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venerdì 17 luglio 2009

ROMA - Piano casa, sì della giunta regionale.


Piano casa, sì della giunta regionale. I premi di cubatura? Del 20 per cento

Seppure con qualche settimana di ritardo, la giunta regionale del Lazio ha approvato ieri il piano casa in base all’accordo firmato in conferenza Stato-Regioni. Nel nuovo quadro normativo (anche questo, come tanti altri, frutto di compromessi) ognuno individua ciò che gli sta più a cuore. Marrazzo, per esempio, considera il piano come un «manifesto politico per combattere la crisi», mentre il consigliere regionale del Pdl Donato Robilotta fa notare che «non risponde alla richiesta di semplificare le procedure autorizzatorie avanzata dall’Acer, così come l’aumento della cubatura». C’è l’assessore regionale alla Casa Mario Di Carlo che nel piano vede finalmente la possibilità di realizzare un progetto di housing sociale in grado di garantire un alloggio popolare a mutuo agevolato o in affitto a 30mila persone e, al contrario, il presidente della commissione Urbanistica del Campidoglio Marco Di Cosimo sostiene che «non servirà a risolvere il problema dell’emergenza abitativa a Roma e che la legge necessita di correttivi e aggiustamenti durante l’esame alla Pisana». Per l’assessore all’Urbanistica Montino il piano punta a «riqualificare la città già costruita e non a realizzare nuove case in aree nuove» e rivendica il merito dell’approvazione delle nuove norme, mentre il deputato del Pdl Fabio Rampelli fa notare che «se c’è una cosa al di fuori di qualsiasi discussione, è che i piani casa che stanno prendendo forma in buona parte delle Regioni italiane hanno per promotori Berlusconi e il suo governo».
Ma al di la delle divergenze interpretative, vediamo nel dettaglio che cosa prevede il Piano per chi vuole riqualificare e ampliare la sua abitazione. Il premio di cubatura è del 20% per le villette monofamiliari e plurifamiliari che, fatta eccezione per le aree vincolate e i centri storici, potranno crescere per un massimo di 200 metri cubi solo in orizzontale; e del 10% per gli edifici non residenziali destinati all’artigianato o alla piccola industria. Il principio «abbattere per ricostruire» ha ispirato il premio di cubatura del 35% per chi decide di demolire edifici degradati per ricostruirne dei nuovi e del 50% per coloro che accetteranno di buttare giù gli stabili situati in zone di massimo valore ambientale, come parchi e coste, per trasferirsi altrove. Quest’ultima possibilità, tra l’altro di difficile realizzazione, porta la firma degli ambientalisti del centrosinistra. Spostandosi dalle zone di particolare pregio ambientale, se si deciderà di trasformare l’edificio in albergo il premio di cubatura salirà al 60%. Per riqualificare le periferie, infine, il piano prevede fino al 40% in più della volumetria demolita.
A proposito dell’housing sociale, l’assessore regionale alla Casa Mario Di Carlo ha spiegato: «Costruiremo abitazioni per le famiglie più disagiate che mensilmente costeranno, per l’affitto o la rata del mutuo a dai 500 ai 550 euro. I fondi non ci mancano, ne potremmo realizzare circa 30.000 nel Lazio».

Da il Giornale

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