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mercoledì 24 giugno 2009
MILANO - Diecimila milanesi “fuggiti” in campagna
Tempi duri per una l’area metropolitana milanese. Se negli anni ’60 il sogno di ogni provinciale era quello di lasciare la campagna per vivere a pieno il flusso senza sosta della città, oggi la tendenza si è invertita. Secondo un’indagine di Coldiretti, elaborata su dati Istat, sempre più milanesi fuggono e abbandonano la città per trasferirsi in campagna. E i più gettonati sono i piccoli centri con meno di 5mila abitanti. Nel 2008 dall’area metropolitana meneghina (oltre 3 milioni e mezzo di abitanti) se ne sono andati, in media, 3 residenti su mille: più di 10mila. In compenso però non ne sono arrivati di nuovi. Così Milano è l’unica città del Centro Nord in cui il bilancio è negativo. Sia perché nascono meno persone di quante ne muoiano, sia perché sempre più cittadini scelgono una “vita country”.
Aria pulita e più sicurezza
Ma quali sono i motivi che spingono i milanesi a lasciarsi alle spalle il ritmo cittadino? Secondo i risultati di un sondaggio fatto da Coldiretti sul web (www.coldiretti.it), chi sceglie una vita meno “movimentata” vorrebbe stare in un piccolo comune. Perché? Per la migliore qualità della vita: sicurezza sociale, ambiente più sano, buona alimentazione, meno traffico.
Ragazzo di campagna in negativo
E l’inversione di tendenza conquista anche i più giovani. Se prima Milano era la meta tanto sognata dai “campagnoli” - immortalati con ironia da Renato Pozzetto in “Ragazzo di campagna” - nel 2009 questi ragazzi vorrebbero fare la stessa scelta di Pozzetto, ma al contrario. Sembra, infatti, che tra i giovani sia nato un bisogno di ritorno alle origini contadine. Un ragazzo su 4, tra i 24 e i 35 anni, si occupa dell’orto o fa giardinaggio nel tempo libero. E pure gli under 35 amano trascorrere le vacanze in campagna. Lontani da smog e traffico. City
Da City
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