NUOVI SCAVI NEL GIARDINO DEL PARCO DELLA PACE

Le vibrazioni della trivella potrebbero far crollare sul parco giochi la grande palma uccisa da un parassita


Trivelle e carotaggi tornano a preoccupare gli abitanti del Rione Celio. Gli operai sono di nuovo al lavoro nel cantiere della Metro C che occupa gran parte del Parco della Pace, davanti all'ospedale militare. «Le transenne sono state rimontate pochi giorni fa e già è sul posto la trivella che bucherà presto il terreno» dice Fabio Nicolucci, curatore del notiziario online Celionotizie, punto di riferimento del quartiere, che ha già ricevuto decine di chiamate di residenti allarmati e disorientati.
A preoccupare è anche il degrado dell'intera area verde e soprattutto la grande palma al centro del giardino (simbolo della protesta dei cittadini), attaccata dal punteruolo rosso (un parassita che ha già fatto strage di oltre mille palme nella Capitale) e ormai morta. Il tronco - quasi sbriciolato e ridotto di un terzo alla base - rischia di schiantarsi sull'area giochi dei bambini e le vibrazioni della trivella potrebbero accelerarne la caduta.

CANTIERE E VIBRAZIONI – Nuovo cantiere, nuove polemiche. «Hanno sequestrato gran parte del giardino, nonostante il no dei residenti che avevano manifestato pubblicamente per proteggere il parco - continua Nicolucci – Stavolta il cantiere non sembra provvisorio e hanno già installato il bagno pubblico per gli operai».
Gli abitanti non sono stati informati: «Non sappiamo quanto durerà il nuovo cantiere né che cosa stiano realizzando – spiega ancora Nicolucci - È assurdo che con il budget miliardario della Metro C non sia previsto uno stanziamento per informare i residenti che legittimamente vogliono sapere cosa sta succedendo sotto le fondamenta della loro casa . Non si tratta di luddismo: siamo i primi a volere la metropolitana, ma vogliamo anche che i cittadini vengono considerati ed ascoltati».

NUOVO TRAGITTO – I cittadini e le associazioni di quartiere hanno organizzato la controffensiva. Prima hanno messo su una «rete dei portoni» per il monitoraggio delle conseguenze delle vibrazioni provocate dal cantiere sulla stabilità dei palazzi che si affacciano sul Parco della Pace. In seguito, sono scesi in piazza più e più volte. Da ultimo, hanno elaborato un loro progetto alternativo della tratta T3 della Metro C.
La proposta arriva dall'associazione Progetto Celio, presieduta dall'architetto Paolo Gelsomini, e prevede un taglio dei costi rispetto al progetto iniziale ( il Cipe ha finanziato con 84,2 milioni di euro il completamento della tratta San Giovanni – Colosseo che in totale costerà circa 800 milioni di euro) e una deviazione della linea che, evitando il Celio e l'Anfiteatro Flavio, passi per via dell'Amba Aradam e arrivi al Circo Massimo, accompagnato da una tram leggero che colleghi Ostiense con Tor di Quinto.

IMPEGNI DA MANTENERE - I cittadini, per ora, hanno avuto poche risposte e il problema è anche politico: «La crisi della giunta Alemanno non fa che aumentare le preoccupazioni – aggiunge Nicolucci – perchè i residenti si sentono abbandonati, senza risposte. E da troppo tempo: nel 2009, dopo una manifestazione, il delegato al cento storico, Dino Gasperini (ndr. ora assessore alla Cultura e al centro storico), si era impegnato a rilevare l'area verde di proprietà delll'Ater e a rimetterla in ordine. Ma nel frattempo non è successo nulla e gli alberi si sono seccati proprio nell'area del precedente cantiere della Metro C. Ora che Gasperini è stato nominato neo assessore alla Cultura, cosa ne sarà di quella lontana promessa?».
PERICOLO CROLLO – Nonostante le proteste dei cittadini, il parco della Pace è sempre più degradato. Simbolo di questa disfatta è lapalma al centro del giardino che era stata listata a lutto dai residenti durante un sit-in. «Purtroppo siamo stati preveggenti» sottolinea ora Nicolucci. L'albero alto più di 12 metri, infatti, è stato attaccato e ucciso dal punteruolo rosso, il terribile coleottero che sta decimando le palme della Capitale. Nessuno è intervenuto per rimuovere le foglie secche che crollano al suolo (con rischio per i bambini che prioprio lì sotto frequentano scivoli e altalene) né è stata transennata l'area: «Qualcuno deve intervenire subito – aggiunge Nicolucci - il tronco è pericolante rischia di schiantarsi sull'area giochi sottostante».
Carlotta De Leo 
Corriere della Sera

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