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lunedì 10 gennaio 2011

MILANO - Expo, via al progetto delle mega-serre

Expo, via al progetto delle mega-serre sbloccato il piano per l'orto globale

Expo, via al progetto delle mega-serre
sbloccato il piano per l'orto globale

Gli agronomi che avevano lanciato l'allarme ritardi: "Partiamo subito con gli le cose più urgenti"
La liana gigante dell'Amazzonia e l'africano moabi le prime specie che saranno messe a dimora

di ALESSIA GALLIONE Dopo l’allarme degli agronomi, che nei mesi scorsi avevano espresso preoccupazione per i ritardi, il “progetto serre” di Expo, il cuore dell’orto globale RhoPero, entra nella fase operativa. Con i test per valutare la bontà dei terreni dal punto di vista agrario pronti a partire già alla fine del mese. E le prime piante, quelle più rare che potrebbero avere maggiori difficoltà ad attecchire ai nostri climi, che saranno ordinate a febbraio per arrivare entro l’estate. Esemplari alti fino a 1520 metri, che hanno dato origine alla vegetazione madre dell’Amazzonia e del Congo: dalla palma “acaì” che gli indigeni utilizzano anche per ottenere bevande, alle liane giganti “monster” e al “kapok”, un albero sacro per le popolazioni locali; fino al “wengé”, al “moabi” e al “bubinga” africani. Viaggeranno con tanto di passaporto — necessario per le specie esotiche — e inizieranno a essere curate in strutture di appoggio non lontano dal sito di Rho-Pero. Proprio lì dove, nel 2015, accoglieranno i visitatori alla scoperta dei paesaggi e delle colture del mondo.

La squadra che si occuperà delle serre riprende il lavoro. Con un programma preciso, studiato dalla società di gestione guidata da Giuseppe Sala e dagli agronomi, per dare corpo all’eredità di Expo. Che, adesso, si arricchisce anche di un’idea in più: inserire nel parcoludico scientifico un laboratorio interattivo dell’alimentazione. Un modo per rendere sostenibile dal punto di vista finanziario la gestione futura del luogo e mantenerlo vivo: saranno messe in mostra le filiere alimentari, si imparerà qualcosa sulla nutrizione e si analizzeranno i cibi.

Le megaserre sono state disegnate appena varcato l’ingresso orientale del sito. «Un’area tematica — recita il dossier di registrazione — che è la premessa fondamentale alla comprensione del contenuto di Expo». Cinque “agrosistemi” per rappresentare altrettanti climi, dove si partirà dalla vegetazione naturale per riprodurre tecniche e colture. Non una semplice fiera botanica, ma un progetto complesso che avrà bisogno di tempo, studio e risorse (90 milioni di euro il budget previsto). Per questo, dopo l’impasse dei mesi scorsi, è stata stilata una lista «delle cose più urgenti da fare», come spiega Claudia Sorlini, la preside della facoltà di Agraria della Statale, che fa parte del team. «Adesso si parte e sono più sollevata — dice — . Questi mesi saranno determinanti per il futuro». La priorità sono le analisi dei terreni e delle acque, da fare subito. Sarà necessario anche stabilire nei dettagli il numero di specie e dove acquistarle e, da febbraio, fare le ordinazioni per avere le prime piante entro l’estate.

Il milione di metri quadrati a Rho-Pero, a lungo congelato dal braccio di ferro politico, è ancora un mistero dal punto di vista agrario. La società ha già fatto carotaggi (non servono bonifiche), ma gli scienziati devono capire se la terra è “buona” per essere coltivata. Un esempio: «Per le colline del “tropicale umido” e del “mediterraneo” — ragiona Stefano Bocchi (dipartimento di Produzione vegetale della Statale) — avremo bisogno di una quantità di terreno che varia dalle 60mila alle 120mila tonnellate. Se non andrà bene, dovremo cercarlo altrove». Bocchi è in partenza per l’Amazzonia «per iniziare con le associazioni e gli istituti scientifici un dialogo». Perché il progetto si trasformi in qualcosa che milioni di visitatori vorranno vedere, però, sarà fondamentale il tempo. «Per inaugurare il primo maggio del 2015 — calcola Bocchi — tutto deve essere pronto a maggio del 2014: serve almeno un anno per il collaudo». Da qui l’esigenza di far arrivare le piante più rare già quest’anno e metterle a dimora a settembre del 2012. Quando partirà la costruzione delle strutture coperte.            


Da La Repubblica

2 commenti:

M.E. ha detto...

a che punto sono i lavoro oggi con le serre??

Roberto Arsuffi ha detto...

Al punto zero. Che io sappia forse stanno iniziando la progettazione.