PREVISTI LAVORI MILIONARI PER IL RILANCIO DELL’ALBERGO COMPRATO DAGLI EMIRI DEL QATAR
Hotel Gallia, pronto il restyling per l’Expo «Troppo degrado, cambi anche la piazza»
«Un aiuto dalle grandi mostre e dall’alta velocità. Ci prepariamo per il 2015»
L’accordo sembra raggiun to: gli sceicchi ci mettono i soldi, gli americani la gestio ne, gli italiani l’estro. E così, fatta eccezione per la facciata liberty — un gioiello nel pano rama urbanistico milanese — già il prossimo anno l’hotel Gallia di piazza Duca d’Aosta potrebbe essere interamente ristrutturato. Stanze e saloni come nuovi, il lusso di una volta e il comfort del terzo millennio. Obiettivo: un rilan cio in grande stile entro l’Expo del 2015. Ritorno ai fasti di una vol ta. Agli ospiti illustri che scen devano a Milano sicuri di tro vare «il massimo possibile» a due passi dalla Stazione: da Hemingway a Maria Callas fi no a Gorbaciov, Kim Basinger, Madonna e Leonardo di Caprio. O ai momenti di glo ria del Calciomercato, quando gli ingaggi dei giocatori di se rie A si decidevano qui (come quello di Maradona), dopo ore di trattative, ogni squadra che occupava una suite ai pia ni alti.
Ai set hollywoodiani (dagli spot al cinema, sono de cine i registi che hanno girato dentro e fuori l’edificio dise gnato dagli architetti Laveni e Avati, gli stessi dei Filodram matici e del Cinema Odeon). Pronti a cambiare, a ritrova re quel primato lasciato affidato a hotel come il Four Sea son, l’Hyatt, il Town House. Ma per farlo, sono necessari milioni e milioni di euro. Ce li metteranno gli emiri, come sempre. Proprietaria dei muri dal 2007, la Qatari Diar, finan ziaria governativa del Qatar guidata dallo sceicco Ghanim bin Saad al-Saad, pare abbia raggiunto un accordo con la Starwood, il gruppo america no che gestisce il Gallia e, tra gli altri, gli Sheraton hotel di tutto il mondo.
«Da alcuni me si si nota un certo movimen to. Atterrano da Londra e dal Qatar, arrivano qui e si ferma no per lunghissime riunioni di lavoro», dicono fuori dal l’hotel. Il progetto: chiudere entro il 2010 almeno una me tà dello stabile — ma c’è an che chi parla di un fermo tota le — e rifare le stanze (in tut to sono 273), le 13 suite, i salo ni, gli spazi comuni, le tubatu re «un po’ obsolete». Perché gli anni passano, e al Gallia, terminato nel 1927, i segni del tempo «si vedono» nono stante le amorevoli cure di tut to il personale che «tiene l’al bergo come un bambino».
Il momento, poi, è strategi co: «Con l’alta velocità, la sta zione Centrale sta tornando ad avere un ruolo cruciale». C’è anche l’appuntamento del l’Expo, e i finanziatori arabi sembrano davvero intenzio nati a completare la maxi-ri strutturazione prima del 2015. Con un auspicio: che tutti facciano la propria parte. E, dunque, piazza Duca d’Ao sta «torni a essere presentabi le». Via lattine, bivacchi, mer catini abusivi. Via spaccio e delinquenza. Perché se è vero che superate le porte girevoli dell’albergo ci si sente subito a casa, «non è piacevole usci re e trovarsi in un suk». Domenica pomeriggio, po ca gente in giro, a «Le Meri dien Gallia», questo il nome completo, impeccabili receptionist e il buon gusto di sem pre. Fuori, nelle aiuole a due passi dall’ingresso, dormono distesi tre extracomunitari. Nel fazzoletto di verde più a fianco, una donna si abbassa i pantaloni. E fa pipì.
Annachiara Sacchi
Dal Corriere della Sera
1 commento:
Era ora, chissà se prendono anche il palazzo a fianco e lo restylano?
Posta un commento