L’udienza si fa nel corridoio. Il giudice? Su un banchetto Per gli avvocati solo posti in piedi. Grave situazione nel palazzo di piazza De Nicola, dove c’è la sezione lavoro
Se mancano le aule, si fa udienza in corridoio. È quanto succes so ieri nella sezione lavoro del tribuna le di piazza De Nicola durante l’udien za del giudice Pietro Mastrorilli. Alle 10 al primo piano del palazzo di giustizia di piaza De Nicola è stato subito caos. Tutte le aule occupate. Centinaia di procedimenti da discute re. L’unica soluzione per giudice, avvo cati e testimoni è stato il corridoio. E così è stato piazzato un banchetto in fondo al corridoio. Facile immaginare il disagio degli avvocati che si sono ri trovati a lavorare in piedi, a redigere i verbali su una sistemazione di fortuna e ad aspettare a turno di entrare nella stanza del giudice per discutere le cause iscritte al ruolo del giorno. E, per giunta, nessun cancelliere della sezio ne era disponibile per aiutare il magi strato nel corso dell’udienza. Compli ce anche la concomitanza delle elezio ni. Molti dipendenti delle cancellerie, infatti, sono stati reclutati per lo spo glio delle tre sezioni comunali che due giorni fa hanno subito lo stop.
Co sì dalle 10 alle 12 l’udienza del giudice Mastrorilli ha occupato il corridoio del primo piano. La sistemazione di fortuna ha scatenato subito le prote ste degli avvocati, in grave difficoltà per la mancanza di una stanza adegua ta. Intralciati da chi passava nel corri doio o da chi cercava fascicoli negli ar madietti vicini: la confusione in due ore ha fatto da regina. Nel palazzo ci sono in tutto sei stan ze in cui vengono discusse le cause di lavoro: cinque al primo piano, che ieri era intasato da altre udienze, con avvo cati e testimoni, e un’altra al secondo, ugualmente non disponibile. Ma il ca rico di cause da affrontare nella sezio ne lavoro è tale da non trovare più nemmeno lo spazio fisico per essere discusse davanti ai giudici. Immedia ta la denuncia del sindacato degli av vocati, stanchi dei continui disagi.
«Stiamo raggiungendo livelli di inde cenza - attacca Pierluigi Vulcano, uno dei membri del sindacato forense - se ci fosse la possibilità di spalmare le udienze su tutti i giorni della settima na fino al venerdì, non ci troveremmo in queste condizioni. Siamo stati co stretti - aggiunge - a scrivere i verbali in piedi e ad appoggiare i fascicoli su un banchetto, in mancanza di altro spazio». Secondo gli avvocati, quindi, è necessaria una diversa organizzazio ne delle udienze: non più concentrate nei due giorni centrali della settima na, martedì e mercoledì, ma distribui te in maniera diversa. Il numero delle udienze, tra l’altro, è al centro da mesi di una lunga querelle tra avvocati e giudici: manca ancora l’accordo per re golamentare la sezione lavoro. Stando alle istanze del sindacato forense, ag giungere un’udienza in più alla setti mana, oltre a quella mensile, consenti rebbe di smaltire la mole di arretrati che oggi sfiora le 18mila pendenze. Duro anche il commento del presiden te del tribunale, Vito Savino. «E’ la pri ma volta che si verifica un episodio si mile - dichiara Savino - la situazione è indicibile, andrò a verificare con il giu dice quanto accaduto». Intanto da gen naio a giugno, secondo l’ultimo rap porto dell’ordine forense, si sono accu mulate migliaia di sopravvenienze, de stinate a superare le 30mila cause fino alla fine dell’anno. Risultano emessi più di 15mila giudizi in cinque mesi: un numero nettamente inferiore ri spetto ai nuovi procedimenti, se si tie ne presente che ogni processo risale anche a dieci anni fa.
Valentina Marzo
Da Il Corriere del Mezzogiorno
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