Architetti e cittadini ridisegnano il quartiere con giardini, negozi, palestre. Nell'area già previsti residenze e albergo
Architetti e cittadini hanno ridisegnato Chinatown perché vogliono un quartiere diverso: con giardini e un palazzo delle culture, asilo e centro anziani, biblioteca e mediateca, bocciofila e palestre, negozi e caffè. Lo studio si chiama project Sarpi, è firmato Rrc e il comitato di quartiere l’ha presentato domenica in piazza Gramsci: è un masterplan per l’area ex Enel, tre isolati di edifici industriali dismessi tra le vie Ceresio, Niccolini, Bramante e Messina, al margine nord di Chinatown. «Attraverso proposte concrete può davvero partire la rinascita dell’area», osserva PierFranco Lionetto, presidente di ViviSarpi. Il progetto s’inserisce nel piano integrato d’intervento (Pii) avviato dalla giunta Moratti sull’ex Enel: un operatore privato alzerà residenze in via Procaccini e un albergo nei capannoni di fronte al cimitero Monumentale.
In cambio, realizzerà opere e verded’interesse pubblico (con gli oneri di urbanizzazione). Il Comune sta discutendo da mesi le destinazioni d’uso delle aree con operatore, comitati e Cdz: il via libera dovrebbe arrivare entro la fine del 2010. La proposta dello studio Rrc nasce da una mappatura: il 50 per cento dei negozi è oggi «italiano» e l’altra metà restante divisa tra dettaglio e ingrosso cinese. Il restyling prevede il trasloco dei grossisti fuori Milano e la ricerca di una nuova identità di quartiere: Chinatown ripartirebbe su un «Tappeto giallo» di eventi (9 ogni anno) e un logo di riconoscimento. La zona Sarpi dell’etnico come la zona Tortona del design.
Dal Corriere della Sera
2 commenti:
Finalmente si muove qualcosa?
Bello, mi piace. Attendiamo di vedere il progetto in dettaglio, se non erro anche Sgarbi disse la sua per quell'area.
Arka
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