Pronto il progetto della Fisg, diventerà lo stadio del curling. Quattro piste con al centro la zona tecnica riservata agli impianti e una club house
di OTTAVIA GIUSTETTIDiventerà una cittadella del ghiaccio l'area delle arcate ex Moi, ed ex centro servizi per il villaggio atleti durante le Olimpiadi. Uno spazio di valore architettonico, e piuttosto centrale rispetto al resto della città, che però dal 2006 a oggi è rimasto totalmente inutilizzato, non senza polemiche dei cittadini che più volte ne hanno denunciato il degrado e il totale stato di abbandono.
La novità è che la Federazione italiana sport del ghiaccio sarebbe interessata a occuparla in via defitiva. Propone infatti al Comune di prendere in carico tutta la zone delle arcate e di trasformarla nella prima "Casa curling", il palazzetto dedicato allo skating e allo short track, ma in particolare alla disciplina del curlign, una specie di bocce giocate sulla pista di ghiaccio, che è decollato proprio in occasione dell'evento olimpico celebrato a Torino.
Il progetto è seguito dalla Commissione comunale del Post-Olimpico che è in attesa di esaminare il piano economico finanziario della Federazione, ma ha già accolto con favore, un progetto di massima realizzato da uno studio di architetti per lo sviluppo dell'area e la valorizzazione di quello spazio.
"Torino Ice Village, nasce dall'esigenza di trovare una soluzione definitiva alla grande richiesta di uno "spazio" dedicato ed esclusivo al gioco del curling dopo la grande avventura delle Olimpiadi Invernali del 2006": è scritto nel progetto. Interesserebbe la doppia coppia di arcate disposte sul lato sinistro, entrando da via Giordano Bruno, dall'ingresso principale e storico dell'ex Moi; sul lato destro, giungendo attraverso la passerella olimpica di attraversamento dell'area ferroviaria, provenendo dal Lingotto. Il complesso è costituito da cinque gallerie lunghe circa 90 metri definite da cinque arcate accoppiate a due a due, con un'arcata centrale che potrebbe diventare uno spazio per attività commerciali, sulle quali però alcuni membri della commissione si sono dichiarati scettici. Nessuna obiezione invece per lo spazio dedicato al curling e quello dedicato ad altri sport del ghiaccio: skating e short track. Quattro piste di gioco, scandite dalle grandi arcate ellittiche, disposte a due a due e con la centro la zona tecnica riservata agli impianti, e una club house dove invece saranno costruiti gli spogliatoi e una zona ristoro.
L'area è in parte di proprietà della Città di Torino, in parte di Parcolimpico che l'ha "ricevuta" da Fondazione XX marzo, la società pubblica nella quale sono stati fatti confluire tutti gli impianti delle Olimpiadi dopo l'evento. La Federazione italiana sport del ghiaccio, che avrebbe anche ricevuto parere favorevole dalla World Curling Federation per ottenere un cospicuo mutuo, sta elaborando un piano economico finanziario che consenta all'amministrazione comunale di non spendere neppure un centesimo per la realizzazione dell'opera. In cambio Comune e Parcolimpico dovrebbero rinunciare al canone d'affitto - che non è ancora stato quantificato - per un certo numero di anni, quanti saranno sufficienti, secondo la federazione per garantire il rientro degli investimenti. La realizzazione e la gestione della cittadella del ghiaccio, nel caso il progetto venga approvato anche in Consiglio comunale, potrebbe essere affidata direttamente senza gara alla Federazione per quella che tecnicamente viene definita la ragione di pubblico interesse. L'ente sportivo, infatti, non ha scopo di lucro e si impegnerà a mantenere aperta la struttura a tutti i club che ne faranno richiesta senza distinzione. Resta, appunto qualche perplessità all'interno della commissione, sul fatto di concedere la realizzazione di spazi commerciali o di ristoro, che da progetto sarebbero affidati in gestione a privati.
Da La Repubblica
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