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venerdì 28 gennaio 2011

ROMA - Via Giulia, sette architetti in gara per il restyling di piazza della Moretta

Via Giulia, sette architetti in gara per il restyling di piazza della Moretta


Dal palazzo-museo agli spigoli in acciaio. Obiettivo: colmare il vuoto lasciato dagli sventramenti degli anni Trenta nella strada voluta da Giulio II nel 1508.

Il convegno all'Ara Pacis per discutere i progetti

di LAURA MARI Un obiettivo semplice, inseguito da anni. Colmare il vuoto lasciato dagli sventramenti urbanistici degli anni '30 e restituire l'antico assetto a una strada tratteggiata dall'ingegno di Michelangelo, Borromini, Sangallo e Maderno. E ora, a distanza di cinque secoli, a progettare idee e soluzioni per sanare la ferita di via Giulia, sono stati chiamati dal Campidoglio sette architetti di fama internazionale.

A Paolo Portoghesi, Aldo Aymonino, David Chipperfield, Stefano Cordeschi, Roger Diener, Franco Purini e Giuseppe Rebecchini l'ufficio Città storica del Comune ha infatti chiesto di elaborare un progetto per colmare il vuoto urbanistico che fu creato in via Giulia, tra lungotevere Tebaldi e largo della Moretta, dal piano regolatore del 1909. In epoca fascista, in base a quanto stabilito da quel piano, Palazzo Ruggia e le case Incoronati vennero abbattuti per creare una strada che collegasse il carcere di Regina Coeli alla Chiesa Nuova. Ma quel tratto viario non venne mai realizzato, lasciando via Giulia con la sua ferita.

Uno squarcio nella strada voluta nel 1508 da papa Giulio II e che ora l'ufficio Città storica vorrebbe sanare. Mercoledì prossimo, dunque, all'Auditorium dell'Ara Pacis si terrà il convegno "La Moretta e via Giulia. Passato e nuove idee si incontrano", cui parteciperanno anche il sindaco Gianni Alemanno e l'assessore alla Cultura Dino Gasperini. Protagonisti del convegno saranno i sette architetti che hanno ripensato l'assetto della strada, nel punto dove si è aperto il cantiere per la realizzazione di un parcheggio sotterraneo fortemente contestato dai residenti della zona e dagli studenti dell'adiacente liceo Virgilio.

"La mia idea - spiega l'architetto Paolo Portoghesi - è di riempire la ferita costruendo, proprio sopra all'ultimo piano del nuovo parcheggio, due palazzi di tre piani ciascuno che ricompongano la quinta di via Giulia". Due edifici architettonicamente vicini allo stile e all'impronta di quelli pre-esistenti nella strada, ma differenti per la presenza, agli angoli, di spigoli in acciaio, una sorta di cornice che renda ben visibile la differenza tra i nuovi e i vecchi palazzi. "Non era mia volontà fare un falso storico - sottolinea Portoghesi, al cui progetto hanno collaborato anche Roberto Chiatti, Pierluigi Pedicelli e Alessandro Piccinini - ma uniformare l'architettura dei nuovi edifici rendendo ben evidente la differenza epocale". All'interno, i nuovi palazzi potrebbero ospitare una decina di appartamenti da destinare agli studenti, mentre il cortile interno diventerebbe un giardino fruibile dal quartiere.

Più moderna, invece, la soluzione pensata dall'architetto Stefano Cordeschi che propone, anche lui, di colmare il vuoto con un edificio. "Una struttura rettangolare - spiega Cordeschi - che rispetti le altezze medie dei palazzi esistenti e garantisca la ricostruzione della quinta prospettica della strada, senza però rincorrere l'apparato cinquecentesco". Una galleria urbana, con la facciata simile ad un museo a cielo aperto, ricoperta da reperti di epoca romana attualmente conservati nei depositi dell'ex Centrale Montemartini o nell'ex Mattatoio. Gli spazi interni, invece, diventerebbero un'area espositiva con una parte destinata a foresteria. Colmando, così, il vuoto di via Giulia.            

La Repubblica

1 commento:

Stefano Serafini ha detto...

Possibile che le fiabe debbano sempre tramutarsi in incubi? Una volta doveva essere così:

http://urbanfile.blogspot.com/2009/05/roma-il-buco-di-via-giulia.html

Non ci sono più parole. E non è una questione solo architettonica, qui è una faccenda politica da psicopatologia.