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venerdì 12 giugno 2009

ROMA - Mura Aureliane, sopralluogo del Sottosegretario



Interviene il Governo, Giro convoca i soprintendenti: «Ora situazione costantemente monitorata»


L’intervento del Governo è stato immediato. Dopo la segnalazione del Messaggero sull’ennesimo cedimento delle Mura Aureliane, ieri Francesco Giro, sottosegretario ai Beni Culturali, ha tempestivamente convocato i tecnici e i soprintendenti sul luogo del crollo. Crollo del quale le soprintendenze non erano state neanche informate nonostante i vigili urbani avessero dovuto transennare un breve tratto di strada, ancora interdetto al traffico.
«La situazione è costantemente monitorata - ha assicurato Giro - È stato un episodio non rilevante che però stiamo tenendo sotto controllo come dimostra la nostra presenza qui». Con lui anche il Sovrintendente ai beni culturali di Roma Umberto Broccoli, il neo commissario ai Fori Roberto Cecchi e il soprintendente ai beni archeologici di Roma Angelo Bottini, per sottolineare «che si lavora insieme, per questo ci sono tutti i rappresentanti dei diversi organismi e solo così si risolvono i problemi», ha sottolineato l’esponente del Governo.
Sono 13,5 i km di Mura Aureliane che attraversano alcune zone della Capitale, di questi 3 sono messi in totale sicurezza – come da Porta San Paolo a San Sebastiano, da Porta Maggiore a Porta Metronia – sugli altri ci sono interventi in corso o da programmare: «Stiamo preparando un programma di interventi – spiga Giro – che riguarderà tutte le aree archeologiche. Il primo nemico da sconfiggere è il degrado, poi ci sono problemi di manutenzione e altro». «Credo che entro ottobre il programma sarà terminato e lo potremmo presentare al Governo – afferma Cecchi – così da avere un piano dettagliato dei lavori e cercare di ottenere i finanziamenti. Purtroppo, come nel caso delle Mura Aureliane, abbiamo a che fare con opere che con il corso degli anni è normale che diano problemi di stabilità».
Nel frattempo aumentano le preoccupazioni sull’intero patrimonio archeologico romano. Un patrimonio per il quale le risorse sono talvolta scarse, ma più spesso vengono disperse in mille rivoli: «A Roma – ha spiegato Giro – le aree archeologiche sono degradate e la rete dei musei è da quinto mondo con strutture fuori target e abbandonate a se stesse perché in passato si è pensato più alla Festa del Cinema che hai problemi concreti». Un degrado, che secondo Bottini, può aver influito anche sulle presenze dei turisti a Roma: «Abbiamo registrato un calo del 25%, in questo primo periodo del 2009, tra i turisti che solitamente visitano le aree archeologiche – informa il soprintendente Archeologico – un dato che fa riflettere e che dimostra che ci stiamo muovendo nella direzione giusta».

di GIOVANNI MANFRONI il Messaggero

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