“Frenano sul grattacielo al Lingotto dopo che ho scelto di aprire ad altri sui pendolari”
Se le parole fossero pietre, ora staremmo contando i feriti. Invece il durissimo scontro tra Bresso e le Ferrovie, l’ennesimo nel giro di un mese, diventerà probabilmente pane per avvocati.
Il botto è arrivato ieri sera, intorno alle 19, sotto forma di un comunicato della Regione caricato a pallettoni: «Ferrovie, Bresso: “Tentano di intimidirci. Bloccano il palazzo unico della Regione per costringerci a non bandire le gare sul trasporto ferroviario regionale». L’attacco faceva seguito alla notizia, arrivata in mattinata, che oggi per l’ennesima volta le Ferrovie avrebbero disertato la riunione della Conferenza dei servizi convocata per dare il via libera al grattacielo firmato Fuksas: quello che dovrebbe accorpare gli uffici regionali sancendo nel contempo la riqualificazione di oltre 300 mila mq di superficie nell’area-Lingotto. Di questi, 50 mila sono proprietà di Rfi, coinvolta nella trattativa. La Regione conta di far partire la pre-gara per le opere già la settimana prossima.
A quanto si apprende dagli uffici dell’assessore Peveraro, ieri il rappresentante legale di Rete Ferroviaria Italiana ha comunicato che - stante le disposizioni ricevute - non si sarebbe presentato. Un gesto interpretato da Bresso come «un ricatto»: «Tanto più odioso e incomprensibile perché perpetrato da una società a capitale pubblico». Il «match» tra la presidente e l’ad delle Ferrovie Mauro Moretti sui disservizi del trasporto locale data ai primi di luglio. Nell’occasione, la Regione aveva annunciato un bando per affidare il servizio ai privati mandando su tutte le furie le Ferrovie. La stessa Bresso aveva fatto le sue rimostranze al ministro dei Trasporti Matteoli: rimostranze ribadite ieri mattina, approfittando della visita del ministro a Torino per la Tav.
E’ stato l’avvio di una giornata accompagnata da una escalation della tensione tra Regione e Ferrovie, con il sindaco Chiamparino costretto a fare da mediatore. Fino al comunicato, esploso in serata. «Le Ferrovie e il suo amministratore Mario Moretti stanno lavorando contro l’interesse pubblico - ha attaccato Bresso -. Contro la Regione, contro il Comune, contro l’interesse delle Ferrovie e del suo azionista. Per questo darò incarico al nostro ufficio legale di esaminare la possibilità di chiedere i danni».
Accuse innescate dalla preoccupazione per il rinvio sine die di un progetto che non solo promette di riqualificare una parte strategica della città ma rappresenta un volano economico e occupazionale. «Il comportamento delle Ferrovie ne conferma la piena e totale inaffidabilità, già sperimentata nell’esperienza quotidiana dei pendolari - rincara la «zarina», che mercoledì ha ricevuto una delegazione dei Comitati spontanei in Consiglio regionale -. Non ci si poteva fidare prima, a maggior ragione non ci si può fidare adesso di un’azienda che per ostacolarci nell’esercizio di un nostro diritto punta ad esimersi dai suoi doveri verso l’azionista e la collettività». Come paventava nel pomeriggio Peveraro, il rischio era quello di dover stralciare gli interventi a corredo del grattacielo, previsti nel Pec, ridimensionando bruscamente la portata del progetto.
Rischio fugato ieri, in tarda serata, quando le Ferrovie hanno replicato.
«Leggiamo che la signora Bresso, per la seconda volta in pochi giorni, ha adottato toni alterati nei nostri confronti, usando espressioni oggettivamente diffamatorie che mal si conciliano con il suo ruolo istituzionale e la sua immagine personale - recita il comunicato vidimato da Moretti in persona -. Si rassereni. Il Gruppo FS, in continuità con la sua azione collaborativa svolta da oltre due anni sui temi della conferenza dei servizi, anche domani sarà presente per dare il suo contributo. E, comunque, tutelerà la sua immagine». Questa mattina, c’è da scommetterci, voleranno i piatti.
alessandro mondo
Da laStampa.it
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