Lungomare interrato e Covent garden
Ecco la politica creativa barese
Tutti i progetti più fantasiosi di Emiliano e Di Cagno Abbrescia. Anche banchetti «per degustare il crudo»
BARI - Citare il paradigmatico slogan dell’assessore Cetto Laqualunque, magi stralmente interpretato da Antonio Albane se, sarebbe inelegante. Tuttavia durante la campagna elettorale la tendenza a promet tere mari e monti, a impegnarsi ben oltre previsioni realistiche, a spararle grosse allo scopo di intercettare il consenso, insom ma, è consolidata. Non vi si sottraggono i principali contendenti per la carica di pri mo cittadino di Bari. Michele Emiliano, con i suoi trentamila posti di lavoro, da un lato, Simone Di Cagno Abbrescia, che so gna di asciugare il mare dal Barion al faro per realizzare un mega parcheggio a servi zio di un rinato teatro Margherita, dall’al tro. Declinazioni un po’ strapaesane del l’immortale «I have a dream» di Martin Lu ther King? Forse più banalmente tentativi di accendere la speranza di cambiamento negli elettori. Tentativi che non considera no una più banale verità, messa in luce dal terzo incomodo nella corsa a sindaco di Ba ri, Mario Russo Frattasi, candidato del l’Udc: «Sia Emiliano che Di Cagno Abbre scia saranno valutati sulla base di quello che hanno fatto sedendo sulla poltrona di primo cittadino».
Il candidato del Pdl, che ha illustrato le sue proposte anche con planimetrie e ab bozzi di progetti, è stato probabilmente fi nora il più fantasioso. Ha annunciato una manifestazione alla quale già lavora un grande regista (come non pensare a Vale rio Festi, ideatore dei cortei storici di Di Ca gno sindaco?) per rappresentare la Bari di Isabella d’Aragona davanti al Castello sve vo. Sul modello della Grancia lucana. Ha promesso agli appassionati del crudo, che anche a Bari rinasceranno luoghi di degu stazione del pesce a N’derr a la lanz. Ha an nunciato che il capoluogo pugliese potrà vantare il suo Beaubourg (ma anche il suo Les Halles, o il suo Covent garden, è da ve dere) alla Rossani, la sua Barceloneta al por to e anche un lungomare simile a quello di Oslo. Tutto insieme. E, di recente, ha assi curato che lo stesso lungomare sarà interra to in un tratto per realizzare la passeggiata naturale dal Castello svevo verso il porto.
Emiliano, dal canto suo, ha annunciato la «madre di tutte le battaglie» un paio di mesi fa: assicurare trentamila posti di lavo ro ai baresi nei prossimi cinque anni». Na turalmente lui assicura che non si tratti di boutade elettorale presa in prestito dritta dritta da Berlusconi, ma che, numeri alla mano, i progetti del piano strategico garan tiranno le assunzioni. Anche del sindaco in carica non si può dire che manchi di fanta sia. L’atlante digitale di Bari Vecchia e i la boratori per la valorizzazione della città sto rica potrebbero sembrare un obiettivo un po’ uto pistico, visto che non si è riusciti an cora a dotare il centro storico di un cosiddet to «piano del colore» che eviti l’effetto patchwork nel l’accostamento delle facciate. Per fino la protezione del centro storico dal traffico di auto e soprat tutto motorini sembra un obiettivo tutto da conquistare.
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In program ma Emiliano ha anche il tram del mare per collegare le ex frazioni con il centro, il mu seo diffuso con il recupero di tutti gli edifi ci antichi. E poi anche Emiliano ha il suo porto aperto alla città sul modello di Valen cia e Barcellona, e il suo Covent garden, sempre alla caserma Rossani: difficile dire a chi dei due contendenti spetti la primoge nitura del paragone. Nello spulciare programmi e dichiarazio ni di intenti, però, occorre considerare an che il forte grado di partecipazione emoti va di chi si gioca quasi tutto salendo e scen dendo da palchi, affrontando assemblee scatenate o platee deserte e distratte. Sarà per via dell’inevitabile ottundimento che Emiliano durante l’ultimo comizio si è ri trovato a inneggiare i panzerotti contro l’aumento dei trigliceridi.
Adriana Logroscino
Da Il Corriere del Mezzogior
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