PROGETTO DI RECUPERO. POLEMICA DEGLI ARCHITETTI: UNO SCEMPIO
Al via un’altra galleria dello shopping Proteste in corso Vittorio Emanuele Primo cantiere dopo 40 anni nei locali dismessi degli ex cinema. «Negozi e griffe per i giovani»
MILANO - Convenzione e rogito sono stati firmati, e questo era l’ulti mo passaggio burocratico-fi nanziario. Ora si aspetta il cantiere: parte a giorni la riqualifi cazione dello «scalone» di cor so Vittorio Emanuele, la stecca ai numeri 24, 26 e 28 fino a lar go corsia dei Servi. Gli edifici progettati dallo studio BBPR diventeranno una galleria dello shopping di tendenza, la propo sta di Real Estate Service (Res) è stata approvata dalla giunta e l’intervento concordato con la Soprintendenza. Il Comune ce de la «servitù di pubblico pas saggio», consente la chiusura degli spazi ai pedoni-non-clien ti, e in cambio incassa 7 milioni di euro per risi stemare gli arre di fino a piazza Beccaria. La Res realizzerà 10 mi la metri quadri di negozi nei lo cali dismessi. È atteso l’arrivo d’un Apple Store.
In corso Vitto rio Emanuele non si costruisce da quarant’an ni e il Sessantotto dell’architettura è legato alle firme BBPR. Un fascino che s’è perso, ormai. I cinema hanno chiuso uno via l’altro: Ambasciatori, Pasquiro lo, Mediolanum. Il McDonald’s al primo piano è un ricordo da paninari. Ascensori, sale, depo siti e sotterranei sono abbando nati, scalcinati, lordi. Terra di nessuno nel salotto di Milano. Arena per ballerini di breakdan ce e ritrovo pomeridiano degli studenti. «Recuperiamo un spa zio in pieno centro abbandona to al degrado», ha spiegato l’as sessore allo Sviluppo del territo rio, Carlo Masseroli. L’obiettivo è affidato a Guglielmo Tabac chi, amministratore di Res: «Re alizzeremo spazi commerciali per firme di prestigio — ha an nunciato —. Alcuni negozi avranno una superficie anche di mille metri quadri con preva lenza di fronti in cristallo».
Un progetto d’impatto. E per questo duramente contestato. L’Ordine degli architetti ha chie sto al Comune di bloccare lo «scempio» e invitato l’ammini strazione a «una pausa di rifles sione più ampia». In una lettera indirizzata a Letizia Moratti, ar chitetti e intellettuali, e tra que sti Alberico Belgiojoso e Carlo Bertelli, hanno pregato il sinda co di «fermare» o «ristudiare» l’operazione, ché le realizzazio ni del Novecento sono «uno de gli aspetti qualificanti di Mila no » e non possono essere «de moliti » proprio adesso, in vista di Expo, e per di più per essere consegnati al commercio. L’edificio non è vincolato. «Ma gli elementi identificativi saranno salvaguardati», assicu rano in Comune: scalone, illu minazione e pavimenti. Il risul tato è stato raggiunto grazie al la mediazione del soprintenden te Alberto Artioli: «Il complesso non sarà snaturato. Il recupero è fondamentale, la zona è mol to degradata... E poi l’architettu ra non è intoccabile, riscattarne l’uso qualifica l’edificio».
Armando Stella
Nessun commento:
Posta un commento