CANTIERE APERTO DA TRE ANNI, E NON SI PREVEDE DI FINIRE PRIMA DEL 2011
«Basta, ora denunciamo il Comune»
Residenti e commercianti: «Questa politica sciagurata ha prodotto danni e costi sociali incalcolabili»
MILANO - Una piazza sventrata da tre anni, un cantiere che avrebbe dovuto chiudere sei mesi fa e invece i lavori non sono neppure cominciati, oltre 300 cittadini che hanno già sborsato più di 20 mila euro per un box e oggi vedono soltanto mucchi di terra, prezzi già saliti di 7 mila euro rispetto ai contratti firma ti, negozianti strangolati dal cantiere, costretti a licenziare dipendenti o vendere le proprie attività per il calo degli affari, una delle zone più chic di Milano diventata un centro di spaccio. In piazza XXV Aprile si concentrano le degenerazioni del «modello Milano» sui parcheggi sotterranei. Un modello messo in piedi dall’ex sindaco Gabriele Albertini (grazie ai poteri straordinari per l’emergenza traffico) e dall’ex assessore Giorgio Goggi. In questa piazza a ridosso di corso Como si concentra la rabbia feroce di un intero pezzo di città.
Tanto che i commercianti della zona, riuniti ieri con alcuni acquirenti dei box in una sala del teatro Smeraldo, minacciano un’azione legale contro il Comune: «Le carte sono già pronte». L’ultimo intoppo è legato al la crisi di una delle aziende che fa parte della società «Progetto XXV Aprile». Il parcheggio prevede 322 box e 346 parcheggi a rotazione. Il valore dell’opera supera i 16 milioni di euro. La società ha un capitale di un milione e mezzo di euro ed è costituita dalla Vfv Consultecno (famiglia Villoresi, 18%), dal consorzio Evolve (39,95%) e dalla ditta Angelo Cega (39,95%). È proprio quest’ulti ma azienda ad essere in liquidazione, entrata in concordato preventivo il 2 aprile scorso do po aver accumulato unavoragi ne di 183 protesti tra settembre 2008 e lo scorso giugno. Gli altri due soci stanno cercando di estromettere la Cega dal la società per via giudiziaria e questo ha comportato un ulteriore ritardo nei lavori, di alme no 3 mesi.
Così un cantiere aperto il 28 luglio 2006, che sarebbe dovuto terminare l’anno scorso, è slittato a fine 2010 prima e a metà 2011 adesso. «Questa politica sciagurata — attaccano i negozianti e i cittadini — ha prodotto danni e costi sociali incalcolabili su un intero quartiere. Danni e costi che stiamo pagando soltanto noi. Senza nessuna tutela». Perché dall’altra «Progetto Darsena» si è già vista riconoscere un riequilibrio economi co di oltre 4 milioni di euro. Funziona così: le indagini archeologiche sono durate oltre due anni (anche se la presenza delle mura spagnole era «più che prevedibile») e lo sposta mento di fognature e cavi elettrici ha portato via altri mesi. A questo punto l’azienda, in base ai diritti concessi dalla vecchie convenzioni, ha chiesto di poter aumentare i costi per «lavori imprevisti » (meccanismo che ha permesso a molti costruttori di allungare i tempi e alzare i prezzi in altri parcheggi). Co sì verrà tutto scaricato su chi ha comprato e userà i parcheggi in futuro. Risultato: i prezzi dei box sono già saliti da una media di 26 a oltre 33 mila euro. Gli ultimi della catena a fare affari d’oro sono gli spacciatori, a cui le strettoie e gli angoli bui del cantiere offrono un luogo ideale per i traffici di cocaina.
Gianni Santucci
Dal Corriere della Sera
2 commenti:
Gli sta beene e son contento.
Come per la Darsena, potrebbero darsi una mossa.
questa storia dei parcheggi è quantomeno scandalosa. albertini e tutta l'amministrazione compiacente sarebbe in galera se fossimo in un paese civile. se non altro per estrema incompetenza (d'altronde chi guida una città dovrà rispondere di ciò che fa, no?): come potevano pensare di risolvere il problema del traffico costruendo parcheggi? è come cercare di spegnere un incendio buttandoci benzina.
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