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lunedì 24 gennaio 2011

MILANO - Ritornano le domeniche senza auto




INQUINAMENTO SE IL PM10 NON SCENDE, TERMOSIFONI PIÙ BASSI. IL FAI: ALLARGHIAMO L'ECOPASS

Milano, 12 giorni di smog fuorilegge 

Ritornano le domeniche senza auto

Scatta il piano d'emergenza. Lo stop potrebbe iniziare il 30 gennaio


La domanda non è più «che aria tira», suona così fuori luogo, alla fine è stata sostituita: «Da quanti giorni non si respira?». La serie nera dello smog è iniziata l'11 gennaio: alta pressione, basse temperature e polveri sottili schiacciate al suolo, valori di Pm10 insistentemente oltre la soglia d'attenzione.
Ecco: 12 giorni di fila cominciano ad essere troppi, diventano un'emergenza. Anche per Milano. Mentre ambientalisti e Verdi preparano l'assedio al Comune, e minacciano di occupare stanotte l'aula del consiglio, il sindaco Letizia Moratti firmerà oggi un'ordinanza che riconosce valore di legge al conto alla rovescia, individua due livelli di guardia e stabilisce le risposte d'urgenza. Dopo dodici giorni consecutivi di veleni: blocco al traffico domenicale (il primo potrebbe essere indetto per il 30 gennaio, se i dati di ieri confermeranno il trend) e divieti più severi per la circolazione dei mezzi inquinanti. Lo smog non dà tregua? Al diciottesimo giorno di polveri fuori controllo scatta la morsa Ecopass, il centro storico chiude ai veicoli più vecchi e viene abbassata da 20 a 19 gradi la temperatura dei riscaldamenti.
Milano entra nell'era del calendario malato: più che ai santi, guarderà agli allarmi. L'opposizione alla giunta Moratti ribatte che «le misure tampone non sono una soluzione, la Regione fermi subito le auto», e ricorda che questo gennaio ha già accumulato 20 giorni su 22 di inquinamento sregolato. Marco Magnifico, il vicepresidente esecutivo del Fondo per l'ambiente italiano (Fai), chiede al sindaco una prova di coraggio: «È il momento di potenziare l'Ecopass». Alessandra Mottola Molfino, presidente di Italia Nostra, ribadisce: «Servono interventi strutturali».
Ecopass, il ticket introdotto nel centro città dal 2008, ha ormai «esaurito» il suo effetto. Il referendum ecologista che lo vorrebbe «inasprire», presentato in autunno con oltre 21 mila firme, attende ancora il via libera del consiglio comunale: la maggioranza sta rallentando la nomina dei garanti per il voto. Sono giorni tesi. Milano, in primavera, dovrà eleggere il sindaco e la politica ambientale sarà tema spinoso in campagna elettorale. Perché negli ultimi anni lo smog è calato e altre città stanno messe peggio: ma su Milano è aperta un'inchiesta della Procura e la Corte di giustizia deve discutere il caso in sede europea. «Nonostante i giudizi strumentali del centrosinistra, della sinistra ambientalista e di associazioni e comitati - sbotta il vicesindaco Riccardo De Corato - il piano d'emergenza conferma l'impegno serio della giunta Moratti contro l'inquinamento. Siamo la prima città in Italia a dotarsi di un protocollo sistematico antismog».
L'ordinanza vale soltanto per Milano. I sindaci dell'hinterland, di Pd e Pdl, denunciano compatti «l'assoluta mancanza di regia nelle scelte di limitazione del traffico». Il governatore Roberto Formigoni ha garantito «piena collaborazione» al sindaco e però, malizioso, ha ricordato che un Tavolo di coordinamento c'è dal 2007 e si riunisce regolarmente in Regione. È stato scavalcato.
Armando Stella  Corriere della Sera

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