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venerdì 10 luglio 2009

MILANO - Porta Nuova, i residenti vincono al Tar accolto il ricorso su verde e parcheggi





Le autorizzazioni a costruire sprofondano nel caos, dunque, e i cantieri di Garibaldi-Repubblica diventano un rebus

Il ricorso è accolto, «con conseguente annullamento dei provvedimenti impugnati e rimessione dell´affare alle autorità competenti». Con questa frase, a conclusione di 11 pagine fitte firmate dal giudici della seconda sezione del Tar, la sentenza sul ricorso del 2006 del comitato "I mille" contro Comune, Regione, e società Caprera Spa (cioè il costruttore Hines), rimette indietro le lancette del progetto Garibaldi-Repubblica al 12 febbraio 2005. Quel giorno, stabilisce il Tar, la delibera della Commissione di vigilanza sull´attuazione del progetto che poi si sarebbe chiamato Porta Nuova decise qualcosa che non poteva decidere: una variante che spostava e divideva aree verdi, stabiliva le nuove volumetrie consentite, sopprimeva il giardino intorno alla Stecca degli artigiani collocandolo al centro dei nuovi edifici simbolo dell´operazione, i grattacieli del Bosco verticale e le residenze, per far spazio al passaggio della metropolitana 5.

Troppe cose, e troppo importanti, dicono i giudici: capaci di cambiare volto al progetto. Quindi a deciderle dovevano essere Comune e consiglio comunale, non una commissione di controllo qualunque. Per avere un´idea dell´importanza di quella "variante", basta rileggere il commento che in quei giorni fece proprio Manfredi Catella, presidente della società di progetto Caprera e amministratore delegato di Hines Italia: «Una conclusione importante, per l´affermazione di una nuova competitività italiana e per la centralità di Milano. L´esempio di una collaborazione fattiva tra amministrazione pubblica ed imprenditori privati coinvolti in un progetto ambizioso che diventa realtà». Così oggi la domanda è quanta di quella realtà, nel frattempo diventata scavi, fondamenta, nuova viabilità, lavori per metrò e scheletri di edifici in costruzione tra le gru, dovrà essere rivista, o anche solo rallentata in attesa che il Comune, a cui è tornata la palla, rimedi all´errore. Previsioni, cautamente non ne fanno alla Hines: la reazione ufficiale è che, convinti di aver agito correttamente in tutta la vicenda, stanno studiando le carte appena arrivate per valutare conseguenze e ricadute.


Lo stesso trapela dal Comune: un fulmine a ciel sereno di cui si studieranno le conseguenze, prima ancora di pensare alle contromosse e all´eventuale ricorso al Consiglio di Stato. Mentre a festeggiare sono i ricorrenti del comitato, che in un colpo solo dal Tar si vedono riconosciute due cose: di essere nel loro buon diritto a fare ricorso (mentre il Comune gli contestava di rappresentare una parte troppo minoritaria) e di aver dimostrato, dati alla mano, «come la variante apporti loro delle conseguenze peggiorative dal punto di vista della viabilità e della vivibilità». Perché «anche se lo spazio a verde, complessivamente considerato, rimane lo stesso, la funzione e l´utilità di un polmone verde non può certo essere equiparata a quella di singoli spazi verdi».

Con questo il Tar non anticipa il giudizio di merito (non basta dimostrare di aver subito un peggioramento di condizioni per farselo risarcire), ma certo rilancia al Comune una patata bollente. E quella che quattro anni e mezzo fa parve la scelta definitiva per far decollare Porta Nuova si rivela un passo falso.

Da La Repubblica

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti, l'italia si deve sempre distinguere... no comment.

Anonimo ha detto...

qui c'è da chiarire una cosa: da una parte siamo tutti d'accordo che milano ha bisogno di ingenti interventi urbanistici, primi fra tutti la riqualificazione delle aree degradate del centro (ma anche delle aree esterne) e l'adeguamento e ampliamento della rete dei trasporti pubblici, specialmente delle linee di metropolitana. ma è evidente che tutti questi progetti venuti fuori negli ultimi anni per queste questioni sono semplicemente la speculazione di personaggi criminali con la complicità di una amministrazione anch'essa criminale, senza una minima visione d'insieme urbanisticamente sensata. con questi progetti relegano lo spazio verde a giardini condominiali, cacciano di fatto dal centro la popolazione che non può permettersi quelli che saranno appartamenti di lusso (costruiti senza rispettare le quote di edilizia convenzionata) rendendo il centro ancora più "morto". tutto questo farà guadagnare moltissimo un gruppo di persone e ci perderanno tutti. non facciamoci ingannare dal luccichio dei grattacieli.

endi ha detto...

Non ho parole!! un ottimo progetto, un cantiere che per una volta andava avanti in anticipo, e il solito TAR che dà ragione all'ultimo comitatino.

Certe volte, certi milanesi sono davvero stupidi. Mi chiedo, in questo caso come nel caso di SanSiroVivibile, quale sia l'età media dei comitati: non è che questa è quella parte di Milano a cui la modernizzazione non interessa proprio per nostalgia dei "bei tempi" irrimediabilmente passati?