LA DELIBERA VERRÀ APPROVATA A SETTEMBRE. ESCLUSE, PER ORA, VIA CIOVASSO E CIOVASSINO
La giunta promuove il piano di riqualificazione. Dal 2010 piste ciclabili e chiusura alle auto nel quartiere
MILANO - La strada di Brera è spianata: «C’è la condivisione generale sul progetto di area pedonale da valorizzare». Annunciato, ab battuto della maggioranza, ria nimato dal sindaco e infine ap provato, all’ultimo appello. Il piano di riqualificazione del quartiere ha ottenuto il via libe ra ieri mattina, al termine del sopralluogo di assessori, funzio nari di Letizia Moratti e commercianti nell’area della Pinaco teca e dell’Accademia, degli artigiani e degli artisti. L’isola pedo nale esistente — Fiori Chiari, Madonnina e piazza del Carmi ne — sarà allargata all’ultimo tratto trafficato di via Brera e a via Fiori Oscuri, con la nuova pista ciclabile. Niente divieti al le auto, per ora, nelle vie Ciovas so e Ciovassino.
La delibera co sì ridotta e ritoccata sarà porta ta in giunta a inizio settembre. Per il 7 è fissato un incontro al l’Unione del Commercio. I can tieri saranno aperti e divisi in lotti a partire dal 2010. L’anno di Brera senz’auto. L’accordo politico ha ricuci to le polemiche interne al Pdl sui costi «esagerati» dell’opera zione (5 milioni di euro, co-fi nanziati dal governo) e la neces sità di rivedere le «priorità» del l’amministrazione. È stata Leti zia Moratti, mercoledì, a sbloc care il caso in un incontro con gli assessori competenti. Ha detto ai suoi: si va avanti, isole ambientali e piste ciclabili sono i nostri punti strategici di qui a fine mandato, mettetevi d’ac cordo. Fatevi una passeggiata.
E l’accordo è arrivato al so pralluogo degli assessori alla Mobilità e alle Attività produtti ve, Edoardo Croci e Giovanni Terzi. Il primo: «C’è convergen za assoluta in giunta, non vedo più ostacoli, la strada è spiana ta. La progettazione dell’isola di Brera parte in autunno». Gli fa eco Terzi: «L’amministrazio ne tiene molto al tema delle pe donalizzazioni e delle piste ci clabili. Questo è un progetto im portante ». Si farà, dunque. In sintonia con l’Unione del com mercio: «La chiusura al traffico e la riqualificazione faranno be ne a residenti e negozianti», di ce il delegato Giorgio Montingelli. Anche se non tutti, al mo mento, sono entusiasti. Il Bar Ja maica, per dire, ha espresso più d’una perplessità. Primo atto: zero auto. Il resto verrà. A partire da «un forte mi glioramento dell’immagine del la zona», per dirla con il diretto re dell’Accademia di Brera, Ga stone Mariani.
Favorevole al progetto è anche la soprinten dente della Pinacoteca, Sandri na Bandera: «Non vedo la neces sità di continuare ad avere le macchina, quando il metrò è co sì vicino». Rilancia Aldo Basset ti, presidente degli Amici di Bre ra: «Con l’isola avviamo un’ope razione di qualità estetica. L’Or to botanico sarà il nodo verde del quartiere, viene sollecitata la sistemazione di Palazzo Citte rio e si rivaluta l’intero comples so di Brera come scrigno d’ar te ». Dentro. E fuori? «Apriamo il dialogo con i cittadini su tut te le possibilità d’interpretazio ne dello spazio — conclude Bas setti —. Potremmo portare alcu ne sculture fuori dal palaz zo... ». E pure organizzare mo stre e rassegne all’aperto, come chiedono i negozianti. Le idee circolano, la strada è spianata.
Armando Stella
Dal Corsera
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venerdì 31 luglio 2009
TORINO - Bresso contro Trenitalia "Ricattatori inaffidabili"
“Frenano sul grattacielo al Lingotto dopo che ho scelto di aprire ad altri sui pendolari”
Se le parole fossero pietre, ora staremmo contando i feriti. Invece il durissimo scontro tra Bresso e le Ferrovie, l’ennesimo nel giro di un mese, diventerà probabilmente pane per avvocati.
Il botto è arrivato ieri sera, intorno alle 19, sotto forma di un comunicato della Regione caricato a pallettoni: «Ferrovie, Bresso: “Tentano di intimidirci. Bloccano il palazzo unico della Regione per costringerci a non bandire le gare sul trasporto ferroviario regionale». L’attacco faceva seguito alla notizia, arrivata in mattinata, che oggi per l’ennesima volta le Ferrovie avrebbero disertato la riunione della Conferenza dei servizi convocata per dare il via libera al grattacielo firmato Fuksas: quello che dovrebbe accorpare gli uffici regionali sancendo nel contempo la riqualificazione di oltre 300 mila mq di superficie nell’area-Lingotto. Di questi, 50 mila sono proprietà di Rfi, coinvolta nella trattativa. La Regione conta di far partire la pre-gara per le opere già la settimana prossima.
A quanto si apprende dagli uffici dell’assessore Peveraro, ieri il rappresentante legale di Rete Ferroviaria Italiana ha comunicato che - stante le disposizioni ricevute - non si sarebbe presentato. Un gesto interpretato da Bresso come «un ricatto»: «Tanto più odioso e incomprensibile perché perpetrato da una società a capitale pubblico». Il «match» tra la presidente e l’ad delle Ferrovie Mauro Moretti sui disservizi del trasporto locale data ai primi di luglio. Nell’occasione, la Regione aveva annunciato un bando per affidare il servizio ai privati mandando su tutte le furie le Ferrovie. La stessa Bresso aveva fatto le sue rimostranze al ministro dei Trasporti Matteoli: rimostranze ribadite ieri mattina, approfittando della visita del ministro a Torino per la Tav.
E’ stato l’avvio di una giornata accompagnata da una escalation della tensione tra Regione e Ferrovie, con il sindaco Chiamparino costretto a fare da mediatore. Fino al comunicato, esploso in serata. «Le Ferrovie e il suo amministratore Mario Moretti stanno lavorando contro l’interesse pubblico - ha attaccato Bresso -. Contro la Regione, contro il Comune, contro l’interesse delle Ferrovie e del suo azionista. Per questo darò incarico al nostro ufficio legale di esaminare la possibilità di chiedere i danni».
Accuse innescate dalla preoccupazione per il rinvio sine die di un progetto che non solo promette di riqualificare una parte strategica della città ma rappresenta un volano economico e occupazionale. «Il comportamento delle Ferrovie ne conferma la piena e totale inaffidabilità, già sperimentata nell’esperienza quotidiana dei pendolari - rincara la «zarina», che mercoledì ha ricevuto una delegazione dei Comitati spontanei in Consiglio regionale -. Non ci si poteva fidare prima, a maggior ragione non ci si può fidare adesso di un’azienda che per ostacolarci nell’esercizio di un nostro diritto punta ad esimersi dai suoi doveri verso l’azionista e la collettività». Come paventava nel pomeriggio Peveraro, il rischio era quello di dover stralciare gli interventi a corredo del grattacielo, previsti nel Pec, ridimensionando bruscamente la portata del progetto.
Rischio fugato ieri, in tarda serata, quando le Ferrovie hanno replicato.
«Leggiamo che la signora Bresso, per la seconda volta in pochi giorni, ha adottato toni alterati nei nostri confronti, usando espressioni oggettivamente diffamatorie che mal si conciliano con il suo ruolo istituzionale e la sua immagine personale - recita il comunicato vidimato da Moretti in persona -. Si rassereni. Il Gruppo FS, in continuità con la sua azione collaborativa svolta da oltre due anni sui temi della conferenza dei servizi, anche domani sarà presente per dare il suo contributo. E, comunque, tutelerà la sua immagine». Questa mattina, c’è da scommetterci, voleranno i piatti.
alessandro mondo
Da laStampa.it
Se le parole fossero pietre, ora staremmo contando i feriti. Invece il durissimo scontro tra Bresso e le Ferrovie, l’ennesimo nel giro di un mese, diventerà probabilmente pane per avvocati.
Il botto è arrivato ieri sera, intorno alle 19, sotto forma di un comunicato della Regione caricato a pallettoni: «Ferrovie, Bresso: “Tentano di intimidirci. Bloccano il palazzo unico della Regione per costringerci a non bandire le gare sul trasporto ferroviario regionale». L’attacco faceva seguito alla notizia, arrivata in mattinata, che oggi per l’ennesima volta le Ferrovie avrebbero disertato la riunione della Conferenza dei servizi convocata per dare il via libera al grattacielo firmato Fuksas: quello che dovrebbe accorpare gli uffici regionali sancendo nel contempo la riqualificazione di oltre 300 mila mq di superficie nell’area-Lingotto. Di questi, 50 mila sono proprietà di Rfi, coinvolta nella trattativa. La Regione conta di far partire la pre-gara per le opere già la settimana prossima.
A quanto si apprende dagli uffici dell’assessore Peveraro, ieri il rappresentante legale di Rete Ferroviaria Italiana ha comunicato che - stante le disposizioni ricevute - non si sarebbe presentato. Un gesto interpretato da Bresso come «un ricatto»: «Tanto più odioso e incomprensibile perché perpetrato da una società a capitale pubblico». Il «match» tra la presidente e l’ad delle Ferrovie Mauro Moretti sui disservizi del trasporto locale data ai primi di luglio. Nell’occasione, la Regione aveva annunciato un bando per affidare il servizio ai privati mandando su tutte le furie le Ferrovie. La stessa Bresso aveva fatto le sue rimostranze al ministro dei Trasporti Matteoli: rimostranze ribadite ieri mattina, approfittando della visita del ministro a Torino per la Tav.
E’ stato l’avvio di una giornata accompagnata da una escalation della tensione tra Regione e Ferrovie, con il sindaco Chiamparino costretto a fare da mediatore. Fino al comunicato, esploso in serata. «Le Ferrovie e il suo amministratore Mario Moretti stanno lavorando contro l’interesse pubblico - ha attaccato Bresso -. Contro la Regione, contro il Comune, contro l’interesse delle Ferrovie e del suo azionista. Per questo darò incarico al nostro ufficio legale di esaminare la possibilità di chiedere i danni».
Accuse innescate dalla preoccupazione per il rinvio sine die di un progetto che non solo promette di riqualificare una parte strategica della città ma rappresenta un volano economico e occupazionale. «Il comportamento delle Ferrovie ne conferma la piena e totale inaffidabilità, già sperimentata nell’esperienza quotidiana dei pendolari - rincara la «zarina», che mercoledì ha ricevuto una delegazione dei Comitati spontanei in Consiglio regionale -. Non ci si poteva fidare prima, a maggior ragione non ci si può fidare adesso di un’azienda che per ostacolarci nell’esercizio di un nostro diritto punta ad esimersi dai suoi doveri verso l’azionista e la collettività». Come paventava nel pomeriggio Peveraro, il rischio era quello di dover stralciare gli interventi a corredo del grattacielo, previsti nel Pec, ridimensionando bruscamente la portata del progetto.
Rischio fugato ieri, in tarda serata, quando le Ferrovie hanno replicato.
«Leggiamo che la signora Bresso, per la seconda volta in pochi giorni, ha adottato toni alterati nei nostri confronti, usando espressioni oggettivamente diffamatorie che mal si conciliano con il suo ruolo istituzionale e la sua immagine personale - recita il comunicato vidimato da Moretti in persona -. Si rassereni. Il Gruppo FS, in continuità con la sua azione collaborativa svolta da oltre due anni sui temi della conferenza dei servizi, anche domani sarà presente per dare il suo contributo. E, comunque, tutelerà la sua immagine». Questa mattina, c’è da scommetterci, voleranno i piatti.
alessandro mondo
Da laStampa.it
MILANO - EXPO e l'austerity
DOSSIER SULLA SCRIVANIA DI TREMONTI: DIMEZZATI GLI INVESTIMENTI, IN FORSE LE VIE D’ACQUA.
Expo, il Piano B abbatte torri e padiglioni
Non arriveranno 27 milioni di visitatori, forse 12 milioni e in gran parte lombardi o comunque italiani
MILANO — Cala l’austerity sull’Expo. La crisi si fa senti re, Saragozza è stato un mez zo flop, i conti dei turisti atte si a Milano 2015 e degli in troiti previsti vanno ridimen sionati. Per questo, il governo sta pensando ad una ipotesi al ternativa, un piano B, all’in segna del risparmio ma in grado comunque di garanti re un livello alto all’Esposi zione internazionale. Meno soldi da spendere in struttu re, insomma, più sobrietà co me impongono il momento e il tema scelto, quello del l’alimentazione e della soste nibilità ambientale.
La cartellina datata 30 giu gno, con tanto di cifre, raf fronti e considerazioni, è già anche sulla scrivania del mi nistro Giulio Tremonti e rias sume il lavoro svolto da una cordata di rappresentanti del mondo dell’imprenditoria e della finanza uniti da una stessa preoccupazione: che il progetto originario di Expo sia troppo ambizioso. I primi numeri rivisti sono quelli dei turisti attesi: a Saragozza ne sono arrivati poco più di 5 milioni, la metà di quelli aspettati. Così a Milano non caleranno 27 milioni di ospi ti: saranno forse 12, la mag gior parte dei quali lombardi o comunque italiani. Una preoccupazione tal mente diffusa che sempre più iscritti si erano converti ti al partito dei pentiti: di quelli, insomma, che pensa no «magari avesse vinto Smirne».
Ma, oltre al fatto che i concorrenti turchi bene dicono il giorno in cui i giudi ci dell’Expo decretarono la lo ro sconfitta, la locomotiva è ormai in corsa e non può es sere fermata. Avanti, dun que. Ma in un altro modo. Prendiamo i conti. La spe sa prevista per Expo supera i 3 miliardi di euro per le aree espositive, gli alberghi, i col legamenti e la gestione del l’evento: le cosiddette opere essenziali. Denaro che verrà sborsato da Stato, enti locali, Camera di commercio e pri vati. Ma si può risparmiare, valorizzando tra l’altro lo spi rito incarnato dal tema «Nu trire il pianeta, energia per la vita» sicuramente proiettato su un’attenzione al sociale e ai bisogni dei Paesi meno svi luppati. Come? Anzitutto riveden do l’ipotesi di una maxi strut tura sull’area già individua ta, che tra l’altro all’indoma ni di Expo potrebbe trasfor marsi in una cattedrale nel deserto inutile e inutilizzata. Gli stand potrebbero così ve nire ospitati negli spazi di Rho-Pero, magari ampliati, facendo contratti di un anno per trasferire le manifestazio ni espositive in calendario in altre città italiane, che a lo ro volta sarebbero valorizza te e riprenderebbero ossige no in un momento di crisi generalizzata. Sul terreno de stinato all’Expo andrebbe in vece realizzato un prefabbri cato sicuramente meno co stoso: alla fine del 2015, dun que, la struttura potrebbe ve nire smontata e trasportata in Paesi in via di sviluppo con cui, grazie ad Expo, so no stati fatti contratti di collaborazione: per realizzare una scuola, un ospedale, un centro per bambini senza fa miglia e altro ancora.
Il pia no B prevede poi la rinuncia a tutto quanto fa spettacolo: le torri (per altro, ipotesi già accantonata), le scenografie, le musiche, il catering. Me glio concentrarsi sulle opere che resteranno alla città, a partire dalle infrastrutture viarie ma senza allargarsi troppo: la M6, per intender si, resta nel cassetto e anche sulla linea 4 ci sono forti dubbi rispetto alla sostenibi lità economica. Unica con cessione potrebbe essere il salvataggio del progetto del le vie d’acqua, che tra l’altro piace molto a Umberto Bos si. Tradotto in euro, il rispar mio sarebbe di oltre 1 miliar do e 600 milioni di euro. Sol di che al limite, se si trovano davvero, potranno essere de stinati a investimenti per il futuro: per mandare i nostri ragazzi a studiare all’estero oppure per creare quell’arti gianato specializzato di cui Milano ha molto bisogno e che potrebbe segnare il rilan cio produttivo di una città ormai abbandonata dall’in dustria.
È chiaro che dietro alla vi cenda si muove anche la poli tica. E questo nuovo asse in formazione avrebbe, attraver so il ministro Tremonti, la be nedizione di Bossi e del suo luogotenente in Lombardia, Giancarlo Giorgetti. Un asse che parla più al governatore Roberto Formigoni che al sindaco Letizia Moratti. E lo schieramento si capirebbe anche dalla ripartizione dei ruoli: con Formigoni che po trà gestirsi le infrastrutture, la società di Lucio Stanca che gestirebbe la parte organizza tiva e il marketing, il gover no che reggerebbe i cordoni della borsa e darebbe la linea all’evento. E la Moratti? Di certo il sindaco continuerà ad avere il ruolo di ambascia trice di Expo e terrà i contatti con le altre nazioni. Per il re sto, come dice qualcuno con una punta di veleno, «non le lasceranno neppure da sce gliere il colore dei cappelli ni».
Elisabetta Soglio
Dal Corriere della Sera
Expo, il Piano B abbatte torri e padiglioni
Non arriveranno 27 milioni di visitatori, forse 12 milioni e in gran parte lombardi o comunque italiani
MILANO — Cala l’austerity sull’Expo. La crisi si fa senti re, Saragozza è stato un mez zo flop, i conti dei turisti atte si a Milano 2015 e degli in troiti previsti vanno ridimen sionati. Per questo, il governo sta pensando ad una ipotesi al ternativa, un piano B, all’in segna del risparmio ma in grado comunque di garanti re un livello alto all’Esposi zione internazionale. Meno soldi da spendere in struttu re, insomma, più sobrietà co me impongono il momento e il tema scelto, quello del l’alimentazione e della soste nibilità ambientale.
La cartellina datata 30 giu gno, con tanto di cifre, raf fronti e considerazioni, è già anche sulla scrivania del mi nistro Giulio Tremonti e rias sume il lavoro svolto da una cordata di rappresentanti del mondo dell’imprenditoria e della finanza uniti da una stessa preoccupazione: che il progetto originario di Expo sia troppo ambizioso. I primi numeri rivisti sono quelli dei turisti attesi: a Saragozza ne sono arrivati poco più di 5 milioni, la metà di quelli aspettati. Così a Milano non caleranno 27 milioni di ospi ti: saranno forse 12, la mag gior parte dei quali lombardi o comunque italiani. Una preoccupazione tal mente diffusa che sempre più iscritti si erano converti ti al partito dei pentiti: di quelli, insomma, che pensa no «magari avesse vinto Smirne».
Ma, oltre al fatto che i concorrenti turchi bene dicono il giorno in cui i giudi ci dell’Expo decretarono la lo ro sconfitta, la locomotiva è ormai in corsa e non può es sere fermata. Avanti, dun que. Ma in un altro modo. Prendiamo i conti. La spe sa prevista per Expo supera i 3 miliardi di euro per le aree espositive, gli alberghi, i col legamenti e la gestione del l’evento: le cosiddette opere essenziali. Denaro che verrà sborsato da Stato, enti locali, Camera di commercio e pri vati. Ma si può risparmiare, valorizzando tra l’altro lo spi rito incarnato dal tema «Nu trire il pianeta, energia per la vita» sicuramente proiettato su un’attenzione al sociale e ai bisogni dei Paesi meno svi luppati. Come? Anzitutto riveden do l’ipotesi di una maxi strut tura sull’area già individua ta, che tra l’altro all’indoma ni di Expo potrebbe trasfor marsi in una cattedrale nel deserto inutile e inutilizzata. Gli stand potrebbero così ve nire ospitati negli spazi di Rho-Pero, magari ampliati, facendo contratti di un anno per trasferire le manifestazio ni espositive in calendario in altre città italiane, che a lo ro volta sarebbero valorizza te e riprenderebbero ossige no in un momento di crisi generalizzata. Sul terreno de stinato all’Expo andrebbe in vece realizzato un prefabbri cato sicuramente meno co stoso: alla fine del 2015, dun que, la struttura potrebbe ve nire smontata e trasportata in Paesi in via di sviluppo con cui, grazie ad Expo, so no stati fatti contratti di collaborazione: per realizzare una scuola, un ospedale, un centro per bambini senza fa miglia e altro ancora.
Il pia no B prevede poi la rinuncia a tutto quanto fa spettacolo: le torri (per altro, ipotesi già accantonata), le scenografie, le musiche, il catering. Me glio concentrarsi sulle opere che resteranno alla città, a partire dalle infrastrutture viarie ma senza allargarsi troppo: la M6, per intender si, resta nel cassetto e anche sulla linea 4 ci sono forti dubbi rispetto alla sostenibi lità economica. Unica con cessione potrebbe essere il salvataggio del progetto del le vie d’acqua, che tra l’altro piace molto a Umberto Bos si. Tradotto in euro, il rispar mio sarebbe di oltre 1 miliar do e 600 milioni di euro. Sol di che al limite, se si trovano davvero, potranno essere de stinati a investimenti per il futuro: per mandare i nostri ragazzi a studiare all’estero oppure per creare quell’arti gianato specializzato di cui Milano ha molto bisogno e che potrebbe segnare il rilan cio produttivo di una città ormai abbandonata dall’in dustria.
È chiaro che dietro alla vi cenda si muove anche la poli tica. E questo nuovo asse in formazione avrebbe, attraver so il ministro Tremonti, la be nedizione di Bossi e del suo luogotenente in Lombardia, Giancarlo Giorgetti. Un asse che parla più al governatore Roberto Formigoni che al sindaco Letizia Moratti. E lo schieramento si capirebbe anche dalla ripartizione dei ruoli: con Formigoni che po trà gestirsi le infrastrutture, la società di Lucio Stanca che gestirebbe la parte organizza tiva e il marketing, il gover no che reggerebbe i cordoni della borsa e darebbe la linea all’evento. E la Moratti? Di certo il sindaco continuerà ad avere il ruolo di ambascia trice di Expo e terrà i contatti con le altre nazioni. Per il re sto, come dice qualcuno con una punta di veleno, «non le lasceranno neppure da sce gliere il colore dei cappelli ni».
Elisabetta Soglio
Dal Corriere della Sera
mercoledì 29 luglio 2009
TORINO - Il salotto in via Carlo Alberto
Sì dei commercianti, sarà chiusa alle auto.
Il Comune: replicheremo via Lagrange
TORINO
E’ sì. E pure senza se e senza ma. A dire il vero se lo sentiva l’assessore alla Viabilità Maria Grazia Sestero due giorni or sono, quando, insieme con il suo direttore Biagio Burdizzo, scorreva il planning dell’ormai imminente cantiere di via Carlo Alberto. «Secondo me adesso che i commercianti hanno visto che risultato fantastico ha raggiunto via Lagrange cambieranno idea: e vorranno anche loro la pedonalizzazione». Detto, fatto. Ieri mattina «La Stampa» è andata a chiedere, negozio per negozio, la loro opinione.
Il test, capillare, ha confermato i sogni dell’assessore: tutti a richiedere a gran voce la pedonalizzazione (titolari di bar in testa, attratti dall’idea di poter sistemare un dehors nel bel mezzo della via). E persino gli ultimi - sopravvissuti - negozi di alimentari, come la macelleria gestita da Antonio Manzione, sono d’accordo a veder spazzar via le auto in favore di un rilassante passeggio. «Se loro sono favorevoli l’amministrazione è più che pronta a pedonalizzare - ha commentato ieri l’assessore Sestero - al punto che noi avevamo già pensato di predisporre la via all’arrivo dell’isola pedonale. Ma certamente, prima, avremmo desiderato il consenso dei commercianti». E quello, almeno secondo le interviste rilasciate dai titolari dei negozi, c’è, eccome. Ma lasciamo che siano loro a parlare. Visto che, eccezion fatta per la titolare del punto vendita «Inferno» Daniela Billone (che si dice contraria perché la sua clientela arriva in auto), tutti gli altri, l’architetto Franco Gurlino in testa - che lì ha ben otto vetrine - sono favorevoli a trasformare via Carlo Alberto nella gemellina di via Lagrange.
«Sono sicuro che il passeggio renderebbe giustizia a questa via che offre molteplici e ghiotte occasioni di shopping», sostiene Roberto Vico della caffetteria Carlo Alberto. «Era ora che questo bello spettacolo delle auto in doppia fila - incalza Jennifer Fernier della tabaccheria all’inizio della via - venisse finalmente sostituito con l’atmosfera rilassante dello struscio».
Uno dei più entusiasti è Davide Canale, il titolare del «Paradiso dei Bambini» che fra l’altro è pure residente in via Carlo Alberto: «È davvero una bella notizia, sono convinto che ne guadagneremo tutti: noi abitanti, perché la via diventerà molto più silenziosa, e noi commercianti perché il passeggio renderà molto di più». Conclude: «E poi basta dare un’occhiata in Europa per capire che il futuro dei centri storici è proprio questo: la pedonalizzazione».
Anche Maria Cristina Provasoli (che oltre a essere titolare del celebre negozio di stoffe in piazza Bodoni ne ha un secondo, di moda, in via Carlo Alberto) è entusiasta dell’iniziativa: «Ovunque Torino abbia eliminato le auto è stato un successo. Peccato però che in piazza Bodoni, come in piazza Vittorio, ci siano ancora queste orribili piramidi in cemento: ma non doveva toglierle l’assessore Curti?». La promessa c’era, ma pare che l’intervento sia slittato - ancora una volta - a settembre. E speriamo che anche in piazza Bodoni vengano tolte le brutte piramidi.
Ma torniamo a via Carlo Alberto. A settembre partirà il cantiere che costerà un milione e mezzo. E, dopo sei mesi, la via sarà pronta a trasformarsi in isola pedonale. E il parcheggio di piazza Bodoni? Come si raggiungerà? «Dovremo cambiare un po’ la viabilità delle vie che confinano con il garage sotterraneo - ha detto Sestero -, per esempio l’ultimo tratto di via Pomba diventerà a doppio senso».
EMANUELA MINUCCI
Da La Stampa
Il Comune: replicheremo via Lagrange
TORINO
E’ sì. E pure senza se e senza ma. A dire il vero se lo sentiva l’assessore alla Viabilità Maria Grazia Sestero due giorni or sono, quando, insieme con il suo direttore Biagio Burdizzo, scorreva il planning dell’ormai imminente cantiere di via Carlo Alberto. «Secondo me adesso che i commercianti hanno visto che risultato fantastico ha raggiunto via Lagrange cambieranno idea: e vorranno anche loro la pedonalizzazione». Detto, fatto. Ieri mattina «La Stampa» è andata a chiedere, negozio per negozio, la loro opinione.
Il test, capillare, ha confermato i sogni dell’assessore: tutti a richiedere a gran voce la pedonalizzazione (titolari di bar in testa, attratti dall’idea di poter sistemare un dehors nel bel mezzo della via). E persino gli ultimi - sopravvissuti - negozi di alimentari, come la macelleria gestita da Antonio Manzione, sono d’accordo a veder spazzar via le auto in favore di un rilassante passeggio. «Se loro sono favorevoli l’amministrazione è più che pronta a pedonalizzare - ha commentato ieri l’assessore Sestero - al punto che noi avevamo già pensato di predisporre la via all’arrivo dell’isola pedonale. Ma certamente, prima, avremmo desiderato il consenso dei commercianti». E quello, almeno secondo le interviste rilasciate dai titolari dei negozi, c’è, eccome. Ma lasciamo che siano loro a parlare. Visto che, eccezion fatta per la titolare del punto vendita «Inferno» Daniela Billone (che si dice contraria perché la sua clientela arriva in auto), tutti gli altri, l’architetto Franco Gurlino in testa - che lì ha ben otto vetrine - sono favorevoli a trasformare via Carlo Alberto nella gemellina di via Lagrange.
«Sono sicuro che il passeggio renderebbe giustizia a questa via che offre molteplici e ghiotte occasioni di shopping», sostiene Roberto Vico della caffetteria Carlo Alberto. «Era ora che questo bello spettacolo delle auto in doppia fila - incalza Jennifer Fernier della tabaccheria all’inizio della via - venisse finalmente sostituito con l’atmosfera rilassante dello struscio».
Uno dei più entusiasti è Davide Canale, il titolare del «Paradiso dei Bambini» che fra l’altro è pure residente in via Carlo Alberto: «È davvero una bella notizia, sono convinto che ne guadagneremo tutti: noi abitanti, perché la via diventerà molto più silenziosa, e noi commercianti perché il passeggio renderà molto di più». Conclude: «E poi basta dare un’occhiata in Europa per capire che il futuro dei centri storici è proprio questo: la pedonalizzazione».
Anche Maria Cristina Provasoli (che oltre a essere titolare del celebre negozio di stoffe in piazza Bodoni ne ha un secondo, di moda, in via Carlo Alberto) è entusiasta dell’iniziativa: «Ovunque Torino abbia eliminato le auto è stato un successo. Peccato però che in piazza Bodoni, come in piazza Vittorio, ci siano ancora queste orribili piramidi in cemento: ma non doveva toglierle l’assessore Curti?». La promessa c’era, ma pare che l’intervento sia slittato - ancora una volta - a settembre. E speriamo che anche in piazza Bodoni vengano tolte le brutte piramidi.
Ma torniamo a via Carlo Alberto. A settembre partirà il cantiere che costerà un milione e mezzo. E, dopo sei mesi, la via sarà pronta a trasformarsi in isola pedonale. E il parcheggio di piazza Bodoni? Come si raggiungerà? «Dovremo cambiare un po’ la viabilità delle vie che confinano con il garage sotterraneo - ha detto Sestero -, per esempio l’ultimo tratto di via Pomba diventerà a doppio senso».
EMANUELA MINUCCI
Da La Stampa
martedì 28 luglio 2009
ROMA - Giolitti, inaugurato capolinea del tram
Giolitti, inaugurato capolinea del tram: nodo di scambio tra bus, tram, metro e treni
Un nuovo nodo di scambio che collega i mezzi di trasporto pubblico della città: tram, bus, metro e stazione ferroviaria. È il nuovo capolinea del tram in via Giolitti, all'angolo con piazza dei Cinquecento, inaugurato dall'assessore capitolino alla Mobilità, Sergio Marchi, dal presidente Atac, Massimo Tabacchiera, e dal delegato al Centro storico del Comune, Dino Gasperini.
Due linee, la 5 e la 14, che arrivano fino alla Prenestina, un nuovo capolinea con pensiline, strade limitrofe, marciapiedi e viabilità ristrutturate e riqualificate, con un intervento iniziato a luglio 2008 e costato 6,2 milioni di euro e che permetterà il transito sulla tratta tranviaria dei jumbo tram da 31 a 33 metri.
Abbiamo rispettato i tempi - ha detto Tabacchiera - è una nuova fase per la città, vogliamo rimuovere i bus e inserire i tram. Ci sono cantieri che sono partiti e partiranno in autofinanziamento".
Lunedì sono partiti i lavori in piazzale Flaminio e il piano Atac-Campidoglio prevede poi interventi a piazzale Ostiense e piazza San Silvestro per decongestionare il traffico e aumentare le linee su rotaie. "Dare più centralità al tram - ha sottolineato Marchi - deve essere l'asset principale di sviluppo per i prossimi decenni ed è nostra intenzione investirci. Stiamo studiano il passaggio di tram anche in alcuni corridoi della mobilità.
Questo capolinea - ha concluso l'assessore - è stato l'occasione per riqualificare tutta la zona". Per Gasperini il capolinea di Via Giolitti "è il primo esempio di quello che succederà nel centro storico con i nodi di scambio per cui i cittadini non scenderanno mai dal mezzo pubblico".
Da La Repubblica
Un nuovo nodo di scambio che collega i mezzi di trasporto pubblico della città: tram, bus, metro e stazione ferroviaria. È il nuovo capolinea del tram in via Giolitti, all'angolo con piazza dei Cinquecento, inaugurato dall'assessore capitolino alla Mobilità, Sergio Marchi, dal presidente Atac, Massimo Tabacchiera, e dal delegato al Centro storico del Comune, Dino Gasperini.
Due linee, la 5 e la 14, che arrivano fino alla Prenestina, un nuovo capolinea con pensiline, strade limitrofe, marciapiedi e viabilità ristrutturate e riqualificate, con un intervento iniziato a luglio 2008 e costato 6,2 milioni di euro e che permetterà il transito sulla tratta tranviaria dei jumbo tram da 31 a 33 metri.
Abbiamo rispettato i tempi - ha detto Tabacchiera - è una nuova fase per la città, vogliamo rimuovere i bus e inserire i tram. Ci sono cantieri che sono partiti e partiranno in autofinanziamento".
Lunedì sono partiti i lavori in piazzale Flaminio e il piano Atac-Campidoglio prevede poi interventi a piazzale Ostiense e piazza San Silvestro per decongestionare il traffico e aumentare le linee su rotaie. "Dare più centralità al tram - ha sottolineato Marchi - deve essere l'asset principale di sviluppo per i prossimi decenni ed è nostra intenzione investirci. Stiamo studiano il passaggio di tram anche in alcuni corridoi della mobilità.
Questo capolinea - ha concluso l'assessore - è stato l'occasione per riqualificare tutta la zona". Per Gasperini il capolinea di Via Giolitti "è il primo esempio di quello che succederà nel centro storico con i nodi di scambio per cui i cittadini non scenderanno mai dal mezzo pubblico".
Da La Repubblica
MILANO - Linea verde fino ad Assago, c'è l'accordo
A FIRMA, AL PIRELLONE, TRA I RAPPRESENTANTI DI REGIONE, PROVINCIA E DEI DUE COMUNI
Servono 18,5 milioni di euro per i costi aggiuntivi, il Ministero ne darà 3,1. Previste due nuove fermate
Da settembre 2010 si potrà raggiungere Assago in metropolitana. La garanzia sui tempi è arrivata con la firma, al Pirellone, di un accordo tra Regione, Provincia e Comune di Milano e Comune di Assago in merito alla copertura dei costi per la conclusione dei lavori di prolungamento della linea M2 della metropolitana, da Milano Famagosta a Assago Milanofiori. L'intesa sancisce che dei 18,5 milioni di euro necessari per pagare i costi aggiuntivi di realizzazione dell'opera, 4 saranno finanziati dalla Regione, 4,2 rispettivamente da Provincia e Comune di Milano e 3 milioni dal Comune di Assago. Il Ministero dei Trasporti contribuirà alla copertura degli extracosti con 3,1 milioni di euro.
DUE FERMATE - Sulla tratta, che avrà un'estensione di 4,8 chilometri e sarà per la maggior parte in trincea (quindi fuori da terra), sono previste due fermate, quella di Assago Milanofiori Nord e Assago Milanofiori Forum. Con il nuovo stanziamento di 18,5 milioni di euro, il costo complessivo del collegamento metropolitano sale a 88 milioni di euro. «È un'opera fondamentale - ha detto il presidente della Regione Roberto Formigoni - perché prosegue l'allargamento della rete metropolitana al di là della cinta della città. Questo significa che non solo l'area della metropoli, ma tutta quella circostante sarà servita dalla metropolitana». Per il sindaco di Milano, Letizia Moratti, il collegamento tra Milano e Assago «è un tassello importante perché va a coprire un'area con forte terziarizzazione e intercetta il traffico della tangenziale Ovest». La Moratti ha anche ricordato che con l'accordo «proseguiamo il collegamento tra Milano e i Comuni di cintura, con l'allungamento a Monza della M1, questo fino ad Assago e il prossimo sarà l'allungamento fino a Paullo. È la risposta concreta ai bisogni della Grande Milano».
LE LINEE 4 E 5 - Sottolineando l'importanza del collegamento, il presidente della Provincia, Guido Podestà, ha spinto anche sulle altre linee: «Era un dovere trovare i soldi per la conclusione di quest'opera. Il prossimo obiettivo prioritario deve essere il collegamento con Paullo, insieme ovviamente alle linee M4 e M5». L'assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Raffaele Cattaneo, ha ricordato che oltre ai 4 milioni per il completamento della tratta, la Regione ha «contribuito con sue risorse per l'acquisto del materiale rotabile che correrà su questa nuova linea». Il suo collega del Comune di Milano, Edoardo Croci, ha spiegato che Palazzo Marino è già al lavoro «per garantire la revisione del trasporto di superficie nel momento in cui le fermate saranno operative».
Dal Corsera
Servono 18,5 milioni di euro per i costi aggiuntivi, il Ministero ne darà 3,1. Previste due nuove fermate
Da settembre 2010 si potrà raggiungere Assago in metropolitana. La garanzia sui tempi è arrivata con la firma, al Pirellone, di un accordo tra Regione, Provincia e Comune di Milano e Comune di Assago in merito alla copertura dei costi per la conclusione dei lavori di prolungamento della linea M2 della metropolitana, da Milano Famagosta a Assago Milanofiori. L'intesa sancisce che dei 18,5 milioni di euro necessari per pagare i costi aggiuntivi di realizzazione dell'opera, 4 saranno finanziati dalla Regione, 4,2 rispettivamente da Provincia e Comune di Milano e 3 milioni dal Comune di Assago. Il Ministero dei Trasporti contribuirà alla copertura degli extracosti con 3,1 milioni di euro.
DUE FERMATE - Sulla tratta, che avrà un'estensione di 4,8 chilometri e sarà per la maggior parte in trincea (quindi fuori da terra), sono previste due fermate, quella di Assago Milanofiori Nord e Assago Milanofiori Forum. Con il nuovo stanziamento di 18,5 milioni di euro, il costo complessivo del collegamento metropolitano sale a 88 milioni di euro. «È un'opera fondamentale - ha detto il presidente della Regione Roberto Formigoni - perché prosegue l'allargamento della rete metropolitana al di là della cinta della città. Questo significa che non solo l'area della metropoli, ma tutta quella circostante sarà servita dalla metropolitana». Per il sindaco di Milano, Letizia Moratti, il collegamento tra Milano e Assago «è un tassello importante perché va a coprire un'area con forte terziarizzazione e intercetta il traffico della tangenziale Ovest». La Moratti ha anche ricordato che con l'accordo «proseguiamo il collegamento tra Milano e i Comuni di cintura, con l'allungamento a Monza della M1, questo fino ad Assago e il prossimo sarà l'allungamento fino a Paullo. È la risposta concreta ai bisogni della Grande Milano».
LE LINEE 4 E 5 - Sottolineando l'importanza del collegamento, il presidente della Provincia, Guido Podestà, ha spinto anche sulle altre linee: «Era un dovere trovare i soldi per la conclusione di quest'opera. Il prossimo obiettivo prioritario deve essere il collegamento con Paullo, insieme ovviamente alle linee M4 e M5». L'assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Raffaele Cattaneo, ha ricordato che oltre ai 4 milioni per il completamento della tratta, la Regione ha «contribuito con sue risorse per l'acquisto del materiale rotabile che correrà su questa nuova linea». Il suo collega del Comune di Milano, Edoardo Croci, ha spiegato che Palazzo Marino è già al lavoro «per garantire la revisione del trasporto di superficie nel momento in cui le fermate saranno operative».
Dal Corsera
FIRENZE - Viaggio nel caos dei cartelli
A destra divieto. A sinistra pure
Abbiamo attraversato la città e ci siamo ritrovati nella giungla dei cartelli: il record dell'incomprensibilità va alla ro tonda in piazza Unità italiana, di fronte alla stazione di Santa Maria Novella
Chi ha disegnato la segnaletica stradale del centro deve aver pensa to all’automobilista come al prototi po dell’italiano alfabetizzato: lun ghi testi da interpretare. Con in più la necessità di una vista da aquila, per intercettare tutte le autorizza zioni, eccezioni, e postille che sono scritte sotto i segnali di divieto. La velocità di lettura richiesta è da re cord. Abbiamo attraversato la città e ci siamo ritrovati nella giungla dei cartelli. In alcune porte di accesso alle zo ne a traffico limitato, i pali a cui so no attaccati i cartelli sembrano più delle bacheche che altro.
LA GIUNGLA DEI CARTELLI - Il record probabilmente va alla ro tonda in piazza Unità italiana, di fronte alla stazione di Santa Maria Novella. Un guidatore che si diriga verso il Duomo si trova davanti ad un bivio da brivido: due strade divi se da uno spartitraffico per un tota le di 11 cartelli affissi su tre pali. Per leggere non gli resta che fare un giro intorno alla rotonda e accostarsi ac canto al baracchino che vende ma gliette vicino alla chiesa. Il primo pa lo da sinistra ha quattro affissioni, partendo dall’alto: divieto di acces so (con tanto di segnale) 7.30-19.30; poi «ztl notturna 2009, dal 15 mag gio al 31 ottobre, nelle notti tra gio vedì- venerdì, venerdì-sabato, saba to- domenica, con orario 23-4». Subi to sotto un altro cartello identico, stessi caratteri, cambia solo l’ulti ma riga: «La porta elettronica ri marrà attiva con orario 00-4». Infi ne l’ultimo in basso, quello di obbli go di andare a destra. Al centro 5 se gnali: Ztl diurna con sotto una sfil za di eccezioni, le due «versioni» del la ztl notturna e in basso il cartello blu di obbligo di andare a destra o sinistra (probabilmente pensato per il guidatore imprudente, che in vece di fermarsi per leggere queste dissertazioni intanto si sta dirigendo contro il palo). Infine, sul marcia piede di destra solo due indicazioni, che però fanno capire che comunque quella strada verso il duomo non si può prendere. Uno, in marrone, «Corsia a controllo telematico riser vata ai mezzi pubblici» l’altro, cor sia riservata ai mezzi pubblici, con tanto di segnale di divieto e l’aggiun ta del solito corollario di eccezioni. Scena tipica. Il guidatore, stordi to, osserva un signore in motorino fermo sotto i cartelli: probabilmente non è italiano, sicuramente è più perplesso di lui. Intanto gli si avvici na uno che con accento romanesco gli dice: «A Roma c’avemo i semafo ri e l’indicazione sur display se er varco è attivo». Ad ognuno i cartelli che si merita?
Filippo Baffa
Dal Corriere fiorentino
MILANO - Traffico e smog, l'Ecopass sotto accusa
MILANO TENSIONI NELLA MAGGIORANZA.
La Lega: «Referendum tra i cittadini». La Moratti: «Facciamo un sondaggio»
MILANO — I milanesi bocciano l'Ecopass e Letizia Moratti ripete: «Faremo un sondaggio tra i cittadini, come avevamo promesso». Ma la maggioranza incalza il sindaco e la invita a organizzare «presto» la consultazione. Magari, come vorrebbe la Lega, «con un referendum vero e proprio». Comunque, «con un coinvolgimento il più allargato possibile».
Letizia Moratti commenta i risultati del sondaggio curato da Ipso e pubblicato sul Corriere della Sera, nel quale un campione di cittadini giudica il suo operato (voto medio al sindaco è 5,5) e le politiche per la città (Ecopass non va oltre il 4,8): «Credo che il sondaggio — riassume —, che promuove il Comune per molti aspetti e mostra criticità per altri, sia importante da verificare per migliorare il nostro lavoro che vorremmo fare anche attraverso vari strumenti di controllo e di monitoraggio. Così capiremo obiettivi e priorità dei cittadini». Ma il responso su Ecopass è senza appello. Il capogruppo leghista Matteo Salvini torna a chiedere le dimissioni dell'assessore alla Mobilità, Edoardo Croci, e aggiunge: «Attendiamo al più tardi entro l'autunno il referendum con cui i milanesi possano esprimersi, in maniera vincolante per l'amministrazione comunale, sulle politiche del traffico degli ultimi tre anni». La Lega vuole inoltre un giudizio collettivo «su alcune controproposte da noi già da tempo avanzate, come la chiusura del centro storico alle auto e le targhe alterne nei mesi invernali». Anche il capogruppo del Pdl, Giulio Gallera, sollecita «una consultazione più allargata possibile, «evitando però sprechi di denaro e di risorse che un referendum vero e proprio comporterebbe».
Che il centrodestra abbia digerito a fatica l'Ecopass è un dato di fatto: «Non deve comunque essere una tassa. Per questo — insiste Gallera — va valutato sia alla luce di dati oggettivi, sia tenendo presente sentenze come quella del Tar che dal 2010 imporrebbe il pagamento anche a chi ha un diesel euro4». Moltissimi i dubbi sugli effetti prodotti dal provvedimento su smog e traffico. L'Associazione Consumatori contesta i mancati risultati dell'Ecopass e il mancato referendum, sollecitando invece una consultazione sulla chiusura al traffico dell'area interna ai Navigli. Ma l'assessore Edoardo Croci, come ovvio, difende il provvedimento: «Meno male che c'è, perché mantiene un effetto importante su traffico e inquinamento». Quanto al sondaggio Ipso, l'assessore evidenzia il fatto che «comunque emerge l'attenzione dei cittadini ai temi di ambiente e mobilità. Quindi, aspettiamo a giorni i dati del rapporto semestrale, teniamo conto di questa sensibilità e ragioniamo a partire da lì». E se Legambiente, finora sponda della Moratti in questa battaglia, dà l'ultimatum («Ci dica che cosa ha intenzione di fare da dicembre. La fase sperimentale ha funzionato, ma non si può andare avanti così. O la Giunta ha la forza di dare alla città un provvedimento serio oppure aboliamolo e si torni ai blocchi totali della circolazione»), il consigliere Enrico Fedrighini di Prc si affida ad una metafora: «Hanno chiuso il neonato nell'incubatrice sperando non se la cavasse. Invece è vivo e ha dato buona prova di sé: ma devono decidere se lo faranno diventare adulto o se è destinato a morire come molti sperano». Risponde solo Marco Osnato, presidente della commissione Mobilità: «Potremmo studiare per ecopass uno sviluppo con un aumento del costo o un allargamento della zona coinvolta». Infine, Pierfrancesco Majorino, capogruppo pd, torna ad attaccare il sindaco: «È insopportabile il suo continuo rinvio del referendum e ci auguriamo voglia fare una consultazione democratica e il più allargata possibile, non un sondaggio all'interno della sua lista...». Quanto alle prospettive di Ecopass, «sarebbe più utile chiudere il centro». Opinione sempre più condivisa.
Elisabetta Soglio
Dal Corsera...
La Lega: «Referendum tra i cittadini». La Moratti: «Facciamo un sondaggio»
MILANO — I milanesi bocciano l'Ecopass e Letizia Moratti ripete: «Faremo un sondaggio tra i cittadini, come avevamo promesso». Ma la maggioranza incalza il sindaco e la invita a organizzare «presto» la consultazione. Magari, come vorrebbe la Lega, «con un referendum vero e proprio». Comunque, «con un coinvolgimento il più allargato possibile».
Letizia Moratti commenta i risultati del sondaggio curato da Ipso e pubblicato sul Corriere della Sera, nel quale un campione di cittadini giudica il suo operato (voto medio al sindaco è 5,5) e le politiche per la città (Ecopass non va oltre il 4,8): «Credo che il sondaggio — riassume —, che promuove il Comune per molti aspetti e mostra criticità per altri, sia importante da verificare per migliorare il nostro lavoro che vorremmo fare anche attraverso vari strumenti di controllo e di monitoraggio. Così capiremo obiettivi e priorità dei cittadini». Ma il responso su Ecopass è senza appello. Il capogruppo leghista Matteo Salvini torna a chiedere le dimissioni dell'assessore alla Mobilità, Edoardo Croci, e aggiunge: «Attendiamo al più tardi entro l'autunno il referendum con cui i milanesi possano esprimersi, in maniera vincolante per l'amministrazione comunale, sulle politiche del traffico degli ultimi tre anni». La Lega vuole inoltre un giudizio collettivo «su alcune controproposte da noi già da tempo avanzate, come la chiusura del centro storico alle auto e le targhe alterne nei mesi invernali». Anche il capogruppo del Pdl, Giulio Gallera, sollecita «una consultazione più allargata possibile, «evitando però sprechi di denaro e di risorse che un referendum vero e proprio comporterebbe».
Che il centrodestra abbia digerito a fatica l'Ecopass è un dato di fatto: «Non deve comunque essere una tassa. Per questo — insiste Gallera — va valutato sia alla luce di dati oggettivi, sia tenendo presente sentenze come quella del Tar che dal 2010 imporrebbe il pagamento anche a chi ha un diesel euro4». Moltissimi i dubbi sugli effetti prodotti dal provvedimento su smog e traffico. L'Associazione Consumatori contesta i mancati risultati dell'Ecopass e il mancato referendum, sollecitando invece una consultazione sulla chiusura al traffico dell'area interna ai Navigli. Ma l'assessore Edoardo Croci, come ovvio, difende il provvedimento: «Meno male che c'è, perché mantiene un effetto importante su traffico e inquinamento». Quanto al sondaggio Ipso, l'assessore evidenzia il fatto che «comunque emerge l'attenzione dei cittadini ai temi di ambiente e mobilità. Quindi, aspettiamo a giorni i dati del rapporto semestrale, teniamo conto di questa sensibilità e ragioniamo a partire da lì». E se Legambiente, finora sponda della Moratti in questa battaglia, dà l'ultimatum («Ci dica che cosa ha intenzione di fare da dicembre. La fase sperimentale ha funzionato, ma non si può andare avanti così. O la Giunta ha la forza di dare alla città un provvedimento serio oppure aboliamolo e si torni ai blocchi totali della circolazione»), il consigliere Enrico Fedrighini di Prc si affida ad una metafora: «Hanno chiuso il neonato nell'incubatrice sperando non se la cavasse. Invece è vivo e ha dato buona prova di sé: ma devono decidere se lo faranno diventare adulto o se è destinato a morire come molti sperano». Risponde solo Marco Osnato, presidente della commissione Mobilità: «Potremmo studiare per ecopass uno sviluppo con un aumento del costo o un allargamento della zona coinvolta». Infine, Pierfrancesco Majorino, capogruppo pd, torna ad attaccare il sindaco: «È insopportabile il suo continuo rinvio del referendum e ci auguriamo voglia fare una consultazione democratica e il più allargata possibile, non un sondaggio all'interno della sua lista...». Quanto alle prospettive di Ecopass, «sarebbe più utile chiudere il centro». Opinione sempre più condivisa.
Elisabetta Soglio
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lunedì 27 luglio 2009
MILANO - Guerra e pace, i due volti di Leonardo
SARANNO VISITABILI ANCHE LE OPERE RESTAURATE DEI DISCEPOLI DEL MAESTRO, IN AULA LEONARDI
Inaugurato il nuovo percorso dedicato al genio vinciano, dall'Ambrosiana a Santa Maria delle Grazie
MILANO - Dal prossimo settembre fino al 2015, Leonardo da Vinci sarà protagonista di un'inedita serie di 24 mostre che esporranno integralmente i 1.119 fogli del Codice Atlantico, la più ampia raccolta di disegni e scritti del grande genio quattrocentesco. Conservati alla Biblioteca Ambrosiana di Milano, i fogli verranno presentati al pubblico 50 per volta con quattro mostre all'anno, della durata di tre mesi ciascuna.
LE MOSTRE E IL RESTAURO - Duplice la sede delle esposizioni milanesi: metà dei disegni saranno visibili nella sala Federiciana dell'Ambrosiana, e l'altra metà nella Sagrestia del Bramante a Santa Maria delle Grazie. Il primo degli appuntamenti prenderà il via il 10 settembre e sarà intitolato «Fortezze, bastioni e cannoni»: i disegni di ingegneria civile e militare di Leonardo. Ad anticiparlo, due fogli sono già visibili gratuitamente a Palazzo Marino fino al 31 agosto. Le mostre condurranno i visitatori lungo un percorso nuovo che li porterà anche nella neo-restaurata Aula Leonardi, che racchiude opere dei discepoli di Leonardo. Al momento è in corso il restauro, a cura di Pinin Brambilla e di una sua assistente, dell'affresco che raffigura Cristo incoronato di spine.
L'EVENTO DEL 2015 - Il percorso è stato studiato «per far conoscere la biblioteca e il grande artista», ha spiegato Franco Buzzi, prefetto della Biblioteca Ambrosiana, durante la presentazione di oggi. Ognuna delle mostre sarà visitabile in percorsi combinati con la Sacrestia del Bramante o la Biblioteca e sarà corredata di catalogo e dvd delle opere. Culmine dell'omaggio a Leonardo, dopo i 24 appuntamenti all'Ambrosiana, sarà una mostra che verrà organizzata nel 2015 a Palazzo Reale in occasione dell'Expo. «Un'operazione titanica dedicata a Leonardo pittore, dove speriamo di raccogliere anche opere conservate al Louvre e al British Museum», ha anticipato Domenico Piraina, responsabile delle mostre di Palazzo Reale.
Inaugurato il nuovo percorso dedicato al genio vinciano, dall'Ambrosiana a Santa Maria delle Grazie
MILANO - Dal prossimo settembre fino al 2015, Leonardo da Vinci sarà protagonista di un'inedita serie di 24 mostre che esporranno integralmente i 1.119 fogli del Codice Atlantico, la più ampia raccolta di disegni e scritti del grande genio quattrocentesco. Conservati alla Biblioteca Ambrosiana di Milano, i fogli verranno presentati al pubblico 50 per volta con quattro mostre all'anno, della durata di tre mesi ciascuna.
LE MOSTRE E IL RESTAURO - Duplice la sede delle esposizioni milanesi: metà dei disegni saranno visibili nella sala Federiciana dell'Ambrosiana, e l'altra metà nella Sagrestia del Bramante a Santa Maria delle Grazie. Il primo degli appuntamenti prenderà il via il 10 settembre e sarà intitolato «Fortezze, bastioni e cannoni»: i disegni di ingegneria civile e militare di Leonardo. Ad anticiparlo, due fogli sono già visibili gratuitamente a Palazzo Marino fino al 31 agosto. Le mostre condurranno i visitatori lungo un percorso nuovo che li porterà anche nella neo-restaurata Aula Leonardi, che racchiude opere dei discepoli di Leonardo. Al momento è in corso il restauro, a cura di Pinin Brambilla e di una sua assistente, dell'affresco che raffigura Cristo incoronato di spine.
L'EVENTO DEL 2015 - Il percorso è stato studiato «per far conoscere la biblioteca e il grande artista», ha spiegato Franco Buzzi, prefetto della Biblioteca Ambrosiana, durante la presentazione di oggi. Ognuna delle mostre sarà visitabile in percorsi combinati con la Sacrestia del Bramante o la Biblioteca e sarà corredata di catalogo e dvd delle opere. Culmine dell'omaggio a Leonardo, dopo i 24 appuntamenti all'Ambrosiana, sarà una mostra che verrà organizzata nel 2015 a Palazzo Reale in occasione dell'Expo. «Un'operazione titanica dedicata a Leonardo pittore, dove speriamo di raccogliere anche opere conservate al Louvre e al British Museum», ha anticipato Domenico Piraina, responsabile delle mostre di Palazzo Reale.
ROMA - Linea D: chi investe potrà costruire
Definiti tratta prioritaria e tempi per un investimento in project financing da 3 miliardi. Ad agosto il bando: chi vince la gestirà per 25 anni
Tre miliardi e mezzo di euro. È il costo previsto per la quarta metropolitana di Roma, la «D», che attraverserà da nord a sud la città, da Eur Agri coltura fino a Talenti. Un costo che sarà diviso a metà fra Campidoglio e privati, perché la realizzazione è in project financing. Le imprese interessate possono adesso iniziare a farsi avanti. Il consiglio di amministrazione di Roma Metropolita ne ha appena dato il via libera al bando per realizzarla: sarà pubblicato entro i primi di ago sto, i lavori potrebbero partire nel 2010.
Chi risponderà alla gara entrerà in competizione con il «Promotore», un’associazione temporanea di imprese costituita da Condotte e Pizza rotti: quest’ultima nel 2007 si è, infatti, aggiudicata la prima fase della procedura. Un bando che per la prima volta presenta una novità assai appetibile per le società che decideranno di partecipare. Grazie ai poteri speciali del sindaco Commissario la gara è stata bandita con la possibilità per i concorrenti di introdurre «ipo tesi di valorizzazione di aree ricadenti nella disponibilità del Comune»: ovvero chi investirà nella costruzione oltre un miliardo e mezzo di euro potrà non solo gestire nel futuro me trò e servizi di stazione per 25 anni, incamerando i relativi proventi, ma avere possibilità di valorizzazioni immobiliari in altre aree della città, non so lo vicino alle stazioni o lungo il percorso della linea.
Gli in troiti dei biglietti, invece, reste ranno di competenza esclusiva del Comune, che manterrà co sì piena autonomia nel siste ma integrato di trasporto e nel la definizione delle tariffe. «Sarà un project al 50 per cento - spiega l'assessore alla Mobilità Sergio Marchi - una partnership pubblico-privato per poter arrivare alla rea lizzazione di questa metropoli tana: le società o le associazioni di imprese che risponderan no avranno la gestione dei parcheggi o dove ci sono diritti edificatori valorizzazioni immobiliari con le plus valenze che derivano dal passaggio del ferro». Undici chilometri di percorso e dodici stazioni, la linea D prevede adesso anche una diramazione ad est, per collegarsi alla «B1» a Ojetti (sei stazioni e cinque chilometri), oltre che un prolungamento a sud, fino alla stazione Agri coltura da Eur Magliana, di quattro chilometri e quattro stazioni. «È quindi un collega mento molto importante - aggiunge Sergio Marchi - che ci consente di avere una rete di metrò ampiamente superiore ai 100 chilometri, quindi simile a uno standard europeo. Unirà quartieri molto popolosi del la capitale, e permetterà l’inter sezioni con le altre tre linee: a Venezia con la 'C', a Spagna con la 'A', oltre che con la 'B1' a Jonio. Sarà un metrò completamente automatico - conclude - che passerà ogni minuto e mezzo. E voglio ringraziare per la tempistica Roma Metropoli tane ».
L’individuazione delle offerte avverrà con il criterio di quella economicamente più vantaggiosa. Tra la proposte del Promotore, però, e la gara è passato più di un anno. Co me mai così tanto tempo? «La conferenza dei servizi ha porta to via un anno di tempo - spiega l’amministratore delegato di Roma Metropolitane Federi co Bortoli - per avere i pareri positivi di tutti gli enti terzi in teressati, comprese le sovrin tendenze che hanno dato il via libera con una serie di usuali prescrizioni». Quante offerte pensate arriveranno? «Auspi chiamo di avere dal mercato una risposta più coraggiosa di quanto è avvenuta nella prima fase - risponde Federico Borto li - dove per coraggiosa intendo una proposta che prenda in seria considerazione l’opportunità offerta dalla procedura, ovvero quella di valorizzazioni immobiliari in aree non solo connesse al tracciato della metropolitana, che siano in grado di ridurre i costi di costruzioni e di futura gestione. La linea conclude - sarà gestita dal concessionario per 25 anni, sarà la prima 'privata' d’Italia e quindi un importante banco di pro va per l’imprenditoria priva ta ». E che servizio si possono aspettare i cittadini romani? «All’altezza dei migliori standard mondiali, ovvero vagoni climatizati, wi-fi a bordo e servizio 24 ore su 24, non stop».
Lilli Garrone
Dal Corsera
MILANO - La città delle Gru
Foto TonyBild
CIRCA 4 MILA LE OPERE IN COSTRUZIONE. «QUI STA NASCENDO IL FUTURO»
A Milano oltre 5 mila gru «La città è un grande cantiere» Interventi privati e pubblici. «E devono ancora partire alcuni lavori per l’Expo». Masseroli: segnale di fiducia
MILANO - Nel cielo di Milano svettano più di 5000 gru. Sono il braccio operativo dei 3800 cantieri dis seminati nei vari quartieri, il simbolo della città che cambia e della metropoli che verrà. Ci so no case in costruzione, gratta cieli da sogno destinati a modifi care l’assetto urbano, metrò in arrivo per garantire infrastruttu re all’altezza della grande sfida di Expo, nuove strade e tunnel per velocizzare il traffico. I dati più aggiornati risalgono al tri mestre aprile-giugno 2009: in città si calcolano precisamente 3772 cantieri in attività, per un totale di 4700 gru alzate su can tieri privati e 400 per interventi pubblici. Uno sviluppo che pro segue oltre i confini di Milano, con 17 mila gru stimate su tutto il territorio della Provincia.
Un groviglio di bracci mecca nici che è motivo di orgoglio per gli amministratori di Palaz zo Marino. «Il fatto che ci siano così tante gru a Milano — com menta l’assessore allo Sviluppo del Territorio, Carlo Masseroli — dà un segnale di una grande fiducia a chi investe nella città. In un momento di crisi mondia le la presenza di tanti cantieri è in controtendenza e dimostra che Milano è capace di attrarre gli investitori». «Milano per scelta» è il titolo che racchiude il piano di svilup po del territorio, e per Masseroli non è un caso: «E’ una città dav vero scelta dagli imprenditori— ribadisce l’assessore — e la vera sfida è la possibilità che queste gru diventino spazi pubblici re cuperati alla città, oltre che case e servizi. Tant’è che lavorano in molte aree degradate». Per Masseroli, lo snellimento delle procedure amministrative ha consentito anche a molti im prenditori piccoli e medi di gio care la loro scommessa qui. «
C’è ancora molto da fare so prattutto per attirare nuovi ope ratori internazionali — premet te l’assessore — ma è un fatto che le nostre procedure siano al l’avanguardia». Accanto ai cantieri e alle gru private ci sono le grandi opere avviate dal pubblico e i piccoli interventi in scuole, bibliote che, musei. «Per quanto riguar da le infrastrutture — sottoli nea l’assessore ai Lavori pubbli ci, Bruno Simini — non si è mai investito tanto. Basti pensare al le metropolitane: Milano ne fa due (MM4 e MM5) e da 40 anni non ne faceva una. Sono stati av viati inoltre cantieri per realizza re 38 parcheggi, lavori di ristrut turazioni per l’Arengario, il Ca stello, il Puccini, il Museo della Scienza e della Tecnica, il Picco lo ». Poi c’è il capitolo strade: «Via Ripamonti e la Paullese — elenca Simini — il tunnel Gattamelata».
Sono circa 100 i grandi progetti urbani in fase di realiz zazione, tra piani integrati d’intervento e accordi di program ma. E si contano 3500 edifici in costruzione o riqualificazione. «Spero che Milano possa di ventare qualcosa di molto simi le a Berlino - auspica Simini — dove sono riusciti a far vivere lo sviluppo della città come stimo lo positivo. Una città che lavora su se stessa diventa migliore». Ma i cantieri spesso sono sinoni mo di disagi. «Ci sono alcune si tuazioni effettivamente difficili — ammette Simini — ma non si può vivere ogni cantiere fa cendo questa equazione. Biso gna ogni volta chiedersi: 'Cosa lascia l’intervento alla città?'. Milano, purtroppo, non è abi tuata a tale approccio, mentre dovrebbe affrontare tutti questi lavori come un’occasione per ri farsi».
Rossella Verga
Dal Corsera
CIRCA 4 MILA LE OPERE IN COSTRUZIONE. «QUI STA NASCENDO IL FUTURO»
A Milano oltre 5 mila gru «La città è un grande cantiere» Interventi privati e pubblici. «E devono ancora partire alcuni lavori per l’Expo». Masseroli: segnale di fiducia
MILANO - Nel cielo di Milano svettano più di 5000 gru. Sono il braccio operativo dei 3800 cantieri dis seminati nei vari quartieri, il simbolo della città che cambia e della metropoli che verrà. Ci so no case in costruzione, gratta cieli da sogno destinati a modifi care l’assetto urbano, metrò in arrivo per garantire infrastruttu re all’altezza della grande sfida di Expo, nuove strade e tunnel per velocizzare il traffico. I dati più aggiornati risalgono al tri mestre aprile-giugno 2009: in città si calcolano precisamente 3772 cantieri in attività, per un totale di 4700 gru alzate su can tieri privati e 400 per interventi pubblici. Uno sviluppo che pro segue oltre i confini di Milano, con 17 mila gru stimate su tutto il territorio della Provincia.
Un groviglio di bracci mecca nici che è motivo di orgoglio per gli amministratori di Palaz zo Marino. «Il fatto che ci siano così tante gru a Milano — com menta l’assessore allo Sviluppo del Territorio, Carlo Masseroli — dà un segnale di una grande fiducia a chi investe nella città. In un momento di crisi mondia le la presenza di tanti cantieri è in controtendenza e dimostra che Milano è capace di attrarre gli investitori». «Milano per scelta» è il titolo che racchiude il piano di svilup po del territorio, e per Masseroli non è un caso: «E’ una città dav vero scelta dagli imprenditori— ribadisce l’assessore — e la vera sfida è la possibilità che queste gru diventino spazi pubblici re cuperati alla città, oltre che case e servizi. Tant’è che lavorano in molte aree degradate». Per Masseroli, lo snellimento delle procedure amministrative ha consentito anche a molti im prenditori piccoli e medi di gio care la loro scommessa qui. «
C’è ancora molto da fare so prattutto per attirare nuovi ope ratori internazionali — premet te l’assessore — ma è un fatto che le nostre procedure siano al l’avanguardia». Accanto ai cantieri e alle gru private ci sono le grandi opere avviate dal pubblico e i piccoli interventi in scuole, bibliote che, musei. «Per quanto riguar da le infrastrutture — sottoli nea l’assessore ai Lavori pubbli ci, Bruno Simini — non si è mai investito tanto. Basti pensare al le metropolitane: Milano ne fa due (MM4 e MM5) e da 40 anni non ne faceva una. Sono stati av viati inoltre cantieri per realizza re 38 parcheggi, lavori di ristrut turazioni per l’Arengario, il Ca stello, il Puccini, il Museo della Scienza e della Tecnica, il Picco lo ». Poi c’è il capitolo strade: «Via Ripamonti e la Paullese — elenca Simini — il tunnel Gattamelata».
Sono circa 100 i grandi progetti urbani in fase di realiz zazione, tra piani integrati d’intervento e accordi di program ma. E si contano 3500 edifici in costruzione o riqualificazione. «Spero che Milano possa di ventare qualcosa di molto simi le a Berlino - auspica Simini — dove sono riusciti a far vivere lo sviluppo della città come stimo lo positivo. Una città che lavora su se stessa diventa migliore». Ma i cantieri spesso sono sinoni mo di disagi. «Ci sono alcune si tuazioni effettivamente difficili — ammette Simini — ma non si può vivere ogni cantiere fa cendo questa equazione. Biso gna ogni volta chiedersi: 'Cosa lascia l’intervento alla città?'. Milano, purtroppo, non è abi tuata a tale approccio, mentre dovrebbe affrontare tutti questi lavori come un’occasione per ri farsi».
Rossella Verga
Dal Corsera
PADOVA - Ponte della Fiera, lunedì partono i lavori
Cantiere chiuso per il 2010. E all’Arcella con la nuova settimana arriva il tram
PADOVA — Partiranno lu nedì i lavori per la realizzazio ne del Ponte Verde della Fie ra. Dopo rinvii, contrattem pi, finanziamenti promessi e poi misteriosamente «conge lati », tutto sarebbe pronto.
Opera chiave Il cantiere per la costruzio ne del manufatto che unirà l’Arcella (parco Milcovich) con via Goldoni davanti al parcheggio nord della Fiera sarebbe ai blocchi di parten za. I lavori del cavalcavia de stinato soprattutto al passag gio di pedoni e biciclette (nel le corsie centrali), ma che non esclude per le auto, dure ranno circa 420 giorni lavora tivi (realizzazione del manu fatto) a cui vanno aggiunte al cune settimane per i collau di. Entro la fine del 2010 così la nuova struttura dovrebbe essere finalmente aperta al pubblico. Il progetto che ver rà realizzato dal Consorzio stabile modenese, costerà complessivamente 17 milio ni di euro, di questi 12 e mez zo serviranno per la realizza zione della struttura vera e propria. «Assieme al cavalcaferrovia Dalmazia-Sarpi— spiega l’assessore alla Mobili tà Ivo Rossi —, il Ponte Ver de creerà una vera e propria ricucitura di due aree della città che per decenni sono ri maste tra loro divise a causa della ferrovia».
Il Dalmazia-Sarpi L’apertura al traffico del Dalmazia- Sarpi potrebbe in tanto essere dietro l’angolo. «Vanno rispettati i tempi tec nici, credo però che entro ot tobre dovremo farcela» dice la titolare dei Lavori pubblici Luisa Boldrin. La struttura che unirà via Fra’ Paolo Sarpi a via Dalmazia servirà soprat tutto a decongestionare dal traffico via Aspetti e il caval cavia Borgomagno destinati ad accogliere lo sbarco a nord del tram. Il serpentone blu però non sembra dispo sto ad aspettare l’autunno per entrare in servizio all’Ar cella.
Il tram all’Arcella Aps holding a partire da lu nedì prossimo ha program mato infatti «un periodo di esercizio temporaneo sull’in tero percorso nord-sud del Sir». Da lunedì 27 dunque i passeggeri potranno salire a bordo del tram anche nel trat to nord, che va dalla stazione a Pontevigodarzere, fino alla fermata «Fornace». L’iniziati va avrà però un carattere prettamente estivo. «L’eserci zio effettivo sarà avviato subi to dopo il completamento del nuovo cavalcavia Sar pi- Dalmazia, destinato ad ac cogliere il traffico veicolare privato tra il centro ed il quar tiere Arcella» spiega ancora in una nota l’azienda guidata da Amedeo Levorato. Le cor se sulla tratta nord del tram saranno così in vigore dal 27 luglio al 9 agosto e dal 17 ago sto al 6 settembre, mentre nella settimana dal 10 al 16 agosto il mezzo targato Tran slohr sarà sostituito da un servizio di autobus, limitata mente alla tratta Guizza – Fer rovia.
Alberto Rodighiero
Dal Corriere del Veneto
NAPOLI - Bici ammesse a bordo delle funicolari
TRASPORTI Napoli, biciclette al seguito in funicolare Dopo il test, vale per tutta la settimana Validità della nuova sperimentazione: un anno Sarà attivo in tutte le stazioni, ma attenti agli orari
NAPOLI - Funicolari aperte alle bici, tutti i giorni della settimana. Per andare al lavoro, per lo shopping e il tempo libero, i napoletani con biciclette al seguito, da oggi possono usufruire del nuovo servizio, attivo oltre che nei giorni festivi, anche dal lunedì al sabato.
TRE BICI PER CORSA - E così, a bordo delle funicolari Centrale, Chiaia e Montesanto è possibile imbarcare un numero massimo di tre bici per corsa mentre le carrozze di Mergellina ne possono ospitare soltanto due. L’imbarco è consentito negli orari di minor affollamento, a discrezione dell’agente di stazione, negli spazi contrassegnati da specifica segnaletica e con il pagamento di un biglietto aggiuntivo. L’iniziativa, adottata per un periodo sperimentale di dodici mesi, costituisce una risposta concreta alla crescente domanda di mobilità dei cittadini e un risultato tangibile del dialogo costruttivo costruito in questi anni con le Associazioni ambientaliste e degli utenti.
MOBILITA' SOSTENIBILE - «Metronapoli - spiega l’Amministratore Delegato Filippo De Luca - dimostra ancora una volta di essere sensibile alle aspettative della sua clientela. L’esito positivo della richiesta inoltrata al Ministero dei Trasporti (USTIF) ci permette di offrire alla città un servizio in linea con gli standard europei. Confidiamo che il servizio possa essere esteso oltre il periodo di sperimentazione, per favorire di concerto con il Comune di Napoli, una concreta politica di mobilità sostenibile».
Dal Corriere del Mezzogiorno
NAPOLI - Funicolari aperte alle bici, tutti i giorni della settimana. Per andare al lavoro, per lo shopping e il tempo libero, i napoletani con biciclette al seguito, da oggi possono usufruire del nuovo servizio, attivo oltre che nei giorni festivi, anche dal lunedì al sabato.
TRE BICI PER CORSA - E così, a bordo delle funicolari Centrale, Chiaia e Montesanto è possibile imbarcare un numero massimo di tre bici per corsa mentre le carrozze di Mergellina ne possono ospitare soltanto due. L’imbarco è consentito negli orari di minor affollamento, a discrezione dell’agente di stazione, negli spazi contrassegnati da specifica segnaletica e con il pagamento di un biglietto aggiuntivo. L’iniziativa, adottata per un periodo sperimentale di dodici mesi, costituisce una risposta concreta alla crescente domanda di mobilità dei cittadini e un risultato tangibile del dialogo costruttivo costruito in questi anni con le Associazioni ambientaliste e degli utenti.
MOBILITA' SOSTENIBILE - «Metronapoli - spiega l’Amministratore Delegato Filippo De Luca - dimostra ancora una volta di essere sensibile alle aspettative della sua clientela. L’esito positivo della richiesta inoltrata al Ministero dei Trasporti (USTIF) ci permette di offrire alla città un servizio in linea con gli standard europei. Confidiamo che il servizio possa essere esteso oltre il periodo di sperimentazione, per favorire di concerto con il Comune di Napoli, una concreta politica di mobilità sostenibile».
Dal Corriere del Mezzogiorno
venerdì 24 luglio 2009
MILANO - Venezia e Milano insieme per l'Expo
«IL FLUSSO DI VISITATORI NELLE DUE CITTÀ AUMENTERÀ MOLTISSIMO NEL 2015»
Firmata l'intesa tra la Moratti e Cacciari. Triennale e Biennale lanceranno iniziative comuni sull'arte
Letizia Moratti e Massimo Cacciari (Newpress)MILANO - Il sindaco di Milano Letizia Moratti e quello di Venezia Massimo Cacciari hanno firmato un protocollo d'intesa che porterà le due città a collaborare reciprocamente per valorizzare le proprie eccellenze culturali in vista di Expo 2015. Uno dei primi frutti di questo accordo, auspicato da entrambi i primi cittadini, sarà l'avvio di iniziative comuni tra la Triennale e la Biennale sull'arte contemporanea, in vista dell'esposizione universale del 2015. «Triennale e Biennale - ha affermato Cacciari, ospite a Palazzo Marino - che in passato hanno collaborato sì e no, ora possono fare squadra. Venezia si impegnerà a promuovere i programmi della Triennale e Milano farà altrettanto per le istituzioni culturali veneziane».
IL TURISMO - Il protocollo firmato venerdì impegna le due città a coordinarsi per tempo nella programmazione dei flussi di visitatori che arriveranno in Italia nel 2015. «Venezia è interessata all'Expo - ha aggiunto Cacciari - perché il flusso di visitatori aumenterà moltissimo in quell'anno soprattutto dall'Est e dal Far East e Venezia sarà un potente magnete di attrazione».
L'AMBIENTE - Dal canto suo il sindaco di Milano Letizia Moratti ha ricordato che le due città lanceranno all'Expo 2010 un nuovo master sulle politiche ambientali messo a punto dalla Venice International University e il Politecnico di Milano, la Bocconi e l'università di Pavia. «Questo protocollo - si è rallegrata il sindaco - si iscrive nel solco dei numerosi accordi che Milano ha stretto con molte altre città che possono sfruttare Expo come una piattaforma per la valorizzazione delle loro eccellenze».
Dal Corsera
Firmata l'intesa tra la Moratti e Cacciari. Triennale e Biennale lanceranno iniziative comuni sull'arte
Letizia Moratti e Massimo Cacciari (Newpress)MILANO - Il sindaco di Milano Letizia Moratti e quello di Venezia Massimo Cacciari hanno firmato un protocollo d'intesa che porterà le due città a collaborare reciprocamente per valorizzare le proprie eccellenze culturali in vista di Expo 2015. Uno dei primi frutti di questo accordo, auspicato da entrambi i primi cittadini, sarà l'avvio di iniziative comuni tra la Triennale e la Biennale sull'arte contemporanea, in vista dell'esposizione universale del 2015. «Triennale e Biennale - ha affermato Cacciari, ospite a Palazzo Marino - che in passato hanno collaborato sì e no, ora possono fare squadra. Venezia si impegnerà a promuovere i programmi della Triennale e Milano farà altrettanto per le istituzioni culturali veneziane».
IL TURISMO - Il protocollo firmato venerdì impegna le due città a coordinarsi per tempo nella programmazione dei flussi di visitatori che arriveranno in Italia nel 2015. «Venezia è interessata all'Expo - ha aggiunto Cacciari - perché il flusso di visitatori aumenterà moltissimo in quell'anno soprattutto dall'Est e dal Far East e Venezia sarà un potente magnete di attrazione».
L'AMBIENTE - Dal canto suo il sindaco di Milano Letizia Moratti ha ricordato che le due città lanceranno all'Expo 2010 un nuovo master sulle politiche ambientali messo a punto dalla Venice International University e il Politecnico di Milano, la Bocconi e l'università di Pavia. «Questo protocollo - si è rallegrata il sindaco - si iscrive nel solco dei numerosi accordi che Milano ha stretto con molte altre città che possono sfruttare Expo come una piattaforma per la valorizzazione delle loro eccellenze».
Dal Corsera
ROMA - Via dell’Impero. Nascita di una strada
23 Luglio - 20 Settembre 2009
Palazzo Caffarelli
Attraverso dipinti, acquerelli e disegni del Museo di Roma e del Gabinetto Comunale delle Stampe e fotografie dell’Archivio Fotografico Comunale, la mostra ricostruisce gli sventramenti nel centro storico di Roma fra il 1920 ed il 1940, con una esposizione di alcuni dei materiali di epoca romana e rinascimentale recuperati negli scavi.
Fra il 1920 ed il 1940 vennero effettuati gli sventramenti nel centro storico di Roma stabiliti dalla politica urbanistica dell’epoca, che trovarono una definitiva normativa nel Piano Regolatore del 1931.
Attraverso dipinti, acquerelli e disegni del Museo di Roma e Gabinetto Comunale delle Stampe e fotografie dell’Archivio Fotografico Comunale, la mostra intende ricostruire sia l’intenso e rapidissimo ritmo con cui procedettero gli abbattimenti, che il clima dell’epoca, in bilico fra il desiderio di avanzare con i lavori e quello di ricordare e testimoniare tutto ciò che si andava distruggendo.
I reperti sia di epoca romana che rinascimentale esposti sono solo un piccolo esempio della vastità dei materiali recuperati e raccontano dei duemila e più anni di storia di Roma.
Musei Capitolini
Palombi Editori
NAPOLI - Ospedale del Mare ripartono i lavori
NAPOLI (23 luglio) - Ripartono i lavori per la costruzione dell’Ospedale del mare, opera simbolo di ritardi, inadempienze e anomalie su cui sta indagando la Procura. Il 30 maggio di tre anni fa, l’apertura del cantiere. Consegna delle opere prevista 30 mesi dopo. Entro il 2008, dunque. Anno 2009, l’indagine giudiziaria preannuncia una nuova bufera sulla sanità campana e i lavori per la costruzione della struttura sono ancora in alto mare.
Oggi meno della metà dell’ospedale (il 37-40 per cento del complesso) è realizzato. Non basta: fino a qualche mese fa, quando l’ingegnere Ciro Verdoliva è stato nominato un commissario ad acta per la costruzione della grande incompiuta, si erano perse le tracce anche della copia originale del progetto esecutivo. Un particolare con implicazioni diverse.
I lavori, se non proprio bloccati, procedevano da un anno con lentezza record, anche a causa di varianti al progetto e di un contenzioso aperto con l’associazione temporanea di imprese culminato nella richiesta di risoluzione del contratto. Da mesi i pagamenti alle ditte erano bloccati. Ieri, la svolta. Il commissario ad acta dell’ospedale e la «Partenopea Finanza di Progetto», società concessionaria per la realizzazione dell'opera, hanno firmato un protocollo di intesa che ridefinisce il piano economico finanziario necessario al completamento dei lavori. Non è prevista una variazione dei costi (210 milioni), entro il prossimo 15 ottobre il percorso per l’ultimazione dei vari lotti sarà sottoscritto con un atto formale. Ma nel verbale del primo incontro è già fissata una data importante: l’inaugurazione della Grande incompiuta (ulteriori intoppi permettendo) avverrà entro il primo semestre del 2012.
Dalla prossima settimana le opere subiranno una decisiva accelerazione. Saranno avviati i lavori nell’albero dell’ospedale, la hall, gli impianti dell’edificio, il sovrappasso pedonale, il cunicolo degli impianti, l’albergo, l’edifico direzionale e le sistemazioni esterne. L’ingegnere Verdoliva controllerà di persona, mediante verbali e verifiche periodiche già programmate a partire da agosto, lo stato di avanzamento dei lavori. Il protocollo firmato ieri ha sbloccato anche i pagamenti alle imprese per 18 milioni, ma l’importo dei versamenti non sarà superiore al 53 per cento della somma complessiva in modo da riequilibrare quel processo finanziamento misto, pubblico-privato, in passato al centro di non poche polemiche.
«Il nostro obiettivo è fare in modo che la realizzazione sia effettuata nei tempi e secondo le modalità appena concordate, seguendo i criteri di massima trasparenza e legittimità», sottolinea Verdoliva. Interviene con un comunicato l’europarlamentare pdl Enzo Rivellini: «A questo punto mi chiedo perché non incaricare l’ingegnere Verdoliva a commissario ad acta dell’altra ”tela di Penelope” della sanità regionale, che è il Policlinico di Caserta? Almeno sapremmo se e quando orientativamente il Policlinico vedrà la luce».
MARIA PIRRO
Da il Mattino
Oggi meno della metà dell’ospedale (il 37-40 per cento del complesso) è realizzato. Non basta: fino a qualche mese fa, quando l’ingegnere Ciro Verdoliva è stato nominato un commissario ad acta per la costruzione della grande incompiuta, si erano perse le tracce anche della copia originale del progetto esecutivo. Un particolare con implicazioni diverse.
I lavori, se non proprio bloccati, procedevano da un anno con lentezza record, anche a causa di varianti al progetto e di un contenzioso aperto con l’associazione temporanea di imprese culminato nella richiesta di risoluzione del contratto. Da mesi i pagamenti alle ditte erano bloccati. Ieri, la svolta. Il commissario ad acta dell’ospedale e la «Partenopea Finanza di Progetto», società concessionaria per la realizzazione dell'opera, hanno firmato un protocollo di intesa che ridefinisce il piano economico finanziario necessario al completamento dei lavori. Non è prevista una variazione dei costi (210 milioni), entro il prossimo 15 ottobre il percorso per l’ultimazione dei vari lotti sarà sottoscritto con un atto formale. Ma nel verbale del primo incontro è già fissata una data importante: l’inaugurazione della Grande incompiuta (ulteriori intoppi permettendo) avverrà entro il primo semestre del 2012.
Dalla prossima settimana le opere subiranno una decisiva accelerazione. Saranno avviati i lavori nell’albero dell’ospedale, la hall, gli impianti dell’edificio, il sovrappasso pedonale, il cunicolo degli impianti, l’albergo, l’edifico direzionale e le sistemazioni esterne. L’ingegnere Verdoliva controllerà di persona, mediante verbali e verifiche periodiche già programmate a partire da agosto, lo stato di avanzamento dei lavori. Il protocollo firmato ieri ha sbloccato anche i pagamenti alle imprese per 18 milioni, ma l’importo dei versamenti non sarà superiore al 53 per cento della somma complessiva in modo da riequilibrare quel processo finanziamento misto, pubblico-privato, in passato al centro di non poche polemiche.
«Il nostro obiettivo è fare in modo che la realizzazione sia effettuata nei tempi e secondo le modalità appena concordate, seguendo i criteri di massima trasparenza e legittimità», sottolinea Verdoliva. Interviene con un comunicato l’europarlamentare pdl Enzo Rivellini: «A questo punto mi chiedo perché non incaricare l’ingegnere Verdoliva a commissario ad acta dell’altra ”tela di Penelope” della sanità regionale, che è il Policlinico di Caserta? Almeno sapremmo se e quando orientativamente il Policlinico vedrà la luce».
MARIA PIRRO
Da il Mattino
giovedì 23 luglio 2009
MILANO - «Basta auto, Brera deve vivere Ora intervenga la Moratti»
ITALIA NOSTRA: GIOIELLO CHE VA PRESERVATO. LA PINACOTECA: UN BENE PER L’INTERO QUARTIERE
Il Pdl ha bocciato l’isola pedonale. «Ma così Milano rischia di perdere i 7 milioni del Ministero»
MILANO - Tutti contro il passo indietro del Comune sull’isola pedonale e la pista ciclabile di via Brera. E tanti a incoraggiare l’assessore all’Ambiente, Edoardo Croci: «Vada avanti lo stesso e porti in giunta la delibera su via Bre ra». Il giorno dopo la decisione del centrodestra di bocciare la pedonalizzazione della via del centro storico («Non è una priorità. Costa troppo») è un fiorire di prese di posizione. Da Italia Nostra, alla sovrintenden te della Pinacoteca di Brera, dai consiglieri di opposizione a quelli della Lista Moratti. Quest’ultimi ricordano ai colleghi di maggioranza un semplice da to di fatto: «Le piste ciclabili so no nel programma del sindaco Moratti». Attacca Italia Nostra con il vi cepresidente nazionale Marco Parini: «Non pedonalizzare via Brera è privo di senso. È una strada che finisce in un vicolo cieco. Ma questo è solo un dato di fatto oggettivo. Alcuni conte sti del centro storico, con un va lore storico e monumentale hanno necessità di particolare protezione e di fruibilità che so lo la pedonalizzazione può assi curare. Sono gioielli che vanno preservati come in una sala di museo».
La mancata pedonaliz zazione comporta un’altra con seguenza: la cancellazione del la pista ciclabile, una tratta es senziale per comporre l’itinera rio a due ruote tra piazza Duo mo e Porta Nuova. «Assicurare la percorribilità della città a mezzi diversi dalle quattro ruo te è un marchio di civiltà - con clude Parini - Ogni città euro pea ha un sistema di piste cicla bili. Non si capisce perché Mila no non debba averle». Sandrina Bandera, sovrinten dente della Pinacoteca va anco ra più in là: «L’idea di via Brera senza auto mi fa molto piacere. È molto civile avere uno spazio pedonalizzato intorno ai musei che prevede la possibilità di ac cesso per i portatori di handi cap e i taxi. Ne trarrebbe van taggio tutto il quartiere. Ma la pedonalizzazione di via Brera non basta. Mi spaventa l’inqui namento di via Pontaccio, dan neggia tutti, residenti e com mercianti».
Ma anche a Palazzo Marino è scoppiata la battaglia. L’asses sore Croci, l’altro giorno, si è detto disposto a sfidare la mag gioranza di centrodestra por tando lo stesso la delibera in giunta. Ieri, è arrivato un en dorsement trasversale. Il cen trosinistra con Carlo Montal betti ed Enrico Fedrighini chie dono l’intervento diretto del sindaco Letizia Moratti: «Men tre il sindaco di New York pedonalizza Times Square alcuni esponenti della maggioranza di centrodestra si rendono ridi coli nel bloccare l’isola pedona le in una area storico monu mentale cosi importante come Brera. L’assessore Croci deve andare avanti e il sindaco fac cia valere quei principi che stanno alla base del suo impe gno per rendere più sostenibile Milano». C’è anche il problema dei finanziamenti. Il ministero dell’Ambiente ha messo a di sposizione del Comune 7 milio ni di euro per la realizzazioni delle isole pedonali e delle pi ste ciclabili in centro. «Le ope re sono già finanziate - conclu dono Montalbetti e Fedrighini - Se non si faranno perderemo i finanziamenti». L’ultimo sostegno a Croci ar riva dalla Lista Moratti, di cui l’assessore è esponente: «Ricor diamo - è il memento di Clau dio Santarelli - che lo sviluppo si spazi pedonali e ciclabili fa parte del programma del Sinda co Moratti». Chiaro.
Maurizio Giannattasio
Dal Corsera
Il Pdl ha bocciato l’isola pedonale. «Ma così Milano rischia di perdere i 7 milioni del Ministero»
MILANO - Tutti contro il passo indietro del Comune sull’isola pedonale e la pista ciclabile di via Brera. E tanti a incoraggiare l’assessore all’Ambiente, Edoardo Croci: «Vada avanti lo stesso e porti in giunta la delibera su via Bre ra». Il giorno dopo la decisione del centrodestra di bocciare la pedonalizzazione della via del centro storico («Non è una priorità. Costa troppo») è un fiorire di prese di posizione. Da Italia Nostra, alla sovrintenden te della Pinacoteca di Brera, dai consiglieri di opposizione a quelli della Lista Moratti. Quest’ultimi ricordano ai colleghi di maggioranza un semplice da to di fatto: «Le piste ciclabili so no nel programma del sindaco Moratti». Attacca Italia Nostra con il vi cepresidente nazionale Marco Parini: «Non pedonalizzare via Brera è privo di senso. È una strada che finisce in un vicolo cieco. Ma questo è solo un dato di fatto oggettivo. Alcuni conte sti del centro storico, con un va lore storico e monumentale hanno necessità di particolare protezione e di fruibilità che so lo la pedonalizzazione può assi curare. Sono gioielli che vanno preservati come in una sala di museo».
La mancata pedonaliz zazione comporta un’altra con seguenza: la cancellazione del la pista ciclabile, una tratta es senziale per comporre l’itinera rio a due ruote tra piazza Duo mo e Porta Nuova. «Assicurare la percorribilità della città a mezzi diversi dalle quattro ruo te è un marchio di civiltà - con clude Parini - Ogni città euro pea ha un sistema di piste cicla bili. Non si capisce perché Mila no non debba averle». Sandrina Bandera, sovrinten dente della Pinacoteca va anco ra più in là: «L’idea di via Brera senza auto mi fa molto piacere. È molto civile avere uno spazio pedonalizzato intorno ai musei che prevede la possibilità di ac cesso per i portatori di handi cap e i taxi. Ne trarrebbe van taggio tutto il quartiere. Ma la pedonalizzazione di via Brera non basta. Mi spaventa l’inqui namento di via Pontaccio, dan neggia tutti, residenti e com mercianti».
Ma anche a Palazzo Marino è scoppiata la battaglia. L’asses sore Croci, l’altro giorno, si è detto disposto a sfidare la mag gioranza di centrodestra por tando lo stesso la delibera in giunta. Ieri, è arrivato un en dorsement trasversale. Il cen trosinistra con Carlo Montal betti ed Enrico Fedrighini chie dono l’intervento diretto del sindaco Letizia Moratti: «Men tre il sindaco di New York pedonalizza Times Square alcuni esponenti della maggioranza di centrodestra si rendono ridi coli nel bloccare l’isola pedona le in una area storico monu mentale cosi importante come Brera. L’assessore Croci deve andare avanti e il sindaco fac cia valere quei principi che stanno alla base del suo impe gno per rendere più sostenibile Milano». C’è anche il problema dei finanziamenti. Il ministero dell’Ambiente ha messo a di sposizione del Comune 7 milio ni di euro per la realizzazioni delle isole pedonali e delle pi ste ciclabili in centro. «Le ope re sono già finanziate - conclu dono Montalbetti e Fedrighini - Se non si faranno perderemo i finanziamenti». L’ultimo sostegno a Croci ar riva dalla Lista Moratti, di cui l’assessore è esponente: «Ricor diamo - è il memento di Clau dio Santarelli - che lo sviluppo si spazi pedonali e ciclabili fa parte del programma del Sinda co Moratti». Chiaro.
Maurizio Giannattasio
Dal Corsera
NAPOLI - Black out paralizza il centro di Napoli
Black out nel centro della città.
Disagi da Chiaia alla zona orientale
Un guasto ad un cavo che alimenta la zona della Doganella e il centro di Napoli, ha provocato questa mattina alle 6:30 un black out sulle linee che alimentano circa 70 mila clienti nei quartieri Chiaia, Vomero, Piazza del Plebiscito, Porto, e zona orientale. Intorno alle 10:30 in alcune zone è tornata la corrente, ma, ci sono ancora disagi in zona Porto, Posillipo, Mergellina, Via Toledo.
Da la Repubblica
Disagi da Chiaia alla zona orientale
Un guasto ad un cavo che alimenta la zona della Doganella e il centro di Napoli, ha provocato questa mattina alle 6:30 un black out sulle linee che alimentano circa 70 mila clienti nei quartieri Chiaia, Vomero, Piazza del Plebiscito, Porto, e zona orientale. Intorno alle 10:30 in alcune zone è tornata la corrente, ma, ci sono ancora disagi in zona Porto, Posillipo, Mergellina, Via Toledo.
Da la Repubblica
ROMA - Modifiche alla viabilità della Tangenziale Est da Agosto 2009
Gentili Concittadini,
si rende noto che nel mese di Agosto la viabilità alla Tangenziale Est subirà delle modifiche nel tratto fra Batteria Nomentana e Ponte Lanciani, in relazione alla realizzazione delle opere della Nuova Circonvallazione Interna.
L’Amministrazione Comunale, in collaborazione con Rete Ferroviaria Italiana, ha eseguito un complesso studio sul traffico, individuando soluzioni tecniche che permetteranno, quanto più possibile, di limitare il disagio.
Dal 4 agosto, per l’avvio della Fase 1 dei lavori, la viabilità in direzione San Giovanni, nel tratto fra Batteria Nomentana e Ponte Lanciani subisce modifiche e si svolge su due percorsi:
* su una corsia dell’attuale Tangenziale Est
* sul percorso alternativo di via della Batteria Nomentana e via Costantino Maes a due corsie
In direzione Salaria la viabilità viene mantenuta su due corsie.
I lavori sono funzionali al completamento della Nuova Circonvallazione Interna, un vero e proprio by-pass della Tangenziale Est che si svilupperà da Batteria Nomentana allo svincolo della A24. Da arteria di grande scorrimento, l’attuale tangenziale diventerà una strada a servizio del quartiere con notevoli miglioramenti per il traffico locale anche in termini di inquinamento acustico ed ambientale. Il progetto rientra nel più ampio programma di riqualificazione della Stazione Tiburtina, futuro snodo romano dell’Alta Velocità, che si sviluppa su questa ampia area e a cui è anche affidato il compito di ricucire i quartieri di Pietralata e Nomentano, storicamente separati dalla ferrovia.
Previste numerose opere, tra cui la realizzazione della Nuova Stazione Tiburtina e la viabilità di accesso, la risistemazione della rete stradale di grande scorrimento con la Nuova Circonvallazione Interna , la riqualificazione della Circonvallazione Nomentana e del piazzale della Stazione. Tali opere saranno attuate in 5 diverse fasi di cantierizzazione:
* Fase 1 - durata 3 mesi (4 agosto ‘09/ottobre’09), prevede la realizzazione della copertura dell’allaccio
* Fase 2 - durata 5 mesi (novembre ‘09/marzo 2010), prevede la realizzazione della galleria lato binari
* Fase 3 - durata 4 mesi (aprile 2010/luglio 2010), prevede la realizzazione della galleria lato edifici
* Fase 4 – durata 4 mesi (agosto 2010/novembre 2010), prevede le opere di allaccio alla galleria
* Fase 5 – durata 7 mesi (maggio 2011/novembre 2011) i lavori non interferiranno con l’attuale viabilità in quanto la fase sarà avviata solo all’entrata in servizio della Nuova Circonvallazione Interna in galleria.
ROMA - Villa Sciarra, fontane vuote, erbacce e panchine spezzate
Sotto i cespugli cartacce e resti di picnic. E verso via Dandolo rovi e un sentiero franato accanto agli eterni lavori in corso
"La festa di Davide è al tempietto", dice un cartello strappato che penzola dal cancello. È l´accoglienza di villa Sciarra. All´ingresso principale, su via Calandrelli, la fontana dei Faunetti ha sul fondo solo pochi aghi di pino. La grande vasca è vuota come le buste (nuove) nei cestini; ma da sotto le siepi fanno capolino lattine vuote, cartacce e bottiglie di plastica. «Devo sempre raccomandare ai bambini di non toccare la spazzatura - dice Amy Silvestri - . E nessuno raccoglie i bisogni dei propri cani».
Nel silenzio interrotto solo dalle cicale l´atmosfera è di abbandono: cespi di parietaria negli interstizi dei muri, mucchi di foglie secche lungo i viali e sulle gradinate. Panchine spaccate, un pergolato crollato e coperto di erbacce. Qua e là i cartelli divelti del Comune: "Vietato calpestare le aiuole". Accanto all´Istituto di studi germanici, una seconda vasca è piena di acqua marrone, circondata di fango e palloncini scoppiati. La fontana del Biscione è un cimitero di bicchieri di plastica. La grande fontana dei Vizi è l´unica funzionante; nell´acqua limpida galleggiano mucchi di foglie. «Fermo, non metterci le mani - dice Gabriella Adriani che è qui col nipotino - . Le fontane sono sempre vuote, o sporche per i cani che ci fanno il bagno. E poi ci sono troppe cicche per terra».
Più in alto, verso le Mura gianicolensi, un padiglione di ferro battuto è coperto di frasi d´amore, bestemmie e graffiti. In terra pacchetti di sigarette, un pallone bucato, avanzi di picnic. «Questa zona è la più abbandonata. Non ho mai visto nessuno pulire, annaffiare. Soprattutto dopo il weekend è un disastro», dice Andrea Rimatori, che viene col cane ogni giorno. «I cestini dovrebbero avere il coperchio, perché le cornacchie tirano fuori l´immondizia e la spargono», aggiunge Nunia Perez additando tutt´intorno confezioni di wurstel e piatti di plastica azzurri.
Scendendo verso via Dandolo l´abbandono diventa totale: sullo stretto sentiero cocci, stracci, tronchi caduti. Poi una frana di parecchi metri; a mo´ di protezione solo due pezzi di ferro incrociati e il nastro dei lavori in corso. Una scaletta conduce al cancello arrugginito che porta a Trastevere, tra mucchi di terra e un lampione divelto.
Si risale scavalcando bottiglie di birra e un canale di scolo coi sampietrini sconnessi; lungo i viali si scoprono altre vasche vuote, seminascoste dai rovi alti due o tre metri. Poi una grande fontana con due tartarughe che prendono il sole vicino a un canneto inselvatichito. «Pochi giorni fa - denuncia Franca D´Errico - un gruppo di ragazzini le stava uccidendo. Li ho visti coi miei occhi staccare la palizzata e raccogliere i sassi, ho dovuto minacciarli di chiamare la Protezione animali». I pali della recinzione ancora galleggiano nell´acqua scura e stagnante. «È così da trent´anni, perché a nessuno interessa», spiega un signore che a 15 anni ha fumato qui la prima sigaretta. Indica una scalinata transennata, altre erbacce, la scritta "Vietato l´ingresso ai non addetti ai lavori", che però non ci sono.
Da La Repubblica
MILANO - Tutti i cantieri estivi in un clic
UNDICI MILIONI DI EURO PER RIFARE L'ASFALTO IN 250 VIE, 3 MILIONI PER LE BUCHE
Tutti i cantieri estivi in un clic Sul sito del Comune di Milano la mappa interattiva che permette di sapere dove sono in corso i lavori stradali
MILANO - Quest'estate il Comune di Milano investirà oltre 16 milioni di euro per la manutenzione delle strade. Tutte le informazioni sui lavori in corso saranno online: l'assessore ai Lavori Pubblici Bruno Simini ha optato quest'anno per «un'operazione di trasparenza nei confronti dei cittadini, che funzionerà anche da stimolo per tutti al rispetto dei tempi previsti per i lavori». Sul sito del Comune di Milano, e precisamente al link www.comune.milano.it/dseserver/cantieriestate/mappa.html , si può consultare la mappa interattiva (sia in modalità carta stradale che in quella satellitare) dei cantieri estivi, e il programma dei lavori di manutenzione delle strade che avranno luogo nei prossimi mesi. Simini ha spiegato che ci saranno interventi per rifare il manto stradale in quasi 250 vie, con un investimento di 11 milioni di euro. Altri due milioni di euro sono invece stati destinati alla segnaletica stradale: il 60% dell'importo andrà a finanziare il rifacimento le strisce pedonali (circa 800 in 100 diverse località) e il rimanente 40% per la segnaletica verticale. Tre milioni di euro poi andranno a coprire le spese della manutenzione ordinaria delle buche nelle strade.
Sito del comune
Tutti i cantieri estivi in un clic Sul sito del Comune di Milano la mappa interattiva che permette di sapere dove sono in corso i lavori stradali
MILANO - Quest'estate il Comune di Milano investirà oltre 16 milioni di euro per la manutenzione delle strade. Tutte le informazioni sui lavori in corso saranno online: l'assessore ai Lavori Pubblici Bruno Simini ha optato quest'anno per «un'operazione di trasparenza nei confronti dei cittadini, che funzionerà anche da stimolo per tutti al rispetto dei tempi previsti per i lavori». Sul sito del Comune di Milano, e precisamente al link www.comune.milano.it/dseserver/cantieriestate/mappa.html , si può consultare la mappa interattiva (sia in modalità carta stradale che in quella satellitare) dei cantieri estivi, e il programma dei lavori di manutenzione delle strade che avranno luogo nei prossimi mesi. Simini ha spiegato che ci saranno interventi per rifare il manto stradale in quasi 250 vie, con un investimento di 11 milioni di euro. Altri due milioni di euro sono invece stati destinati alla segnaletica stradale: il 60% dell'importo andrà a finanziare il rifacimento le strisce pedonali (circa 800 in 100 diverse località) e il rimanente 40% per la segnaletica verticale. Tre milioni di euro poi andranno a coprire le spese della manutenzione ordinaria delle buche nelle strade.
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mercoledì 22 luglio 2009
MILANO - Prada: l’astronave d’acciaio per l’Expo
'ANNUNCIO SULLE PAGINE DELL’«HERALD TRI BUNE»
Prada: l’astronave d’acciaio per l’Expo
Il Transformer, la location-galleria di Seul, sarà smontato e trasferito a Milano
MILANO - Si chiama «Transformer». È un’astronave di 180 tonnellate d’ac ciaio, circa 20x20 metri, adagiata co me un Apollo 11 nel centro di Seul, davanti al Gyeonghui Palace del XVI secolo. L’ha progettata l’archistar Rem Koolhaas per Prada: è lì da pri mavera e a ottobre toglierà il distur bo. «Transformer» si trasforma, ovviamente: serve come passerella, lo cation, galleria d’arte, che a giorni esporrà opere della svedesina Natha lie Djuberg, miglior giovane alla Biennale.
Il 21 luglio, dalle pagine dell’«Herald Tri bune», una delle più temute penne della moda, Suzy Menkes, ha scritto che il «sogno» di Carlo Bertelli «sa rebbe quello di vederla un giorno a Milano». Magari per l’Expo. Di sicuro a Milano arriverà smon tata e finirà nel deposito di Prada. Poi si vedrà. Milano ha dei preceden ti sul tema che mettono in guardia: l’arca progettata da Renzo Piano per il «Prometeo» di Nono è stata smon tata e lì la storia è finita. Vediamo se passando dall’hi-tech all’architettu ra decostruzionista le cose andranno meglio, peggio o allo stesso modo.
Pierluigi Panza
Dal Corsera
MILANO - Cancellata antimovida a San Lorenzo
Cancellata antimovida a San Lorenzo
Palazzo Marino: la basilica sarà protetta e ci sarà anche una barriera di cristallo intorno alle Colonne
MILANO - La cancellata o la teca di cri stallo? Alla fine la decisione pur se con qualche frizione è stata salomonica. Per pro teggere le Colonne di San Lo renzo dalla movida notturna arriverà sia la teca sia la can cellata. Telescopica. Ma con una differenza rispetto al progetto originario del 2005. La recinzione coprirà un perime tro ridotto rispetto all’ipotesi iniziale. Palazzo Marino continua nella sua battaglia in difesa dei luoghi storici della città invasi dalla movida. Era parti to il sindaco Gabriele Alberti ni con la recinzione di piazza Vetra. Sono passati un po’ di anni è si è arrivati alla cancellata davanti al Mom, in viale Monte Nero, per evitare l’as salto notturno di centinaia di giovani con relativa bottiglia di birra in mano. Adesso toc ca alle Colonne di San Lorenzo uno degli scenari preferiti dalla movida milanese.
Due interventi: la protezione delle Colonne con una copertura di cristalli anti-sfondamento e anti-danneggiamento, men tre la Basilica verrà recintata con una cancellata telescopica. «La nostra non è un batta glia contro la movida - attac ca il vicesindaco, Riccardo De Corato - ma una difesa del pa trimonio artistico e culturale della città. In questo senso va la decisione presa di realizza re la cancellata e la copertura in cristalli anti-sfondamento per le Colonne». De Corato ricorda che il progetto della cancellata era nato su richie sta di monsignore De Scalzi nel 2005 «e aveva già aveva ri cevuto l’assenso della Soprin tendenza ai Beni archeologici della Lombardia, della Soprintendenza provinciale per i be ni artistici e storici e della So printendenza ai Beni ambien tali e architettonici di Mila no». «Ma, a differenza del pro getto del 2005 - conclude De Corato - non riguarderà tutta la piazza bensì solo il perime tro della Basilica. Naturalmen te verranno fatte ulteriori ve rifiche, ma si tratta di una so luzione con un minimo im patto visivo e ambientale che allo stesso tempo garantisce una protezione efficace».
Se per la cancellata servi ranno ulteriori verifiche, per le teche si andrà sparati. Per la protezione delle Colonne, infatti, verrà utilizzata una te ca di cristallo antiurto che «consente la piena visione di uno degli angoli più suggesti vi della città», spiega l’asses sore all’Arredo urbano, Mauri zio Cadeo. Quanto alla cancel lata per la Basilica, l'assessore al Decoro urbano ha precisa to che sarà «leggera, come quelle utilizzate per tante al tre chiese cittadine». Il tavolo interassessorile ha anche con cordato di proseguire con l’in stallazione dei servizi igienici cosiddetti «telescopici» (a scomparsa). Il wc-pilomat è una cabina telecomandata che appare e scompare dal suolo semplicemente pre mendo un tasto, spunterà in tutte le zone della movida. «Stiamo pianificandone la po sa in ambiti di pregio e monu mentali, dove è necessario ri durre l’impatto percettivo, e dove maggiormente si con centrano i visitatori nelle ore serali e notturne», precisa Ca deo. Attualmente sono allo studio le aree di San Lorenzo, Navigli, Brera e Arco della Pa ce. La gestione potrebbe esse re affidata ai commercianti delle zone interessate. Resta da capire se gli inter venti previsti da Palazzo Mari no riusciranno a garantire la vista e il godimento estetico dei monumenti ingabbiati. Con piazza Vetra ci sono riusciti. Con le Colonne si vedrà.
Maurizio Giannattasio
Dal Corsera
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